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Autore: effe_95    17/08/2014    3 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Salvami, ti salverò.

80. Tutta la vita.
 

Quando Yulian entrò nel parco, Nicola gli dava le spalle sulla panchina.
Se non avesse riconosciuto la postura, o quei capelli castani liscissimi, probabilmente gli sarebbe passato accanto senza nemmeno accorgersi di lui. Yulian aveva ricevuto la chiamata di Claudia mentre preparava la colazione ad Aleksej, gli era mancato il cuore quando aveva saputo che Nicola voleva parlare con lui. Non lo vedeva da così tanto tempo che aveva paura potesse essere come un estraneo, anche se in passato era stato quasi come un fratello per lui. Yulian aveva paura di non riuscire ad affrontarlo come avrebbe fatto una volta, quando il mondo sembrava essere nelle sue mani.
Quando il dolore lo conosceva appena, e non sapeva potesse schiacciarlo, quando aveva le forze e lo spirito di combattere.
Si lasciò cadere pesantemente sulla panchina, Nicola si trovava qualche centimetro più in la, eppure, quando Yulian trovò il coraggio di guardarlo negli occhi, il castano non ricambiò affatto il suo sguardo, rimase con lo sguardo fisso sulla terra, le mani giunte, a riflettere.
Yulian sospirò e valutò l’ipotesi di alzarsi ed andarsene, dopotutto non aveva nemmeno il coraggio di parlare, e il pensare che Nicola sapesse tutto, che avrebbe potuto rinfacciarglielo lo faceva arrabbiare.
Non aveva sopportato tutto quel dolore per essere giudicato, per sentirsi dire di non meritare Claudia, così lo disse.
<< Ascolta Nicola, tu dimmi ciò che vuoi. Tanto io Claudia me la sposo lo stesso. >>
Nicola sollevò finalmente lo sguardo e i suoi occhi verdi, così simili a quelli di Claudia, si scontrarono inevitabilmente con quelli azzurri e turchesi di Yulian.
Era da otto anni che non si guardavano più, Nicola provò le vertigini.
Lui ricordava un ragazzino di diciotto anni, con i capelli ribelli dietro la nuca e scombinati sul davanti, ricordava un viso spigoloso ma ancora infantile, i lividi sugli zigomi e le labbra spaccate, quel sorriso sprezzante. Davanti agli occhi, in quel preciso momento, vedeva una persona uguale, ma diversa. I capelli un po’ più corti, sempre biondi come il grano, gli occhi taglienti e azzurri, ma così profondi e spaventosi, che si chiese come Claudia riuscisse ad amarli, il viso spigoloso marcato dal dolore ed il peso degli anni in quelle invisibili rughe.
Nicola lo vedeva diverso, era cresciuto, era invecchiato, ed era stata la vita ad invecchiarlo. Nicola si trovò a ridacchiare, avevano tre anni di differenza, eppure Yulian sembrava molto più grande di lui.
Tra tutti quei cambiamenti, Nicola si era sentito a casa solo quando Yulian aveva pronunciato il nome di Claudia, come l’aveva pronunciato mille volte anni prima, mille volte con amore. Nicola non riconosceva più quel ragazzino, sentiva di non poterlo più aiutare e spronare come avrebbe fatto un tempo, ormai era un uomo di ventisette anni, tuttavia, tornando a riguardarlo gli fu facile ricordare perché si fosse affezionato a lui, perché lui fosse l’unico ad amare così tanto sua sorella.
<< Ciao Nicola, come stai? Ho saputo che ti sei sposato, che hai avuto un figlio e che ne aspetti un altro, sai, anche io ho un figlio. Mi sono sposato anche io, ho ferito tua sorella un migliaia di volte, ma adesso torno come se niente fosse e me la riprendo fregandomene di tutti, soprattutto di te. >> Yulian ascoltò il monologo di Nicola con gli occhi bassi e fissi sul terreno, era davvero partito nel modo peggiore, ma lui sapeva difendersi solo in quel modo.
Tutte quelle cose, tutte le parole, Yulian le avrebbe pronunciate lui stesso se non fossero state così dolorose e vere. Il biondo si ritrovò a stringersi forte le ginocchia tra le mani, sotto lo sguardo attento di Nicola, di quegli occhi verdi come quelli di Claudia.
<< Lo so che hai avuto un figlio, so anche che si chiama Gabriele, che ha quattro anni ed è una peste. So che tua moglie si chiama Lara, che ha la tua stessa età, che vi siete sposati quattro anni fa, che lei era già incinta, so che la ami >>.
Nicola sospirò pesantemente e spostò finalmente lo sguardo, non era difficile poter notare quanto fosse cambiata la voce di Yulian, era più matura.
<< E sai tutte queste cose? >> Si ritrovò a domandare con la voce stanca, Yulian ebbe di nuovo il coraggio di guardarlo negli occhi.
<< Il giorno del tuo matrimonio ho chiamato mia sorella, quando è nato tuo figlio ho chiamato Claudia. Volevo sapere tutto di voi, ma non volevo che si sapesse di me. Ecco, Nicola, quando non sono tornato, prima che mia moglie morisse e anche dopo, io ho continuato a chiedere di voi, sempre, ma io dovevo essere morto, non esistere. Volevo che voi mi odiaste, e sono stato bravo. >>
