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Autore: Manny_chan    15/09/2008    1 recensioni
Ramar è una terra tranquilla, dominata da nobili e da regnanti.
Tra pirati, maghi, mutaforma, draghi e altre creature fantastiche si snoda una straordianria avventura; molti destini vi sono coinvolti.
Una vecchia leggenda che parla di magia e guerre sarà la chiave di questa storia...
Un racconto scritto a quattro mani da Sakuraeen e Manny_chan
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13.

Victor camminava tranquillamente per un sentiero di campagna trasportando il suo grosso e paffuto gatto.

Aveva lasciato il suo villaggio alcuni mesi prima e durante il percorso aveva visto un sacco di posti bizzarri.

Stanco e affamato si fermò in mezzo al viale, si guardò attorno ammirando la vallata coperta di erba fresca e inframmezzata da alberi di Olmo, Meli Selvatici e alberi da frutto.

Poco distante notò una pietra e quasi correndo si affrettò a raggiungerla, preso dalla foga di arrivare non si accorse della buccia di un frutto, la calpestò scivolando e finendo seduto a terra.

Il gatto gli rifilò un'occhiata gelida e lui sospirando si rialzò raggiungendo la roccia.

Dopo essersi seduto adagiò il gatto a terra e accarezzandolo con affetto “L-lo so Im-m-mperatrice s-sono scivolato e a te non piace-ce cadere, scusa” balbettò.

Imperatrice gli rivolse una smorfia schifata sedendosi davanti a lui, sorridendo Victor tirò fuori un pezzo di carne secca dalla sacca e glielo diede sollevando poi lo sguardo ammirando il verde e aspirando l'aria fresca che circola sotto le fronde dell'albero dove si è seduto.

“Bello il paesaggio ve-vero?”

Sorrise di nuovo alla sua felina compagna di viaggio che invece non lo degnò affatto , frugò nella sacca tirandone fuori un morbido pezzo di pane e iniziò a sbocconcellarlo con aria sognante.

Finito il pasto il ragazzo si distese sotto l'albero a godersi il canto degli uccellini e la brezza fresca.

Imperatrice si accoccolò lì dov'era gettando una nuova occhiata al suo padrone.

Non sopportava quell'umano imbranato e balbuziente, però anche se era disgustata da lui gli doveva un favore quindi era obbligata a rimanergli al fianco.

Si leccò la zampetta accucciandosi e addormentandosi.

Victor rimase ad ascoltare l'ambiente ancora per un po’ poi cedette anche lui ad un sonno ristoratore.

 

*

Scilla tirò le redini del cavallo che trainava il suo carrozzone, facendolo fermare.

Scese dal carretto, rimanendo per qualche minuto a godersi la sensazione dell'erba fresca sotto i piedi nudi, poi si avvicinò al ruscello che scorreva poco lontano.

I campanelli che teneva legati alle caviglie ed ai polsi tintinnarono allegramente ad ogni suo passo.

Prese tra le mani il lembi dell'ampia gonna, dalle sfumature rosse ed arancioni, poi vi si inginocchiò accanto, bevendo avidamente l'acqua fresca, ed usandola poi per sciacquarsi il viso.

Iniziava a fare davvero caldo, decise di bagnarsi anche i lunghi capelli biondi, per un po’ almeno non avrebbe boccheggiato...

Quando si rialzò alcune gocce d'acqua scivolarono lungo il collo, tracciando scie umide sulla pelle abbronzata, ed andando a bagnare la leggera camiciola,dello stesso colore della gonna.

Aveva il primo bottone slacciato ed era annodata poco sotto il seno, ad ulteriore dimostrazione di Quanto la ragazza soffrisse il caldo.

Scilla sospirò, levando gli occhi blu e profondi al cielo, finalmente, dopo qualche minuto, si decise a rimettersi in marcia...

Dopo qualche ora fece una nuova sosta, quelle volta perchè aveva visto qualcosa che non la convinceva.

Osservò il giovane steso nell'erba, ed il gatto al suo fianco, che aveva aperto solamente un occhio e la osservava incuriosito.

"Dici che è morto?" sussurrò al cavallo che rispose con uno sbuffo, come a dire -ma che domande fai? Non vedi che sta russando?-.

Scese dal carrozzone con circospezione, poi gli si accucciò a fianco, stuzzicandolo con un legnetto che aveva raccolto da terra, per vedere se reagiva...

Victor mugugnò, muovendosi nel sonno poi aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti una prosperosa ragazza.

I suoi occhi si dilatarono e lanciò un grido terribile che fece sussultare sia la ragazza che Imperatrice. La gatta gli gettò una nuova occhiata piena d'odio allontanandosi altezzosamente.

La ragazza lo fissò stranita e lui arretrò velocemente arrivando con la schiena appoggiata al tronco, deglutì a fatica poi bofonchiò “b-b-buuuuuu b-b-buuuooouuoo”

Si tappò la bocca fissando la bellissima ragazza, poi si coprì la testa con il cappuccio e si mise le ginocchia sotto al mento, deglutì ancora e riprovò “b-b-buuuuuu b-b-buuuooouuoo b-b-b….”

Si zittì di nuovo e arretrò ancora nascondendosi dietro l'albero e gettandole occhiate furtive.

Imperatrice miagolò stizzita come per dirgli - Imbecille possibile che tu non riesca nemmeno a salutare una ragazza? Argh! sei insopportabile! -

Sfoderò un artiglio iniziando a graffiare la sabbia del sentiero per scaricare la rabbia.

Victor intanto deglutiva abbondantemente, fissando a scatti quella fanciulla troppo avvenente per lui.

Scilla lo osservò a bocca aperta "tutto bene?" chiese guardandolo come si guarda un matto.

Poi si avvicinò cautamente "guarda che non ti faccio niente, non sono mica armata" disse, poi prese tra le mani i lembi della gonna e la sollevò fin sopra le ginocchia per confermare che non aveva armi...

