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Autore: Paradox Machine    14/08/2014    4 recensioni
Signore e signori, la ventiseiesima edizione degli Hunger Games si avvicina. Un'edizione della memoria è passata, ricca di suspance e brivido, una nuova si avvicina. Non siate scettici, partecipanti o meno, entrate anche voi nell'Arena delle Meraviglie!
[storia interattiva] [tributi al completo]
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovi Tributi, Strateghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' il momento. Tra un attimo l'attenzione sarà tutta per lei. Controlla un'ultima volta le pietruzze  dorate incastonate nei suoi tacchi, sistema il tulle dorato sul sottogonna, ammirando deliziata le carte dorate che lo compongono, aggiusta il cerchietto d'oro tra i capelli vaporosi. Si dia inizio allo spettacolo.
Il Distretto 1 applaude l'arrivo di Chanto sul palco, la "dame d'or", come l'hanno soprannominata a Capitol City per via della sua smodata passione per l'oro. La capitolina fa un paio di inchini e giravolte, felice di essere finalmente lei a condurre la mietitura del distretto più ambito. Si schiarisce la voce "Un nuovo anno è arrivato e con esso una nuova edizione degli Hunger Games! - un nuovo scroscio di applausi - Prima di dare il via alle mietiture, ecco il tradizionale messaggio di Capitol City ai suoi amati distretti."
Lo schermo bianco si accende e la capitolina si fa da un lato. Mentre le parole sulla clemenza di Capitol City risuonano nell'aria, Chanto annuisce convinta: anche questa volta le sue unghie sono perfette. In fondo, tutto in lei è perfetto, tutto nell'oro è perfetto, non esiste metallo che sia più regale e luccicante.
Chanto si accorge all'improvviso che il filmato è terminato. Torna al centro del palco con una risatina, applaudendo. "Meraviglioso, meraviglioso! Ma non è finita qui, il nostro stratega John Saxon ha una sorpresa per noi: - lo schermo si riaccende e vi compaiono i simboli dei dodici distretti - la mietitura sarà in diretta tra tutti i distretti!"
Prima un momento di sconcerto, ed ecco che ancora una volta il distretto uno prorompe in applausi e grida di approvazione.
Il primo simbolo sullo schermo che si illumina è quello del primo distretto, al quale segue l'immagine in diretta del palco.
" Allora, allora, allora - Chanto si avvicina alla boccia roteando delicatamente il polso - iniziamo con le si-"
"Noah Years volontario per il Distretto 1." Una voce rimbomba nel silenzio, mentre un ragazzo alto e muscoloso si fa largo verso il palco. Nell'avvicinarsi fa l'occhiolino ad una ragazza dai tratti asiatici "Che peccato non poter condividere questo palco." La ragazza scuote la testa infastidita.
Chanto guarda Noah basita, non le è mai successo di venire interrotta così. Scocca un’occhiataccia al ragazzo "Bene, un volontario. Vuoi dire qualcosa?"
Il ragazzo le sorride "Mi dai il tuo numero, splendore?"
La capitolina inorridisce: questa è un'assoluta mancanza di rispetto. A quanto pare non è l'unica che vorrebbe incenerirlo con uno sguardo: un ragazzo sta imprecando in mezzo alla confusione della folla guardando Noah con odio, avrebbe dovuto offrirsi lui e invece quel bastardo gli ha fregato il posto.
La capitolina si avvicina indispettita alla boccia con i nomi delle ragazze e torna ad infilarvici la mano, ma senza ulteriori preamboli "Sibylle Dorian."
La ragazza estratta non fa in tempo a stupirsi, che una mano si alza. "Shay Linn volontaria come tributo per il Distretto 1."
Si alza un mormorio in mezzo alla folla, dovuto alla sorpresa di vedere la ragazza asiatica offrirsi ora, prima di avere compiuto 18 anni. Solo due persone sembrano avere capito, un ragazzo, che la fissa confuso e con riconoscenza, e un uomo alto e molto somigliante alla ragazza, fiero per quel gesto di forza, una vera prova della potenza dei Linn. Questo le fa un cenno di approvazione, mentre Shay sale sul palco.
Chanto, sorridendo, le si avvicina "Vuoi dire qualcosa sul tuo gesto coraggioso?"
La ragazza alza le spalle "Sono una Linn, non perderò."
La freddezza della risposta lascia la capitolina senza parole, per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Con un sorriso tirato, si rimette al centro del palco, dove invita i tributi a stringersi la mano.
Noah, nel prendere la mano di Shay, le rivolge un'occhiata tanto stupita quanto divertita, subito fulminata da un silenzioso"non sono fatti tuoi" degli occhi rossi di lei.
