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Autore: heliodor    27/08/2014    1 recensioni
Due Regni
Due Re
Due Eredi
Un Solo Destino
Ewan è un giovane principe destinato a diventare, un giorno, sovrano di Avalon. Lyra è solo una pastorella, sognatrice e ribelle. Insieme dovranno affrontare il viaggio più difficile della loro vita per impedire che una sanguinosa guerra distrugga per sempre i loro sogni.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Andrev si ferma davanti alle sbarre e lancia un sonoro fischio.
Ewan, accovacciato vicino alla parete opposta, solleva la testa di scatto e impallidisce. ― Tu? Ma come hai fatto a...
Lyra appare un attimo dopo. ― Ho portato un amico, visto?
Ewan si aggrappa alle sbarre. ― Ti avevo detto di andartene.
― Lo so.
― Ma non l'hai fatto.
― No.
― Neanche dopo quello che ti ho detto.
Lyra sorride. ― Niente più bugie. Me l'avevi promesso. Ma ti perdono lo stesso.
Lui scuote la testa. ― Sei completamente pazza.
― Come lo facciamo uscire di qui?
Andrev si guarda in giro. ― Non vedo la chiave, quindi dovremo essere... creativi. Aspettatemi qui ― dice un attimo prima di correre via.
Lyra avvicina il viso alle sbarre. ― Non ti preoccupare. Ti faremo uscire.
― Mi sentirei più tranquillo sapendoti al sicuro.
― Ma io sono al sicuro.
Qualcuno tossicchia alle spalle di Lyra. La ragazza si volta di scatto un attimo prima che la mano ossuta di Vortiger le afferri la spalla costringendola a piegarsi sulle ginocchia.
― No ― grida Ewan tentando di afferrarlo.
Vortiger trascina via Lyra che tenta di liberarsi dalla morsa. ― Aveva ragione il tuo fidanzato ― ringhia. ― Dovevi andartene quando ne avevi l'opportunità. Ma sei rimasta. Gran brutta scelta.
― Andrev ― grida Ewan. ― Aiutaci.
Lyra cerca di sollevarsi, ma Vortiger la schiaccia contro il pavimento. ― Non sprecare fiato giovane principe. Il tuo amico a quest'ora ha altro a cui pensare.
Vortiger apre la cella a fianco di quella di Ewan e vi spinge dentro la ragazza.
Lyra sbatte contro il muro opposto, si volta e si lancia verso le sbarre, ma le raggiunge un attimo dopo che Vortiger ha girato la chiave nella serratura.
― Due uccellini in gabbia ― dice Vortiger facendo sparire la chiave in una tasca interna del vestito. ― Sono proprio ansioso di sentirvi cantare.
Quattro soldati armati di spada sopraggiungono di corsa.
― Lo avete preso? ― chiede Vortiger.
― È sparito in un passaggio. Non siamo riusciti a trovarlo.
― Siete degli incompetenti, ma non ha importanza. Due di voi monteranno di guardia alle celle. Se sarà così stupido da tornare, voi saprete cosa fare. Gli altri due con me.
Vortiger si avvicina alla cella di Ewan. ― E ora, caro principe, preparatevi per il gran finale. Tra poco il vincitore della battaglia sarà qui per reclamare il castello. E noi lo accoglieremo come si deve.
***
Philip, Leonida, Valek e Jolane avanzano al galoppo lungo la pianura polverosa. Dietro di loro cinquecento cavalieri con gli stendardi del Leone e dell'Unicorno faticano a tenere il passo. La polvere alzata è così densa da oscurare il sole che sta sorgendo dietro le montagne.
― È incredibile che quella ragazza... Lyra ― dice Leonida rivolto a Philip. ― Sia arrivata proprio al mio castello. E in compagnia del tuo ragazzo, poi.
― È il destino ― risponde il re di Avalon. ― O solo una coincidenza.
― Forse doveva solo accadere qualcosa ― dice Jolane. ― Un evento qualsiasi. Ed è successo questo.
Leonida serra il pugno che stringe la collana di Mirande. ― Vortiger ― ringhia. ― Quel maledetto me la pagherà. Per anni mi ha avvelenato l'anima con le sue menzogne. È arrivato a ordinare il rapimento di tuo figlio. Io non l'avrei mai fatto. Devi credermi.
― Lo so ― dice Philip mesto. ― Anche io, in un certo senso, sono stato vittima delle sue menzogne. Per anni mi ha fatto credere di essere l'unico responsabile della morte di Mirande.
