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Autore: Yoan Seiyryu    14/08/2014    1 recensioni
[ Loki/Sigyn + accenni alla Thor/Sif]
Il Regno di Álfheimr è afflitto dai soprusi dei Giganti di Ghiaccio che per anni si sono abbattuti con violenza sul Popolo dell'Alta Foresta. Odino stringerà un'alleanza con Álfheimr sancita attraverso le nozze combinate tra suo figlio Thor, legittimo erede al trono di Asgard e Sigyn, figlia del Lord di Alta Foresta. Lady Sigyn si troverà ad affrontare una nuova vita alla corte di Asgard, fin quando non comprenderà che il suo futuro sposo è in realtà innamorato di un'altra donna, la guerriera Sif. Nel contempo stringerà amicizia con Loki, il quale la userà a proprio piacimento per far decadere il fratello ed appropriarsi del trono. Su Sigyn cadrà una maledizione che scatenerà una nuova battaglia tra i Giganti ed Asgard.
Le vicende partono dal precedente esilio di Thor al ritorno di Loki dopo aver tentato di asservire la Terra.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IX
 

Frozen 

 




Un mese dopo.
 
Loki
Responsabilizzare la vita di Lady Sigyn a corte non fu un lavoro difficile, né mi caricai le spalle di una tale riuscita. Era trascorso ormai un mese da quando la convinsi a non fuggire ed ora ogni tassello si era posizionato perfettamente al proprio posto. Da lontano osservavo i progressi che si susseguivano davanti ai miei occhi e con crescente soddisfazione me ne compiacevo.
Persino Thor aveva iniziato a mutare la propria considerazione nei riguardi della futura moglie, tant’è che non di rado mi capitava di incontrarli passeggiare lungo il cortile interno, sottobraccio. Mai si erano avvicinati a tal punto da sfiorarsi, ora addirittura non temevano la presenza l’uno dell’altra.
Mia madre, quando soggiornavamo nella sala principale, si mostrava decisamente lieta di quella novità che avrebbe costruito ottime basi per il loro prossimo futuro. Di certo si poteva asserire che Lady Sigyn avesse acquistato maggiore sicurezza e mai più le avevo colto il desiderio di fuggire da Asgard.  Nonostante ciò, però, non aveva ancora lasciato andare quell’ombra scura che si insidiava nei suoi occhi. Continuava a sfuggirmi, come il vento che si mescola tra le dita, giocando con una presenza invisibile.
Non di rado la incontravo nella Biblioteca, sempre intenta a studiare di più riguardo quelle creature di ghiaccio su cui riversava tanto interesse e spesso trattavamo di diversi argomenti, ma rimanendo distanti.
Non la tormentai più con il mio sarcasmo, né tentavo di farla vacillare poiché ormai non permetteva di lasciarsi scalfire. Lady Sigyn aveva imparato a rispettare le mie menzogne, le mie illusioni. Spesso smascherava quell’ombra di verità che credevo di celare così bene, lo intuivo dal modo diverso in cui prendeva a guardarmi, ma non ricevetti mai un solo rimprovero. La nostra era una comprensione tacita, fatta di discorsi non pronunciati e di sguardi volti a leggere anime troppo corrotte dai propri segreti.
Il giorno dell’incoronazione, alla fine, era giunto ed io non mi sentivo affatto in vena di prendervi parte. Mio fratello non aveva fatto altro che organizzare un lungo festeggiamento precedente ad una data così importante e ogni sera si udivano gli schiamazzi degli asgardiani e i numerosi brindisi in onore del futuro re.
Non avevo quasi chiuso occhio quella notte e non fu una sorpresa alzarsi poco prima dell’alba. Avevo vagato per il Palazzo a lungo, osservando di tanto in tanto come la sala della cerimonia iniziasse a riempirsi dei primi sudditi. Mio padre era davvero convinto che Thor potesse dimostrarsi un ottimo re, ma si sbagliava grandemente.
Poiché mancava ancora diverso tempo al grandioso evento, mi diressi come ultima meta sul Ponte Ygsdar, così da osservare il fiume dorato che attraversava la città lucente.
Fui però sorpreso nel trovare proprio in quella circostanza la figura di Lady Sigyn, avvolta dai colori soffusi del primo sole che si incontrava sui riflessi biondi della sua lunga chioma ed ero certo che anche i suoi occhi fossero stati colpiti da ombre ranciate.
- Siete qui per raccontare al sole le vostre paure o per rivelarne i sogni? – domandai avvicinandomi a lei.
Lasciai le mani dietro la schiena, lanciandole uno sguardo poco alla volta, come se guardarla interamente mi avrebbe potuto causare un vuoto incolmabile.
Era usanza tra gli asgardiani, all’alba, di narrare al sole gli incubi notturni affinché la sua luce depurasse ogni sentimento negativo, o svelare i propri desideri affinché ne fossero illuminati.
 - Temo per entrambe le cose – non sembrava stupita di trovarmi lì.
Lady Sigyn poche settimane prima mi aveva chiesto il motivo per cui continuassi a seguirla ogni volta che tentava di ricavarsi uno spazio tutto suo. Ma capì da sé, poco alla volta, che in realtà due anime riflessive cercano luoghi solitari dove rifugiare i propri pensieri e che mai avevo avuto intenzione di tenerla d’occhio.
- Quale paura serbate ancora nel vostro cuore? Credevo che ormai vivere a corte non vi avrebbe più causato turbamento – diedi le spalle al sole poiché potessi osservarlo negli occhi di lei, senza che la bellezza ne fosse dimezzata.
- Non ne provo, infatti.  Quando sono arrivata qui siete stato l’unico, insieme a vostra madre, a ricordare la mia presenza. Poi sono riuscita ad inserirmi in quell’ambiente da cui probabilmente io stessa mi ero esclusa mentre ora tutti mi trattano con un certo riguardo. Ma la solitudine permane quando sono con ognuno di loro – mi lanciò uno sguardo impavido, sicuro – Tranne che con voi.
- Non vi seguo – mi affrettai a chiedere spiegazioni.
- Seguirmi non sarebbe nella vostra indole – usò quel gioco di parole con una tale naturalezza che quasi ne rimasi stupito – Ad ogni modo, ciò che intendevo dire è che tra tutti coloro che sono a corte, siete l’unico a riservarmi un comportamento sincero, senza che mi nascondiate alcun pensiero.
Sorridere fu spontaneo. Nessuno a corte lasciava trapelare mai alcun sentimento veritiero e tutto era costruito sulle solide basi della cortesia e dell’educazione. Io mi ero sempre permesso di rimproverare i suoi comportamenti,ma la schiettezza non è Verità.
La confidenza che avevo raggiunto con lei mi avrebbe aiutato a manipolare la situazione a mio piacimento, avendo ormai ottenuto la sua fiducia. E poi, avere in pugno qualcosa che apparteneva a mio fratello, mi sollecitava un certo piacere.
- Un giorno imparerete che gli inganni hanno molte forme – le dissi la verità, per quella volta – Comunque sia, credo sia il caso di tornare indietro, oggi è un giorno importante per ognuno di noi – comunicai sbrigativamente prima di ottenere il suo consenso.