Chanto, riacquistata un po' dell'iniziale sicurezza, ricomincia a parlare, a fare inchini, a ringraziare la capitale. "Possa la fortuna essere sempre a loro favore. È stato un vero onore avere presenziato la mietitura in questo distretto, il fiore all'occhiello di Capitol City, il pupillo di Panem, la punta di Diaman-"
L'espressione della capitolina nel momento preciso in cui le viene spento il microfono suscita le risatine di diversi presenti nel pubblico e, mentre il collegamento passa al distretto seguente, un altro accompagnatore accoglie la diretta con un ghigno feroce, che lascia per un momento scoperti i canini e le pietruzze rosse incastonatevi, come semi delle carte.
Nella sua mise da Re e con i suoi 56 anni, l'accompagnatore più amato ed anziano di Panem fa il suo ingresso sul palco. Yana è il sovrano dei presentatori, nessuno, assolutamente nessuno, avrebbe potuto indossare quel completo di pelliccia e velluto rosso, quella parrucca gonfia e quella barba così strana, e risultare comunque carismatico e feroce quanto lui.
L'uomo si permette di far scorrere lo sguardo con lentezza sulla folla: il Distretto 2, la culla di molti di quelli che fin'ora sono tornati vincitori, la patria di vere e proprie macchine da guerra. Un tempo lo eccitava stare su quel palco, respirare la tensione e il desiderio di quei ragazzi che da lì a poco si sarebbero offerti per andare al macello. Ora, dopo tanti anni, la cosa lo ha stancato, non trova più il brivido di avere il fato di una persona tra le dita. Quasi, lo annoia.
Fa un breve e "appassionato" discorso sulla sua carriera, dicendo che ormai è giunto il tempo per lui di lasciare la sua ereditá a qualcuno più giovane. Pensione, una dolce e meritata pensione, da cui certamente rimpiangerá i bei tempi passati.
Applausi. Sorride, è sempre stato un grande attore.
Si avvicina alle bocce, con un gesto teatrale infila la mano nel contenitore dei nomi femminili. Un nome, che quasi sicuramente non corrisponderá al tributo di quest'anno.
Una ragazzina con i capelli corti a caschetto non presta molta attenzione e la sua mano si alza decisa. "Karen Wilson volontaria per il distretto 2."
Yana nota il sorriso seminascosto che campeggia sul viso della ragazza nel farsi largo tra la folla: è una calcolatrice, una che studia le mosse dell'avversario e lo annienta senza pietà. Non può fare a meno di sorridere a sua volta, consapevole di avere la stessa espressione del tributo femmina del Distretto 2.
Una volta accolta sul palco laragazza, l'accompagnatore si avvicina alla boccia con i nomi maschili e con un gesto teatrale vi infila la mano.
Un boato improvviso e la puzza di bruciato: la parrucca di Yana è esplosa. Per qualche minuto la confusione regna sovrana, si tenta di capire cosa sia successo. L'unica cosa che importa all'uomo, in questo momento, è solo trovare il povero imbecille che ha osato fargli uno scherzo del genere.
"È stato Jan!"
Non è possibile capire chi lo abbia urlato, ma i pacificatori impiegano un attimo a rintracciare "Jan", il furbetto che si è divertito. Si divertirà molto meno tra poco: Yana fa un gesto ai pacificatori di portarlo sul palco. Con un sorriso tutt'altro che benevolo, l'accompagnatore esclama: "Vedo che abbiamo un volontario."
In tutta risposta, il ragazzino gli rivolge una smorfia divertita e malandrina. Con poca grazia, è spinto verso Karen.
Yana riprende la parola: "La mietitura del Distretto 2 è giunta al termine. I tributi si stringano la mano...-rivolge un'occhiataccia al ragazzo -e possa la fortuna essere sempre a vostro favore."
Con un inchino, la diretta dal Distretto 2 si interrompe e passa a quello seguente.
Il deciso ticchettio di un paio di tacchi 14 è il marchio di fabbrica dell'accompagnatrice del Distretto dell'elettronica. Anche quest'anno Astrid non si smentisce, impeccabile negli abiti e nell'acconciatura: il cappellino viola, decorato da un raffinato fiocco composto da carte da gioco, appoggiato di lato sui capelli rossi naturali, in parte liberi sulle spalle in morbidi boccoli, in parte intrecciati. Il vestito, stretto, esalta la sua figura e gli stivali sopra al ginocchio la fanno apparire ancora più alta e slanciata. Con eleganti e misurati cenni del capo, ringrazia il pubblico per gli applausi e richiama il silenzio. Le viene portata la boccia per l'estrazione delle signore. Con voce chiara, annuncia: "Celine Zegers."
Una ragazza alta e bionda sgrana gli occhi, mentre un mormorio dispiaciuto si insinua sulle bocche di molti. La ragazza stringe la catenina che porta al collo e avanza sicura verso il palco. Nel salire, scambia uno sguardo con il sindaco Zegers: non c'è affetto.
