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Autore: finnicksahero    21/08/2014    2 recensioni
Chi era la madre di Katniss? Come ha conosciuto il signor Everdeen?
Io ho provato a rispondere a queste domande.
Dal testo:
'Le strade del giacimento erano deserte, si sentivano i canti dei bambini e qualche rumore di stoviglia, ma per il resto il silenzio era assordante, neanche gli uccellini cantavano, il cielo da azzurro era diventato nuvoloso. Rendendo l'ambiente ancora più grigio, i miei stivali alzavano la cenere argentea per aria, creando delle piccole nuvole che stancamente si riposava a terra. Era così folle alzarla, dargli della speranza, facendogli credere di poter volare, quando in realtà si sarebbe schiantata al suo suolo da li a poco. Mi ritrovai a pensare che prima o poi tutti diventavamo polvere.
Polvere alla polvere.
Cenere alla cenere.'
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maysilee Donner, Mr. Everdeen, Mr. Mellark, Mrs. Everdeen, Mrs. Undersee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm in love with you ...'
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Capitolo sei.


 

Tenni lo sguardo basso, i capelli mi stavano coprendo il viso, una leggera brezza li muoveva, sentivo le ciocche sulla fronte, sul naso, e perfino sulla bocca.

Alzai lo sguardo e vidi gli alberi. Gli alberi tutti intorno a me, mi abbracciai le ginocchia mentre osservavo tutto l'ambiente circostante. Gli alberi altissimi e verdi, con le fronde in movimento per via del venticello che si era alzato, il sole era sopra di me, e mi guardava curioso. Mi piaceva stare nel prato, con i fiori che mi accarezzavano la pelle e che si muovevano lasciando che il loro profumo riempisse l'aria carica di fuliggine.

Raccolsi una margherita e la misi sul palmo della mano, era bellina, con i petali bianchi sfumati di rosa, la parte centrale di un giallo coloratissimo e accesissimo, la guardai e sorrisi, Maysilee accanto a me stava guardando il giacimento, sembrava terribilmente in ansia -Heyy- sussurrai, lei si voltò verso di me, gli occhi erano terrorizzati, gli sorrisi dolcemente -Sei preoccupata per domani?- mormorai, Maysilee annui e fece una smorfia -Si, non voglio essere estratta- iniziò e si portò distrattamente una mano sulla pancia -E non voglio che neppure Haymitch venga estratto. Ma a qualcuno toccherà. Quest'anno sono il doppio Anse, se succedesse qualcosa a te o a Page- la voce gli si incrinò e massaggiò la pancia delicatamente. Un gesto strano. Non l'aveva mai fatto.

Mi avvinai in avanti, chinandomi su di lei e gli misi la margherita fra i capelli, lei mi fissò con un'espressione divertita, risi -Non farò domande- decise alzando entrambe le mani, annui soddisfatta -Ora immagino che tutti i miei problemi siano risolti- mormorò, mi avvicinai a lei e l'abbracciai, lei appoggiò la sua testa sulla mia spalla con un sorriso sulle labbra carnose, appoggiai il capo sul suo e sospirai.

-Anse?- chiese -Si?- domandai -Con Alus tutto bene?- indagò, sorrisi e sospirai -Non mi vuole vedere, capisco il dolore per la perdita di Ector possa averlo segnato. Lo capisco sul serio, manca anche a me e poi le sue ultime parole- le lacrime mi salirono agli occhi -E' stato brutto, ma domani è il giorno della mietitura e volevo capire bene tutto quanto- dissi, lei annui e sospirò -Ma te, hai capito che provi per lui?- chiese, annui e mi arrossarono le gote -Si, e l'ho baciato perché non capivo un cazzo in quel momento. Non mi piace, non in quel modo, spero che non mi odi. Pensavo che potesse piacermi ma da un po' tutto è diverso- ammisi, la sentii ridacchiare -Centra per caso un cacciatore?- domandò, gli diedi una spinta giocosa e ridemmo entrambe.

L'abbracciai stretta e poi sorrisi -Ma con Haymitch?- domandai, lei si tirò su di scatto e un sorriso gli arricciò le labbrone, la fissai accigliata -Beeene- disse e allungò le braccia sul tappeto di margherite, aveva un che di malizioso il suo modo di agire -May non vorrai dirmi che...?- chiesi, la vidi sorridere con le gote rosse. Scoppiai a ridere e lei tenne lo sguardo basso -Buon per voi!- esclamai, sorrise e alzò le spalle.

Sentimmo delle voci e ci girammo, verso il giacimento, vedemmo arrivare due ragazzi che ridacchiavano fra di loro, lei saltò in piedi e corse da uno, alzai gli occhi al cielo. Haymitch la sollevò da terra e la fece girare baciandola, li guardai sorridendo. Erano così innamorati.

