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Autore: LadyKo e Brucy    20/09/2008    2 recensioni
Una vita passata a leggere manga. Fratelli gemelli per non dire siamesi, doraemon in libertà, grembiulini rosa, orsi vaganti, teppisti masochisti e oche formato parassita... ma di che manga stiamo parlando?!
L'Italia incontra il Giappone.

Da LadyKokatorimon & Brucy.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore 8

Ore 8.50

Imprecisata via del quartiere Ikebukuro

 

- Alfano-san, lo sa che è veramente incredibile? Questa è la prima volta che mi trovo a dover recuperare un futuro dipendente persosi cercando di raggiungere il discount!- mi annuncia la donna al volante della Panda con cui è venuta a prendermi, e che ha detto di chiamarsi Yuuna Matsu-qualcosa.

- Mi dispiace, stia certa che non succederà più una cosa simile.- mi scuso leggermente in imbarazzo, visto che la situazione è veramente vergognosa, a detta mia.

Cioè ma come si fa, dico io, a perdersi nel quartiere dove ho preso casa da un mese e forse più?

Mi sono fatta indicare la via per telefono. Per sicurezza, poi, mi sono portata anche una mappa visto che in fondo, col mio senso dell'orientamento alla *Ryoga, sarebbe potuto andare qualcosa storto.. e infatti è andato tutto decisamente storto.

Ho imbucato la strada sbagliata, ho superato un semaforo che non avrei dovuto nemmeno incontrare, e quando ho chiesto a un passante dove caspita ero finita quello mi ha detto che mi trovavo dalla parte opposta di dove sarei voluta essere.

Visto che ero in ritardo mostruoso mi sono convinta a rinunciare alla mia dignità per qualche minuto e ho chiamato sul lavoro, chiedendo se magari qualcuno sarebbe potuto venirmi a prendere.

Tra l'altro, quando mi sono trovata davanti la Matsu-qualcosa mi aspettavo di essere sgridata, insultata o altro, e invece mi ha trattato davvero gentilmente, chiedendomi se stessi bene e non mi fosse capitato nulla di male mentre l'aspettavo.

E speriamo di non venire licenziata per questa mia fantastica cazzata.. cioè non ci ho ancora preso lavoro che già mi smarrono così.. cristo tutte a me..

- Ma figurati! Non c'è nulla da doversi scusare! È normale perdersi per una persona che non conosce ancora bene il quartiere, e in fondo è da poco che sei qui no?- si volta a guardarmi, mentre alzo un sopracciglio chiedendomi come faccia a saperlo. - Ah, scusa non ti ho chiesto neanche se va bene se ti do del tu!-

- Mi dia tranquillamente del tu, non c'è problema.-

- A proposito, quando arriveremo verrai presentata a tutti i tuoi colleghi, ma vedrai che andrà tutto bene quindi stai pure tranquilla e non agitarti ok?-

E perché queste raccomandazioni? Merda, era meglio che non mi avesse detto niente.. ora sono più agitata di prima porca troia!

Quando arriviamo vedo che rallenta e con una manovra, che Schumacher  se la potrebbe solo sognare,  parcheggia perfettamente a lato del negozio. Scendiamo dal veicolo e la seguo entrare dalla porta principale, anche se il cartellino dice che è ancora chiuso.

Non c'è nessuno.. dove sono tutti? Mica mi aspettavo un rave-party per celebrare il mio arrivo, ma non trovare neanche uno straccio di persona è decisamente deprimente..

- BENVENUTA!!!- sento poi gridare alle mie spalle, e quando mi giro quasi rimango a bocca aperta per lo sconvolto.

Davanti a me ci sono precisamente sei persone, di cui tre ragazze vestite con una divisa che ricordo di aver visto da qualche parte in un manga, un uomo vestito con un costume da mucca, e un signore striminzito con un bastone e dei baffi alla messicana.

Oh cazzo..

- Hugh..- mi sento scappare questo gemito, ma sembra che nessuno ci abbia fatto caso visto che il vecchio coi baffi si fa avanti sempre sorridendo, fino a raggiungermi e porgermi la mano.

- Piacere di conoscerti, Alfano-san. Posso darti del tu?- chiede, mentre io annuisco col capo visto che non riesco a dire nemmeno una parola da quanto sono scioccata. - Bene, ti do il benvenuto in questo piccolo discount. Siamo lieti di conoscerti e speriamo che anche tu sarai lieta di fare la nostra conoscenza.- finisce poi, arricciandosi i baffi e spostandosi leggermente per lasciarmi la visuale libera, mentre i restanti del gruppo avanzano di un passo.

