Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Yoan Seiyryu    25/08/2014    2 recensioni
[Hans/Elsa]
Hans non è il cattivo della storia. Elsa è rinchiusa nelle Prigioni di Arendelle. Anna è ancora dispersa e non ha fatto ritorno. Al Principe delle Isole del Sud spetterà il compito di proteggere Elsa dalla Congiura che si sta attuando contro di lei, almeno finché Anna non ritornerà. Sarà in grado di sciogliere il cuore della Regina delle Nevi?
**
“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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VI 

Quel che siamo 



 






Anna è tornata. Anna è davvero tornata. Ed ora il litigio avuto con Elsa passa in secondo piano, perché finalmente Hans riesce a sentirsi sollevato e quasi libero dalle problematiche che fino a quel momento ha dovuto sostenere. Un inetto. La sua famiglia lo ha sempre creduto tale e forse non a torto. Governare, sovrintendere ad un regno è stancante e difficile, e pensare che lui lo ha fatto solo per poco tempo.
Mettendo da parte la questione dell’avvelenamento e gli innumerevoli pensieri che gli girano per la testa, Hans corre quasi verso la stanza dove è atteso dalla sua futura, giovane, moglie. Nel momento in cui vi entra però lo sguardo non cade su di lei, che si trova seduta sulla poltrona accanto al fuoco, ma su un giovane uomo dalle spalle robuste che le sosta poco vicino. La mano di Hans trema e non serve spiegarsene il motivo, poiché lo percepisce, conosce abbastanza se stesso.
“Hans!” la voce d Anna è squillante, gli giunge alle orecchie quasi con prepotenza. E’ calda, rassicurante e decisamente diversa dal tono autoritario di Elsa, più freddo e distaccato.
“Anna, ero così preoccupato che ti fosse accaduto qualcosa! Sono venuto a cercarti ma” si avvicina varcando la soglia e Anna subito si alza per andargli incontro, impedendogli di continuare. Lo avvolge in un abbraccio carico di speranza recuperata.
“No, no. Sto bene. Non sono riuscita a convincere Elsa a tornare con me e la neve continua a scendere. Sembra che non ci sia un modo per tenere a bada il suo potere” si distacca quasi subito dal suo braccio e questo Hans non può che notarlo “cosa possiamo fare?”.
Hans si inumidisce le labbra. Non vuole metterla a parte della problematica dell’avvelenamento, per non farla preoccupare ma al tempo stesso non riesce a pensare ad una qualche soluzione perché l’inverno si fermi. I suoi fratelli, forse, avrebbero saputo come gestire quella situazione.
“Elsa è l’unica che può fermare tutto questo” risponde quasi a scusarsi di non sapere come altro muoversi.
Eppure lui stesso sa quanto la Regina desideri fuggire ed andare via da Arendelle per ritrovare la libertà che gli ha portato via. Dubbi, Hans non fa che essere contornato da dubbi che non riesce a sciogliere. Credeva che l’arrivo di Anna avrebbe risolto ogni cosa, invece adesso che è lì sente di aver riposto male le sue speranze poiché nemmeno lei sa come agire in un caso così estremo. A quel punto il ragazzo accanto al camino si schiarisce la voce per far ricordare la sua presenza all’interno della stanza. Anna, senza perdere tempo, gli si avvicina immediatamente e con naturalezza gli posa una mano sulla spalla.
“Oh giusto! Quasi dimenticavo” sfodera una delle sue adorabili risate e continua “lui è Kristoff e mi ha aiutata durante il viaggio per raggiungere mia sorella”.
Hans si sente quasi immobilizzato e non riesce a muovere nemmeno un muscolo. Anna non è cambiata dall’ultima volta che l’ha vista, per quanto l’abbia conosciuta durante solo una giornata, poiché conserva anche in una situazione simile il suo ottimismo e i suoi sorrisi caldi, colmi di vita. Forse  è questo che l’ha fatto innamorare di lei, forse è questo che lo spinge a provare una sorta di gelosia verso Kristoff. Gelosia? O invidia. Invidia per non essere stato lui a rimanerle accanto. Un’altra volta Hans è stato mancante.
“E tu devi essere il Principe Hans delle Isole del Sud, il suo vero amore” si fa avanti con un tono piuttosto ironico che non può che arrecare fastidio all’altro.
Hans si costringe ad un breve silenzio meditativo. Perché non è partito lui insieme ad Anna? Perché si è lasciato scavalcare dalle decisioni di lei? Inoltre, il ragazzo, metteva persino in dubbio il legame che si era creato in un giorno di conoscenza. E come non farlo? I suoi fratelli, forse, non lo avrebbero rimproverato per un’avventatezza simile? A lui però non sembrava affatto un’avventatezza.
“Ti ringrazio Kristoff, per aver vegliato su di lei” è costretto ora a riprendere fiato, per non mostrarsi eccessivamente ostile nei suoi confronti.
“Non è stato poi così difficile” sorride appena l’altro, prima di continuare “ad ogni modo, qui c’è un problema molto più importante di convenevoli e presentazioni. Io ed Anna siamo tornati al Palazzo di Ghiaccio, ma Elsa non c’era. Che sia fuggita dal Regno?”.
Ora giunge il momento più difficile, il momento della rivelazione. Hans comprime lo sguardo e si morde l’interno della guancia.
“Elsa è qui” rivela senza mostrare esitazione, tra i loro sguardi perplessi “nelle prigioni”.
Anna sgrana gli occhi di rimando e conduce una mano alle labbra con stupore. Hans si era aspettato tutto, tranne la sua successiva risposta.
“Perché mia sorella si trova nelle prigioni?”
“Non potevo fare altrimenti! Sarebbe fuggita, o peggio. L’unico modo che avevo per proteggerla era quello di tenerla al sicuro, anche da se stessa”.
“Ti occupi di mia sorella in questo modo, trattandola come un pericolo da evitare?” la voce di Anna si carica di rimprovero. Non vuole capire le ragioni di lui, non vuole aprire gli occhi sulla gravità della questione ed Hans rimane impietrito, colto forse in un errore che solo lui crede non essere tale.
Si sente sprofondare in un buio totale. Anna ha risposto in lui una cieca fiducia nell’affidargli le sorti di Arendelle ma sembra non averlo fatto nel modo più appropriato. Ma cosa avrebbe dovuto fare? Rischiare di mettere in pericolo la vita della Regina, lasciarla andare senza prima aver trovato una soluzione alla fine di quell’inverno perenne? Per un attimo Hans immagina di vedere lo sguardo triste di suo padre rivolto nei propri confronti, ogni volta che non portava a termine un compito a lui affidato. Forse Hans è davvero un inetto.
“Anna…” dall’altro capo della stanza, Kristoff la richiama per farla ragionare.
Hans li osserva senza dire più una parola. Il ragazzo appena conosciuto, il compagno di viaggio della sua futura moglie, riesce a convincerla che le azioni di lui sono state fatte per venire incontro ai bisogni della Regina e del Regno stesso. Pare averla convinta del tutto. Perché Hans, invece, non vi è riuscito? Perché non ha dimostrato la propria sicurezza? Ora, si sente di nuovo solo.
 
