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Autore: kiku_san    16/09/2008    6 recensioni
La televisione ha organizzato un maxi-show per celebrare la nuova musica tedesca che ha conquistato l’Europa. Ospiti d’onore? Ovviamente i Tokio Hotel, quelli che hanno aperto la strada a tutti gli altri. La manifestazione durerà quattro giorni, nei quali i gruppi e i solisti si contenderanno il favore del pubblico. Quattro giorni nei quali nasceranno conflitti, gelosie, rivalità, ma anche amicizie inattese e amori assolutamente imprevedibili.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cinema Bizarre, Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere nè dei Tokio Hotel nè dei Cinema Bizarre, ne offenderli in alcun modo.


Tokio Hotel vs Cinema Bizarre


Prologo

AMBURGO: STUDIO DI REGISTRAZIONE DEI TOKIO HOTEL.

“OK, ragazzi, mi sembra buona, potete togliervi le cuffie, ve la faccio risentire”
“Bene, Karl” disse Tom mentre appoggiava la chitarra.
Georg fece lo stesso con il basso, mentre Gustav stiracchiandosi lasciò la sua postazione alla batteria, per raggiungere i compagni.
“Passami qualcosa da bere” accennò rivolto a Georg, che gli lanciò una lattina di coca; il batterista la prese al volo per un pelo, imprecando tra i denti.
“Allora siete pronti?” la voce del tecnico del suono che stava dietro ai vetri della consolle, risuonò nella saletta dove i ragazzi stavano provando la base di una nuova canzone.
“Vai Karl, dai non stare a sentire questi due, altrimenti facciamo notte”
La musica inondò lo studio, era veramente una buona prova, ora mancava solo la voce di Bill per rendere perfetta la nuova canzone.
Era il nuovo singolo, quello che avrebbe fatto da traino al nuovo album. A detta di tutti quelli che l’avevano sentito, era degno di Monsoon o di una delle più belle canzoni degli album precedenti.
Accanto a Karl, al di là del vetro apparve improvvisamente Bill, con un sacchetto di patatine che sgranocchiava con studiata lentezza ed eleganza.
“Che cazzo ci fai lì, guarda che adesso tocca te lavorare, muoviti vieni qui”
Bill per tutta risposta fece una linguaccia all’indirizzo dei tre e uscì. Ricomparve quasi subito, entrando nella sala, lanciò il sacchetto di patatine al fratello, facendone uscire la metà e si mise accanto al microfono.
“Quanto scommettete che è buona la prima”
Un coro di sghignazzi accolse le sue parole, Georg e Tom in particolare sembravano particolarmente divertiti.
“Io invece scommetto che ti ci vorranno almeno dieci prove, solo per arrivare ad un risultato mediocre”
“Tu caro fratellino devi solo stare zitto, guarda che ho sentito Karl come bestemmiava per tutte le volte che hai toppato un accordo”
“Se sei così sicuro di te, allora scommettiamo, io ci metto cento euro che quando torniamo, diciamo fra una mezz’ora sarai ancora qui”
“Ci sto”
“Bene andiamo a farci un giro, mentre tu cerchi di azzeccare le note giuste”
“Inutilmente” aggiunse Georg.
“Proprio così” rise Tom dando una pacca sulla schiena all’amico.
“Andate a farvi fottere, stronzi” e per sottolineare meglio il senso della frase, Bill li congedò con il dito medio delle due mani.
I tre salirono nell’appartamento che aveva visto nascere e crescere il fenomeno Tokio Hotel. Ora non vi abitava più nessuno, ma se ne servivano quando dovevano registrare, proprio come in quel caso.
L’ album, il terzo della loro carriera, ( senza contare quelli tradotti in inglese o la riedizione di loro successi con uno o due inediti), era quasi pronto, sarebbe uscito in autunno, inizialmente con il lancio di un singolo. Tutti loro sapevano che, nonostante i successi continui e travolgenti che continuavano a mietere in tutta Europa, alla faccia di chi aveva pronosticato loro una carriera da meteore, questo album sarebbe stato basilare. Se avesse avuto il successo dei precedenti nessuno li avrebbe più fermati. In caso contrario, una battuta d’arresto, proprio in quel momento della loro carriera, sarebbe stata deleteria e molto pericolosa.
Per questo la gestazione dell’album era stata così lunga, non si potevano permettere il lusso di sbagliare.
“Allora che ne dici, andiamo a prendere per il culo Bill?” propose Georg a Tom, lasciando il joy-stick della play.
Tom guardò l’orologio, era passata quasi un’ora.
“Scommetti che è ancora lì e discutere se quella nota va bene così o deve essere più alta, più bassa o chissà che...”
“Sì, con Karl che starà sclerando”
“Ehi Gustav, vieni anche in tu in studio?”
