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Autore: jharad17    18/09/2008    13 recensioni
Al primo anno, Harry è smistato a Serpeverde invece che a Grifondoro, e nessuno è più sorpreso del suo nuovo capocasa. Fanfiction in cui Severus è il mentore di Harry
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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better be slyhterin cap.4

L'unica domanda, ogni anno, era chi fosse pazzo abbastanza da affrontare la sua ira.

Come Severus ricrollò sul letto, decise che la cosa che lo aveva sorpreso di meno dell'incontro nel bagno era che fosse stato il Moccioso Potter colui che aveva deciso di infrangere le regole. Prima che potesse riconsiderare ancora il tutto, si addormentò ancora. Stava diventando troppo vecchio per questo.

Al vero mattino -- il Moccioso lo aveva fatto alzare alle 4. Le quattro! Non aveva mai avuto un idiota del genere nella sua casa prima --passò un eccessivo ammontare di tempo sotto l'acqua calda della doccia, chiedendosi, non per la prima volta, come avesse potuto vivere senza tali cose. Da bambino a Spinner's End, c'erano state poche lussurie, e l'acqua calda che durava per un'intera doccia non era una di queste.
Si lavò i capelli, disperando per non essere mai libero dal residuo dei fumi delle pozioni. Per un breve mese in estate, quando non era curvato sopra un calderone fumante per quindici ore al giorno, i suoi capelli ne uscivano molto meno spossati. Si chiese quale degli studenti di questo anno sarebbe stato il primo a trovare la sfacciataggine di chiamarlo "Untuoso bastardo." Alcuni anni, non vedeva l'ora di poter dare le punizioni come risultato. Alcuni anni, come questo, dato che supponeva sarebbe stato il Moccioso Sopravvissuto ad avere l'arroganza di ottenere quel dubbioso onore, lui sicuramente fremeva al pensiero.
Con un ultimo risciacquo, assaporò la memoria dei pochi minuti in cui aveva avuto il figlio di James tremante per la paura di fronte a lui. I suoi occhi erano gonfi, e lui era sveglio solo per metà, ma era sicuro che il ragazzo fosse stato spaventato. Per quale altro motivo non aveva potuto rispondere ad una semplice domanda, sennò? Stava già pianificando la punizione per il Moccioso del Quale l'Arroganza Non Conosceva Limiti. Si sarebbe assicurarlo di appenderlo a uno o tre chiodi.

Dopo altri dieci minuti con l'acqua che gli colpiva la faccia, era sveglio abbastanza da affrontare i suoi colleghi... Oh, Dio... e gli studenti.
Detestava il primo giorno di lezione.
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La colazione fu una faccenda silenziosa, specialmente per Severus. Il tavolo di Grifondoro era, naturalmente, rumoroso e disgustoso, ma i suoi Serpeverde si comportavano come ci si aspettava che facessero al loro primo giorno, specialmente considerando quanto era probabile che fossero stati abituati ad un indolente poltrire durante le vacanze e si erano, per la prima volta in mesi, alzati ad un orario ragionevole. Guardò Flint e Torrence che allungavano gli occhi per avvistare ogni trasgressione, ed erano belle da vedere le piccole facce entusiaste dei Primini mentre assorbivano ogni parola dei loro superiori. Sebbene... Severus aggrottò le sopracciglia alla vista di Potter curvato su di un pezzo di toat a mordicchiarlo.

Fortunatamente, anche Malfoy lo notò e diede a Potter uno sguardo così disgustato che Severus avrebbe potuto premiarlo con dei punti. Invece, finì l'ultima goccia del suo caffè, raccolse gli orari dei bambini, e lasciò il tavolo principale. Il suo mantello si agitò pericolosamente mentre si avvicinava alle sue Serpi, e ricevette più di uno sguardo ammirato, specialmente fra alcuni dei buoni Tassorosso nelle vicinanze.

Lungo la strada, ascoltò varie conversazioni dal resto degli studenti --che avevano poco da dire sulle cose importanti nella maggior parte delle volte!-- e sentì le loro esclamazioni riguardo a Potter, di tutte le persone. "Lo hai visto, quello con i capelli disordinati?" e "L'hai vista? La cicatrice?" e "Pensi davvero che lui, sai, abbia ucciso Tu Sai Chi?" e "Non posso credere che sia un Serpeverde!"