Victor dilatò ancora di più gli occhi agitando le mani e facendo segno di no con la testa, arretrò ancora deglutì chiudendo gli occhi e concentrandosi in uno sforzo incredibile poi tutto d'un fiato urlò “B-B-BUUUUUOOOON-NG-GIORNO!” li riaprì ansimando rosso in volto e fissò il terreno imbarazzassimo.

Imperatrice sospirò passeggiando fra lui e la sconosciuta, fissò lui con un misto di disperazione e pietà poi si rivolse a lei gettandole uno sguardo di commiserazione come per dirle - abbi pazienza è un povero imbecille che non riesce a combinare nulla nella vita - scosse la testina con rassegnazione poi saltò sulla roccia accoccolandovisi sopra e osservando la scena.

La ragazza sorrise, senza badare al gatto "oh, buongiorno anche a te" cinguettò felice.

"Io sono Scilla" continuò, "tu come ti chiami? è tuo quel gatto? come si chiama? dove stai andando? ti posso accompagnare se vuoi, mi farebbe piacere avere compagnia. è una bellissima giornata non trovi? Dai, salta su" concluse quella raffica di domande indicando il carrozzone, poi gli allungò una mano per aiutarlo a rialzarsi...

Victor cacciò un nuovo strillo sfuggendole e balbettò “V-v-viiiiic-c-ctor, l-l-leeii è I-im-m-perat-tr-r-rice”

Gattonò tremante con lo sguardo fisso a terra verso la gatta , la prese fra le braccia, ma lei lo graffiò irritata come per dirgli -idiota!-

Lui l'accarezzò bofonchiando “Suuu Im-m-mperatrice-ce noon fa-fare così”

Schivò la ragazza sempre senza guardarla e disse “N-noo g-gr-razie”

Corse verso lo zaino ma inciampò finendo disteso a terra, con un miagolio isterico Imperatrice lo graffiò in viso più volte.

Lui la guardò con le lacrime agli occhi rialzandosi tentennante e avvicinandosi con andatura un po’ gobba al gatto che voleva decisamente cavagli gli occhi “s-scus-sa im-m-mper-ratrice-ce p-per-rdonami noon fare co-c-cos-sì, non la-lasciarmi so-solo”.

Tese la mano e ci rimediò un altro graffio, singhiozzò disperato fissandola, Imperatrice rispose allo sguardo poi esasperata e con fare un po’ materno gli si riavvicinò strofinando la lunga coda nera sulle sue caviglie.

Victor si inginocchiò prendendola in braccio e l'accarezzò sussurrandole “No-on ti fa-f-far-rò più cad-dere promesso, tranquil-la-la Im-mperatrice

Per tutto il tempo di quel discorso non aveva mai guardato la ragazza che invece lo fissava sbalordita.

Scilla, sempre più sconcertata, si avvicinò al carretto, rovistò nella sacca da viaggio che aveva, poi tornò dal ragazzo.

Con un gesto rapido gli tolse il gatto dalle braccia posandolo per terra, poi lo afferrò per un polso, con delicatezza, ma con decisione e con una pezza bagnata gli pulì il viso striato dai graffi.

Lui rimase rigido come un pezzo di legno fissando la ragazza senza avere il coraggio di muovere un muscolo, quando lei ebbe terminato l'operazione annuì soddisfatta.ù

Deglutendo di nuovo il ragazzo abbassò lo sguardo tormentandosi le dita poi bofonchiò sottovoce “g-grazie a Im-mperatrice no-on p-piace cade-dere, si arrabbia quanto succede”.

Scilla sorrise "l'ho notato" disse, si chinò verso la gatta accarezzandola, poi la prese in braccio caricandola sul carrozzone.

"Salta su" disse "non preoccuparti, hai forse paura che ti derubi per caso?" aggiunse improvvisamente sospettosa.

Non era la prima volta che qualcuno la accusava di volere incantare, derubare o imbrogliare...

Deglutendo nuovamente e sgranando gli occhi per lo stupore Victor scosse la testa arretrando “n-n-n-noo n-non p-pennso c-ch-c-che tu s-s-siia uuuun-n-na la-ladra è ch-che… ecco tuu-tu s-seeei... uuun-n-naaa r-ra-ra… ecco iiioo n-n-nooon-non c-c'è la f-facccioo n-no non poo-posso e e p-p-po-poi… tu-t-tu s-seee-s-sei c-coc-cos-s-sì be-bbe-lla ecco… iio”

Arrossì distogliendo lo sguardo e contorcendosi le mani nervosamente guardando a destra e a sinistra.

Stava per cedere al panico tanto si sentiva emozionato e imbarazzato di parlare con una bellezza simile.

Scilla sorrise teneramente "ho capito" disse arruffandogli teneramente i capelli, ignorando il fatto che Victor fosse arrossito ancora di più.

Si arrampicò sul carrozzone, "non essere timido, fa finta che sia un ragazzo... o una pianta se preferisci".

Gli fece segno di salire "sali dai, non ho una meta, sarò felice di accompagnarti ovunque tu stia andando, è tanto che non ho compagnia...".

Lui rimase lì qualche minuto indeciso, sempre contorcendosi le mani, ma un secco miagolio di Imperatrice lo fece sussultare.

La gatta aveva il pelo ritto e gli artigli bene in vista ed emetteva un verso irritatissimo.

Victor deglutì vistosamente e fece segno con le mani alla gatta di calmarsi “V-va b-bene Im-mperatrice s-salgo non ti arrabbiare, non m-mi piace vederti arrabbiata.”

Raccolse lo zaino e impacciato salì sul carro a fianco di Scilla rimanendo a testa bassa contorcendosi le dita.

Imperatrice con uno sbuffo di sufficienza si rintanò sul retro accoccolandosi.

