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Autore: heliodor    20/08/2014    1 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mido affonda il naso nel terreno polveroso, alza le orecchie e si volta verso Stefan, che lo segue a un paio di passi di distanza. ― Hai trovato qualcosa vecchio mio?
― Lyra? ― domanda Nadira che cammina al fianco del vecchio pastore.
Andrev sbuffa e si passa la mano tra i capelli resi appiccicosi dal sudore. ― Quel sacco di pulci non troverebbe la sua coda, figuriamoci tua figlia.
Per tutta risposta, il cane inizia a girare su sé stesso cercando di mordersi la coda.
― Visto? ― Andrev scuote la testa affranto e supera l'animale.
Dietro di lui Berthé lancia un belato a Mido, che si ferma e scodinzola verso la capretta.
Stefan lo accarezza dietro le orecchie. ― Su con la vita amico, andrà meglio la prossima volta.
Gli occhi di Andrev puntano l'orizzonte, dove due cavalieri galoppano verso di loro sollevando una nuvola di polvere. ― Non vi muovete ― dice rivolto ai due pastori, la mano che scivola sull'elsa della spada nascosta sotto al mantello.
I due cavalieri rallentano l'andatura in vista del gruppo e si fermano quando Andrev alza un braccio.
― Non vi conviene andare da quella parte ― dice ai due nuovi arrivati.
Il primo cavaliere è una donna dai capelli chiari e lo sguardo determinato. ― Chi siete? Levatevi di mezzo.
L'altro cavaliere è un uomo dai capelli scuri e la mascella squadrata. Al suo fianco ha in bella mostra una sciabola.
Andrev fa per spostarsi, ma gli occhi scivolano alla sciabola e sgranano. ― Tu sei un pirata? ― chiede rivolto all'uomo.
Il cavaliere fa un smorfia. ― Potrei offendermi, straniero. La pirateria è un crimine punito con la morte.
― Anche il rapimento di un principe. ― Andrev estrae la spada e la punta contro l'uomo. ― Pensavi che non ti avrei riconosciuto?
― Valek ― dice la donna. ― Di che cosa parla?
L'uomo non stacca gli occhi di dosso ad Andrev.
― Avanti Valek ― dice Andrev. ― Raccontale come hai rapito il principe Ewan e lo hai portato qui.
― È la verità? ― domanda la donna.
Valek si stringe nelle spalle.
― A terra ― ordina Andrev. ― Tutti e due.
La donna si sporge in avanti. ― Ascoltami, straniero.
― Mi chiamo Andrev.
― Io sono Jolane ― risponde lei con tono calmo. ― Stiamo andando da re Philip.
Andrev si acciglia. ― Perché?
― Per impedire la guerra. Qualunque cosa abbia fatto Valek, riguarda solo voi due. Risolvetela tra voi, ma lasciami proseguire.
Andrev la guarda perplesso. ― Re Philip non ti ascolterà mai.
― Una volta eravamo amici.
― Lo era anche re Leonida e guarda com'è finita.
Jolane emette un sospiro. ― Mi ascolterà.
― Chi te lo assicura?
― Nessuno ― risponde lei esasperata. ― Ma devo provarci. Ora, se vuoi farti da parte... ― Jolane avanza, ma Andrev le punta contro la spada.
Nadira si avvicina. ― C'era anche una ragazza?
― Sì ― risponde Jolane. ― Una pastorella che è arrivata insieme al principe Ewan.
Le gambe di Nadira cedono ma Stefan è lì per sostenerla. ― Sta bene? ― chiede la donna con un filo di voce.
― L'ho lasciata in ottime mani ― dice Jolane sicura. ― È una ragazza molto determinata.
― E di parola ― dice Valek estraendo da una tasca la collana col ciondolo a forma di stella. ― Ha insistito per darmi questa come compenso per averli portati al castello. ― Lancia il gioiello a Stefan, che lo afferra al volo. ― Visto che la conoscete, penso sia in buone mani.
Con mani tremanti Stefan mostra il ciondolo a Nadira, che impallidisce.
― È il suo. Lo riconosco.
