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Autore: Beth    06/08/2003    3 recensioni
La battaglia contro Voldemort, un amore contrastato da stupidi pregiudizi... potrà mai la vita di Harry Potter essere normale?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can't do the talk like they talk on TV And I can't do a love song like the way it's meant to be I can't do everything but I'd do anything for you I can't do anything expect be in love with you And all I do is miss you and the way we used to be All I do is keep the beat and bad company All I do is kiss you through the bars of a rhyme Julie I'd do the stars with you any time

Romeo and Juliet – Dire Straits

 

 

***

I suoi baci erano profondi e appassionati, famelici. Non l’aveva mai baciata a quel modo, suscitando in lei quel desiderio, quella sensazione sconosciuta fino ad allora…

Gli accarezzò con delicatezza il viso, fissandolo negli occhi alla fievole luce della stanza, cercando di imprimere nella memoria quei lineamenti, per non dimenticarli…

Lui cercò di nuovo le sue labbra e l’emozione la travolse dolorosamente. Istintivamente, Claire lo strinse a sé con più forza… voleva sentirlo vicino…

Piegò la testa all’indietro, per invitarlo a baciarla sul collo, e poi più giù, più giù… quando lui le appoggiò la guancia contro il seno, lei sentì che il suo corpo cominciava a fremere.

-Ti amo- mormorò Harry.

Claire fece scorrere le dita tra i suoi capelli scompigliati, respirando profondamente, per impedire alle lacrime di scorrere di nuovo.

-Harry… non te ne andare…- sussurrò - non te ne andare-

Harry allungò una mano verso il viso di Claire, sistemandole una ciocca di capelli dietro le orecchie. La baciò di nuovo, stringendola con passione.

Claire chiuse gli occhi… era tutto un sogno… Harry non sarebbe andato da nessuna parte… non l’avrebbe lasciata sola…

 

 

***

- Per caso hai visto Harry?-

Ron alzò gli occhi dal libro sul Quidditch che stava leggendo.

-Ci ho parlato questo pomeriggio, perché?-

Hermione brandì una copia del Manuale degli Incantesimi e rispose –Devo fargli vedere una cosa… ma adesso dov’è?-

-Non lo so- disse Ron stringendosi nelle spalle.

Hermione si accomodò sulla poltroncina rossa, al fianco di Ron.

–Non trovi che ultimamente sia un po’ strano?- domandò.

Ron poggiò il libro e le passò un braccio attorno alle spalle.

-A parte il fatto che ogni tanto sparisce chissà dove, non ho notato niente-

-Chissà che cosa ci nasconde… voglio dire, non ha mai avuto segreti con noi…-

-Già-

Il pendolo della Sala Comune suonò le nove in punto. Ron si raddrizzò.

-Vogliamo scendere a cena?-

-D’accordo- disse Hermione, alzandosi e sistemando il libro su un tavolino; poi, frugando nella sua borsa, strappò un pezzo di pergamena e afferrò una penna, cominciando a scribacchiare velocemente.

 

Ovunque tu sia, Harry

Volevo dirti che ho visto il tuo tema di Incantesimi, è tutto ok.

L’unica cosa, cerca di parlare di più degli incantesimi scudo, ho saputo che forse ce li chiederanno ai M.A.G.O.

Hermione

 

-Ah, e così controlli i compiti di Harry e i miei no?- fece Ron, leggendo il bigliettino.

-Si dà il caso che lui me l’abbia chiesto con gentilezza- rispose Hermione.

-Beh, allora possiamo andare?-

-Andiamo-

 

***

Fu la luce che filtrava dalle tende a svegliare Harry, quella mattina.

Aprì gli occhi lentamente, sbattendoli più volte; rotolò su un fianco e si distese sulla schiena, fissando il soffitto bianco sopra di lui, mentre i pensieri e le preoccupazioni tornavano ad affollargli la mente.

Era già giorno… è incredibile quanto passi in fretta il tempo, quando invece vorresti fermarlo.

Voltò la testa sul cuscino e vide Claire, ancora addormentata. Con delicatezza, la baciò sulla fronte, poi le passò un dito su una guancia.

-Quanto sei bella, amore mio- sussurrò.

La ragazza si mosse leggermente nel sonno, con un gemito. Harry non voleva svegliarla, e così si mise seduto, appoggiato alla spalliera del letto.

Doveva andarsene… doveva, ma non ci riusciva. Non voleva lasciare Hogwarts, l’unico posto dove fosse stato davvero felice, non voleva lasciare Claire, la persona che amava più della sua vita.

Scotendo la testa, si diede dello stupido: perché pensava alla sua vita come se fosse già finita, come se non gli fosse concesso di continuare ad essere felice?

-Andrà tutto bene- disse ad alta voce, per convincersi.

Fece per scendere dal letto, ma si sentì afferrare da dietro. Claire gli poggiò la testa su una spalla.

-Vuoi già andar via? E’ ancora presto- disse.

Harry sorrise con amarezza –Solo io so quanto vorrei restare-

Claire lo fece sdraiare di nuovo sotto le lenzuola– Oh, resta qui, non c’è fretta di andare-

–Ti prego, non rendere tutto più difficile- disse Harry con un sospiro.