Scilla sorrise, poi afferrò le redini del cavallo e con uno schiocco di lingua lo fece mettere in marcia.

Una brezza leggera e profumata si era levata, dando un po’ di refrigerio ai due.

"Allora" disse la ragazza per rompere il ghiaccio "dove stai andando di bello?" chiese...

 

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"Non posso crederci..." sorpreso ed un po' disgustato era il tono di voce dell'ombra ammantata.

"Non posso credere che uno degli arcimaghi più coraggiosi e potenti si sia reincarnato in un essere così..." si fermò, quasi non gli venisse una parola per descrivere il ragazzo.

Un ghigno gelido gli increspò le labbra "ma se sono tutti così allora sarà più facile del previsto..."

 

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Victor rimase zitto qualche secondo stringendosi lo zaino a se per farsi coraggio poi rispose “s-sono in vi-viaggio per imp-parare, ci sono tante cose da sco-scoprire al mondo, forse se im-mparo potrò di-diventare come il nonno e s-s-smetttere di-di b-ba-b-ballbbet-t- ta-tare.>>

Le gettò un occhiata arrossendo e distogliendo lo sguardo rapidamente, si contorse le mani a lungo poi con un enorme sforzo di coraggio riuscì a chiedere “T-tuu?”

Scilla sorrise "io?" chiese "io non ho una meta e non ho obbiettivi" disse "giro e cerco di guadagnarmi da vivere”.

Strinse impercettibilmente le briglie, poi sospirò "sai... quasi tre anni fa l'accampamento dove la mia tribù si era accampata è stato raso al suolo da un incendio..." abbassò lo sguardo "non è facile guadagnarsi la vita da sola, ma ci sto provando" aggiunse ritrovando il suo buon umore...

“M-mio nonno diceva che a furia di tentare p-prima o poi si o-ottiene la fe-felicità. Non de-demoralizzarti, l-le c-cose brutte a-accadono, a me c-c-c-capitano s-se-sempre e anche ad Imperatrice l-l-lei è l'unica ragazza c-c-che v-vuole s-sta-tare con me i-io l-la s-sa-salv-vai me-mentre s-stava p-pe-per annegare.”

Sorrise impacciato ritirandosi poi alla svelta dentro il suo guscio.

Scilla annuì "persona saggia tuo nonno" disse, "senti, c'è una città poco distante da qui, non è molto grande, però potremmo dirigerci li se per te va bene, è parecchio che non dormo in un letto" disse ridendo, poi senza aspettare una risposta incitò il cavallo, che assunse un'andatura più sostenuta.

In poco tempo giunsero in vista delle mura di un piccolo borgo...

Il carro sobbalzò un poco durante il tragitto , poi i due entrarono nella piccola cittadella.

Victor si guardò attorno  ammirato, quando si fermarono scese e si mise ad osservare le vetrine ammirando la merce e osservando l'architettura delle abitazioni.

Tornò poi al carrozzone e accarezzò il cavallo sussurrandogli “G-grazie del trasporto s-s-signor ca-c-cavallo”

L'animale nitrì e contento il giovane lo accarezzò di nuovo.

"Gli piaci" disse stupita Scilla "di solito Exter non da tanta confidenza agli sconosciuti".

Si lasciò scivolare nel retro del carrozzone, frugando tra le cianfrusaglie accumulate sul fondo.

Alla fine recuperò un sacchettino di morbida stoffa arancione e se lo mise al collo, allacciandosi il primo bottone della camiciola per nasconderlo.

"Andiamo Viky" disse "ho una fame da lupi, troviamoci qualche locanda che ci faccia un buon prezzo" aggiunse incamminandosi in un tintinnio di campanelli...

Victor sbatté le palpebre dalla sorpresa " Viky?" guardò la ragazza allontanarsi e poi fermarsi ad aspettarlo.

Si avvicinò al carrozzone sussurrando al gatto che tornava presto.

Si mise a correre per raggiungere la ragazza ma finì disteso a terra, si rialzò spolverandosi e riprese a camminare un po’ gobbo e impacciato massaggiandosi la nuca rosso in volto.

Scilla sorrise teneramente, poi si incamminò a fianco a lui, fino ad arrivare ad una locanda.

Entrarono nel locale fresco e profumato di pulito e di cibo, molti si fissarono ad osservarli, anche se gli sguardi erano rivolti per la maggior parte alla ragazza.

Alcuni apertamente ostili e diffidenti, altri meravigliati e languidi.

Ignorandoli tutti le si avvicinò all'oste parlottando ed allungandogli qualche moneta, poi fece segno a Victor di seguirla e si sedette ad un tavolo...

Un po’ tentennate e guardandosi attorno dubbioso Victor raggiunse il tavolo sedendosi e gettando un ultima occhiata alla gente , poi con coraggio si avvicinò a Scilla e sottovoce le domandò  “Si-sicura che è il caso di mangiare qu-qui? M-mi sembrano pe-pericolosi quei tipi”.

Alzò lo sguardo fissandola negli occhi e per un attimo rimase imbambolato a fissarla poi si staccò di scatto nervoso e contorcendosi le mani imbarazzato disse “s-scusa”.

Scilla sorrise, era adorabile quel tipo "non scusarti" disse, "sei liberissimo di guardarmi quanto vuoi", poi lo rassicurò "non preoccuparti, sono come dei cani, abbaiano ma non mordono".

L'oste interruppe i loro discorsi, posando sul tavolo due piatti ricolmi di zuppa e del pane.

Scilla si fiondò sul cibo senza tanti complimenti.

"Lo vuoi un consiglio?" chiese ad un tratto posando il cucchiaio, "cammina a testa alta, e fregatene di quello che può pensare la gente, guarda quelli di questa locanda, la maggior parte crede che sia una ladra o una fattucchiera, ma pensi che la cosa mi interessi?".