― Tu non hai alcuna colpa. Hai fatto quello che ritenevi giusto. Io stesso avrei agito in quel modo, al tuo posto ― dice Leonida con sguardo fiero. ― Ora ristabiliremo la giustizia.
Jolane sorride e si volta verso Valek, che ricambia. La donna torna subito seria. Il mercenario abbassa gli occhi deluso.
***
Angus è in piedi, lo sguardo fisso sulle leve e gli ingranaggi.
Vortiger, in piedi accanto a lui, gli da un buffetto dietro la nuca. ― Hai capito o devo ripetere?
Angus si massaggia la testa. ― Credo di aver afferrato il concetto, padrone.
Vortiger gli rivolge un'occhiataccia. ― Sentiamo allora.
Angus indica le sette campanelle sospese sopra ognuna delle leve. Il filo che le sostiene sparisce nel muro della sala. ― Quando suona la campanella devo azionare la leva corrispondente.
Vortiger annuisce. ― E solo quella. Chiaro?
― Sì padrone.
― Esegui i mie ordini e tutto andrà bene. Posso fidarmi di te, verme?
Angus annuisce.
Vortiger si volta ed esce dalla sala scortato da due soldati. ― Il principe è già in posizione? ― domanda rivolto a uno dei due.
― Come da voi ordinato.
― Andiamo a goderci lo spettacolo.
***
In vista del castello, Philip e Leonida alzano le braccia. Dietro di loro la corsa dei cavalieri rallenta fino ad arrestarsi a un centinaio di passi di distanza dalle mura.
Jolane guarda verso l'entrata. La grata è abbassata e non ci sono soldati di guardia. Anche le torri e le mura sono sgombre.
― Sembra deserto ― borbotta Valek.
Philip e Leonida avanzano fianco a fianco fino alla passerella che scavalca il fossato.
― Voi nel castello ― grida Leonida. ― Aprite. È il vostro re che ve lo ordina.
― Benvenuti ― esclama una voce proveniente dall'alto.
Jolane, Valek e i due re sollevano la testa di scatto. In cima a una delle torri, si intravedono due figure umane.
Una, quella di Vortiger, saluta col braccio alzato. L'altra, quello di Ewan, è legata a un palo con le mani dietro la schiena.
― Vortiger ― ringhia Leonida. ― Che storia è questa?
― Vedo che alla fine vi siete riconciliati ― grida l'uomo in cima alla torre. ― È un vero peccato, perché vuol dire che uno di voi dovrà essere eliminato. Due re non possono sedere sullo stesso trono, giusto?
Philip sgrana gli occhi. ― Ewan! ― esclama. ― Quello è mio figlio.
I cavalieri puntano le balestre verso la torre.
― Fermi ― grida Leonida col braccio alzato. ― Mettetele via. È un ordine.
I soldati di Lyonesse ubbidiscono, quelli di Avalon guardano Philip.
― Fate come vi dice. Rischiate di colpire il principe da quella distanza. ― Guarda in alto, gli occhi socchiusi. ― Vortiger. Che hai intenzione di fare? Lascia andare mio figlio.
Vortiger ride. ― Lo farò ― dice dopo essersi calmato. ― Ma solo dopo che uno di voi sarà stato eliminato. Perciò io vi ordino di battervi fino alla morte. Adesso.
Philip estrae la spada e la getta ai piedi di Leonida. ― Alla fine uno di noi due dovrà davvero morire oggi ― dice rivolto al re di Lyonesse.
***
Philip allarga le braccia offrendo il petto all'altro. ― Vorrei che fosti tu a...
Leonida estrae la spada e la butta via. ― Non lo farò. ― Si gira verso il castello. ― Vortiger ― urla. ― Non hai più alcun potere su di me. Lascia andare il principe e tutti quelli che si trovano nel castello.
Vortiger si lecca le labbra. ― E cosa mi offri in cambio?
― La mia vita.
― La tua offerta mi tenta ― risponde il maggiordomo stringendo le corde che legano Ewan.
Il ragazzo geme e stringe i denti.
― Ma la tua vita non vale così tanto ― continua Vortiger. ― Forse il principe vuole dire qualcosa. Avanti ragazzo, fai sentire la tua voce.
― Papà ― grida Ewan.
Philip guarda in alto con espressione sgomenta. ― Resisti. Verrò a salvarti.
― Mi dispiace ― grida il principe. ― Per tutte le bugie e per quella volta che ti ho detto che non eri un buon padre.
― Ewan ― sussurra Philip.
― Non venire qui ― continua il ragazzo. ― Non so cos'abbia in mente, ma è pericoloso.