 
Sigyn 
L’oro era di certo il colore degli asgardiani. La corte sfavillava in un baluginio di luce che sormontava l’intera sala delle cerimonie. Il Padre degli Dèi sedeva sul suo scranno con autorità ma anche con stanchezza, affiancato dalla moglie Frigga. Il Principe dai capelli neri, come lo aveva definito mio padre un anno prima, sostava paziente sulla scalinata di marmo, accanto ai Tre Guerrieri. Io e Lady Sif, invece, riversavamo dalla parte opposta, l’una accanto all’altra. Poche volte mi era capitato di conversare con la bella guerriera, poiché avevo intuito un legame profondo tra lei e il mio futuro sposo. Un legame che forse a causa mia si sarebbe sciolto. Molto probabilmente Loki comprese il mio disagio nel ritrovarmi accanto a Lady Sif e mi lanciò uno sguardo esaustivo, cosa che non mi fece affatto stare meglio. Non amavo lasciar andare via i miei sentimenti con il rischio che qualcuno potesse comprenderli.
Thor, però, spezzò il flusso dei miei pensieri e sopraggiunse nella sala mostrando un ardore mascherato da arroganza e superbia. L’occhio freddo di Odino si posò su di lui con fare critico, ma non pronunciò nulla riguardo al suo comportamento affatto temperato e volto all’esagerazione.  La sua sfilata era degna del futuro Re di Asgard, ma non tutti apprezzavano quel suo modo di fare. Persino io ne ero infastidita, delle volte. Thor aveva un animo nobile, ma la fiducia che riponeva in se stesso a volte superava la realtà, tanto da renderlo eccessivamente tracotante e privo di saggezza. Avventato, di certo.
Mi rivolse un tiepido sorriso quando mi scorse sulla scalinata, in attesa della sua incoronazione. Ma quello che rivolse a Lady Sif fu più sentito, più sincero e non potei notare quanto fu ricambiato con estremo calore. Andai a stringere le fasce di seta dorata che si avvolgevano intorno all’abito rosso e chinai appena lo sguardo, come potevo competere? Come potevo credere di aver preso davvero posto nel cuore del mio futuro marito?
E d’improvviso le mie paure si trasformarono in un gelo che mi penetrò fin dentro le vene. Avvertii il freddo dell’inverno avvolgermi le membra, le dita delle mani si erano improvvisamente immobilizzate e allora compresi che in quel momento le preoccupazioni maggiori avrebbero riguardato non la felicità matrimoniale, ma il futuro prossimo, la mia stessa vita. Si udirono i rombi dell’attacco nemico provenire dalle sale inferiori del Palazzo, gli asgardiani presenti sussultarono tutti insieme quando il ghiaccio iniziò a comparire nella sala dell’incoronazione e il freddo cominciò a scivolare fra i presenti. Solo Loki non sembrava del tutto turbato.
- I Giganti di ghiaccio! – le grida delle guardie si sparsero ovunque e la cerimonia si trasformò in un tumulto di terrore.
Fummo costretti ad abbandonare la sala e senza che me ne rendessi conto, i guerrieri erano già pronti per cacciare quella minaccia che si stava avvicinando a recuperare ciò che Odino aveva conservato con estrema cura. Avrei dovuto seguire Frigga, come mi era stato ordinato di fare. Dovevo farmi proteggere dalle mie ancelle, da Ygritte e invece scelsi di non fare nulla di tutto questo. Iniziai a percorrere i corridoi avvolti dal ghiaccio in fretta, spesso rischiai di scivolare e battere la testa, ma riuscivo sempre a tirarmi su in tempo e a riprendere quella corsa frenetica.