Riprese a mangiare, "anche se cadi, inciampi, o fai la figura dell'idiota... rialzati e riprendi a camminare, ignorando chi ride di te" concluse...

Per la prima volta Victor si ritrovò a fissare quella ragazza sorpreso, tutti gli avevano sempre dato del disastro naturale o della disgrazia, ma a lei non sembrava interessare.

Sorseggiò un cucchiaio di zuppa, gustandosi la piacevole sensazione di calore sul palato e rispose “i-io so-sono sempre stato considerato u-una di-disgrazia naturale e avevano ra-ragione a considerarmi co-così perchè io no-non riesco a combinare nulla di bu-buono ma tu …” deglutì per farsi coraggio, si contorse le dita poi alzò lo sguardo fissandola negli occhi con serietà e riprese “ Tu se-sei bella e co-coraggiosa se-se ti considerano ladra di dimostrano solo di-di essere in-incompetenti.”

Riabbassò lo sguardo e si concentrò sul suo piatto.

Era riuscito a dire quel che davvero pensava per una volta ed ora sentiva una bella sensazione dentro.

La ragazza sorrise "ti ringrazio" disse, poi sospirò "spero di non offendere nessuno a cui tieni, ma credo che tu abbia sempre avuto a che fare con degli idioti" borbotto.

"Se una persona è già insicura di sè denigrarlo non serve a nulla".

Gli strizzò l'occhio con fare complice, poi si guardò intorno "non so tu, ma io dormo sempre nel carrozzone, se vuoi rimanere qui però posso pagarti una stanza"

Tornato il solito sé stesso fece segno di no con la testa allarmato e rispose “Ti-ti ringrazio ma se vo-volessi prendere una s-s-stanza il de-denaro lo ho, di solito io e Im-mperatrice do-dormiamo ne nel sacco a pelo all'aperto, faremo co-così anche que-esta se-sera e do-domani gi-gireremo la città pe-per osservare imparare. V-v-vuoi u-unirti a  no-noi?”

Victor rimase sorpreso da se stesso nel sentirsi pronunciare quelle parole, si guardò attorno in preda al panico,

Arrossì violentemente e non riuscì più a dire una parola rimase a fissare il pavimento come un idiota dondolando.

Infine la sedia si ribaltò all'indietro cadendo su un tavolo e Victor rimediò un piatto di zuppa bollente sulla testa.

Tutti scoppiarono a ridere, e lui che fino ad un attimo prima si era sentito quasi un eroe, ora si sentiva malissimo.

Dopo i primi attimi di smarrimento dai suoi occhi spuntarono dei lacrimoni, si alzò di scatto e fuggì via piangendo.

Mentre correva per una stradina inciampò nel fossato degli scarichi e vi finì disteso dentro a faccia in giù.

Si rialzò nuovamente e strascicando il passo si rintanò in un angolino buio singhiozzando.

Perchè andava sempre a finire così? Ogni volta che pensava che le cose andassero meglio ecco che tutto finiva in frantumi.

Si rannicchiò ancora di più su se stesso singhiozzando mentre quei pensieri e pensieri ancora più cupi si facevano largo nella sua mente.

Scilla aveva osservato la scena, che si era svolta in modo così fulmineo da lasciarla spiazzata e incapace di reagire.

"Oh, fatela finita!" sbottò in fine alzandosi in piedi e facendo tacere gli uomini che stavano ancora ridacchiando.

Si scusò con l'oste per il trambusto provocato, poi uscì dalla locanda.

Le prime gocce di pioggia, che preannunciavano un acquazzone estivo, iniziavano a cadere mentre si incamminava lungo la strada alla ricerca di Victor.

Finalmente lo scorse rannicchiato in un vicolo "ehi" disse avvicinandosi "non dare peso a quei bifochi" aggiunse cercando di consolarlo.

Si accucciò di fronte a lui sorridendogli dolcemente "sarei felice di accettare il tuo invito, ma visto il tempo preferirei passare la notte sul mio carrozzone, non è granchè ed è ingombro di cianfrusaglie, ma è riparato dall'acqua",

Allungò una mano "allora, che mi dici?" chiese,

Lui alzò il volto rigato di lacrime e singhiozzò guardandola “Non è pe-per lo-lo-loro ch-che piango…”

Singhiozzò nuovamente e continuò disperato “non so-sosno b-bu-buono a n-ni-niente i-i-io se-sempre fi-figure fesse f-fa-f-faccio e  c-creo p-problemi e b-brutte fi-figure.

Voglio essere c-c-co-come nonno ma a-anche lu-lui mi-mi ha scacciato, so-sono incompetente io di-diceva co-così no-non so fa-fare nulla.”

Scoppiò in un pianto dirotto rannicchiandosi nuovamente su se stesso e quasi soffocandosi dai singulti.

Nel frattempo la pioggia aveva iniziato a cadere

Scilla lo osservò in silenzio per un attimo, poi sospirò "e piantala di frignare" sbottò con voce dura "piangerti addosso non serve a niente" gridò facendolo sussultare.

Sospirò di nuovo prima di riprendere in tono più calmo "non mi importa quello che diceva tuo nonno, non puoi lasciarti trattare così, rialzati e dimostragli che si sbaglia".

Allungò nuovamente la mano "ora andiamo, se i miei vestiti si inzuppano finiscono per diventare praticamente trasparenti, sarebbe imbarazzante" concluse con un sorriso.

Mogio, mogio Victor la seguì per i viottoli fino a tornare al carro.

Quando entrarono Imperatrice lo guardò, poi senza tanti preamboli lo graffiò al viso facendogli scendere qualche goccia di sangue, lui non replicò né fece caso al sangue, si appoggiò ad un angolo del carrozzone e rimase lì sopraffatto dalla tristezza.

