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Autore: heliodor    13/08/2014    1 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Gwenola si affaccia sulla soglia della porta.
All'interno della stanza, una donna siede su una poltrona davanti a una scrivania, una penna stretta tra le mani.
― Mia signora? Vi disturbo?
La donna si volta. Il viso dai lineamenti dolci e regolari è incorniciato da capelli biondi dai riflessi color rame che le scendono fino sulle spalle. ― Ormai sei qui ― dice senza entusiasmo.
― C'è la nuova ragazza di cui le ho parlato prima.
La donna annuisce e si alza con un gesto solenne. ― Falla entrare.
Gwenola si fa da parte. Dietro di lei, avanza con passo incerto una ragazza dal corpo esile e la schiena dritta. Indossa un vestito verde chiaro con ricami in oro e un vistoso fiocco blu legato in vita.
― Ricordati quello che ti ho detto ― le sussurra Gwenola.
Lyra annuisce. Con passi misurati avanza fino al centro della stanza e fa un inchino impacciato su gambe traballanti.
La donna le rivolge un'occhiata scettica. ― E tu saresti?
― Lyra ― risponde la ragazza con un fino di voce.
― Lyra ― le fa eco la donna. ― Io sono Lady Jolane. Gwenola e io ci occupiamo di tenere in ordine il castello, o almeno ci proviamo.
― Sì, signora.
― Sei mai stata in un castello, cara?
Lyra scuote la testa.
― Da dove vieni?
La ragazza guarda Gwenola, che le fa un cenno con la testa. ― Ho sempre vissuto sulle montagne attorno ad Avalon, con la mia famiglia.
Il viso di Jolane si illumina. ― Sei una contadina?
― Mio padre è un pastore.
La donna le rivolge una smorfia di delusione. ― Una pastorella. E come mai sei venuta qui a Lyonesse?
Lyra ridacchia e sposta una ciocca di capelli. ― In verità è una storia piuttosto lunga.
Jolane solleva un sopracciglio.
Lyra deglutisce e prende fiato. ― Prima c'è stata la festa di primavera, poi quei pirati che ci hanno rapiti e infine il mercenario che ci ha accompagnati fin qui.
Jolane la guarda accigliata. ― Mercenario?
Gwenola solleva la testa di scatto come se fosse stata punta. ― Mia signora, stavo giusto per dirvelo...
― Dirmi cosa? ― le domanda Jolane alzando il tono della voce.
Gwenola si stringe nelle spalle. ― Lui è qui.
Jolane la fissa in silenzio. ― Intendi dire... proprio lui?
Gwenola annuisce.
― Con che coraggio osa presentarsi al castello? ― esclama Jolane voltandosi di scatto, i pugni chiusi. La donna marcia come una furia verso la porta. ― Chiederò a Leonida di cacciarlo via. Anzi, di metterlo in catene.
Lyra fa appena in tempo a scansarla e la guarda uscire di corsa. ― Che cosa ho detto di male?
― Niente cara ― dice Gwenola correndo dietro a Jolane.
― E perché vuole fare del male a Ewan? ― Lyra saltella e barcolla cercando di tenere il passo delle due donne.
Gwenola fa un gesto vago con la mano. ― Oh, non ce l'ha col principe, ma col mercenario.
― Valek? Che ha fatto di così terribile?
― Niente, a parte abbandonare la mia signora sull'altare.
Lyra le rivolge un'occhiata stupita.
― Dovevano sposarsi, ma all'ultimo lui non si presentò. La mia signora non l'ha mai perdonato.
***
Ewan, seduto sul letto, guarda Valek andare avanti e indietro per la stanza.
― Non va bene ― dice il mercenario con le mani dietro la schiena. ― Dovrei essere miglia lontano dal castello a quest'ora.
― Perché sei così nervoso?
Valek si ferma e si tocca il petto con l'indice. ― Nervoso? Io? Cosa te lo fa pensare, ragazzo?
Ewan fa spallucce.
La porta si spalanca all'improvviso. Jolane si precipita all'interno, l'espressione furibonda. ― Tu ― dice puntando l'indice contro Valek. ― Hai commesso il peggior errore della tua vita venendo qui.
Valek si ritrae, le mani alzate come a volersi difendere dall'aggressione. ― Posso spiegarti.
Jolane gli si piazza davanti, le mani sui fianchi. ― Spiegare? Cosa? Non ti fai vedere per anni e poi all'improvviso ricompari. Perché sei venuto al castello? Cosa speri di ottenere?
― Niente. Se mi lasci parlare ti spiegherò tutto.
Lyra e Gwenola si affacciano sulla porta.
Alla vista della ragazza Ewan balza in piedi, gli occhi sgranati. ― Lyra? Sei proprio tu?