- Diamo il via alle presentazioni, dunque.- annuncia la Matsu-qualcosa, mentre i tizi si posizionano in riga, quasi fossero militari. - Partendo da destra abbiamo: Tsubame Kitano, addetta alla cassa; Kon Kikuchi, addetto al reparto carne;  Kukaku Chiba e Shizuka Watanabe, addette alla cassa; Ren Fukasaku, addetto agli scaffali.-

- Piacere di conoscerti, Alfano-san.- s'inchinano all'unisono, mentre dopo qualche secondo imbambolata, realizzo che forse dovrei dire qualcosa anziché restare a guardarli come se davanti a me ci fossero dei pazzoidi scappati da qualche manicomio sconosciuto.

- Piacere di conoscervi, e grazie della vostra accoglienza. Spero che la mia presenza non vi darà alcun fastidio.- m'inchino frettolosamente, e quando mi rialzo li vedo tutti sorridenti e ridacchianti.

- A proposito, io sono diciamo la socia di Goro, e mi occupo delle faccende burocratiche. Se hai qualche problema rivolgiti pure ai tuoi colleghi o vieni direttamente da me che così lo risolviamo subito, ok? Bene, ragazzi è giunto il momento di metterci al lavoro. Per favore, Kukaku, puoi farle vedere dove potersi cambiare? Grazie, buon lavoro a tutti!- conclude battendo le mani un paio di volte, e andandosene con affianco il proprietario mentre i restanti del gruppo si posizionano al proprio posto.

- Vieni, ti faccio vedere lo spogliatoio.- mi sorride la suddetta ragazza, mentre mi prende per il braccio e mi trascina verso una porta, che spalanca con forza, e dove mi spinge leggermente per farmici entrare.

Aspetta un secondo.. cambiare? Ho capito bene?! Perché dovrei cambiarmi??

- Ehm, scusi un secondo ma.. devo cambiarmi o ho sentito male?- chiedo mentre la vedo intenta a cercare dentro uno scatolone quasi più grosso di lei.

- Hai capito bene, invece. Ecco, questa è la divisa che noi ragazze siamo obbligate a mettere. Non è fantastica?- annuncia, mentre mi mostra il vestito che, appunto, ricordo di aver già visto in un manga di cui però mi sfugge il nome. Il vestito comprende un grembiule bianco merlettato, una maglia maniche corte nera a sbuffo e una gonna a falze nera.

Accidenti, ma dove l'ho già vista?

- Devo.. metterla per forza?-

- Non ti piace?- mi chiede con due occhi enormi sbarluccicosi, e sono sicura in questo momento di avere l'espressione da goccia sul capo perché decisamente non mi aspettavo avesse davvero il coraggio di chiedermelo.

- Non è che non mi piace.. è che non credo mi sentirò a mio agio in un vestito simile.-

- Non preoccuparti! Bella come sei puoi permetterti anche d'indossare un sacco dell'immondizia che tanto rimarrai sempre bella!- mi sorride sinistramente, mentre un brivido mi corre su per la schiena.

Evito di chiedermi perché abbia scelto proprio il sacco dell'immondizia per fare l'esempio e, rassegnata al mio destino, mi costringo a indossare quel vestito assurdo e in cui m'incastrerò di certo vista la mia pancia abnorme e mie fianchi super larghi.

Oh cazzo.. non viene giù..

Inizio a sudare freddo quando realizzo di essermi incastrata nel vestito. Le braccia sono riuscita ad infilarle ma adesso la testa non passa.. non sarà che ho invertito le cose, e prima andava infilata, per l'appunto, la testa?

E te pareva..

- Vuoi una mano, cara?- sento dire alle mie spalle, molto vicino le mie spalle, e riconosco la voce di Kukaku o come altro si chiami.

Oh merda.. ma è rimasta tutto il tempo a guardare mentre mi spogliavo? Merdissima, che figura di cacca..

- Ehm, sì in effetti la gradirei.- dico, sentendomi senza altra via d'uscita, e in pochi secondi lei riesce a liberarmi dall'intruglio in cui mi ero cacciata e adesso che mi posso finalmente guardare noto che non mi sta proprio male..

A parte quei tre o cinque quintali di grasso un po’ qui un po’ là, ma per il resto sembro minimamente decente..