Scilla lo osservò per un attimo, si avvicinò a Victor, poi tirò un violento schiaffo con tutta la forza che aveva "smettila di piangerti addosso" sibilò "smettila, inizi a darmi sui nervi".

Si allontanò andando a rovistare in un angolo de carrozzone "innanzitutto smettila di permettere a quel gatto di trattarti così" disse avvicinandosi e pulendogli il sangue dal viso...

Victor rimase a farsi curare il viso come un bambolotto.

Non disse una parola ma quello schiaffo l'aveva lasciato di sasso, quella che aveva di fronte non era una donna comune.

Quando lei si allontanò rimase a fissarla a lungo osservando ogni sua mossa fino a che il sonno non lo sopraffece e si appisolò rannicchiato in quell'angolino.

Imperatrice intanto si era avvicinata a Scilla e aveva iniziato a miagolare rimostranze per quello che la ragazza aveva detto.

Lei aveva tutti i diritti di graffiare quel ragazzo insopportabile e imbranato, le apparteneva, il destino li aveva legati e quell'umana non poteva permettersi di dire certe cose.

"Cuccia micetto" sbottò Scilla afferrandola per la collottola "o ti scaravento fuori sotto la pioggia".

La lasciò andare tornando ad avvicinarsi a Victor "stupido gatto, nemmeno ti accorgi di quanto lui ti voglia bene...".

Lo osservò dormire per un attimo, poi allungò una mano per accarezzargli il viso.

Al suo tocco le ferite prodotte dai graffi si rimarginarono e svanirono, poi gli diede un bacio leggero sulla fronte "sogni d'oro" mormorò.

Si rannicchiò a fianco a lui, poi si addormentò anch'essa, era tanto che non dormiva con qualcuno...

Nelle spire del sonno Victor vide un uomo imponente ma dal corpo asciutto e muscoloso con una profonda cicatrice sulla schiena.

Era così virile e bello, il tipo si voltò rivelando due occhi azzurri e profondi sul volto circondato di capelli neri.

Un sussulto scosse Victor che lo osservava, l'uomo non disse una parola ma sorrise e quel sorriso sembrò illuminare ogni cosa…

Era seduto a tavola con l'uomo che beveva birra chiacchierando con una giovane donna.

Era strano ma quella persona la sentiva come una parte di sé.

Quando quel pensiero lo colse il sogno svanì e rimase il buio.

Il giovane si guardò attorno smarrito poi sentì sprofondare ancora fino a raggiungere un sonno senza sogni.

Nel mondo reale Imperatrice si sentiva offesissima avrebbe voluto graffiare anche quella donna, ma infondo le piaceva era forte non come quello smidollato, inutile del suo padrone.

Si accoccolò rimanendo a fissare i due ragazzi che dormivano affiancati.

 

Altrove, l'uomo ammantato si mordeva un unghia.

Possibile che un tipo del genere fosse veramente la reincarnazione di uno dei dieci?

Con un gesto oscurò la superficie d'acqua che usava per vedere lontano e si mise una mano sugli occhi, quel misero ragazzino balbuziente era un vero stress e lui approvava pienamente il gesto della ragazza se fosse stato al suo posto l'avrebbe incenerito.

Tornò a fissare il ghiaccio emettendo un nuovo verso disgustato.

 

Scilla dormì pacificamente per tutta la notte, svegliandosi all'alba come suo solito.

Erano mesi che non dormiva così bene, dormire accanto a Vitor era stato come dormire con uno di famiglia....

Visto che il ragazzo dormiva ancora scese silenziosamente dal carretto, incamminandosi per sgranchirsi le gambe.

Ad un tratto lo sguardo le cadde su un manifesto appeso al muro.

“Mi scusi, mi scusi, che c’è scritto lì?” chiese ad un uomo che passava di lì.

L’uomo si avvicinò, “ Questa sera grande festa di paese, è stata organizzata una grande gara di danza a coppie, al vincitore sarà consegnato un cesto di leccornie contadine” lesse.

Scilla lo ringraziò, salutandolo cordialmente, quel premio le avrebbe fatto comodo, peccato che la gara era per coppie...

"Un momento" disse "io c'e l'ho un cavaliere", sorrise, sarebbe stata una missione impossibile ma per lo meno ci avrebbe provato.

"Sveglia e sorgi" gridò catapultandosi nel carrozzone e facendo sobbalzare Imperatrice...

Victor aprì gli occhi osservandola perplesso “Che succede? I-ieri e-eri co-c-così ar-r-rabbiata co-con me..”

La fissò con occhi da cucciolo attendendo una sua risposta.

Sbadigliò strofinandosi gli occhi e fissando Imperatrice che a sua volta fissava Scilla stizzita e le disse “Buongiorno Imperatrice do-d-dormito be-bene?”

Sorrise raggiante alla gatta, che superando Scilla con vanità si posò sulle gambe del suo padrone facendo effusioni che solitamente non faceva.

Scilla scosse una mano con noncuranza "ieri era ieri, oggi è oggi, non posso certo rimanere arrabbiata a lungo con un cucciolo come te".

Si stiracchiò sorridendo, poi lo afferrò per un braccio, tirandolo giù dal carro e ribaltando Imperatrice, poi lo trascinò fino al manifesto indicandolo.

"Allora" disse poi "che ne pensi?"

Dopo lo shock per essere stato preso a braccetto da una ragazza Victor strabuzzò gli occhi leggendo il manifesto.

Si staccò da Scilla impaurito arretrando con tutta l'intenzione di scappare “N-n-noooooooo no-no-non  po-po-possso i-io n-no-non s-sono adatto a ballare n-no m-mi ve-v-vergognerei t-troppo”.

La guardò con occhi da cerbiatto terrorizzato sbattendo le palpebre

Scilla lo riacchiappò "eddai, non devi fare altro che fingere di essere da solo e seguire me".