Il batterista uscì dalla sua camera con un libro in mano.
“Mmm, aspettatemi che arrivo”
Erano sul punto di uscire che la porta si aprì, David Jost entrò con passo svelto.
“Che ci fai qui, David?” esclamò Tom sorpreso, lo aspettavano solo per la settimana successiva, quando sarebbero state pronte le registrazioni.
“Guarda che noi non siamo pronti” fece Georg con aria sospetta. Oddio forse avevano capito male, se l’erano presa troppo comoda ed ora chi lo avrebbe sentito quello.
“C’è una notizia importante, appena me l’hanno comunicata sono venuto qui, dov’è Bill?”
“In sala di registrazione, stavamo andando giusto lì, ma che notizia è?”
“OK, andiamo da Bill”
“E’ capitato qualche casino?” disse Tom guardingo.
“No, nessun casino, perchè? Hai fatto qualche casino Tom? Qualcosa che io dovrei sapere?”
“Figurati, che cosa dovrebbe essere successo? L’ho detto tanto per dire” rispose il chitarrista con aria innocente.
“Non hai messo incinta nessuna, o fatto sesso con una minorenne o cose del genere, vero?”
“Ehi per chi mi prendi, cominci a credere anche tu alle puttanate che scrivono i giornali”
“Lasciamo perdere, comunque è una notizia di lavoro”
Avevano intanto raggiunto la sala di registrazione, dove Bill stava discutendo con Karl.
David entrò in saletta: “Bill ho bisogno di parlarti”
“Ehi David che ci fai qui, è successo qualcosa?”
“Vieni, andiamo di là, staremo più comodi”
“Ehi ma io sto finendo di registrare, non posso”
“Sì che puoi, finirai domani”
“Sì Bill, finiremo domani, non c’è problema” la voce di Karl risuonò, la sua faccia stravolta era illuminata da un raggio di speranza.
“Ehi Karl, da quante volte la ripetete?” Tom si stava trattenendo per non ridere.
Karl fece segno con le dita, quindici, poi si alzò stiracchiandosi.
“Allora fratellino caccia la grana”
“Quanto sei stronzo, io mi ammazzo per fare un buon lavoro e voi avete il coraggio di prendermi per il culo”
“Niente palle, fuori i soldi”
“Te li darò”
“Come no, come tutte le altre volte vero?”
Bill sbuffò, prese un asciugamano e si asciugò il sudore, poi se lo mise al collo ed uscì seguendo David.
“Allora che ci devi dire di così urgente, avanti sentiamo” fece Bill, lasciandosi cadere su una poltroncina e attaccandosi ad una lattina di Burn.
“Mi ha chiamato un dirigente della ARD, hanno un idea: uno show musicale con tutte le band e i solisti che in questo periodo hanno portato la musica tedesca ad essere apprezzata in tutta Europa. Naturalmente voi sarete gli ospiti d’onore, in realtà tutti sanno che siete stati voi a spianare la strada agli altri, siete voi che dovunque andiate fate sold out, voi che in un concerto radunate ventimila e più persone, voi che fate vendere i giornali se sopra c’è una vostra foto. Senza di voi lo show non avrebbe senso.”
“Bene mi sembra che non ci siano problemi, andiamo lì facciamo una canzone o due, rispondiamo a un po’ delle solite domande sceme, ritiriamo l’eventuale premio e ce ne andiamo”
“Beh non è proprio così Tom”
“Che c’è sotto David?” Gustav lo guardava serio.
“Lo show verrà ripreso dal canale nazionale televisivo. Sarà in realtà una kermesse..”
“Una che?” interruppe Georg.
“Durerà quattro giorni. Il primo giorno i vari gruppi e solisti presenteranno la canzone di loro maggior successo, che per voi sarà Durch der monson naturalmente; il secondo giorno, metà dei partecipanti eseguirà un’altra canzone a propria scelta, e qui decideremo quale potrà essere, seguirà un intervista, il terzo la stessa cosa per la seconda metà. Il quarto giorno si eseguirà un inedito o una delle canzoni più recenti. Al termine il pubblico da casa voterà per la band o il solista che meglio rappresenta l’attuale panorama della musica tedesca.”
“Che palle, quattro giorni per cosa? Sai che non abbiamo bisogno di tutto questo, per quale motivo dovremmo farlo” esclamò Tom.
“E’ un occasione che non possiamo lasciarci sfuggire invece. Per prima cosa è un obbligo morale verso il vostro pubblico. Tutti si aspetteranno di vedervi, voi siete le superstar e avete degli obblighi. Cosa pensate scriveranno i giornali se non ci andrete, già mi immagino i titoli: “ I Tokio Hotel snobbano la manifestazione”, “ Tokio Hotel: chi pensano di essere diventati?” Insomma tutti penseranno che ormai vi considerate superiori, che ve la tiriate”
“Pensano giusto, noi ce la tiriamo”
Un’occhiataccia di David fece sparire la risatina di Tom.
“Come non detto, stavo solo scherzando”