Yulian terminò la frase con uno strano sorriso sulle labbra, un sorriso afflitto e stanco, un sorriso che Nicola riconobbe, tornando indietro nel tempo,  a quando un ragazzino, allora diciottenne, era corso sotto casa sua a chiedere perdono al suo amore, un perdono mancato.
<< E tuo figlio Yulian? Tuo figlio? Com’è che si chiama? >>
I due ragazzi tornarono a guardarsi negli occhi, un po’ più complici, un po’ più sinceri.
Un po’ più giovani.
<< Lui non c’entra niente. Si chiama Aleksej, ha tre anni sai? Vuoi vederlo? >>
Senza che Nicola rispondesse, Yulian aprì lo schermo del cellulare e gli fece vedere la foto di Aleksej in braccio a Claudia, e sorridevano entrambi come bambini.
Nicola riconobbe nei tratti di quel bambino qualcosa di Yulian, il colore degli occhi e quello dei capelli, il taglio del viso, poi guardò la sorella, raggiante che sorrideva a quel piccolo bambino, stringendogli le mani paffutelle, erano diversi, non si assomigliavano per nulla, eppure già sembrava che Aleksej, quel bambino così piccolo, ridesse esattamente come Claudia.
<< E tua moglie? Non me la fai vedere tua moglie? Come si chiamava? >>
Yulian si irrigidì, le braccia erano tese, sembrò esitare per un momento, lo sguardo perso altrove.
<< Non ho foto di Svetlana sul cellulare, in realtà quando è morta ho buttato tutti gli album fotografici, ho conservato solo due foto. Una ce l’ho nella macchina per Alješa, quando fa i capricci, l’altra l’ho conservata per me, ma tu non dirlo a Claudia >>
Nicola e Yulian tornarono a guardarsi, il primo ridacchiò amaramente, il secondo sorrise con tristezza.
<< E come ti sentiresti se lei nascondesse una foto di Nathan? >>
Yulian capiva perfettamente che Nicola era così duro per la sorella, perché non avrebbe mai voluto vederla soffrire, perché amarlo era già stato difficile una volta, ma quella domanda gli fece male. Strinse forte i pugni, provò a non soffrire troppo.
<< Non le direi niente >>
Nicola sussultò quando sentì quelle parole, lo Yulian di molti anni prima non le avrebbe mai contemplate, gli venne ancora una volta la pelle d’oca.
<< Niente? >> Yulian scosse lentamente la testa.
<< Non le impedirei più di negare i propri sentimenti. Come lei non ha negato i miei. La verità è che in questi anni abbiamo amato anche altre persone, e l’amore non si vende e non si butta Nicola, e tu lo sai meglio di tutti. Ho visto morire una donna che ho solo finito di uccidere, ho cresciuto un figlio che non ho nemmeno voluto finché non l’ho visto tra le mie braccia piccolo e indifeso, finché non ho sentito il suo cuore battere sui palmi delle mie mani. Perciò non dirmi che ho sbagliato, non dirmi che non posso averla, perché dopo tutto questo vagare, non ti crederò, non ti ascolterò. >>
Rimasero entrambi in silenzio, e molto probabilmente non c’era più niente da dire.
Yulian si alzò in piedi sistemandosi i jeans stropicciati, Nicola si girò a guardarlo distrattamente e rimase come paralizzato. Gli sembrò di vederli lì, dietro di lui, quel fratello che non aveva mai conosciuto, quella ragazza che non aveva mia amato, lì a reggersi sulle sue spalle, a premere come dei macigni, e tutte le botte che aveva preso nella vita.
Nicola si ritrovò a piangere con le mani premute sugli occhi e i singhiozzi soffocati, Yulian si lasciò cadere nuovamente sulla panchina, con le mani incrociate tra di loro e lo sguardo fisso davanti a se.
<< Faccio così impressione? È così penoso guardarmi? >>
<< Ma come fai a sopportarlo? Come fai? >>
Yulian si girò a guardarlo, dopo tutti quegli anni quanto era cambiato anche lui.
<< È Claudia che mi aiuta a sopportarlo, è lei che mi ha fatto andare avanti, io ho continuato a sopportare solo perché sapevo che c’era lei sotto questo cielo. Perciò, ti prego, lasciamela, lasciamela! >>
Nicola gli strinse forte la mano, toccandolo per la prima volta dopo tanti anni, Yulian sussultò a quel contatto.
<< Tutta la vita, la lascio tutta la vita nelle tue mani >>
Yulian si lasciò andare alle lacrime anche lui, e nella vita non sentì mai, parole più belle di quelle.



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Effe_95

Buon pomeriggio.
Ho aggiornato così tardi questo capirolo, perchè ho trascorso due settimane a mare, e lì purtroppo non avevo la connessione disponibile, quindi spero possiate perdonare questo ritardo. Il capitolo è un po' più corto del normale perchè ho pensato che non ci fosse più bisogno di parole, io ho provato una grande difficoltà nel scriverlo, i sentimenti di Yulian e Nicola mi hanno letteramente travolta, e non so se ho davvero fatto la cosa giusta.
Ci tenevo a dirvi che non il prossimo capitolo, ma quello dopo, comincierà il matrimonio di Francesco e Iliana.
Grazie mille a tutti in anticipo.
Alla prossima.
 
 
  
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