Fu il suo turno di sbattere sensualmente le palpebre "sai, non sempre riesco a procurarmi del denaro con i miei spetacolini, alle volte mi tocca digiunare per giorni" disse in tono tragico.

"Quel cesto di cibo mi consentirebbe di sistemarmi per un bel po' di tempo"...

Lui abbassò lo sguardo sul punto di lacrimare “No-non s-s-so...” bofonchiò abbattuto poi continuò “pe-però tu sei s-stata l'unica c-che no-non mi  scaricato perchè so-sono idiota qui-quindi ci provo ma… se se cado? I-io non voglio cadere non voglio c-che ridano, pe-però vo-voglio imparare e questo non lo so fare”

Tremo di paura e si allontanò mogio , mogio tornando sul carrozzone e prendendo in braccio la sua gatta accarezzandola.

Scilla si diede una gran manata sulla fronte, probabilmente per evitare di mettergli le mani addosso un'altra volta "se continui a dire che non sei capace di imparare allora cosa sei partito a fare?" chiese duramente.

"Tanto valeva che te ne stessi a casa no?", poi continuò più dolcemente "tutti sono in grado di imparare qualcosa, fidati"...

Lui la guardò senza dire nulla ma facendo un amaro sorriso.

Aveva subito troppe delusioni nella sua giovane vita per avere ancora fiducia in parole come quelle pronunciate da Scilla.

Si sarebbe comunque impegnato al massimo per riuscire almeno a far fare bella figura alla ragazza solo che vista la sua sfortuna probabilmente sarebbe andato tutto a rotoli.

Posò Imperatrice e guardò Scilla, sospirò e disse  “ci provo”.

Abbassò lo sguardo nuovamente, poi frugò nella sua borsa estrasse degli occhiali vecchio modello che indossò e aprì un malconcio diario iniziando a leggere.

Scilla sospirò, poi si arrampicò sul carretto, mettendosi a cassetta e prendendo le briglie del cavallo.

Lo incitò facendolo mettere in marcia ed uscì dalla città, fermandosi poco al di fuori, in mezzo ad un grande prato.

"Scendi"disse poi, faendo altrettanto "qui non c'è nessuno a guardarti, useremo questo posto per fare un po' pratica" aggiunse

Sorpreso Victor si alzò dal suo libro e la guardò “Pratica? D’accordo fo-forse co-così riesco a fare una fi-figura un po’ più bella”

Scese dal carro ed attese che Scilla gli mostrasse cosa doveva fare.

Scilla annuì, frugò nel carretto trovando un vecchio organetto a molla.

Gli diede la carica ascoltando le note stonate e gracchianti, era meglio di nulla, concluse, poi si voltò verso Victor.

Gli si avvicinò "chiudi gli occhi" disse, poi sorrise all'espressione sconcertata dell'altro "è un metodo di insegnamento" spiegò.

Lo prese per mano e gli fece poggiare l'altra sul suo fianco "non guardare con gli occhi, gli occhi mentono, ti ingannano, lascia che sia la tua mente a guidare il tuo corpo" mormorò.

Poi seguendo le note mosse qualche passo...

Victor iniziò a seguire i passi ma inciampò sui piedi di Scilla pestandoglieli e poi per chiedere scusa ruzzolò a terra.

Si rialzò mortificato “s-scusa ri-riproviamo?”

Domandò timoroso e speranzoso contorcendosi il mignolo e sorridendo come un ebete.

L'organetto cigolò precariamente e Victor sentendolo si allontanò da Scilla e si avvicinò all'oggetto esaminandolo.

I suoi occhi si illuminarono si voltò verso la ragazza e le disse “so ripararlo questos se ti fidi che vuoi.....”

Scilla lo guardò sorpresa, poi annuì "tanto, peggio di così non può ridursi" sospirò.

Gli si avvicinò osservandolo trafficare, sembrava così rapito in quel momento.

"Ti piace trafficare con le cose vero?" chiese...

Lui si voltò sorridendo raggiante “Si il nonno era inventore io lo seguivo sempre e ho imparato qualcosa , ma poi mi ha scacciato quando gli ho rotto la sua invenzione più preziosa.

N-non l'ho fatto a-apposta s-stavo pulendo e s-sono scivolato. S-si è arrabbiato moltissimo, Ecco fatto! >> Girò la manopola e l'Organo fece un rumore soave e piacevole.

Lui si alzò e sorrise di nuovo.

Scilla saltellò entusiasta, battendo le mani "sei bravissimo" disse "sono mesi che cercavo qualcuno che fosse in grado di aggiustarlo".

Chiuse gli occhi dondolando la testa a tempo di musica, poi sorrise prendendolo per mano "riproviamo, forza".

Victor annuì e un po’ impacciato le prese la mano iniziando a controllare ogni passo che faceva per non pestare i piedi alla sua compagna.

Lentamente cominciò a sentirsi più sciolto e la guardò sorridendo, con gli occhi luccicanti di felicità.

A suon di musica iniziò a seguire i passi e a ridere come uno scemo.

Scilla rise con lui mentre piroettavano.

Ballarono per quasi mezz'ora,prima di lasciarsi cadere esausti sull'erba umida.

"Lo vedi" esclamò scilla tra le risate " lo vedi che se ti impegni sei capace di fare le cose".

Victor era esaltato “E’ la prima volta c-che non s-succede nulla! Io mi im-mpegno s-sempre p-però  ho paura quando le faccio di solito”

Si distese sul terreno felice come non mai. Urlò “Sono feliceeeee!”

Scilla si alzò avvicinandosi al carretto e rovistando in una sacca.

Ne tirò fuori del pane e del formaggio, poi tornò da lui, porgendogliene metà.

"tieni" disse " poi questa sera con il cesto che vinceremo ci faremo una bella scorpacciata" disse ottimista

Victor prese il cibo iniziando a mangiare.