- Ma come ti sta bene! Fantastica! Stai benissimo cara! Sembri perfetta per indossare vestiti del genere, oh che invidia! Magari mi stesse bene come a te!- dice senza neanche prendere fiato, mentre la osservo come se fosse impazzita visto che ritengo tutto ciò che sta dicendo completamente inverosimile.

No ma dico.. è magra, è bella, è bionda, ha gli occhi azzurri, e in più sembra avere una personalità molto aperta e pronta al confronto.. positiva insomma.. e mi viene a dire che si sente invidiosa? Di me?? Ma non scherziamo avanti!

- Sarà il caso di andare, le ho fatto perdere già troppo tempo.-

- Oh, suvvia, dammi del tu! Chiamami pure per nome, e se non ti spiace vorrei farlo anche io con te!- mi fa l'occhiolino e un altro brivido freddo mi percorre la schiena.

Perché ho la netta sensazione che ci sia qualcosa di strano.. di sbagliato in lei?

Mentre passiamo davanti al reparto carne vedo il macellaio, non ricordo il nome, affilare dei coltelli con ancora addosso il costume da mucca che gli ho visto quando poco prima si sono presentati tutti.

- Elettra-chan?- mi chiama, resasi conto che mi sono fermata e fermatasi di conseguenza anche lei.

- Lui.. ehm.. ma lui non si cambia?- indico col capo il suddetto travestito, mentre sentendosi osservato lui alza lo sguardo su di noi e ci saluta muovendo in aria un coltello che sembra quasi più grosso del mio braccio.

- Oh no, quella è la sua divisa. Devi sapere che sul suo curriculum ha precisamente scritto che come divisa da lavoro lui è deciso a indossare quel costume, se necessario indossare una divisa ovviamente. Per questo suo vizio ha perso molti lavori, ma il capo, quando ha letto quella postilla, è partito in quarta e ha accettato con spirito l'idea. In fondo, non è carino con quel musetto da mucca e quella campanella attaccata al collo?- finisce di raccontare, poggiandosi una mano sulla guancia a mo di adorazione, mentre istintivamente io faccio un passo indietro.. quasi sentendomi minacciata da qualcosa.

C'è qualcosa di profondamente sbagliato in tutto questo, ma non capisco cosa..

- A proposito, dai pure del tu a tutti e Kon chiamalo pure KK. Soprannome riferito alle iniziali del suo nome e del suo cognome.. non è una cosa davvero dolce?- aggiunge, riprendendo la sua posizione da adorazione mentre sento la sensazione di pericolo aumentare a dismisura.

KK.. sì credo che questo riuscirò facilmente a ricordarlo.. chissà se lo ha scelto anche perché ha un bel suono pronunciato in inglese.. non male come idea..

Quando il negozio viene finalmente aperto i clienti iniziano ad arrivare un dopo l'altro, anche se non in misura esagerata. Ovviamente un piccolo supersconto all'angolo di una via non avrà poi così tanti clienti.. però se il capo si può permettere di prendere addirittura sette impiegati, inclusa me, gli affari non andranno poi così male.

- Oh, ma lei deve essere una nuova impiegata vero?- sento dire all'improvviso alle mie spalle, mentre sono intenta ad aggiungere prodotti negli scaffali del reparto detersivi.

- Ehm, sì. Piacere di conoscerla.- mi costringo a sorridere come mio solito, mentre faccio un mezzo inchino e ritorno al lavoro, sperando che mi lasci stare e se ne vada.

Speranza vana.

- Ho sentito bene? State dicendo che l'hanno appena presa? Che cosa meravigliosa! E sembra davvero una persona così gentile. Mi raccomando, ce la metta tutta eh!- s'intromette una signora poco più avanti, che era intenta a scegliere quale dentifricio comprare, e che adesso sembra invece attratta dalla sottoscritta.

Gentile? Io? Ma sono malate per caso?

- E sembra anche molto riservata. Dica, signorina, ha preso impiego qui definitivamente o part-time?- si aggiunge alla discussione un vecchietto che stava guardando la carta igienica.

Ma che cazzo frega a te?!

- Ehm..-

- Suvvia, signori, non stiate troppo addosso a questa povera ragazza! L'abbiamo appena assunta, e se la riempite di attenzioni finisce che si licenzia in tronco!- sento dire dalla Matsu-qualcosa, che ci raggiunge e mi mette una mano sulla spalla, a mo di protezione.