I Giganti di ghiaccio erano Asgard, erano riusciti ad entrare. Ed io non ero il motivo della loro venuta? Continuai a correre sui pavimenti freddi, composti ormai da lastre di ghiaccio. Per un attimo mi sembrò di rivivere la mia infanzia al Palazzo di Alta Foresta, accanto a mio padre. Come potevo credere di abbandonare il passato, conoscendo le conseguenze che mi avrebbero precluso una vita felice?
Fu allora che per la prima volta incontrai Colui che mi avrebbe strappato il respiro. Colui che fu derubato da mia madre affinché continuassi a vivere. Colui che avrebbe riconquistato l’elisir che mi aveva garantito la salvezza.
Laufey mi osservava con gli occhi di ghiaccio e un sorriso soddisfatto sulle labbra, mi aveva riconosciuta, sapeva che io appartenevo alla sua maledizione, al suo sortilegio.
- L’elisir lontano dal mio Regno. L’elisir che cammina indisturbato nel Palazzo di Odino. Il Re degli dèi possiede due cose che mi appartengono – una voce scura, profonda, mi penetrò nelle orecchie – di certo una tornerà ad essere mia, al tempo prestabilito.
Schiusi appena le labbra e soffocai un grido di invocazione, di aiuto. Non riuscii a pronunciare una sola parola, poiché il terrore mi attanagliava e di certo i miei occhi non riflettevano altro che paura e timore.
- Sigyn, figlia di Hylda, colei che ci derubò dell’elisir, il tuo destino è segnato. Presto tornerai ad essere ciò che non sei – un altro sorriso, un altro sussulto soffocato.
Laufey a quel punto non  fu più presente ai miei occhi. Rimasi immobile, ad osservare un punto fisso davanti a me, ma non vedevo nulla. Il mio compleanno sarebbe giunto a un mese da quell’evento e allora nessuno avrebbe più potuto fare nulla. La salvezza non era contemplata nel fato che mi era stato scritto da altri, sarei diventata ghiaccio, su una tomba fredda e lontana dal luogo che avevo poco a poco imparato ad amare.
- Lady Sigyn, non potete rimanere sola! – l’arrivo di Ygritte fu un sospiro caldo, ben diverso da quello che avevo provato poco prima.
Le sue mani affettuose che mi avvolgevano per le spalle e la sua candida preoccupazione mi ristorarono solo per un momento. Per la prima volta mi lasciai andare ad un abbraccio carico di tensione nervosa, che mi fece chiudere gli occhi con forza, per eliminare ogni paura. Non potevo nascondere il mio destino a Thor, non potevo continuare a vivere nella speranza che forse sarei sfuggita ai Giganti di ghiaccio. Ma al tempo stesso, non avrei creato una situazione ben peggiore, rivelando la verità?
- Portami via di qui, Ygritte – mi lasciai aiutare perché mi conducesse in un luogo sicuro, dove avrei potuto riflettere.
La venuta dei Giganti non procurò alcun danno ad Odino e nulla fu portato via dal Palazzo. Ma ciò segnò l’inizio degli eventi che mi avrebbero cambiato la vita. 








NdA: 

Sono riuscita ad aggiornare! Dopo quanto? Una vita o più, ma fortuna che si scrive su personaggi che di anni ne hanno parecchi da affrontare. 
Prima di tutto vorrei ringraziare Mania che ha betato il capitolo e che fino ad ora mi ha sempre sostenuto per continuare questa storia. Ringrazio anche chi continua a seguire lasciando recensioni ed inserendo la storia tra le seguite/ricordate/preferite. Spero che continui a piacervi. 
Ho già iniziato a scrivere la prossima shot, quindi spero di aggiornare a fine mese. 

Alla prossima! 

 
   
 
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