Non condivideva l'ottimismo di Scilla ma non disse nulla godendosi quell'attimo di entusiasmo.

Incredibilmente stava andando tutto bene ed aveva la sensazione che qualcuno alle sue spalle fosse molto soddisfatto del suo successo.

Tuttavia non sapeva spiegare quella sensazione.

Passarono il pomeriggio a provare di nuovo, poi verso il tramonto scilla fece segno al ragazzo di salire, dirigendosi di nuovo verso la città, le strade iniziavano ad animarsi e le lanterne erano già state accese.

"Ehi Viky" disse "guarda in quel piccolo baule li dietro, ci sono dei vestiti della tua taglia".

Si voltò facendo un sorriso "mettiti qualcosa di più intonato ad una festa",

Victor sgranò gli occhi “Ma è buono come vestito, che ha il colore nero che non va?”

Vedendo la faccia di lei sospirò ed aprì il baule tirandone fuori una camicia rossa con dei campanellini.

La guardò disperato, senza aver il coraggio di chiedere se era obbligatorio mettere quella camicia. Imperatrice sghignazzò vedendo l'abito e scodinzolò allegra

"Il nero mette depressione" fu la lapidaria risposta di lei.

Dopodichè si voltò per vedere cosa stesse combinando.

Alla vista della camicia e della sua faccia scioccata si mise a ridere talmente forte che per poco non si ribaltò giù dal carrozzone.

Fermò il cavallo e scivolò nel retro "nono, per amor del cielo" disse ridendo "non devi metterti questa" disse prendendogliela dalle mani.

"I vestiti così vistosi ci servivano per gli spettacoli" aggiunse rovistando nel baule.

Poi ne trasse una camicia ed un paio di pantaloni bli notte, che sfumavano nell'azzurro più chiaro.

"Ecco" disse soddisfatta allungandoglieli "questi sono perfetti".

Victor si rilassò emettendo un lungo sospiro si sollievo.

Prese gli abiti e li esaminò. Il blu gli piaceva anche se trovava che le sfumature fossero troppo brillanti.

Si appartò in un angolino e li provò quando ne uscì si guardò storcendo la bocca, fissò Scilla e sconsolato disse “Non mi ci ritrovo, sono abituato a vestire di nero.

Sai mi s-sembra quasi di essere un'altra persona, qualcuno che amava il colore blu alla follia ma non ho idea di chi fosse.

Però se penso a questa figura sento come unna sensazione di forza ed energia”.

Scilla sorrise dolcemente "be, continua a pensarci allora, dobbiamo fare mangiare la polvere a tutti quanti".

Lo prese per mano, poi si incamminarono lungo le strade affollate.

Sembravano l'uno l'opposto dell'altro, Scilla, bionda ed abbronzata, dagli sgargianti vestiti arancioni, e Viktor, pallido e dai capelli corvini, con il leggeri vestiti blu che scintillavano al chiarore delle lanterne.

Finalmente arrivarono nella piazza principale, le coppie erano già pronte, aspettavano solo che i giudici dessero loro il via libera...

Nel vedere tutta quella gente a Victor tremarono le gambe, aveva voglia di fuggire ma l'ampio sorriso di Scilla lo fece deglutire e tenere duro.

"Non posso scappare anche se dovessi cadere"

Si ritrovò a pensare così ma aveva una paura folle.

Entrarono in pista e tremò di nuovo, perchè era finito lì?

Talmente incapace di pensare, si ritrovò a fissare la razza che aspettava il via libera dei giudici.

Scilla avvertì il nervosismo del compagno, si voltò verso di lui e sorrise "tranquillo" disse.

Gli si avvicinò e gli sussurrò all'orecchio "basta che chiudi gli occhi e fingi che siamo solo io, te e quella tua antipatica gatta, nel prato come oggi pomeriggio".

Come ebbe finito di parlare i giudici diedero segno di partire e la musica invase la piazza...

Le sorrise. Il ricordo di quel pomeriggio era ancora vivido nella sua mente, con timidezza le prese le mani e  iniziò a ballare sforzandosi di seguire il consiglio della ragazza ma era molto difficile.

Scilla intuendo il suo disagio si tenne in disparte, ai bordi della piazza, mentre i giudici passeggiavano tra le coppie, eliminandone qualcuna di tanto in tanto.

Quando ormai non ne erano rimaste che una ventina di persone si chinò verso di lui sussurrando "pensa al colore blu" disse "a quella sensazione di sicurezza di cui mi hai parlato prima".

disse mentre i giudici venivano dalla loro parte...

Victor fu sorpreso poi si concentrò sulla figura che da sempre lo faceva sentire bene.

Come sempre apparve ma più nitida che mai, tanto nitida che il giovane pensò quasi di poterla toccare era un ragazzo alto più o meno della sua età.

Capelli neri come i suoi, occhi di un intenso color blu e vestito con un completo color oltremare.

Lo sconosciuto sorrise mostrando una fila di denti bianchissimi e con voce decisa e incredibilmente cordiale gli disse “E' ora che abbandoni questa muta, piccolo bruco e che diventi una splendida farfalla.”

Victor sentì il suo cuore sussultare nel sentire per la prima volta quella voce, riaprì gli occhi di scatto fissando intensamente Scilla con un misto di paura e confusione ma anche di esaltazione, sentiva qualcosa in lui, qualcosa di incomprensibile che gli divampava come il fuoco e che riluceva come un cristallo.

Scilla potè quasi sentire la sicurezza che tutto ad un tratto Victor emanava.

Lasciò che continuasse lui a condurre la danza, sospirando di sollievo quando i giudici li oltrepassarono senza dire niente.

Quando la musica si fermò erano rimaste solo due coppie oltre loro, uno dei giudici prese la parola.

"Bene, oltre che per la bravura, abbiamo deciso di consegnare il premio anche per la simpatia, a quella giovane coppie di forestieri laggiù" disse indicando i due ragazzi.