John salii fin sul prato con me e mi salutò con una mano -Ciao- dissi, lui annui -Sono stanco- disse, lo fissai -Questo- dissi -Non m'interessa- sentenziai, lui rise e scosse la testa -Volevo portarti in un posto, però non è ancora pronto. Scusa era una sorpresa- mormorò, arrossii e alzai le spalle -Non importa, grazie- sussurrai, alzai lo sguardo dalla verde erba e lo fissai, aveva il viso rivolto verso il basso, accarezzava il terreno in imbarazzo, sul volto quel solito sorriso, metà bocca sollevata e metà no, come se trovasse tutto tragico e divertente allo stesso tempo.

Sollevò lo sguardo e sorrise del tutto, arrossii -Non ci raggiungeranno mai quei due- disse scuotendo la testa, risi e annui -Mi sa- aggiunsi io, le nostre mani erano vicini, sentivo il calore della sua pelle vicino alla mia -Preoccupato per domani?- chiesi, lui fece una smorfia -Si, non voglio essere estratto. Ho paura per le gemelle, per i miei amici- disse, posò la sua mano sulla mia e trattenni il respiro -E ho paura di perdere te- aggiunse. Non riuscii a guardarlo negli occhi, sentivo le guance in fiamme e allungai gli sguardi sugli alberi -Anche io ho paura- sussurrai, e poi con molto coraggio mi voltai a guardarlo negli occhi -Anche io ho paura di perdere te.

Trattenne il fiato e fece per avvicinarsi, capii cosa stava per succedere ma non potevo. Non l'avrei sopportato. Sentivo che era un addio. E non volevo un bacio d'addio. Volevo un bacio da 'sempre'. Che duri per sempre. Girai la testa e la scossi -No- sussurrai, lui imprecò -E' per il panettiere?- domandò John, scossi la testa -No. Non voglio che significhi addio- dissi a bassa voce.

Sussurravamo perché in quel momento eravamo troppo esposti, in mezzo a persone invisibili, ad angeli che erano caduti dalla volta celeste per scoprire i segreti di due mortali. Spiavano le nostre mani che si toccavano, i nostri visi vicini. I nostri cuori impuri, secondo la loro moralità. Provavamo sentimenti che per loro era impuri, orripilanti. Riuscivo a scorgere le ali di quei mostri stupendi che fissavano il nostro sentimento, con divertimento e ci deridevano.

-E allora non facciamolo diventare tale- sussurrò lui, passandosi la lingua sulle labbra, il suo volto scuro si avvicinò al mio. Questa volta non lo fermai. Lasciai che le sue labbra toccassero le mie, sentendo prima il soffice respiro che fuoriusciva dal suo naso sulle mie labbra piccole, poi il contatto delicato con la sua bocca screpolata e la mia e i miei occhi si abbassarono lentamente. Riuscii a scorgere i suoi che facevano lo stesso. Era completamente diverso questo bacio, con l'altro. Questo era calmo ma estremamente giusto.

L'altro agitato ma completamente errato.

Le sue labbra prima inattive chiesero in maniera gentile il permesso di poter esplorare la mia bocca. Acconsentii, e la sua mano, tremante e imbarazzata mi sfiorò la guancia. Mi diede una leggera carezza, prima di ritrarre la mano. Ma era una promessa la sua. Quella di toccarmi così sempre e per sempre.

Di toccarmi come se fossi delicata, talmente delicata da potermi rompere se provava a toccarmi in maniera più aggressiva. Mi aveva accarezzato, promettendomi di baciarmi e accarezzarmi ancora, in eterno. Dentro questo c'era un sentimento puro, da farmi sentire in pace col mondo. Da farmi provare calore in tutto il corpo. Il sentimento più bello e spaventoso che qualcuno potesse provare per me.

Ci staccammo e entrambi sembrammo disorientati, si passò la lingua sulle labbra, e notai il suo rossore, gli occhi che brillavano, distolsi lo sguardo e lo posai sul prato. Le margherite, il nostro pubblico si muovevano per la brezza che si muoveva. Ma non avevo più freddo, feci per aprire bocca, ma sentii dei singhiozzi.

Mi girai e vidi Maysilee, con le lacrime agli occhi, stava venendo verso di me, con l'abito mosso dalla brezza i capelli raccolti in una treccia un po' sfatta su una spalla. Sembrava sconvolta, fissai John e poi mi alzai.

Corsi da lei e l'abbracciai, lei sembrò rifugiarsi fra le mie braccia, lo strinsi forte e poi la scansai -May! May, tesoro che hai? Che è successo, oh May parlami- sussurrai, le asciugai le lacrime e poi mi guardò negli occhi. Non riuscivo a capire cosa c'era dentro, che tipo di sentimento. Ma sapevo già cosa stava per dirmi, e quasi non svenni quando pronunciò quella frase.

-Sono incinta.

  
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