E detto questo i signori chiedono scusa e si dileguano, anche se vedo che ogni tanto si girano a guardarmi sorridendo e salutarmi con una mano.

Ecco che torna la goccia sul capo.. o devo dire il nuvolone?

- Grazie.- ringrazio, anche se non capisco come possa essere successo tutto questo. Sì, insomma, da quando i clienti fanno tutte queste moine ai nuovi impiegati?

- Figurati, e se succede di nuovo dì pure di non poter oziare e che devi continuare a lavorare. Non che dia fastidio la cosa, però non mi sembrava carino come ti avevano circondato.- mi fa l'occhiolino prima di girarsi e raggiungere le casse, forse per controllare l'andamento.

Mentre sono intenta a passare davanti al reparto carne, di nuovo, sento qualcuno osservarmi insistentemente e quando mi volto becco KK che mi fissa intensamente.. molto intensamente..

- Bisogno di qualcosa?-

- Oh, quanto sei gentile. Comunque no, niente per adesso.-

Sbaglio o quel "per adesso" lo ha detto con tono quasi soddisfatto?

E mentre sono ancora impalata a guardarlo vedo che mi saluta con una mano e ritorna ad affettare la carne con sguardo famelico.. divertito.. sognante..

Sbarro gli occhi poi quando mi accorgo che la coda finta da mucca si sta muovendo.. si muove come quella di un gatto quando è felice..

Mi giro spiazzata a guardare la ragazza che mi ha aiutato a vestirmi, Kukaku o come caspita si chiami, quasi come se lei rappresentasse l'unica ancora di salvezza, ma appena la scorgo noto che.. il seno destro è completamente spostato verso il centro.. cioè sembra che abbia una tetta al centro del petto.. e quando si abbassa una calza, che a quanto pare sembra darle fastidio, riesco a intravedere della peluria molto folta..

Oh cazzo..

 

Ore 10 e 48

Interno dell’Università imperiale di Tokyo

 

-Allora allora.. corso di “Storia della letteratura giapponese”, tenuto dalla Professoressa Yuriko Maekawa.. aula.. che cacchio ho scritto qua?-

Il mio camminare, di solito, non è soltanto camminare. Sono specializzata nel leggere, scrivere messaggi col cellulare, respirare, contrarre i muscoli e addirittura guardare dove sto andando in ben poche frazioni di secondo… che sono addirittura le stesse per tutte le azioni sopra citate. Ma qui c’è il rischio di provocare un effetto domino su corpi innocenti mettendo soltanto un piede in modo sbagliato. Non ci terrei, davvero.

Ma non ho la benché minima idea di dove sto andando, e tutti quelli a cui l’ho chiesto mi hanno guardata come una specie di grossa cacca spalmata sul pavimento, e sono andati avanti per la loro strada senza troppi scrupoli di coscienza. Davvero grazie tante.

Questo posto non è immenso. Di più. E gli studenti non sono così tanti che si potrebbe pensare di essere nel luogo in cui un multimiliardario sta gettando le proprie sostanze alla folla per seguire l’illuminazione del divino Buddha. Di più.

Qui si distribuisce cultura, conoscenza, l’assennatezza degli esseri umani del futuro Giappone, patria del migliore stile fumettistico del mondo… ed il che mi mette anche più ansia di quanta già non ne avrei normalmente.

Faccio per girare l’angolo e finalmente la porta dell’aula giusta mi si para davanti sotto un fascio di luce divino, dato che il suo ritrovamento non può dirsi che miracoloso.

Vorrei fermarmi da un lato della “carreggiata” prima che l’ennesima ondata di studenti esagitati mi rompa una gamba, ma vado a sbattere addosso a qualcuno prima di poter realizzare l’intento.. sarebbe dovuto succedere prima o poi.

Alzo la testa per scusarmi, ma gli occhi che mi ritrovo davanti sembrano molto più interessati di quanto quelli di una sconosciuta dovrebbero essere. Una ragazza con capelli a caschetto, tinti sporadicamente di rosa, mi fissa fin troppo insistentemente.

-Ci conosciamo?- le chiedo, anche se la risposta è più che scontata.

-E tu quindi saresti l’Italiana?- Non pensavo di essere già famosa!

-Il più delle volte cerco di dimenticarmelo ma si, quella è la mia nazionalità.. perché?-

Non risponde subito alla mia domanda, e sì appoggia al muro mentre la folla ci passa a lato come un autotreno pronto a travolgere qualunque cosa si ritrovi davanti al suo passaggio, e mi sorride in modo obliquo.