Claire allora si arrese. Sapeva che non sarebbe riuscita a far cambiare idea a Harry, anche se lo avrebbe voluto tanto.

Appoggiò la testa sul petto di Harry, e lasciò che lui le accarezzasse i capelli.

-Sai- disse Claire – A volte ho una strana sensazione-

-Quale?- chiese Harry.

Claire si sforzò di trovare le parole per rispondere –Come… come se non potessi controllare il mio destino-

Harry si mise di nuovo a sedere, obbligando così Claire a fare altrettanto.

Era la stessa cosa che provava lui, da tanto tempo…

-E’ come - continuò Claire – se io cercassi di afferrarlo, ma lui continua sempre a sfuggirmi di mano...-

Harry la abbracciò –E’ la stessa cosa che sento io, sempre- disse.

-Allora perché non cerchi di riprendertelo?-

-Non ci riesco…- rispose Harry con un filo di voce –Non ci riesco-

Claire si rilassò tra le braccia di Harry, chiudendo gli occhi.

-Io voglio vivere la mia vita- disse –Voglio essere io a decidere del mio futuro. Non voglio che le cose mi precipitino addosso portandomi via tutto-

Harry pensò che la capiva. La capiva fino in fondo, sapeva esattamente cosa voleva dire perdere il controllo di tutto e lasciare che fossero gli eventi a scandire la propria vita…

La porta della stanza si aprì all’improvviso. Harry e Claire non si separarono come succedeva ormai da tanto tempo, ma si voltarono, abbracciati, per vedere chi fosse entrato.

La balia stava sulla soglia, per niente sorpresa di trovare lì il ragazzo.

-Balia!- disse Claire –che cosa succede?-

La vecchietta, chiuse la porta alle sue spalle e rispose –Tuo nonno èqui. E’ venuto per parlare con il preside, ma penso che vorrà vederti. Tenete gli occhi aperti-

-Grazie, balia- disse Harry, mentre Claire balzava in piedi.

-Come è qui?! Doveva venire a prendermi domani!- esclamò.

-Sta salendo, fatti trovare pronta- disse la balia, e uscì.

Harry cominciò immediatamente a rivestirsi, mentre Claire indossava un accappatoio bianco.

-Allora, devi andare- disse Claire.

-Si- disse Harry, non trovando niente di meglio da dire.

-Stai attento- fece Claire, buttandogli le braccia al collo –Ti prego, fai attenzione-

Harry la baciò sulle labbra stringendola a sé con fervore.

-Pensi che ci rivedremo?- chiese Claire.

-Non ne dubito- disse Harry –Vedrai, amore mio, che un giorno rideremo di tutte queste sofferenze-

-Voglio avere notizie di te ogni giorno- disse Claire, mentre Harry si avvicinava alla porta.

-Sarà fatto, mia signora- rispose Harry.

Con un ultimo, intenso bacio, il ragazzo uscì dalla stanza.

-Ci vediamo presto- disse.

Claire rimase sulla porta, seguendolo con lo sguardo fino a quando non svoltò l’angolo.

Oddio, adesso ho una brutta sensazione… già ti sento lontano, già mi sembri irraggiungibile, anche se stai ancora scendendo le scale…

Claire chiuse gli occhi.

Fortuna, fortuna, tu che sei incostante, ci conto. So che non lo terrai a lungo lontano, ma che lo rimanderai presto da me.

La ragazza si distolse a forza da quei pensieri e andò prepararsi. Proprio mentre stava uscendo dalla stanza da bagno, la porta si aprì. Di nuovo la balia.

-Harry è andato via?-

-Si- rispose Claire –E’ andato-

-Bene- disse la vecchietta –Adesso vieni qui, ho una notizia da darti-

Claire si sedette sulla poltroncina bianca, accanto alla balia.

-Che notizia?- chiese, per niente curiosa.

La balia prese fiato –Il giorno di Natale… a casa di tuo nonno, ehm… ci sarà anche il tuo…-

-Il mio?-

-Il tuo… promesso sposo- concluse la balia, sperando in una buona reazione da parte di Claire –Christopher Paris-

-Come?- fece Claire.

-Si… ecco- disse la balia- Tuo nonno ha deciso che il 31 dicembre, nell’abbazia di Westminster il signor Paris farà di te la sua sposa-

-Cosa?-

Claire schizzò in piedi –No! Ne né a Westminster né in nessun’altra chiesa voglio essere la sposa di nessuno!- esclamò, con voce alterata.

La balia cercò di calmarla –Tesoro… lo so che è una chiesa babbana, ma è davvero molto bella e…-

-Non mi interessa!- gridò Claire –Non voglio!-

La balia sembrava intimorita –Ecco tuo nonno, diglielo tu stessa-

Infatti, Cornelius Caramell era appena entrato nella stanza.

-Allora!- disse con un sorriso –Hai parlato a Claire della nostra novità?-

La balia si alzò –Si, signore, ma non vuole-

Claire si voltò verso la finestra, mentre Caramell illividiva.