La ragazza arrossisce.
― Sei... stupenda.
Lyra abbassa gli occhi. ― Grazie.
― Allora? ― dice Jolane incalzando Valek.
Il mercenario chiude la porta. ― Sono venuto qui perché lui me lo ha chiesto. ― Con la mano indica Ewan, ancora con lo sguardo fisso su Lyra.
Jolane si volta verso il ragazzo, lo squadra dalla testa ai piedi. ― Lui è...
― Il figlio di re Philip ― dice Valek.
Ewan guarda Jolane e raddrizza la schiena. ― Principe Ewan di Avalon. E voi siete?
Jolane gli rivolge un'occhiataccia. ― Lady Jolane di Lyonesse.
Ewan si inchina. ― Onorato.
― Io no ― risponde la donna. ― Mirande era mia sorella.
Ewan deglutisce a vuoto. ― Mirande era...
― La moglie di re Leonida. La regina che tuo padre ha ucciso.
― Lui non...
― Jolane, ascolta ― inizia a dire Valek prendendola per il braccio.
Jolane si divincola. ― Sei venuto per chiedere perdono?
― Io...
― Perché in questo caso ti dico subito che puoi tornartene da dove sei venuto ― continua Jolane con le lacrime agli occhi e la voce tremante. ― Io non ti perdonerò mai. E nemmeno Leonida lo farà.
Ewan sospira e china il capo.
― Jolane ― dice Valek costringendola a voltarsi. ― Non è qui per chiederti perdono, ma per impedire una guerra.
Jolane si acciglia. ― Guerra?
― Cosa credi che succederà quando re Philip si accorgerà che il suo unico figlio si trova a Lyonesse, nel castello del suo peggior nemico?
La donna lo fissa in silenzio, poi guarda Ewan. ― Tu lo sapevi e sei venuto lo stesso?
― Mi hanno rapito ― dice Ewan guardando Valek.
Il mercenario si stringe nelle spalle. ― Mi servivano soldi.
Jolane si libera dalla presa. ― Leonida non l'avrebbe mai fatto. Anche se odia re Philip, non farebbe del male a suo figlio.
― giù al porto girava voce che Vortiger avesse messo una taglia sul principe ― dice Valek.
― Vortiger? ― Jolane si acciglia. ― Non mi stupirebbe affatto. Quell'uomo sarebbe capace di tutto. Ma senza prove no posso accusarlo.
― Chiunque sia stato a dare l'ordine ― dice Valek. ― Ormai il guaio è fatto.
― Devi andartene ― dice Jolane a Ewan.
― No ― risponde il ragazzo gonfiando il petto. ― Resterò qui. Re Leonida mi ha assicurato la sua ospitalità e non intendo offenderlo scappando come un ladro.
Jolane scuote la testa. ― Sei proprio uguale a tuo padre. Valek, se il principe non vuole andare via, dovremo essere noi a farlo.
Il mercenario si acciglia. ― Che vuoi dire?
― Andremo ad Avalon e spiegheremo a re Philip quello che è successo. Con un po' di fortuna lo convinceremo a non invadere Lyonesse. Almeno per il momento.
Valek scuote la testa. ― È un piano folle. Re Philip ci farà decapitare non appena ci vedrà.
― Una volta eravamo amici. O almeno lui teneva molto a Mirande. Non mi farà del male.
― Ho rapito suo figlio.
Jolane fa un ghigno. ― Forse ne farà a te. Io ci andrò comunque. Gwenola, fai preparare il mio cavallo, voglio partire subito per la capitale.
La vecchia si inchina ed esce dalla stanza. Dietro di lei Jolane.
― Perché non vai anche tu con loro? ― dice Ewan rivolto a Lyra.
La ragazza gli rivolge un mezzo sorriso. ― È la terza volta che cerchi di cacciarmi via. E poi non so cavalcare, li rallenterei.
Ewan guarda Valek.
― Che hai da guardare? ― chiede il mercenario con tono rude.
― Non vorrai farla andare da sola, spero.
― Quella donnajdfjjQuella donna è matta, lo hai visto anche tu. Ci farà uccidere.
Ewan lo guarda incuriosito. ― Sbaglio o ce l'aveva con te per qualche motivo?
― Non so di cosa parlasse. ― Valek si tocca la tempia col dito. ― Te l'ho detto, è pazza.
Lyra ridacchia. ― Dovevano sposarsi.
Ewan la guarda stupito. ― Che cosa? ― poi si rivolge a Valek. ― Tu e Jolane...
― È una storia vecchia ― dice il mercenario. ― E tu non capiresti.
― Devi andare con lei.
― No.
― Sì.