Sì, bè, neanche Severus poteva.

Per il momento in cui raggiunse i ragazzi del settimo anno, era furioso, però stava cercando con attenzione di nascondere le sue emozioni dietro una maschera ben costruita. Il Moccioso era lì da non più di dodici ore, aveva già infranto le regole e ancora, era un eroe. Era un'oscenità. Piantando un orario davanti al Moccioso Che Doveva Essere un Maledetto Eroe, non disse nulla, non fidandosi della sua stessa voce.

E Potter non lo degnò nemmeno di uno sguardo. Che insolenza!

Avrebbe dedotto punti subito, se non per il fatto che sarebbero stati sottratti dalla sua stessa Casa, quindi violando la sua politica di lunga durata. Altri professori potevano togliere punti dalla propria casa se lo desideravano, ma Severus non li avrebbe assistiti nella loro strada verso la Coppa delle Case in tale maniera. Le sue Serpi avevano punizioni con lui più di chiunque altro nella scuola... eccetto per i gemelli Weasley, forse.

Alla fine, poté lasciare la Sala Grande e prepararsi per la sua prima lezione -- terzo anno di Corvonero e Tassorosso, oh grazie al cielo. E dato che pranzava raramente nella Sala, non avrebbe dovuto vedere il Moccioso fino a cena.                                                                                           
Se non fosse stato per il prospetto di calderoni fusi e l'angoscia di iniziare a correggere i compiti estivi, avrebbe potuto essere una buona giornata.  

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"Signor Flint," Severus disse come suonò la campanella della fine della lezione. "Rimani."

Il Prefetto annuì con un "Sì, signore," e riunì le proprie cose, mettendole nella sua borsa piuttosto disordinatamente.

Severus sospirò, ma ignorò la trasgressione per ora; aveva cose più importanti a cui pensare. Attese che il resto dei ragazzi del quinto anno se ne fossero andati e mise un incantesimo di silenzio sulla porta chiusa. "Potter sarà un problema," disse senza preambolo.

Flint si rilassò un pochino dalla sua rigida posizione, rendendosi conto, e a ragione, che non sarebbe stato punito. Invece, annuì, roteando gli occhi un po'. "Sì, signore. Avevo immaginato."

"A tavola... " Severus lanciò la mina, e Flint la prese al volo.

"Le sue maniere sono senza speranza, signore. Ho notato." Il ragazzo scosse la testa in modo addolorato. "E' come una scimmia che afferra il cibo. Continuo ad aspettarmi che lo annusi prima di metterselo in bocca."

"Esatto." La sola idea gli dava i brividi. "Mi dispiace doverlo fare, signor Flint, ma affiderò a te il compito di rimetterlo in riga. Non avrei pensato che avremmo avuto bisogno di fare una lista di base sull'etichetta a tavola, ma forse dovrebbe essere fatta una speciale lista solo per lui. Sarà difficile fargli seguire queste regole all'inizio, mi aspetto. Questa mattina, per esempio, ha violato l'orario del bagno ed era appena pentito quando è stato scoperto. E' ovvio che non ha alcun riguardo per le regole."

"Capisco, signore. Dirò a Torrence di iniziare una nuova lista, lei ha una migliore calligrafia. E lo terrò d'occhio. Non si renderà conto di nulla."

"Eccellente. Portami la lista quando sarà completa, e io... lo spiegherò a lui. E' tutto, signor Flint."

"Grazie, signore" Flint se ne andò, lasciando a Severus il resto dell'ora del pranzo per prepararsi per la sua prima lezione con gli alunni dell'anno dei MAGO. Quasi non vedeva l'ora di avere lezione con le classi del sesto e settimo anno. Erano popolati da quegli studenti che avevano eccelso nei loro precedenti cinque anni, e chi davvero e sinceramente voleva partecipare alle lezioni di Pozioni. Doveva raramente intervenire per fermare un'esplosione, e gli studenti erano più silenziosi e concentrati del resto dei testoni con cui di solito doveva trattare. In questa classe sarebbe stato presente Percy Weasley, però, e il ragazzo era un altezzoso ficcanaso. Lo nauseava, il pensiero di lui. Ancora, c'erano altri  nove in classe; quello avrebbe dovuto equilibrare la situazione.