“Inoltre è un’occasione d’oro per presentare il nuovo singolo che uscirà proprio in quel periodo. Non ce ne potrebbe essere una migliore, pensate, con un colpo solo saremo visibili a qualche milione di persone. Non male come lancio”
“Chi ci sarà?” chiese Gustav con tono professionale.
“Da quello che ho capito, quelli della ARD vogliono fare le cose in grande, in pratica le migliori band sul mercato e i vari solisti, la manifestazione riguarderà la nuova musica, quindi nessuno al di sotto dei trenta o forse anche meno. E’ uno spettacolo rivolto sopratutto ai giovani e alla musica che loro ascoltano. Comunque mi hanno fatto solo qualche nome, stenderemo meglio i particolari prima di sottoscrivere il contratto”
“Quali nomi ti hanno fatto?” Georg sembrò svegliarsi da un colpo di sonno.
“Sicuri per ora sono LaFee, i Panik, i Killerpilze, le Debbie Rockt, Jimi Blue e i Cinema Bizarre, poi hanno altri contatti”
“Beh non male” mormorò Georg.
“Non male? Ma che cazzo dici? Senti David sinceramente mi sembra un’idea di merda” Bill si era alzato e gironzolava per la stanza, nervoso.
“Quale sarebbe il problema?” sospirò David.
“Possibile che non ti rendi conto, quelli sono tutti dei semisconosciuti, che c’entriamo noi con loro? Non sono per nulla al nostro livello, ci vogliono solo per alzare il tono della trasmissione, altrimenti chi li ascolta quegli sfigati.”
“Dai Bill, non è vero, mica puoi dire che La Fee è una sfigata e poi le Debbie Rockt non sono per niente male, neanche un po’, passare quattro giorni con loro non mi dispiacerebbe per niente. Ehi Georg hai presente la cantante...”
“No cazzo non le conosco, vado subito su you tube a vedere qualcosa”
“Vai amico e poi mi dici, comunque quella è già prenotata sia chiaro..”
“La piantate di fare gli idioti voi due, io mi preoccupo del gruppo e voi pensate subito a quello”
“Che c’è da preoccuparsi Bill, siamo i più famosi, i migliori, lo sappiamo e allora.. che problema c’è”
“Non voglio essere reclutato in uno show del cazzo che magari sarà un flop clamoroso”
“Ti assicuro di no Bill, sarà pubblicizatissimo, sarà l’evento della stagione autunnale, stai tranquillo fidati, non ve ne avrei neanche parlato se non mi fosse sembrata un’ottima opportunità”
“E il voto del pubblico? Non mi piace mettermi in gara con gente che ha fatto tre canzoni in tutta la sua carriera”
“Santo Dio, Bill che palle, hai paura di non vincere?” gemette Georg che non vedeva l’ora di poter verificare su Internet la solista di quel cazzo di gruppo, di cui non si ricordava più il nome.
“E se capitasse, vi immaginate la figura? Oddio saremmo smerdati per il resto della nostra vita”
“Tu fratello non stai bene, prima dici che noi siamo troppo forti per quelli là, poi hai paura di perdere, ma sei scemo?”
“Bill è assurdo solo pensarlo, ha ragione Tom” disse David sorridendo.
“I Cinema Bizarre hai detto?” continuò Bill, come se stesse seguendo un suo pensiero.
“Sì perchè?” rispose David.
“Quelli proprio non li sopporto”
“Oddio no! Adesso ricomincia con un’altra paranoia” gemette Tom con sguardo angosciato.
“Si può sapere che ti hanno fatto” intervenne Gustav incuriosito.
“Scusate ma non li leggete i giornali?”
“Perchè tu sì? Accidenti Bill questa è una novità”
“Sei il solito scemo fratello, su tutti i giornali di musica i Cinema Bizarre sono presentati come i nostri rivali, quelli che dovrebbe scalzarci dal cuore delle fans e così via, hai presente – CINEMA BIZARRE: ARRIVANO I NUOVI TOKIO HOTEL- cose di questo genere, si stanno facendo conoscere grazie a noi”
“Cazzo Bill lo sai che sono i giornali che raccontano tutte queste scemenze per vendere qualche copia in più, guarda che loro non hanno mai detto niente del genere, anzi hanno sempre dichiarato di essere molto diversi da noi, sia musicalmente che come immagine”
“Ehi Gustav come mai sai tutte queste cose” Georg guardò un po’ preoccupato l’amico.
“Ho letto qualche loro intervista e ho sentito qualche loro canzone. Niente di che devo dire”
“Allora ragazzi va bene per tutti, non vi ho parlato del compenso perchè stiamo ancora trattando, ma vi assicuro che sarà un bel po’ di soldi”
“Bene direi che questo particolare ci ha convinti del tutto” disse Georg alzandosi e spostandosi i capelli liscissimi che gli coprivano il viso.
Solo Bill non sembrava del tutto convinto, ma nessuno a quel punto ci fece più caso.
“Guarda che non mi sono scordato i cento euro fratellino” Tom gli andò accanto.
“Che noioso che sei”
“Cos’hai? Stai ancora pensando a quel gruppo?”
“Ma figurati, chi se ne frega”