Astrid la invita a dire qualcosa: una ragazza tanto amata e odiata assieme è piuttosto interessante. Celine incrocia lo sguardo di un ragazzo. Gli lancia un bacio, che lui prende con gli occhi colmi di lacrime. La folla scoppia in un applauso, sotto le occhiate infastidite del sindaco.
Il sorriso di Astrid è sincero: le piace avere un distretto che esprime affetto per i propri tributi, non come l'1 o il 2.
Le viene portato il contenitore dei nomi maschili.
"Raiden Gordon."
È un ragazzino dai capelli rossicci, magrolino, a farsi avanti. Non ha nulla di particolare il suo viso, se non un'apparenza di indifferenza. Mentre avanza non fa una piega. Alla richiesta di dire qualcosa, alza le spalle e rifiuta, ma l'accompagnatrice scorge un'occhiata fugate verso una coppia in piedi dietro alle transenne.
I due tributi si stringono le mani, sotto lo sguardo curioso di Astrid, che augura loro buona fortuna e passa la diretta al distretto seguente, pronta a ridere di fronte all'ennesima trovata di Atlantis, l’host del 4.
Le risate, appena trattenute, iniziano da subito, quando dal palco vuoto si sentono dei rumori e degli urletti. "Imbecilli, di là non ci pass...aaaaaa, attenti! Cado!"
Finalmente si vede apparire Atlantis, cementificato fino al busto in una scultura di calce e carte da gioco, sorretto da un gruppo di pacificatori piuttosto contrariati. L'accompagnatore, finalmente poggiato a terra, inizia a lanciare baci e sorrisi alla folla, che non sa davvero se ridere o piangere: magari a Capitol City un narciso innamorato di se che entra al galoppo di un cavallo dipinto o immerso in vasche di pesci tropicali è un partito piuttosto desiderabile, ma per la gente del distretto della pesca, abituata ad essere schietta, è sempre sembrato ridicolo.
Il ragazzo si liscia i capelli, modellati in alla foggia di un'onda: lui è lì perché il destino ha voluto che ci fosse. Chi altri avrebbe potuto rappresentare meglio quel distretto? Se non fosse stato per il fatto di essere un capitolino, avrebbe sicuramente sposato una fanciulla del 4...ma dato che non è possibile, si accontenta di una sirenetta di Capitol.
Con un cenno seccato chiama a se i pacificatori, che lo trasportano di peso fino alla boccia contenente i nomi femminili; avrebbe potuto fare installare i due contenitori nella scultura, per comodità, ma non sarebbe stato elegante...non ammetterà mai, né con se stesso, né con nessun altro,  che semplicemente non ci ha pensato.
Con gesti plateali ed esagerati, allunga la mano ed estrae il nome: "Ariel Years."
Tutti i visi si voltano verso una ragazzina, sul cui viso passano in un istante una moltitudine di emozioni differenti: paura, coraggio, dolore, l'ombra di un sorriso amaro.
Nel vedere salire sul palco la loro cantante preferita, le teenager di Capitol City impazziscono. Anche Atlantis la riconosce, l'ha già incontrata a una serata a Capitol; la invita a dire qualcosa, ma Ariel rifiuta, lanciando un'occhiata basita all'improponibile mise del ragazzo, che non se ne cura particolarmente, e barcolla pericolosamente mentre i pacificatori lo portano dall'altra parte del palco per l'estrazione del tributo maschile.
"Kyle Rivers."
Si crea il vuoto attorno al ragazzino, che non si premura di nascondere la sua espressione stordita, che in poco diventa una smorfia arrabbiata. Sale sul palco con un passo deciso, la testa alta, negli occhi rabbia. Scambia uno sguardo d'intesa con un ragazzo, che gli mima qualcosa, un incoraggiamento.
Alla richiesta di Atlantis di dire qualcosa, Kyle gli rivolge il suo sguardo peggiore.
L'accompagnatore è quasi allibito: inizia a lamentarsi che non ci siano stati volontari, che non abbiano voluto dire nulla... In quel momento esatto, nel Distretto 5, Lazarus si lamenta per altro: lui avrebbe dovuto essere a casa, a vedere la diretta dalla sua poltrona, ad ammirare l'amatissima moglie sul palco del distretto. Perché è questo che fanno, si danno il cambio; un anno a testa avevano detto, uno a testa. E invece no, lui è lì, mentre la sua dolcissima metà è in ospedale, pronta a partorire da un momento all'altro il loro tredicesimo pargolo. Salire sul palco con il muso lungo, è una vergogna per un uomo che ama il suo lavoro e la propria moglie, ma questa volta andrà così. Mentre la caduta dal palco di quel buffone di Atlantis viene tagliata e la diretta passa al 5, Lazarus si mette in testa la bombetta e sospira, salendo sul palco: lo show deve continuare.