Jolane allunga una mano verso Stefan. ― Quel gioiello... come l'hai avuto?
Stefan e Nadira si scambiano un'occhiata. ― È una lunga storia ― dice il pastore porgendo la collana alla donna.
Jolane se la rigira tra le mani. ― Era di Mirande. Come...
― Il mare restituì una donna ― dice Stefan. ― Nadira e io l'aiutammo a partorire una splendida bambina, ma lei non sopravvisse.
Jolane impallidisce, la stella a cinque punte stretta tra le dita. ― Quella bambina...
― La chiamammo Lyra, come la regina che re Philip aveva perso da poco ― continua Nadira. ― Cercammo a lungo il padre della bambina, ma nessuno venne a reclamarla, perciò decidemmo di tenerla con noi.
Stefan stringe la moglie al petto, che piange contro la sua spalla.
Jolane scuote la testa. ― Non è possibile.
― È la verità ― dice Stefan.
La donna infila la collana in una tasca. ― Devo andare da Philip. Subito. Lyra è al sicuro finché si trova al castello.
Andrev si sposta di lato. ― Voi due proseguite per la vostra strada. ― Rinfodera la spada. ― Io devo andare al castello per recuperare Ewan.
― Anche lui starà bene ― dice Jolane. ― Leonida non gli torcerà un capello.
― Farò in modo che non accada.
― Ci sono soldati e cavalieri di Lyonesse tra voi e il castello ― dice Valek.
― So cavarmela piuttosto bene.
― Contro un intero esercito? ― Valek si gratta la tempia. ― C'è una strada che potete prendere. Vi porterà a ridosso del castello evitando la maggior parte delle pattuglie e dei soldati. Da lì in poi dovrete cavarvela da soli.
― Passate per la breccia vicino al torrione occidentale ― dice Jolane. ― Non c'è mai stato il tempo di ripararla. È quasi invisibile dall'esterno, ma dovreste riuscire a trovarla se sapete dove cercare. Vi porterà dentro il castello.
― Grazie ― risponde Andrev.
Jolane si rivolge ai due pastori. ― Prendetevi cura di Lyra.
― Lo faremo ― dice Stefan annuendo.
Jolane parte al galoppo seguita da Valek. Quando questi l'affianca, dice: ― Non ci ho capito niente. Potresti spiegarmi cosa significa quella collana?
Jolane scuote la testa.
***
― Direi che per oggi può bastare ― dice Gwenola raddrizzandosi.
Lyra passa lo straccio sulla cornice facendo attenzione a non toccare il dipinto. ― È lei la donna di cui parlavi prima?
La vecchia annuisce. ― Si chiamava Mirande. Tutti l'amavano, soprattutto Leonida.
Gli occhi di Lyra vagano dal viso sereno della donna ai preziosi vestiti che indossa.
― Andiamo a riposarci un po'.
Le due donne escono dalla sala fianco a fianco. ― Mi riposerò dopo. Prima voglio vedere Ewan. Forse ha voglia di mangiare o di fare una passeggiata.
Gwenola le rivolge un sorriso. ― Vuoi proprio bene a quel ragazzo, non è vero?
Lyra si stringe nelle spalle.
― Lui è un principe e tu sei solo...
― Una pecoraia. Lo so. Me l'hanno già detto.
― Non volevo essere così dura, ma questa è la realtà.
Lyra sospira. ― Non penso che a lui importi molto.
― I ragazzi della sua età sono tutti così.
― È stato tanto caro. Si preoccupa per me.
― Solo perché hai un bel visino. Il destino di ogni principe è di sposare una principessa.
Lyra china la testa in avanti.
Gwenola le poggia una mano sulla spalla. ― Non dare retta a questa vecchia brontolona. Sai che facciamo? Prepariamo un bel pranzo per due e lo portiamo al tuo principe, che ne dici?
― Per due?
― Oh sì. Vuoi morire di fame per caso? ― ridacchia Gwenola.
***
Ewan si sporge dal balcone. Nel cortile del castello, Leonida marcia tra due ali di cavalieri in attesa.
― In marcia ― ordina il re montando a cavallo.