Scilla lanciò un gridolino di gioia buttando le braccia attorno al collo di Victor e stampandogli un bacio sulla fronte "andiamo, vieni" disse trascinandolo poi verso il giudice che li chiamava.

Confuso, Stralunato e Totalmente incredulo Victor si fece condurre da Scilla mentre sentiva che le gambe gli cedevano.

Come cavolo avevano fatto a vincere?

Si guardò attorno confuso notando la gente che applaudiva sorridendo, improvvisamente quell'immagine si sovrappose ad un ricordo quando da bambino nel uso villaggio era stato ampiamente denigrato per aver distrutto il mercato cadendo sulla recinzione dei maiali.

Questi erano fuggiti facendo un disastro e lui avendo cinque anni ci era rimasto malissimo.

Confuso strinse con forza la mano di Scilla e la guardò come per domandare " Ma è me che applaudono?"

Scilla si voltò, poi notando l'incredulità dell'altro si mise a ridere "e già, hai vinto, stanno applaudendo proprio noi".

Lo tirò fin sul palco, poi gli diede un secondo bacio, questa volta sulla guancia, scatenando una altro coro di fischi ed applausi....

Festeggiavano ignari di essere osservati...

 

Un uomo alto dalla lunga barba entrò nella sala dove la figura ammantata continuava a guardare nel bacile, "mi avete mandato a chiamare lord Essimerit?" chiese.

L'altro si voltò, poi annuì facendogli cenno di avvicinarsi "anche se gli altri arcimaghi non hanno ancora ritrovato la memoria può darsi che nelle profondità del loro inconscio qualcuno di loro ricordi il modo per infrangere quel maledetto sigillo" ringhiò.

"Prendi la ragazza" continuò indicando Scilla nel bacile "e portala alla strega di Schelvert, non è molto lontana da quel villaggio, ed è un esperta nello scavare nella memoria sepolta".

L'uomo annuì, poi scomparve, letteralmente...

 

Dopo quel secondo bacio Victor quasi si sentì mancare, si staccò un po’ da Scilla con sguardo ebete per capacitarsi se era sveglio oppure dormiva.

Una ragazza l'aveva baciato? Non era possibile!

 La gente lo stava acclamando? Altra cosa impossibile!

Conclusione: stava sognando e quando si sarebbe svegliato sarebbe stato di nuovo solo con la sua Imperatrice.

Si prese la guancia e iniziò a darsi pizzicotti per vedere se era sveglio oppure dormiva non riusciva proprio a credere a quel che stava succedendo e poi quella voce?

Un brivido gli percorse la schiena mentre di nuovo quella sensazione di sicurezza e forza lo invadeva.

Si strinse a sé e si guardò le mani perplesso “Cosa mi sta capitando?”

Quella domanda sfiorò la sua mente mentre tornava a guardare Scilla che brillava come il sole salutando la gente della piazza.

Scilla mandò ancora qualche bacio alla folla, poi afferrò con una mano il cesto che le veniva allungato, e con l'altra Victor, poi lo trascinò giù dal palco, dileguandosi tra la folla.

"Vieni" disse trascinandolo fino al carrozzone e facendogli segno di salire.

Si lasciò andare su un mucchio di stracci, poi scoppiò a ridere "erano anni che non mi divertivo di così" disse.

Frugò in una sacca, traendone un coltellino, poi prese dl cesto una delle pagnotte ed un vasetto di marmellata di fragole "si festeggia" esclamò felice.

Victor le sorrise ancora stordito, prese il pane con la marmellata iniziando a mangiare soprappensiero ad un certo punto si fermò e chiese “Senti Scilla ti è mai capitato di avere la sensazione che qualcuno vegli su di te come un angelo custode? Io quando mi immagino la figura di quell'uomo vestito di blu ho questa sensazione.”

Le raccontò brevemente la visione di quell'uomo e il senso di sentire la sua voce.

Talmente preso dalla sua narrazione non si rese nemmeno conto di stare parlando senza balbettare.

Scilla invece se ne accorse, ma non disse nulla, "si, a volte" disse invece, "altre mi capita di sognare invece".

Chiuse gli occhi, godendosi il cibo " sogno una ragazza di circa vent'anni, ha i capelli neri e lunghi fino ai piedi e gli occhi blu" mormorò sforzandosi di ricordare i particolari evanescenti di quei sogni. poi si sdraiò su una coperta "non so te, ma io sono esausta" mormorò "dolce notte" borbottò chiudendo gli occhi.

“Notte” mormorò Victor.

La guardò sopirsi poi si accucciò al suo fianco.

Si sentiva bene quella sera e felice.

Imperatrice gli si avvicinò, altezzosa come sempre e lui la prese fra le braccia con dolcezza dicendole “ti voglio bene gattona”.

Dopo i primi attimi di sorpresa lei si accucciò tra le sue braccia.

Victor sorrise e si addormentò.

 

 

 

Eccoci di nuovo qui, dopo una piccola pausa estiva, con la storia dei nostri arcimaghi di quartiere XD

Come avete potuto vedere, due nuovi protagonisti (Scilla è mia, Viky è di Saku) spero che non vi sia venuta troppa voglia di uccidere il povero Victor… a me tanta sisi XD

 

xLady Wolf

 

M:Be, purtroppo il rapporto tra i due si evolverà più avanti, quando li incontreremo ncora XD

Il capitolo finale invece... be, non voglio proprio pensarci al momento X°D


S: Per Ely le idee sono diverse ^^ ma una su tutte spicca, vedrai in futuro ^w^ XD. Per il rapporto quoto Manny si evolverà più avanti. Per il finale, beh al momento è ancora troppo presto per pensarci si vedrà secondo quello che capita nel racconto è ancora troppo presto per pensarci XD

   
 
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