Valek allarga le braccia e alza gli occhi al cielo. ― Ma insomma, non ho fatto già abbastanza per te e la tua fidanzata? Cos'altro vuoi?
Lyra arrossisce e abbassa gli occhi.
― È un viaggio pericoloso ― dice Ewan ridacchiando. ― E Jolane, per quanto sembri una donna forte e determinata, non è in grado di farcela da sola. Le serve una guardia del corpo che si prenda cura di lei. Ed è l'unica speranza che abbiamo per impedire una guerra.
Valek sbuffa. ― Ti costerà parecchio.
― Quanto vuoi?
― Ricomprerai le mie terre quando tutto sarà finito.
― D'accordo. ― Ewan gli porge la mano. ― Affare fatto?
Valek esita, poi stringe la mano. ― Parola di principe?
Ewan annuisce.
Valek fa per uscire, ma Lyra lo blocca sulla soglia.
― Per averci aiutato. ― Si toglie la collana e la porge al mercenario, che la fissa indeciso.
― Non c'è bisogno che te ne privi ― dice l'uomo.
― È una promessa. Io mantengo sempre la mia parola.
Valek prende la collana e se la infila in tasca. Si volta ed esce dalla stanza.
Ewan si avvicina a Lyra. ― Non dovevi farlo.
― Invece sì ― risponde lei sicura.
***
In piedi davanti alla statua della moglie, Leonida fissa il vuoto in silenzio, le mani incrociate dietro la schiena.
La sala non ha aperture né finestre, tranne la porta sovrastata da un arco ovale sotto il quale sosta Jolane, l'espressione incerta.
La donna si avvicina a Leonida con passi lenti. ― Non sapevo che venissi qui. Questa sala mi mette una tristezza... non c'era un posto migliore dove sistemarla? Il giardino per esempio? Da lì si vedono le stelle e lei amava guardarle.
Leonida apre gli occhi. ― Che importanza ha ormai? Lei non può più... ― Nasconde il viso con la mano.
Jolane annuisce. ― Scusami.  Non volevo tormentarti.
Il re fa un cenno vago con la mano. ― Tu credi che lui verrà?
Jolane si avvicina alla statua. ― Lo conosci meglio di me.
Leonida china la testa. ― Non voglio questa guerra. Lyonesse ha già sofferto troppo.
― Non siete obbligati a combattere ― esclama Jolane.
― Ma lui verrà qui per suo figlio. Io farei lo stesso.
― E allora perdonalo.
Leonida la fissa sorpreso. ― Dopo quello che ha fatto a Mirande? Tua sorella?
Jolane annuisce. ― Se non c'è altra soluzione...
Leonida stringe i pugni. ― Combattere. Questa è l'unica alternativa. ― Si volta.
Jolane lo guarda allontanarsi. ― Maestà. Leonida.
Il re si ferma sulla soglia.
― Mi hai accolta nella tua casa, quando sono rimasta sola ― dice Jolane con le lacrime agli occhi.
― Mirande lo avrebbe voluto. Mi hai servito con lealtà. Senza di te il castello sarebbe andato in malora da anni.
La donna trae un profondo sospiro. ― Andrò da re Philip a chiedergli di non marciare su Lyonesse. Gli darò il mio perdono, se sarà necessario.
Leonida scuote la testa. ― Sarà tutto inutile. È me che vuole.
― Ma io voglio provare lo stesso.
― Vuoi la mia benedizione?
― Non ti sto chiedendo il permesso ― dice lei con orgoglio. ― Ti sto solo dicendo che lo farò.
― Allora vai da lui. Ma non tornare più.
Jolane annuisce e torna a guardare la statua, mentre Leonida lascia la sala.
***
Jolane è in ginocchio, le mani giunte all'altezza del cuore. ― Ti prego ― sussurra, gli occhi chiusi. ― Aiutami a convincere Philip. ― Sopra di lei, la statua di Mirande, le braccia alzate al cielo, rivolge lo sguardo al soffitto di pietra. L'unica luce è data dalle torce che corrono lungo le pareti.
Gwenola si avvicina in punta di piedi. ― Mia signora. La vostra cavalcatura è pronta.
Jolane si alza, gli occhi lucidi, volge lo sguardo prima alla statua, poi ai quadri allineati contro le pareti. Qualcuno li ha coperti con un velo nero. La donna si avvicina a uno di essi, solleva il velo e osserva il ritratto della giovane donna che sembra ricambiare il suo sguardo.
La ragazza ritratta è nel fiore degli anni. In piedi alla sua destra, l'artista ha ritratto la versione più giovane di re Leonida. Al collo di Mirande splende la collana col ciondolo a forma di stella.
― Mia signora... ― fa Gwenola.
Jolane si volta. ― Andiamo.
  
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