― Così non va' ― dice Ewan guardando i cavalieri farsi strada attraverso il cancello principale. Altri soldati appiedati seguono il piccolo corteo. Appena fuori dalle mura uomini in armi radunati in più file e colonne attendono l'arrivo del sovrano.
Ewan rientra nella stanza. ― Devo parlare con il re ― dice a bassa voce.
La porta si spalanca all'improvviso facendolo sobbalzare. Due soldati armati di spada irrompono nella stanza, seguiti da Vortiger.
Ewan si volta verso la finestra, ma un attimo dopo viene afferrato e costretto a inginocchiarsi. ― Che volete? ― esclama a denti stretti.
Vortiger gli si piazza davanti. ― Dove volevate andare, principe Ewan?
― Devo parlare con il re.
― Il re è partito. È andato a combattere vostro padre, se non lo sapete.
― Cosa?
― Lui è sbarcato a Lyonesse con un un esercito. Penso sia diretto qui.
Ewan tenta di alzarsi ma i soldati lo costringono a rimanere in ginocchio. ― Lasciatemi andare con lui. Convincerò mio padre a deporre le armi.
Vortiger gli rivolge un ghigno. ― È troppo tardi ormai. Niente e nessuno può fermare questa guerra.
― Vi sbagliate. Io posso.
― È per questo che vi farò mettere agli arresti.
― Il re mi ha dato la sua parola.
― Voi siete un nemico ― dice Vortiger con tono severo. ― E un bugiardo. Re Leonida vi ha concesso la sua fiducia e voi lo avete ripagato col tradimento.
― No ― esclama Ewan disperato.
― Dicevate di venire in pace e invece avete portato la guerra. Osate negarlo?
― Posso impedire che ciò accada.
Vortiger fa un cenno alle guardie. ― Portatelo via. Nel sotterraneo.
I due sollevano Ewan e lo trascinano fuori. Vortiger li segue e chiude la porta dietro di sé dopo essere uscito.
***
Lyra tiene in equilibrio il vassoio con entrambe le mani mentre sale le scale una alla volta. Il rumore di una porta che sbatte e l'eco di un grido la fanno trasalire.
Si accuccia sulle scale, il vassoio appoggiato su di un gradino. Alzando la testa, vede due soldati trascinare Ewan per il corridoio, seguiti a pochi passi di distanza da Vortiger, le mani dietro la schiena e un ghigno dipinto sul volto.
― Lasciatemi ― grida il ragazzo.
Lyra si appiattisce sulle scale, gli occhi sgranati, le labbra che tremano. Vortiger e gli altri vengono verso di lei.
― Smettila di gridare o dirò ai soldati di azzittirti ― dice Vortiger gelido.
A una decina di passi da Lyra, Vortiger e i soldati svoltano in un corridoio laterale. La ragazza si guarda attorno, prende un profondo respiro e si alza. Il corridoio è libero.
Lyra corre verso il punto in cui Vortiger e gli altri hanno svoltato. Con cautela si affaccia oltre l'angolo. La strada è libera ma da un'altra svolta proviene l'eco di passi metallici sulla pietra.
La ragazza si appiattisce contro il muro e avanza nella stessa direzione.
***
La strada si snoda tra due colline che formano una gola. Valek e Jolane spronano le loro cavalcature e si infilano nella strettoia. Subito dietro di loro tre cavalieri, sui cui petti si intravede il Leone di Lyonesse.
Jolane gira la testa. ― E questi che vogliono?
― Me ne occupo io ― dice Valek rallentando l'andatura. ― Tu prosegui. Non preoccuparti per me.
Jolane lo guarda di traverso. ― Chi ti dice che mi preoccupo per te?
Valek le mostra un sorriso.
La donna emette un sospiro rassegnato e sprona il cavallo.
Dietro di lei, Valek rallenta fin quasi a farsi raggiungere dai tre inseguitori.
Uno di essi estrae una balestra.
― Volete giocare? ― dice Valek scartando di lato. ― E allora giochiamo.
Alla testa degli inseguitori, Angus digrigna i denti. ― Lasciate perdere il mercenario ― grida agli altri due. ― Prendete la donna.
