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Autore: Bolide Everdeen    27/08/2014    4 recensioni
Rose Weasley vive nel Mondo Magico ai giorni nostri.
Iris Mellark vive a Panem, secoli dopo Rose.
Apparentemente, queste due ragazze non avranno mai l'occasione di incontrarsi.
Ma c'è qualcosa più potente del tempo, più potente dello spazio.
Cosa?
Il destino.
E quando il destino tesse una trama, non si potrà mai modificare: si avvererà, anche attraverso delle lettere.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Studiando il piano

Rose

2677

Osservando, ho scoperto che il 2677 non è poi così diverso dal 2021. Ci sono solo più congegni elettronici, che non cambiano neanche la vita in un mondo eccezionale, se si esclude la macchina del tempo. Mi ha deluso, un po'. Ma non ho avuto il tempo di dirlo.

Appena sono arrivata, sono rimasta senza nessuno soltanto per qualche minuto, quando Iris è andata a chiedere l'autorizzazione ai suoi genitori di ospitarmi.

Questa sua mossa mi ha sorpreso. Pensavo fossero già al corrente del mio arrivo. Mi ha sempre dato l'idea di una persona che programma le sue giornate nei minimi dettagli, chiedendo il permesso per tutto. Ma può darsi che ciò che le è successo la sta scombinando, e tanto.

In seguito, mi ha raccontato tutta la storia nei minimi dettagli. Mi ha persino ripetuto quella di sua madre. Si è sfogata con me. Mi stavo anche annoiando, però ho sopportato per tutte quelle stupide lettere che ho scritto su Scorpius.

E poi, siamo arrivate al punto dei cambiamenti. Mi ha spiegato che sua madre è troppo protettiva e non vuole l'aiuto dei suoi figli. Per me ha compiuto la scelta giusta, vuol dire che tiene alla loro salute. Ma per Iris no.

Dice che avrebbe un piano, da definire. Non ne discutiamo, fino al mattino del giorno dopo, quando arriva una persona.

«Ehilà!» saluta con vivacità una ragazza dai capelli neri, appena entrata in camera, senza neanche notarmi, ma guardando la faccia senza sorriso di Iris.«Sempre in depressione, eh?»

Iris le risponde con un «Ciao, Guinnes» lievemente scocciato.

Ed è allora che la ragazza mi nota.«Oh, guarda, ti sei trovata anche un'altra persona con cui mugugnare!» Mi porge la mano e si presenta.«Guinnes Keids Tate, la migliore amica di questa demoralizzata qua. Tu chi sei? Una ragazza pagata da Iris per stare qui?»

Le stringo la mano e devo dire che tutto questo suo dinamismo mi lascia in imbarazzo. Almeno in questa situazione. Credo che sia l'unica qui non contagiata dall'angoscia di Iris.

Iris mi ha raccomandato di presentarmi come una cugina proveniente dal distretto 4, se qualcuno mi chiedesse chi fossi. Anche se non so dove sia il distretto 4. E che cosa sia, in fondo.

Faccio per ribattere, quando Iris m'interrompe:«Guinnes, lei è Rose, la mia corrispondente del passato. Te ne ho parlato.»

«Oh, sì, la poveretta del 2021!» si ricorda lei. Si volta verso di me e continua:«Mi dispiace tanto.»

Nervosamente, Iris la incita:«Vogliamo cominciare?»

«Oh, certo. Ma non mi daresti fastidio se portassi qui Hugo.»

Hugo. Il fratello di Iris. Le ho raccontato che anche mio fratello si chiama così e lei ne è rimasta sorpresa, forse non troppo, ma un po' sì.«Strana coincidenza» ha detto, dopo aver elaborato la notizia.

«Ok.» Iris si alza lentamente e si dirige verso un'altra stanza.

Rimaniamo solo io e Guinnes.

«Allora, come ve la passate nel 2021?» domanda la ragazza, seduta di fronte a me.

«Abbastanza bene. Com'è vivere nel futuro, invece?» rispondo, curiosa.

«Bah, normale. Si sopravvive facilmente. Be', la madre di Iris non molto, in questo momento. Ma se lei non fosse esistita, probabilmente starei prendendo a padellate qualcuno negli Hunger Games» spiega lei.