 

 







Anna è tornata. Anna è tornata e si è scusata con lei per la sua condizione di carcerata all’interno della sua stessa casa. Le ha confessato di aver discusso con Hans per quella scelta così drastica, ma finché le acque non si fossero calmate sarebbe rimasta in cella, per la sua incolumità. Elsa, come al solito, si è dimostrata fredda e poco volenterosa di scambiare altre parole con lei. Non è riuscita a proteggerla da se stessa e questo non può perdonarselo. Evitare ogni tipo di contatto, evitare l’affetto che prova nei suoi confronti è l’unico modo che ha per non trascinarla nel suo stesso baratro. Anna deve essere felice. A lei la felicità le è stata tolta e recuperarla sarà quasi impossibile. Almeno, prima che Anna si ritirasse, le ha comunicato di essere lieta che sia tornata sana e salva.
Adesso si ritrova di nuovo sola nel buio della cella, in quel freddo che lei non riesce a percepire, abituatasi ormai durante tutte quelle notti. Ha ordinato ad Hans di non fare più ritorno da lei poiché causa del suo imprigionamento, ma una parte di sé è in contrato con quella razionalità tanto emergente. Il Principe Hans non ha fatto altro che aiutarla, cercando di capire cosa provasse senza accusarla di nulla. E lei non lo aveva trattato con eccessiva acredine? Probabilmente non lo incontrerà più e l’interruzione delle sue visite giornaliere diventa per lei motivo di malinconia.
Nel mentre che quei pensieri si impossessano di lei, non si aspetta di intravedere la figura di Hans sulla soglia aperta della cella, pronto a varcarla di nuovo, come ogni giorno. Non ha tenuto conto dei suoi ordini e questo, per una volta, non la infastidisce. Lo sguardo di lui però è ben diverso dal solito, più accigliato, più preoccupato.
“Vi avevo detto di non tornare più” interloquisce rapida, tagliente come suo solito.
“E’ l’unico posto dove ora vorrei rimanere, sempre che non vi dispiaccia eccessivamente la mia presenza. In tal caso, andrò via” remissivo, affatto polemico.
Elsa si solleva dal giaciglio e lascia tintinnare le catene legate ai polsi, per poi incrociare le mani, come gesto di difesa. Può forse mandarlo via? Non ne avrebbe alcun motivo.
“Se siete qui è perché avete scoperto qualcosa riguardo al mio potenziale assassino”.
Hans scuote la testa con rammarico.
“Ancora non ne sono venuto a capo”.
Elsa solleva un sopracciglio e inclina lievemente la testa.
“Anna ha fatto ritorno quest’oggi, non dovreste trascorrere con lei questo tempo? L’unico posto dove dovreste trovarvi, è accanto a mia sorella” non si risparmia quel commento forte che probabilmente andrà a bruciare l’orgoglio di lui.
Hans si avvicina e si ferma davanti alla finestra per gettare lo sguardo al di fuori, abbracciando la visione della neve che imperterrita scende da un cielo bianco e colmo di luce.
“Continuate a mettere in dubbio sentimenti che non vi appartengono” sorride all’angolo delle labbra, si ostina a non guardarla e poi riprende “quando ho incontrato Anna, per la prima volta non mi sono sentito solo. E’ difficile trovare qualcuno che sia simile a noi, che capisca cosa hai provato per tutta la vita. Eppure ora…” si ferma, come se avesse deciso di continuare tra sé e sé.
Elsa per un attimo si pente di averlo messo alle strette. Se fosse stato un altro giorno, probabilmente avrebbero riacceso battibecchi lunghi ed infiniti. Adesso invece è del tutto diverso, poiché la sua voce non trasuda più sicurezza, ma malinconia.
“Ora?” gli prega di continuare.