I due cavalieri annuiscono.
A una biforcazione, Valek si butta a destra mentre i cavalieri guidati da Angus vanno a sinistra.
― Dannazione ― esclama il mercenario.
I due gruppi proseguono per strade parallele, separati da una collina piatta e brulla.
― Più veloci ― grida Angus.
Trenta passi più avanti, Jolane si volta per guardare gli inseguitori.
Valek si lancia al galoppo lungo il fianco della collina, raggiunge la sommità e si butta a capofitto verso la parte opposta, atterrando dieci passi dietro Angus e i due cavalieri.
― Salve a voi ― grida.
I tre si voltano con le balestre strette nella mano, il sole si riflette sulla punta di un dardo già caricato. Uno dei cavalieri si volta e punta l'arma contro il mercenario. Un istante prima di scoccare il dardo lo zoccolo del suo cavallo incespica in un buco. Il proiettile parte e sfiora la testa del mercenario.
Valek sprona la sua cavalcatura, raggiunge il cavaliere ed estrae la spada. Il soldato mette la mano sull'elsa della sua arma, ma il mercenario taglia la fibbia che tiene legata la sella  alla schiena del cavallo.
Il sodato scivola a terra ancora seduto in sella e rotola nella strada polverosa.
― Occupati di lui ― dice Angus all'altro cavaliere prima di lanciarsi all'inseguimento di Jolane.
Il cavaliere punta la balestra contro Valek, ma il mercenario è dietro di lui, in piedi sulla schiena del suo cavallo.
Il soldato solleva la balestra, Valek salta nello stesso momento in cui il dardo parte e lo sfiora alla spalla. Il mercenario atterra dietro all'avversario, lo afferra per le spalle e lo disarciona facendolo finire nella polvere.
Angus è dietro Jolane, che ora si volta di scatto e si piega in avanti. L'uomo punta la balestra e fa partire il dardo, che sfiora la donna alla testa e prosegue oltre.
Dietro di lui avanza Valek, la spada brandita con una mano mentre con l'altra tiene le redini. ― È Vortiger che ti manda? Sei il suo lacchè o sbaglio? ― grida.
L'altro digrigna i denti. ― Non mi pagano abbastanza per questo.
Angus scarta di lato e si infila in un passaggio laterale tra le rocce. Valek lo supera, poi tira le redini e arresta la corsa del cavallo. Jolane prosegue lanciata al galoppo mentre il mercenario torna sui suoi passi. Con cautela si affaccia per guardare. Il sentiero scavato nella roccia prosegue fino a una curva a gomito, oltre la quale non si vede altro.
Valek rinfodera la spada e riparte nella stessa direzione di Jolane.
***
― Il re lo verrà a sapere ― grida Ewan mentre i soldati lo spingono oltre la soglia della cella.
Dietro di lui, Vortiger sorride. ― Tra poche ore il re sarà morto. Con un po' di fortuna, sarà morto anche tuo padre.
I soldati chiudono le sbarre. Una chiave viene fatta girare in una toppa e poi affidata a Vortiger, che la infila in una tasca del vestito.
Ewan si aggrappa alle sbarre e allunga una mano per afferrarlo, ma l'uomo si allontana un attimo prima. ― Che vuoi fare? ― grida il ragazzo.
― Assicurarmi che Avalon e Lyonesse abbiano un solo sovrano. ― Vortiger indica il proprio petto con l'indice. ― Me.
― Tu non sarai mai re ― ringhia Ewan.
Vortiger gli volta le spalle. ― Trovate anche la pecoraia ― dice rivolto alle guardie.
― No ― grida Ewan. ― Lasciala stare. Lei non c'entra niente.
― Sa troppe cose ― dice Vortiger allontanandosi. ― Ma non preoccuparti. La sua fine sarà rapida quanto la tua, te l'assicuro.
Ewan si aggrappa alle sbarre. ― No ― grida. ― Lyra. Scappa.
Vortiger sorride. ― Grida pure quanto vuoi, nessuno ti sentirà. ― Si allontana a passo lento scortato dalle due guardie.
  
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