A cena, più tardi, Severus tenne una volta di più gli occhi sul tavolo di Serpeverde, assicurandosi che fossero ancora pronti e precisi come al mattino. Il giorno non era stato un totale spreco. Aveva fatto piangere un Grifondoro del secondo anno.

Era anche riuscito a mandare gufi alle famiglie di ognuno delle sue Serpi, per iniziare a fare appuntamenti per le visite a casa. Trovava che era molto più semplice trattare ogni problema che conseguiva dall'inevitabile nostalgia di casa e stirare le ali (per preparare i bambini a volare, a lasciare il nido) che nascevano dallo stare lontano da casa per la prima volta, se conosceva meglio il tipo di casa che erano abituati ad avere. E non faceva mai male avere i genitori dalla sua parte.

Aveva già avuto una risposta da Lucius Malfoy, naturalmente, che lo aveva cordialmente invitato a cena per venerdì. Sarebbe stato interessante. Non era stato a Malfoy Manor per quasi tre anni.

Nonostante stesse osservando i Serpeverde, provò a non guardare il Moccioso Che Non Aveva Alcuna Maniera, a non guardare per non rovinarsi l'appetito per un altro pasto se poteva evitarlo, almeno finché Flint non gli avesse portato la nuova lista. La visita a casa di Potter era quella che temeva di più.

Dopo che la cena fu finita, Severus raccolse i residui della pozione e predispose un numero di sporchi, --in alcuni casi, senza speranza -- macchiati e incalliti calderoni a mucchio su tavolo nel retro della classe. Uno per ogni anno della miserabile vita del Moccioso, e uno per puro dispetto. Allora si ritirò nel suo ufficiò ed iniziò a correggere i saggi estivi del secondo anno. Con molto successo, provò a non piangere per i loro infantili sforzi, mentre attendeva il Moccioso Che Sarebbe Sicuramente Stato Sorpreso per La Sua Punizione.

Venne alle 18 e 55 un esitante bussare. Purtroppo, non aveva nessuna possibilità per rimproverarlo qui. "Entra," disse a voce alta, e intravide la determinata espressione del ragazzo come entrò, mento in alto ancora. Aveva un tic facciale? Allora la mascella cadde spalancata, come se lui non avesse mai visto ingredienti di pozioni prima. Bè, era stato cresciuto da Babbani, no? E, secondo Minerva, la peggior specie di Babbani, che significava niente pozioni, molto probabilmente.

Sopprimendo un sorriso, non guardò il Moccioso e disse, "Chiudi la bocca, Potter, prima che un'erba di doleshinkle ci faccia un nido," e fu soddisfatto di sentire lo schiocco della mascella e della mandibola che si chiudevano. Sembrava che poteva obbedire quando veniva rimesso al suo posto.

Ancora non alzando la testa dall'oggetto della sua attuale ira --Davvero! Penseresti che dopo un anno di studio, uno dei suoi studenti avrebbe saputo dire la differenza tra Essenza di Murtlap e Corno di Bicorno!-- soppresse un ghigno e indicò con un dito magro la porta che portava alla sua classe "Troverai dei calderoni lì. Puliscili. Senza bacchetta. Vai ora."

A sua grande sorpresa, il ragazzo obbedì senza una parola, praticamente correndo nella classe. Severus fece una smorfia; aveva sperato di sentire una protesta per la quale avrebbe potuto assegnare un'altra punizione. Ebbene, l'avrebbe avuta, era sicuro, quando il Moccioso avrebbe iniziato a lamentarsi su quanto c'era da pulire, o quanto era difficile da fare, o come non aveva mai dovuto alzare un dito prima in vita sua, così perché avrebbe dovuto iniziare ora?

Ma i minuti passarono, come Severus continuò a valutare i saggi, e non sentiva nulla tranne l'occasionale spostamento, e il più frequente suono di un vero strofinare. I minuti divennero ore, e quando si stavano avvicinando le dieci, e lui aveva finito con i saggi del secondo anno e stava per cominciare con quelli del terzo, si alzò e si stirò la schiena dolorante prima di andare a controllare il progresso del ragazzo. Avrebbe dormito bene stanotte, quello era certo.