Non mi sembra una persona di cui ci si può fidare. Però, se è la migliore amica di Iris, ci sarà un motivo.

«E ti sarebbe piaciuto?» continuo la conversazione.

Lei mi guarda, con un sopracciglio alzato, come per chiedermi di ripetere.

«Intendo... ti sarebbe piaciuto prendere a padellate qualcuno negli Hunger Games?»

«Certamente. Anche se non ho bisogno di Capitol City per fare del male alla gente.»

Sorride maliziosa. No, non mi fido di lei. Potrebbe sostenere anche la causa opposta alla nostra, ma non ce lo dimostrerebbe.

Iris entra nella stanza, portandosi dietro Hugo, che cerca di sorridere, anche se non ci riesce.

«Perfetto. Ora che è arrivato anche il moccioso, facciamo il punto della situazione» inizia Guinnes. «Allora, come tutti sapete, la qui presente Iris Mellark è una capocciona che non vuole che si torca un capello a chi vuole bene, anche se difendendo quella persona ci si potrebbe fare qualche bella feritina. Katniss Mellark, la madre di Iris, è in pericolo di vita perché ha liberato una nazione, ma c'è qualcuno che la odia ancora e si prenderà una vendetta al diciotto di notte. Ma tutta questa preoccupazione per gli altri Iris l'ha presa dalla madre, che infatti la spedirà a calci nel sedere a casa mia la sera dell'attacco. Ci siamo?»

Certo che lei ha uno strano metodo di raccontare le cose. Dispregiativo, anche senza un motivo preciso. Ma se Iris, l'argomento principale, non obbietta, non lo farò neanche io.

Annuisco, attenta.

«OK. Sapendo che tanto la Mellark junior non si arrenderà manco morta, c'è bisogno di formulare un piano. Partiamo da questa situazione: noi quattro, il 18 agosto 2021, la sera, a casa mia» spiega Guinnes.«Cosa potremmo fare?» continua, anche se tutti noi sappiamo già la risposta.

«Scappare. Raggiungere casa di Iris e entrarvi in segreto» ipotizzo io con la più semplice delle idee.

«Esattamente. Ma c'è un problema: mia madre obbligherà tutti quanti a fare un bel noiosissimo gioco di società perché “dobbiamo passare del tempo tutti insieme!”» continua Guinnes, probabilmente canzonando sua madre.«Bah. Roba da chiodi. Comunque, potremmo rifiutarci completamente di farlo e... prenderla a padellate.»

A questo punto, mi strizza un occhio.

E capisco quanto può essere spaventoso averla come avversaria.

 

Iris

2677

«Ovviamente, scherzo» dice in tono serio Guinnes. A volte, penso che sia troppo pesante e non la capisco. Ma è l'ultima delle mie preoccupazioni.

L'arrivo di Rose ha migliorato la situazione. Mi sono sfogata su di lei e mi sono resa conto di quanto sia magnifico parlare di qualcuno dei propri problemi, di quando ti sollevi. Chi ci poteva essere, altrimenti? Mamma. Ma lei era già troppo occupata per ascoltarmi. E anche mio padre. Hugo. No, penso che non mi darebbe mai confidenza. Starebbe lì fermo, ma ignorerebbe le mie parole. Parlerei con me stessa.

Guinnes? M'interromperebbe ogni tre secondi per fare battute che, di certo, non riuscirebbero a risollevarmi.

«Quindi... dobbiamo scappare di nascosto da tua madre? Potrebbe accorgersi che non ci siamo, chiamare la polizia...» puntualizza Rose. Giusto, anche se quella cosa chiamata “polizia” non esiste o non so cosa sia.

Sto per chiederglielo, ma, come al solito, ci pensa Guinnes:«Siamo obbligate. E comunque non può chiamare la polizia, visto che non ho mai sentito una parola del genere. Magari può farlo con i Pacificatori.»

Rose sembra non capire. Allora spiego:«I Pacificatori sono le persone che si occupano di mantenere l'ordine.»

A quel punto, tutto si chiarisce:«Ah, come la polizia.»

Annuisco. Evidentemente, sono gli antenati dei Pacificatori. Che strano nome.

