QUEL POMERIGGIO DI
UN GIORNO DA CANI
Un magico giorno dell’anno precedente…
“Peter, brutto b***, vieni qui!” Urlò James Potter uscendo dalla
sua camera con solo indosso un asciugamano legato intorno alla vita.
Un piccolo e innocente topo stava tranquillamente portando in giro un pesante pezzo
di stoffa a righe azzurre: i boxer dell’interessato. Peter, questo il nome del
tenero animaletto, era rimasto a corto di Galeoni quindi aveva pensato di
vendere le mutande dell’amico: sapeva che c’erano persone che avrebbero fatto
carte false per averle.
Sfortunatamente per lui nella sala comune non c’era nessuno che
potesse aiutarlo, salvo una palla di erba secca che rotolava instancabilmente
da una parte all’altra della stanza,magicamente trascinata con alcune foglie da
una lieve brezza.
Un urlo si insinuò nelle dolci parole che Potter stava sussurrando
al suo amico, tra le quali, “Topo di fogna” e “Ratto puzzone” erano le più
ripetibili.
Su una poltrona stava la nostra comunissima eroina il qual rossore
per l’agitazione che le imporporava le guance avrebbe fatto innamorare di lei,
al primo sguardo, anche la palla di erba secca e le foglie che infatti le si
avvinghiarono addosso.
James si immobilizz:, vedere la sua
amata Lily, su una sedia, con rami e foglie tra i capelli, incazzata nera, gli
faceva battere forte il cuore; era una visione così bucolica! Riuscì a
recuperare i suoi boxer e a nasconderli alla vista della casta fanciulla, ma il
topastro imperversava comunque nella stanza e sembrava non ci fosse nessuno,
odiato Potter a parte, che potesse salvarla.
“Lily, la bacchetta!” Urlò.
La ragazza esitò. “Ma devi essere proprio tu a salvarmi?”, chiese.
Sapeva che, come nei migliori libri, la fanciulla si innamora sempre del suo
prode salvatore... il pericolo dalla quale veniva tratta in salvo era ininfluente,
drago, topo o strega cattiva che fossero.
“Vedi altre persone nei paraggi?”
Lily sbuffò e gli lanciò la bacchetta con la quale James si
divertì un mondo ad infliggere pesanti torture all’infida bestia che gli aveva
rubato la biancheria, poi, dopo essersi divertito, con un incantesimo lo lanciò
verso la ragazza, che però pensò fosse un attacco del topaccio.
Peter stava volando verso Lily con le zampe e le fauci spalancate,
terrorizzato, ma questo lei non poteva saperlo. Appena prima che la raggiungesse,
James lo fece Evanescere con un altro incantesimo e raggiunse la sua
principessa, aiutandola a scendere dalla seggiola sopra la quale si era
rifugiata.
Lei lo abbracciò, posando le sua mano sulla nuda schiena del
cavaliere, lui le passò una mano tra i capelli dorati(?), mai gesto sembrò così
naturale; i rovi che aveva in testa germogliarono a nuova vita e la palla di
erba secca se ne andò, sconfitta.
Infine si staccarono e lei ammirò il suo corpo perfetto, quei
pettorali così… così… quella tartaruga scolpita così bene.
“James… perché hai una tartaruga in pietra attaccata allo stomaco?”
“Oh, questa…” la prese e la scagliò lontano, “Nulla…”
“Grazie, per avermi salvato da quell’orrendo topo verde.”
“Verde?” Chiese il ragazzo, sorpreso e Lily annuì. James si
spettinò i capelli, imbarazzato, si era dimenticato che Peter soffriva il mal
d’aria.”
A proposito… Peter! Doveva farlo ricomparire prima di cena.
“Felice di averti salvata, dolcezza.”
Lily, ritornata in sé, lo salutò con freddezza, ma in realtà il
suo cuore si stava sciogliendo. Lei amava James Potter ed era pronta a gridarlo
al mondo… beh, non proprio pronta… diciamo consapevole.
L’unica a cui riuscì a confidarlo fu la povera tartaruga di pietra che James
aveva sugli addominali e che adeguatamente rimpicciolita divenne un perfetto
ciondolo per la sua catenina nuova, regalatale dai genitori.
Ma facciamo sparire la nuvoletta di vapore e torniamo lentamente
alla realtà...
James Potter e Severus Piton stavano
scendendo contemporaneamente le scale, uno attaccato al corrimano destro,
l’altro al sinistro; i loro sguardi che si incrociavano a metà esatta della
distanza che c’era tra di loro emettendo scintille rosso-verdi.
Piton raggiunse Lily al portone di ingresso
la quale, a sua volta, si era persa in lontananza nei cristallini e freschi
occhi di James, il quale con quegli stessi occhi, dalla rabbia, stava lavando i
capelli di Mocciosus.
La ragazza, ritornata in sé, seguì il suo
cavaliere nero alla volta di Hogsmeade, mentre Sirius, Peter e Remus avevano raggiunto
James.
“Qui, fratello, urge un piano!” Disse Sirius.
“Idee?” Chiese l’interessato. Tutti fecero i
vaghi: chi perché non aveva capito nulla (Peter), chi perché aveva già ideato
il piano del topo (Remus) e chi perché si era
sprecato con l’idea (Sirius).
Sconsolato, James si avviò verso Hosmeade seguito dagli altri tre.
Arrivati nel piccolo immenso paesino si
misero a vagare senza meta, passando da un negozio all’altro ed evitando i
Maghi Oscuri che imperversavano nella cittadina.