Da dove stava in piedi sull'uscio della porta, poteva vedere dieci calderoni perfettamente puliti, alcuni di loro luccicanti quanto lo erano quando li aveva per la scuola, quasi dodici anni prima. Dire che era sorpreso era un eufemismo. Degli ultimi due, sapeva che certe macchie non sarebbero mai venute via, nè con la magia, nè con lo sbiancante, nè con un martello. Ma il ragazzo ne stava ancora strofinando una, le sue mani rosse e piene di vesciche per la presa sullo strofinaccio. Aveva uno schieramento di strumenti di pulizia allineati lungo il tavolo e sembrava che il ragazzo ne stesse provando ognuno a turno sugli ultimi due calderoni.

Severus lo guardò per lunghi minuti, considerando le spalle visibilmente incurvate, la feroce determinazione nell'angolatura della testa, l'ovvia fatica delle sue braccia, che stava iniziando a scrollare, frequentemente, come anche la rigidezza delle sue gambe dopo essere state nella stessa posizione per ore. Malgrado tutto, Severus era impressionato dalla resistenza del ragazzo se nient'altro.

Si portò dietro il ragazzo e lo guardò più da vicino, immobile. Il Moccioso era tutt'ossa, i suoi polsi piccoli abbastanza perché Severus potesse circondarne uno con indice e pollice con ancora spazio restante. Il suo piccolo collo era più magro di quello di un pollo, e... era un livido quello sull'interno del braccio, vicino al gomito? Probabilmente proveniva dal mattino presto, quando lui stesso aveva afferrato il Moccioso. Sentì una fitta acuta di colpa, rapidamente soppressa; non credeva nelle punizioni corporali, avendo troppo spesso sentito una mano pesante su di sé nella sua gioventù, e non avrebbe dovuto permettere alla sue emozioni di sopraffare il suo controllo così completamente quel mattino. Putroppo, c'era poco da fare per quello ora. Probabilmente era solo ciò che restava di un'estate Mocciosamente piena di risse, comunque. Ghignò.

"Basta. Puoi andare."

Il Moccioso si girò per trovarlo solo uno o due piedi lontano da lui, e guardò in sù, la paura evidente nei suoi espressivi occhi verdi. "Ma, signore. Non sono riuscito a--"

"Hai ancora problemi con le semplici istruzioni?" scattò Severus. Ah! L'insolenza, alla fine. Frenò la gioia che stava per mostrarsi nella sua espressione. "Posso darti un'altra punizione se è così."

"No, signore. Scusi, signore." Ancora una volta, a sorpresa di Severus, il Moccioso mise via rapidamente i suoi strumenti di pulizia e si affrettò alla porta.

Severus lo guardò andarsene, conseguentemente sentendo il suo mondo andare un po' fuori ordine.

Invece di considerarlo ulteriormente, comunque, mise via i calderoni ed andò a finire i saggi del terzo anno prima di ritornare ai suoi appartamenti. Allora lasciò perdere il firewhiskey e si adagiò con un libro. Ancora stanco, però, si ritirtò poco dopo. Anche se lasciò attimi gli stessi incantesimi di monitoraggio della notte prima, rafforzò quelli attornò al dormitorio dei ragazzi del primo anni, come se si aspettasse di essere svegliato da un'altra escursione di Potter, e volesse saperlo nel minuto in cui il Moccioso si sarebbe svegliato.

Un allarme scatto alle cinque del mattino -- almeno il Moccioso aveva imparato un po' di decoro! -- ma si accorse dopo pochi momenti che proveniva dai dormitori delle ragazze. Imprecò, si alzò e si vestì, e cercò Torrence per occuparsene.

Successivamente, decise che di esserci andato giù pesante con il nuovo Prefetto, ma quello significava solo che lei, in cambio, si sarebbe assicurata che la screanzata in questione ci avesse pensato due volte prima di disturbare il sonno del suo Prefetto ancora. Prima di mandare Torrence ad acchiappare la colpevole, le disse di assegnare una punizione con lui per quella sera stessa.

Era appena tornato ai suoi appartamenti quando un altro dannato allarme scattò. I ragazzi del Primo anno! Potter!  Ringhiando non proprio impercettibilmente, girò i tacchi e corse di nuovo nella Fossa dei Serpenti per ostacolare la nuovissima infrazione alla base. Ma Potter non uscì nella sala comune. Cinque minuti passarono, poi dieci, e Severus era livido. Come osava il Moccioso farlo venire quaggiù ancora?