Vortiger gli copre la bocca con uno straccio. ― Basta così. Il mio cuore è straziato ― grida rivolgendosi ai due uomini in basso. ― Che dimostrazione di vero amore. Sono davvero sorpreso. Credevo che sarebbe stato più facile e invece sarò costretto a ricorrere alle maniere forti. ― Guarda in basso, dove una serie di corde collegate ad altrettante leve spariscono in un foro nel pavimento.
Vortiger pizzica una delle corde.
***
Il trillo della campanella riscuote Angus. L'uomo afferra la leva collegata alla campanella e la tira a sé. Gli ingranaggi si mettono in moto con uno stridio e un clangore assordanti.
Angus si copre le orecchie.
***
Enormi blocchi di pietra si staccano dalle mura e precipitano verso il fossato. Al loro posto rimane un incavo che viene riempito da una balestra. Un meccanismo automatico azionato da leve e ingranaggi carica un dardo sull'arma.
In breve una fila di cinquanta balestre è puntata verso i soldati radunati davanti al castello.
― Questa storia non mi piace. ― Valek afferra Jolane per il braccio e la tira via.
― Cosa?
Una alla volta le balestre scoccano il proprio dardo producendo un rumore sordo. Le frecce viaggiano veloci verso i soldati, che hanno appena il tempo di gettarsi pancia a terra o nel fossato.
Valek si butta su Jolane coprendola col suo corpo. Un dardo gli trafigge la gamba all'altezza del polpaccio, passandolo da parte a parte. ― Ah.
Jolane si volta di scatto. ― Ti ha colpito?
― Non è niente ― risponde lui stringendo i denti.
La donna osserva la ferita preoccupata. ― È grave.
― Aiutami a rialzarmi.
Valek si guarda attorno. I soldati sono in fuga, per terra o intrappolati nel fossato. Philip e Leonida corrono verso di loro.
― Che cosa ha fatto al mio castello? ― domanda il sovrano di Lyonesse atterrito.
Valek zoppica verso di loro sostenuto da Jolane. ― Direi che in questi anni si è dato parecchio da fare.
― Ora si spiegano tutte quei restauri alle mura ― dice la donna.
Leonida allarga le braccia. ― Non ne sapevo niente. Era Vortiger a gestire tutto.
― Ci ha colti di sorpresa. ― Philip alza la spada sopra la spalla. ― Radunate tutti i cavalieri rimasti. Aiutate i feriti ― grida.
Dalle mura giungono rumori di pietre che precipitano e ingranaggi che girano.
Jolane guarda verso la torre e sgrana gli occhi. ― Non è ancora finita.
***
Vortiger guarda in basso e sorride. ― Piaciuta la prima lezione? ― chiede rivolto a Ewan.
Il principe mugola qualcosa di incomprensibile.
― Sì, certo. La seconda lezione, quasi me ne dimenticavo. ― Vortiger pizzica una delle corde con il pollice e il medio.
Nelle camminate che collegano le torri del castello si aprono una decina di botole larghe abbastanza da accogliere una decina di uomini. Un assordante sferragliare di argani e ingranaggi precede la comparsa, da ciascuna botola, di una piattaforma. Sopra di essa una catapulta con il braccio già in posizione di lancio e un proiettile posizionato sulla fionda.
― Sorpresa ― esclama Vortiger gioviale. ― Non è fantastico cosa si riesce a fare avendo il tempo, l'ingegno e le risorse di un intero reame?
Ewan lo guarda accigliato.
― Come dici? Vuoi vederle in azione? Come desideri. ― Vortiger pizzica un'altra corda.
Un sistema di ingranaggi e funi tira verso il basso i contrappesi delle catapulte, i bracci si mettono in posizione di lancio. Le corde in tensione vengono rilasciate all'improvviso producendo uno schiocco sordo. I bracci si sollevano lanciando in aria i proiettili.
***
― Al riparo ― grida Leonida.
Il primo masso cade a poca distanza dal fossato sollevando una nuvola di schegge e detriti che si spargono tutto intorno.
I proiettili viaggiano veloci verso i cavalieri che si sparpagliano sulla pianura polverosa. Ogni masso che si abbatte nel terreno spazza via tutto quello che si trova lì attorno.
Philip, la spada ancora nella mano, incita i suoi cavalieri. ― In ordine sparso. Avanziamo.
Leonida è al suo fianco. ― Vuoi attaccare mentre ci piove addosso questa roba?
― Tu hai un'ida migliore?
― No.
Philip ride. ― E allora andiamo.
  
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