“Hey voi” una voce roca, proveniente da un vicolo
poco distante, li chiamò. Non appena i quattro ebbero girato l’angolo una
figura incappucciata si parò loro davanti spalancando il mantello: per poco non
svennero data l’orrenda visione.
“Ancora? Ma basta!” urlò Sirius
tra l’indignato e lo scocciato.
“Sempre la solita storia.” Bofonchiò Peter.
“Io non sarei ben accetto.” Rispose Lupin.
“E io… beh… sarei sprecato.” Concluse James.
Lo spettacolo che gli si era presentato consisteva in un uomo con una tutina
nera tutta attillata alla quale erano appesi decine e decine di volantini.
Il ragazzi ripresero il loro cammino. “Certo che il ministero le inventa tutte
per cercare nuovi impiegati.”
“Ci credo, quelli che avevano sono tutti sotto Imperius,
controllati da zio Vo.”
La loro conversazione fu interrotta da James
che si era paralizzato in mezzo alla strada, con due fiamme al posto degli
occhi, verde in volto e con una coda da drago che spuntava da sotto il
mantello.
Anche in questi panni era comunque figo! Cosa che non
sfuggì alle ADP che lo fotografarono immediatamente per il loro album dei
ricordi.
Quello che aveva cambiato qualcosa nel
ragazzo era stata la visione di Lily scortata da Piton: non il solito Piton.
Era sorridente, allegro, solare… come Ruf ad una festa hawaiana. E Lily si stava divertendo!
Questa era la cosa peggiore.
“Oggi mi sento in forma!” Esordì Sirius, “Ho un piano!”
Ma il suo amico non lo ascoltava era di ghiaccio. Sirius
si nascose in un vicolo e ne riuscì sottoforma di cane; zompa che ti zompa
arrivò da Lily che lo prese subito in simpatia e iniziò a fargli le coccole.
James si riscosse improvvisamente, quella era
la sua occasione!
Lupin e Peter si sedettero su una panchina a godersi lo spettacolo.
“Paddy! Vieni qui!”
Lo chiamò e il cane ubbidì.
“Oh James, è tuo questo cucciolotto
adorabile?” Chiese Lily, mentre Piton inceneriva con uno sguardo cane e ragazzo
rivale.
“Non proprio, è un randagio al quale porto
qualcosa da mangiare quando veniamo ad Hogsmeade.”
Nel dire questa parole sfoderò tutta la sua più sublime normalità: gli occhi
brillavano, ma non come diamanti; i suoi capelli erano mediamente spettinati e
il suo modo di fare, così… così… maturo! Una visione estatica. Lily aveva la
stessa espressione di Mercoledì Addams dopo aver
visto tutti i cartoni della Disney.
“Proseguiamo?” Tentò Piton.
“Dai Sev, aspetta!” Non poteva resisterle quando lo
chiamava Sev
quindi acconsentì e per fare bella figura cerco di accarezzare l’infida
bestiola che però gli ringhiò contro.
“Non ti piacciono gli animali?” Chiese Lily.
“Io adoroooo gli
animali” si affrettò a rispondere Piton. “È a lui che non piaccio!”
“Sciocchino, è che tu hai paura, guarda!” Lily riprese ad accarezzarlo e il
cane Sirius si buttò a terra a pancia all’aria e come
la ragazza gli fece un grattino vicino alla spalla iniziò a scuotere la zampa
posteriore, felice.
“Dai bello, è ora di continuare la
passeggiata.” James interruppe l’idillio di Sirius.
“Beh, buon proseguimento.” Prese la mano di Lily e la baciò.
La ragazza si perse a guardare James che si
allontanava giocando con il cane che gli faceva un sacco di feste,
allontanandosi verso il tramonto.
“Sai Lily...” iniziò Piton, “Credo sia
arrivato il momento di rivelarti i miei veri sentimenti. È da quando ci siamo
conosciuti, che eravamo teneri infati, da quando ti
proteggevo dalle vessazioni e dalle umiliazioni di tua sorella che provo dei
forti sentimenti nei tuoi confronti. Ricordo ancora quando seppi che eri una
strega e che saresti venuta ad Hogwarts mi riempì il cuore di gioia. Non
smetterei mai di guardare i tuoi occhi, i tuoi meraviglio si occhi. Insomma
Lily, tutto questo per diti che… che io… LILY!” Urlò, vedendo che la ragazza
era persa a guardare l’orizzonte.
“Oh, scusa Sev, mi
stavi dicendo qualcosa?”
Il sangue nelle vene di Piton divenne
gelatina e lui rimase immobile.
“Io devo dirti una cosa, Severus!”
“Dimmi” Lui le prese le mani e la
circolazione ritornò più fluida che mai.
“Sai, è difficile da ammettere… da dire, ma…”
“Sì…”
“Mi sono innamorata di James Potter!”
E una voragine si aprì sotto i piedi di Piton, inghiottendolo completamente e
richiudendosi sopra di lui.
Ritornati al castello i quattro trovarono una
folla abbaiante di ADP e CDS (Non si sa mai, anche a Sirius
potevano piacere i cani); con mosse da veri esperti le schivarono, riuscendo a
raggiungere il dormitorio.
“Ottima mossa amico mio! Ottima mossa!” Disse
James assestando una pacca sulla spalla di Sirius.
“Ve la siete cavata proprio bene!” Si
complimentò Remus.
“Credo che Sirius
si sia meritato una ricompensa,” propose Peter.
“Tutto quello che vuoi!” Asserì James.
Sirius si trasformò in cane e si mise a pancia all’aria.
“Non ci credo, vuole le coccole…”
Grazie alle persone che hanno recensito!