-Non vuole?- ruggì quest’ultimo –Non crede di essere fortunata, indegna com’è, che siamo riusciti a convincere un gentiluomo del genere, a sposarla?-

-No- disse Claire, con eccessiva calma –Ma ti ringrazio-

Caramell attraversò la stanza in un balzo e afferrò il braccio di Claire, stringendolo.

-Mi ringrazi?! Allora, sai cosa ti dico, ragazzina, ringraziando o non ringraziando, felice o non felice, prepara le tue gambette ad andare in chiesa, o ti trascinerò lì per i capelli!-

-Via, via! – gridò la balia, cercando di allontanare il vecchio da Claire –Ma siete pazzo?-

-Nonno, ti supplico ascoltami, abbi pazienza- fece Claire cominciando a singhiozzare.

Non poteva tradire Harry! Non lo avrebbe mai fatto!

-Non parlare, non rispondere, non fiatare!- ululò Caramell.

-Oh, signore, sbagliate a trattarla così- disse la balia.

-E perché, signora Saggezza? Frena la lingua, oppure vai a parlare con le tue comari!-

-Non si può parlare?- chiese la balia, indignata.

-Vattene!- le urlò contro Caramell, spingendola via.

-Nonno! Ti prego, lasciami dire una cosa…- disse Claire tra le lacrime, mentre la stretta al polso diventava insopportabile.

-No! Mi hai sentito! Andrai in chiesa e ti sposerai e poi tornerai in America, e dovrai essere pure orgogliosa!- gridò Caramell, sputacchiando saliva dappertutto.

-Non posso essere felice di una cosa che odio!- strillò Claire.

Caramell lasciò di scatto il braccio di Claire, spingendola all’indietro.

-E allora pensaci. Capodanno è vicino, deciditi. Se mi ubbidirai, buon per te, altrimenti, vattene, crepa in mezzo a una strada, perché io non ti riconoscerò più come mia nipote! Riflettici!-

Con queste ultime parole, Caramell uscì come un razzo dalla stanza.

Claire cadde a terra, singhiozzando, e la balia le fu subito accanto.

-Oh, balia! Come si può impedire tutto questo?- chiese Claire, con la disperazione nella voce.

-Che c’è, non hai niente da dire?-

-Ma si, si ecco- fece la vecchia – Ascoltami, tesoro: tuo nonno in questi giorni è molto preoccupato, è normale che sia un po’ nervoso, perciò…-

-Un po’? Ma… hai sentito che cosa ha detto?!-

-Si, e stentavo a crederci. In questi giorni la situazione al Ministero è molto delicata, per questo tuo nonno ci tiene a mandarti via, in salvo. Anche se non lo fa capire, è per il tuo bene!- disse la balia, cercando di avere un tono rassicurante.

-Ha davvero un bel modo per dimostrarlo- disse Claire, asciugandosi le lacrime.

-Su, adesso fai come ti dico. A Natale parla con questo Paris, cerca di conoscerlo, e poi se proprio non ti piace, cercheremo un modo per dirlo a tuo nonno, va bene?-

-Io amo Harry!- disse Claire, cercando di non far tremare la voce –Lo amo, capito? E’ lui che voglio sposare!-

-Si, lo so-

 

***

Brother and sister, together, will make it through, yeah Someday, a spirit will take you and guide you there I know, you've been hurting,

But I've been waiting to be there for you And I'll be there, just helping you out whenever I can

Everybody’s free – Quindon Tarver

 

 

***

 

Pregando che Ron e Hermione non si fossero ancora svegliati, Harry attraversò lentamente la Sala Comune di Grifondoro.

La sua attenzione venne catturata da un libro su un tavolino. Era il suo libro di Incantesimi.

Avvicinandosi, Harry vide che c’era un bigliettino. Lo lesse con un sorriso. Si era scordato di aver chiesto a Hermione di correggergli i compiti!

Per alcuni minuti, rimase in silenzio a rigirarsi il foglietto tra le mani, poi afferrò una penna e scrisse, proprio sotto il messaggio di Hermione.

Rilesse più volte le sue parole, fino a convincersi che era l’unico modo per spiegare la sua assenza.

Poggiò il foglietto al suo posto, poi, dopo essersi guardato intorno un’ultima volta, uscì dal buco del ritratto.

Si sentiva un verme per aver salutato i suoi migliori amici con una bugia.

 

***

-Questa è la vostra ultima possibilità-

I due mangiamorte fremettero di paura. Dalla voce del loro capo traspariva un furore senza limiti.

-Si, signore. Non falliremo-

-Me lo auguro. Un’altra cosa…- lanciò una boccetta di cristallo a uno dei due, che la afferrò al volo –Sono certo che capirete…-

Il mangiamorte fissò il liquido trasparente dentro la bottiglietta.

-Cosa, mio signore?-

-Se necessario… eliminatela-

 

 

 

 

Ed eccomi con il chap numero 13!!! Che ve ne pare? E’ un po’ corto, ma significativo! J

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! ^ ^

E poi, ringrazio Mikisainkeiko e Miyu per aver recensito… per quanto riguarda la fine di H&C… ho già deciso, scoprirete presto quale sarà!

Baci baci

Beth

  
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