Con un sorriso compiaciuto, accoglie le occhiate sbalordite della gente: vestiti di bianco con ricamati su calzoni, camicie e vestitini i semi delle carte, i figli dell'accompagnatore si dispongono in scala dietro a lui, l'asso. Oro e buffoni vestiti da re e cementificati non gli fanno un baffo. Spera vivamente che la sua adorata li stia guardando.
Con un gesto, senza preamboli e parole inutili, chiama la sua bimba più piccola, di quasi tre anni, che gli porta la boccia per l'estrazione femminile.
"Suri Delph."
Lazarus la individua subito: occhi sgranati,  pugni stretti. La ragazzina, mora e piccolina, si fa avanti con meno decisione di quanta vorrebbe, forse a causa della vista dell'uomo ubriaco che dovrebbe essere suo padre. Sale sul palco, non più intimorita, ma solo molto triste, ed indignata.
Lazarus ignora il classico "vuoi dire qualcosa", perché tanto lo sa già che non c'è nulla da dire in simili casi, per cui meglio risparmiare tempo ed andare avanti.
Un maschietto gli porta la boccia con i nomi maschili: "Aaron Foster."
Una ragazza scappa piangendo, mentre il ragazzo, salendo sul palco, finge di non averla vista, ostentando un sorriso tranquillo e canzonatorio, che non inganna certo Lazarus: anni e anni di mietiture, ormai sa leggere quello che si cela negli occhi dei suoi tributi.
Poggia sulle spalle dei due le mani e, per farsi sentire solo da loro, sussurra: "Io non ho tempo e voi non avete voglia: stringetevi le mani e facciamola finita."
I due ragazzi si stringono le mani e Lazarus si permette di dare un'ultima sbirciata alle loro faccie: anche il più forte nasconde delle debolezze, che non vuole vedere, e chi sembra più innocuo può dimostrarsi invece straordinariamente forte, tutto sta nel controllare la rabbia... Un pacificatore sussurra qualcosa all'uomo: la moglie è entrata in travaglio. Lazarus corre giù dal palco, affidando la preziosissima prole ai dei pacificatori alquanto allibiti, di fronte ad un pubblico ancora più basito.
Dal palco del Distretto 6, Cybera ride per la scena, estremamente tenera, poi con un sorriso timido si presenta: è alla sua prima mietitura. Non è certa se stia bene o meno: la povertà del Distretto, che non è nemmeno uno di quelli messi peggio, la fa vacillare. Il confronto con gli eccessi della capitale le fanno girare la testa. Prende un bel respiro e spera sinceramente che la sua semplicità possa colpire la gente: un vestito rosso, con pochi fronzoli, delle calze decorate da minuscoli semi di carte, come il trucco leggerissimo che le circonda gli occhi, paperine nere ed una treccia bionda attorno al capo. Nulla a che fare con la folla che ha di fronte, ma nemmeno con le improponibili mise della capitale.
Si avvicina alla boccia dei nomi femminili e si sente in colpa: 18 anni, potrebbe esserci il suo nome lì. Prima di leggere il nome, prende un bel respiro: "Lindsay Margotte."
È quasi un urlo: il nome Roxanne O'Meill risuona nell'aria. Una ragazza si volta a guardare un'altra, che si avvia sul palco. Alta, capelli rossi legati, ammicca a Cybera, che arrossisce vistosamente. La ragazza che ha di fronte è sexy e sicura, provocante. Se avesse l'occhio di Lazarus, o di Astrid, avrebbe letto anche qualcos'altro nelle profondità dei suoi occhi azzurri: sacrificio.
Cybera si avvicina titubante per estrarre il tributo maschile e di nuovo il senso di colpa rende la sua voce meno sicura: "Ronan Sterling."
Nessuno si muove. Cybera ripete il nome, più volte. In risposta riceve altro: "Noel Gavin Sterling volontario."
Due alla sua prima mietitura, in un distretto come il 6: Cybera trema appena, non capisce se siano matti o se c'è qualcosa sotto. Accoglie sul palco un ragazzo alto e spigoloso, che continua a spostare lo sguardo da una ragazzina molto arrabbiata che cerca di farsi largo tra la folla e un donna che stringe un ragazzo uguale a lui, ma con l'aria assente.
La capitolina fa avvicinare i due tributi, che si scambiano uno sguardo tanto profondo da spaventare Cybera, che non riesce assolutamente a comprendere. Sa solo che le dispiace, le dispiace terribilmente. Vorrebbe che qui maledetti giochi finissero, una volta per tutte, vorrebbe che i ragazzini che condanna a morte potessero vivere vite felici. Vorrebbe...
Fa stringere loro la mano e, mentre la diretta finisce e passa ad un altro distretto, lei mormora un terribile "mi dispiace".
 
  
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