«Oppure... potremmo dimenticare qualcosa. Il pigiama, per esempio» teorizza Hugo, riportando il punto sulle cose veramente importanti.. A volte mi sento invidiosa dei suoi ottimi piani, ma questa volta l'accetto senza neanche rimproverarmi per non essere stata più astuta. Ormai, non m'importa tanto.

«Complimenti per l'idea, Hugo! A me piace. Semplice. Anche se dovrò cercare di convincere mia madre di farci andare a letto dopo le nove, per mettere in pratica il piano» puntualizza Guinnes, storcendo la bocca.«Io la promuovo. Iris? Sei sempre fra noi? Che ne pensi?»

Ed allora mi rendo conto di non aver aperto bocca dall'inizio della “riunione”, almeno non per quel che veramente serve. «Va bene» promuovo l'idea, senza troppe parole, pensando a dove possa nascondere il pigiama.«Ma dovremmo procurarci delle armi. Puoi sequestrare qualche coltello dalla cucina, Guinnes?»

A quel punto, la mia amica inizia a sbellicarsi dalle risate. Rose guarda prima lei confusa, poi lancia uno sguardo interrogativo a me.«Sono le sue reazioni normali» rispondo, a voce bassa.

«Se posso sequestrare qualche coltello! Figurati se mia madre ancora me li fa toccare! Fosse per lei, mi terrebbe ancora nella culla!» urla Guinnes, ancora in preda alle risate.

«Allora entreremo dalla porta sul retro» decido. «Silenziosamente. Dà proprio sulla cucina, quindi potremo subito rifornirci di armi.»

«Ma dobbiamo necessariamente utilizzarle?» domanda Rose. La sua faccia è fra il perplesso e lo spaventato.«Potremmo ferire qualcuno!»

«Già, e quel qualcuno potrebbe ferire noi. Quale delle due opzioni preferisci?» ribatte Guinnes, con un insopportabile tono saccente.

Rose risponde, a voce bassa:«Avete ragione. Ma io lo prenderò solo per sicurezza, non voglio fare del male a nessuno.»

«Va bene, santarellina, va bene» è la risposta di Guinnes.

A volte la mia migliore amica mi irrita, le volte in cui si arrabbia per nulla. In cui grida per nulla. In cui ti prende in giro per nulla. In cui pensa di essere migliore di te... sempre per nulla.

Guardo fuori dalla finestra. Adesso è vera estate, si sente, purtroppo. Fra il pericolo, il caldo e Guinnes sto impazzendo.

E si vede, anche con un colpo d'occhio. La gente che passeggia con magliette senza maniche, che si passa una mano sulla fronte spesso.

Tranne una persona, che conquista la mia attenzione. Indossa un completo bianco, giacca compresa. Non un centimetro di lui è trasandato o fuori posto, compito forse reso più semplice dalla mancanza di capelli. Si aggira intorno alla casa, annotando osservazioni sul suo taccuino di pelle.

Il mio sangue si raggela per un attimo, poi continua a scorrere.

Perché l'ho riconosciuto, forse per la bassa statura, forse per il sorriso innaturale.

È il capitolino dai capelli verdi.

 

Spazio autrice di Guinnes

Ehi!

Vi annuncio che la cara, schifosissima Bolide Everdeen si vergogna troppo a gestire lo spazio autrice (dopotutto non sa scrivere decentemente neanche il capitolo, figurati questo) e quindi tocca a me.

Dopotutto, ha rifiutato di fare un POV tutto mio. Che stronza. Quindi mi lascia solo questa cacata.

Come al solito, si scusa perché il capitolo è orribile, c'è voluto tanto per aggiornare... L'aveva pronto da due giorni, questo pezzo di idiota. Due giorni. Dopo essere stata ore a fangirleggiare su Hunger Games e a guardare il nuoto. Poi ha pure spaccato gli occhialini, così, mentre sta su EFP, arriva la sua mamma e le dice:«Non stai guardando le offerte degli occhialini» con un tono da Voldermort.

Comunque, potete lasciare quante recensioni negative vi pare a questa roba (che non si può chiamare neanche storia). Potete criticare Iris, Rose, Katniss, Hugo e chiunque vi pare, ma non me. La padella è già pronta.

Guinnes! Ti prego!
OK, scusa, Bolide. Potete criticare anche me.

Al prima possibile (a Bolide conviene),

Guinnes

  
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