Pieno di onesta indignazione a causa del suo sonno interrotto, salì fino al dormitorio dei ragazzi e ne scrutò i contenuti: Sei tende abbassate, e cinque letti in cui c'era pochissimo movimento. L'ultimo, comunque... doveva essere quello di Potter. Udì un suono smorzato da dietro l'ultima tenda. Cosa stava facendo il ragazzo?

Quasi avendo paura di scoprirlo, Severus giunse al letto e tirò via le tende, per trovare un Moccioso piegato in una palla, con una mano premuta sulla fronte, mormorante incoerenze. Indossava solo una Babbana maglietta extra-large e consumata, che lo copriva quasi completamente.

"Cosa significa questo?" sibilò Severus, tenendo la voce bassa a beneficio di quelli che il Moccioso non aveva già svegliato.

Gli occhi del Moccioso si spalancarono, saturi di paura palapabile, e lui scosse la testa. "Mi dispiace, signore. Io... Io non volevo svegliarla, scusi." Le sue dita premettero sulla pelle nella quale Severus era sicuro fosse la famosa cicatrice, e Severus si accigliò alla vista del livido pezzo di pelle, ora risaltante nell'altrimenti pallida pelle del ragazzo. Stava... sanguinando?

"Sei ferito," disse. "Sposta la mano."

"Spiacente, signore," sussurrò il Moccioso mentre eseguiva, ma chiuse gli occhi come se la mancanza di pressione sulla cicatrice facesse aumentare il dolore.

Severus la squadrò clinicamente. Sembrava quasi infettata. Ma la dannata cicatrice aveva dieci anni! "L'hai stuzzicata, Potter?"

"No, signore. Io, er..." Il ragazzo deglutì rumorosamente. "Ho fatto un sogno."

"Un sogno. Ti sei lacerato la fronte a causa di un sogno?"

"Sì, signore. Voglio dire, io non l'ho lacerata." il Moccioso si corresse. Se nient'altro, sembrava ancora più terrificato ora. E afflitto. Ma non avrebbe dovuto essere compiaciuto del fatto di avere un po' di attenzione? Non era questo ciò che voleva? Il Moccioso continuò in un sussurrò, senza più incontrare i suoi occhi. "Ma è stato un sogno. E quando mi sono svegliato, la mia cicatrice faceva già male."

Severus annuì, nonostante fosse certo che il ragazzo stesse mentendo. Bene. Ci sarebbe stato abbastanza tempo per scoprire perché esattamente. "Punizione alle 19, Potter. Per la mancanza di pigiama regolari."

Lo sguardo di costernazione sulla faccia del Moccioso lo accompagnò allegramente fino alla colazione.


SPAZIO AUTRICE

Riferirò i vostri complimenti all'autrice. Non ho tempo di rispondere a tutti così lo farò solo con alcuni che hanno lasciato commenti necessitanti di risposta. Intanto ringrazio tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 
JDS: Grazie della recensione. Se ti piacciono tanto le fic che includono uno sviluppo del rapporto tra Harry e Sev allora potresti provare a leggere le mie. Sono due. Una è One-shot, e l'altra sta per essere completata. Mancano un capitolo o due. Questo è il link del mio account ---> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=20080
tesar: La tua è una domanda interessante. Credo che sia per entrambi i motivi. E' cresciuto in una famiglia che lo ha insultato per anni per il suo fisico magrolino (conseguenza della denutrizione). Quindi Harry è degradato mentalmente. E' come se l'autostima non fosse esistente tra le sue caratteristiche. Si vergogna di tutto. Nel capitolo 7 o 8 vi renderete conto della situazione fisica di Harry e capirete completamente perché Harry non poteva permettersi di essere visto nudo. Bè, sì Teddy sarà un po' il Ron della Rowling, ma molto più intelligente. Anche Draco sarà suo amico, ma molto più discretamente, non so se mi spiego.
piccola_puffola: Harry avrà un amico, ma avrà anche qualcosa, o meglio, qualcuno di più importante!ù

Recensite, perché tradurre è dura, e i vostri commenti mi danno la forza di farlo!!! Io lo faccio solo per voi, dato che questa fic me la posso leggere tranquillamente senza tradurla. Lo faccio perché è una storia che merita di essere letta di tutto il mondo, quindi lasciate un milione di recensioni, mi raccomando!

  
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