“Ora mi sembra di essere tornato solo. Non l’ho aiutata durante la vostra ricerca e al suo ritorno ho fatto trovare sua sorella chiusa in cella. Non sono riuscito a farle capire le mie motivazioni mentre quel… quel montanaro sembra averla compresa così bene”.
Le sue parole non sono colme di disprezzo, né di odio. Elsa però percepisce quanto questo abbia toccato Hans nel profondo e dunque decide di non porsi all’attacco nei suoi confronti, ma provare per una volta ad ascoltarlo. Solo per una volta.
“Innamorarsi di Anna è estremamente facile. Ha una vitalità contagiosa, un ottimismo tutto suo e una grande fiducia nell’umanità. Avete timore di perderla, dico bene? Lo comprendo”.
Elsa sente il respiro bloccarsi a metà e dunque torna a sedersi, alla ricerca di nuove forze da acquisire. Le razioni di veleno l’hanno indebolita molto ma non abbastanza da lasciarla cadere nell’oblio. Hans non si accorge della sua difficoltà, troppo preso dalle proprie emozioni per guardare oltre se stesso.
“In fondo perché qualcuno dovrebbe innamorarsi dell’ultimo figlio di un piccolo regno, cresciuto solo e considerato un inetto?”.
“Perché qualcuno dovrebbe amare una Regina più simile ad un mostro?”.
Elsa sorride, per la prima volta dopo diverso tempo, lascia distendere le labbra per creare un’espressione che credeva di aver perso nel tempo. Ascoltare Hans, aprire i propri sentimenti a lui, la alleggeriscono. Tenersi dentro ogni cosa non ha procurato altro che sofferenza e tristezza, ma ora crede di poterlo fare.
“Non siate il mostro che tutti temono” ripete Hans come a ricordare ciò che le aveva detto.
“Non siate il principe inetto che tutti credono siate”.
Hans sorride di un sorriso rinnovato, sincero, autentico. Ed Elsa si compiace di quel baluginio di luce sul volto di lui, lieta di avergli donato un piccolo sprazzo di gioia. Sappiamo quel che siamo, ma non quel che potremmo essere [1], suo padre glielo ripeteva sempre quando era una bambina.
“Non appena troverò colui che ha attentato alla vostra vita vi libererò da qui e troveremo un modo per far capire al popolo che siete esattamente la Regina di cui Arendelle ha bisogno”.
Elsa annuisce con gratitudine, riesce a sentire quella forza che di nuovo le scorre dentro e che forse fino ad allora aveva semplicemente tenuto nascosta. Non aveva mai avuto sicurezza in se stessa e si percepiva solo come un pericolo. Ora le parole di Hans le hanno dato coraggio  e sa di poter credere in se stessa, di poter essere davvero ciò che desidera, dimostrando di non essere un mostro.
La conversazione poi si spegne quando Hans viene richiamato dall’esterno e a quel punto Elsa torna di nuovo sola. In realtà, però, in una parte del suo cuore sente di non esserlo più. Deve fermare l’inverno e restituire la felicità ad Arendelle e anche a se stessa.






Note: 

[1] Cit. Shakespeare






NdA: 

SALVE A TUTTI! 
Mi scuso, davvero immensamente, per il ritardo degli aggiornamenti. Purtroppo tra esami e i viaggi estivi non ho avuto modo di continuare a scrivere MA non lascio di certo questa storia incompleta. Anche perché stiamo quasi per volgere alla fine, non mancano molti capitoli, quindi cercherò di non lasciar passare troppo tempo tra un aggiornamento e l'altro. 
Spero che la storia contuini a piacere e ne approfitto per ringraziare sempre chi lascia recensioni e che ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite. 
Prima di lasciarvi, vorrei indicare qui il link alla mia pagina autore su facebook per chi volesse seguire gli aggiornamenti della storia. 

https://www.facebook.com/pages/Hello-Captain-Im-the-Mad-Hatter/694524527306828?fref=ts

Grazie, a presto! 
   
 
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