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Autore: Sel Dolce    22/08/2014    2 recensioni
[ Raccolta One-Shot | Caleo | Rating variabile ]
#Fiamma: Leo le prese la mano trasportandola fino alle sue labbra, baciò le dita una ad una, assaporando quel momento magico.
#Falò: Si portò le mani sopra agli occhi prima di sentire un forte botto e girarsi verso il falò.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo Valdez
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#Cottura



L'appartamento di Leo era un vero buco.

Aveva solamente una stanza, la cucina e un piccolo bagno. L'arredamento era praticamente inesistente se non per un piccolo tavolo circolare con due sgabelli a contornarlo, il divano malmesso che puzzava tremendamente, il piccolo frigo e il gas per cucinare.

Calypso storse il naso e andò ad aprire la finestre rettangolare decorata con delle semplici tende nere per non far filtrare troppa luce al mattino. Non che fuori l'odore era migliore.

Leo si guardò in giro imbarazzato, non volendo incontrare lo sguardo critico della sua amatissima fidanzata. Ad un tratto le punte dei propri scarponi diventarono talmente interessanti da meritarsi la sua completa attenzione.

Con la coda dell'occhio seguì i movimenti di Calypso che si aggirava a piccoli passi per l'appartamento. Non c'era molto spazio, quindi non camminò più di tanto.

« Come puoi vivere qui? » domandò arricciando il naso, le labbra storte verso il basso. Finalmente Chirone e il Signor D. le avevano dato l'okay per abbandonare il Campo Mezzosangue con la condizione di andare ad abitare con un Semidio in caso avrebbe attirato mostri e lei ovviamente aveva scelto Leo.

Grande, grandissimo sbaglio. Si pentì di non aver accettato la proposta di Clarisse.

« Non ci passo poi molto tempo, giusto la notte » chiarì lui intentandosi una balla. Teoricamente stava fuori casa giusto la mattina, dall'alba all'ora di pranzo, per lavorare in un'officina poco distante da lì.

« Come dici tu » sbuffò lei sedendosi sullo sgabello, le gambe accavallate facendo scivolare la lunga gonna dal tessuto pregiato. Ancora non era passata agli abiti da comuni mortali come jeans e camicie.

Posò il mento sui palmi aperti e sbuffò per il caldo opprimente che aleggiava nella stanza. Era piena estate e il clima molto più insopportabile che quello che Ogigia.

« Vuoi mangiare? » chiese gentilmente cercando di non farla irritare ancora di più. Già si preparava alla scenata che avrebbe fatto quando le avrebbe comunicato che avrebbero dovuto condividere il divano–letto. Lei lo guardò distrattamente e annuì concentrandosi su i granelli di polvere che sembravano ricoprire ogni cosa.

Leo con passo svelto si avvicinò al gas e riempì d'acqua una pentola di grandezza media, poi la mise sul fornello accesso attendendo pazientemente che bollisse.

L'unico rumore che colmava il silenzio dei due ragazzi era l'incessante battere il tempo di Calypso con il piede. I rumori della città era talmente lontani da non arrivare alle loro orecchie.

Ognuno pensava a come iniziare un argomento, magari non intenerente alla loro vita per certi versi strana. Una ninfa e un mezzosangue, veramente strana coppia.

« Quanto deve cuocersi la pasta? » domandò Calypso, il sopracciglio inarcato, le labbra in un timido sorriso, mentre notava che il suo grandioso fidanzato stava buttando l'ingrediente sopracitato nell'acqua in ebollizione.

« Il tempo di cottura è di otto minuti » rispose lui leggendo sulla confezione, si girò verso di lei toccandosi i capelli imbarazzato. Pensò che sarebbero stati otto lunghissimi minuti, forse l'idea di ospitarla lì non era stata poi così buona. Certo, glielo aveva consigliato Percy!

« Cosa facciamo mentre aspettiamo? » chiese alzandosi per avvicinarsi, un'idea che le passava per la testa. Posò la mano sulla spalla di Leo, le unghie lunghe e curate si infossarono leggermente nella pelle del ragazzo, non aveva certamente una presa gentile.

Leo deglutì a vuoto, non aveva nemmeno una proposta e si sentì infinitamente stupido – cosa che succedeva spesso da quando aveva accanto a se Calypso – e si limitò a domandarle cosa avrebbe voluto fare lei.

La ninfa sorrise e lo portò a sedersi sul divano logoro dal dubbio odore. Lo baciò posando appena le labbra sulle sue. Si staccò solo per qualche secondo, ma non di troppo.

Aspettò che fosse lui a baciarla e così accadde, con la solo differenza che il bacio fu più passionale. Le braccia della ragazza si alzarono per andare a cingere il collo del ragazzo, le mani che carezzavano la schiena.

Quando si staccarono per riprendere aria, fronte contro fronte, si guardarono dritti negli occhi e l'uno poteva leggere in quelli nell'altro una profonda felicità.

« Quanto tempo vuoi passare a baciarci? » la domanda del tutto fuori luogo e fece innervosire Calypso, riusciva sempre a rovinare i momenti migliori. Doveva ricordarsi di dargli una bella lezione su quando tenere la bocca chiusa, dalla sua uscivano spesso domande idiote ma soprattutto al momento sbagliato.

Sospirò stancamente e gli prese il volto tra le mani « Tempo di cottura, va bene? » domandò retoricamente prima di fiondarsi nuovamente sulle sue labbra.

Eccome se gli andava bene!






Angolo autrice:

Salve salvino ragazzuoli .

Allora,eccomi qui con il terzo capitolo che, ad essere sincera, mi ha fatto sudare settordici camice in quanto non sapevo dove sbattere la testa con questa parola che mi è stata assegnata da quella sadica della mia migliore amica. Non cruciatemi per questo obbrobrio che devo presentare come capitolo, ma non avevo idee.

Questo è l'ultimo capitolo, mi ha divertito scriverla, soprattutto il primo capitolo, ma ora non so più come continuare e non ho nemmeno tempo per farlo con altre long in corso ed è per questo che la fanfictionfinisce qui!!

Ricordo inoltre che questa raccolta è dedicata a Hope Save Me – la quale sembra scomparsa nel nulla più totale - e a OurChildhood .

A presto.

Saluti,

Sel Dolce

P.s: passate in questo gruppo se vi va Efp – dove il nostro talento si libera






   
 
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