BERLINO: APPARTAMENTO DI STRIFY, YU E KIRO.

“Allora ci siamo tutti?”
Il produttore dei Cinema Bizarre, diede una rapida occhiata in giro per sincerarsi dell’attenzione dei cinque ragazzi.
“Bene la notizia è questa: siamo stati contattati dalla ARD per una manifestazione canora di quattro giorni, una specie di festival, è una splendida occasione, che ne dite?”
“Noi e chi altro?” chiese Luminor che sedeva sul bracciolo di un divano in una posa da regina dei dannati.
“Parecchia altra gente, ho qui l’elenco semi-ufficiale”
E così dicendo fece passare un foglio tra i cinque.
Trascorsero alcuni minuti.
“Oddio che palle ci saranno quegli stronzi” si lamentò Strify, rivolgendosi più che altro a se stesso.
“Di chi parli?” gli chiese Luminor.
“Ovvio di chi vuoi che parli, dei gemelli Kaulitz e di quelle altre due amebe”
“Amebe? Che cazzo sono le amebe?” Kiro smise per un attimo di mangiare gelato direttamente da una maxi-vaschetta e si fece attento.
“E dai Kiro le amebe no? Non dirmi che non hai mai sentito parlare di amebe in vita tua, tutti ne parlano” Yu stava apertamente sogghignando, si divertiva come un matto a prendere per il culo i suoi coinquilini.
Kiro gli fece una linguaccia e poi volutamente lo ignorò, per rivolgere la sua attenzione a Strify.
“Adesso mi spieghi cosa sono ste’ cazzo di amebe”
Strify lo guardò interdetto, poi scosse la testa.
“Esseri informi, senza cervello, proprio come te. Ecco tu potresti essere una ameba” le sue labbra sottili si tirarono in un sorriso che adddolcì la sua espressione.
“Mi stai prendendo per il culo” piagnucolò Kiro continuando a mangiare gelato, già il suo interessse per la conversazione si stava spegnendo.
“Insomma possibile che non si possa fare un discorso serio qua dentro?” Luminor appariva seccato.
“Perchè ti stanno sul culo?” chiese soavemente Shin, che finora era stato solo ad ascoltare.
“Niente di personale, ma mi sembra che il successo li abbia montati parecchio, sai che palle stare quattro giorni a contatto con questi che pensano di essere chissà chi, se la tirano troppo. E poi volete scommettere che la stampa sarà adosso solo a loro”
“Beh anch’io me la tirerei se avessi fatto il botto che hanno fatto loro e poi non siamo mica solo noi e loro, ci saranno un sacco di altri gruppi e solisti, può essere che neanche ci incrociamo”
Shin aveva la capacità di riportare nella loro giusta dimensione gli avvenimenti.
“Vero e poi i Tokio Hotel noi ce li mangiamo a colazione, perlomeno tra me e il loro chitarrista non c’è gara” Yu si era alzato in piedi stiracchiandosi e dirigendosi verso Kiro, intenzionato a fregargli un po’ di gelato.
“A dire la verità tu e Kaulitz, sembrate assomigliarvi” fece Luminor sornione.
“In che cosa ci somiglieremmo scusa? Guarda che ho visto dei loro filmati e suona proprio da cane e poi non ha per niente sex-appeal, vuoi mettere con me?”
“Per esempio da quanto ho letto e sentito in qualche intervista non se ne lascia scappare una, proprio come te”
“Ah divertente, bene voglio conoscerlo questo tipo, ci scommetto che quello che racconta per metà sono palle”
“Sexgott” fece Shin.
“Cosa?”
“Lo chiamano così, ci sarà un motivo no?”
Yu si mise a ridere, prima di mettersi in bocca due dita piene di gelato.
“Cazzo, ma fai proprio schifo” protesto Kiro.
“Mi sa che ci divertiremo” profetizzò Luminor, alzandosi anch’egli in piedi e stirandosi con le mani i suoi lunghi capelli.
“Allora è tutto a posto, mi sembra” e così dicendo il produttore se ne andò incrociando le dita.
  
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