-Se ti stai chiedendo se sei famosa sì, sei famosa.. ma non per i motivi che pensi tu-

-Non stavo pensando proprio a nessun motivo per cui dovrei essere famosa- cerco di sembrare indifferente.. ma devo dire che l’idea di essere famosa non mi dispiace affatto! Magari, forse, una flebile speranza di avere successo dopo anni e anni di triste anonimato.. insomma.. essere l’idolo degli uomini non sarebbe poi tanto male.

-Che cavolo sarebbe quel sorrisetto?-

-Sorrisetto? Non capisco proprio di cosa tu stia parlando amica mia!-

Con un'espressione scettica piega una gamba sul ginocchio dell’altra, addossando tutto il fianco al muro in una di quelle posizioni da servizio fotografico.  L’ “amica mia” non deve esserle andato molto a genio. Si riavvia un ciuffo di capelli un po’ neri un po’ rosa shocking, come preparandosi ad un lungo discorso, ma poi continua soltanto a guardarmi.

-Non so te ma io avrei lezione, ti spiacerebbe arrivare al punto?-

-Nabe sensei ha dato l’incarico di farti da guida ad Ikku Sumeragi..-

-Vedo che sei informata..-

-Ed Ikki si è aggregato a voi senza alcuna ragione apparente-

-Non avrà avuto nient’altro da fare- butto a caso. Lei mi spara addosso un chilo di saliva, poi attacca a ridere in un modo tanto odioso che le sputerei in bocca, se solo avessi una mira migliore di quella che ho.

-Che c’è da ridere?-

-Non vorrei darti vane speranze di essere anche minimamente considerata, ma raramente Ikki Sumeragi non sa che fare. Di solito lo sa sempre molto bene-

-Non capisco- si esprime come se nascondesse un grosso segreto che io non so, e la cosa m’irrita parecchio. Con quella sua faccia da cazzo, poi, il risultato è ancora peggiore.

-Non importa che tu capisca..- dice, alzandosi, con le braccia conserte -… ma voglio darti soltanto un avvertimento. Non ti serve sapere come mi chiamo, né chi sono…-

-..Come se me ne importasse qualche cosa-

Un vena, stranamente le comincia a pulsare sulla tempia –Ma t’assicuro che prima o poi, dolente o nolente, il mio nome giungerà alle tue orecchie. Ed allora non potrai non interessartene, siinne certa-

-Mi trema la punta dei peli, guarda. Non ho ancora ben capito che diavolo vuoi da me, né tanto meno quale pazzo furioso ti ha fatto quei capelli.. ma se mi lasciassi andare a lezione te ne sarei davvero ma davvero grata- ma tutti i soggetti più pericolosi devono toccare a me?

Alza le braccia come un criminale acchiappato dal poliziotto, e mi lascia un varco verso la porta dell’aula da cui passare. Io le faccio un inchino sarcastico e sto attenta ad eventuali sgambetti, ma riesco a giungere alla mia lezione senza altri danni fisici o psicologici.

Alla cattedra c’è una donna in tailleur nero, forse sui quarant’anni o giù di lì, con lunghi capelli neri che le giungono fino alla vita, legati alle punte da un laccio bianco legato in un fiocchetto. È abbastanza bella, mi ricorda una di quelle sacerdotesse scintoiste che si vedono spesso nei manga, padrone di grandi poteri magici e spirituali. La cosa m’ispira parecchio, perciò mi diventa già simpatica senza neanche parlarci.

-Noguchi san, qual buon vento la porta alla mia lezione?- ma sta parlando a me?

Mi guardo intorno senza capire, dato che si sta rivolgendo dalla mia parte, ma l’unica altra persona che trovo nel mio raggio di azione è Miss faccia da cazzo, che sembra avermi seguita silenziosamente.

-Che diavolo ci fai qui?- le chiedo voltandomi verso di lei, ma lei non degna di un minimo di attenzione né me né la professoressa che le ha rivolto una parola, e rispondendo con breve inchino di cortesia va a sedersi sugli spalti. La prof guarda la scena digrignando un attimo i denti, poi si rivolge a me. Ma perché il mondo un momento mi sorride un momento mi fa la faccia da cazzo?

-Lei deve essere la studentessa Italiana..- annuisco.

Oh, questa sì che è la dimostrazione dell’ospitalità giapponese!

-Molto piacere, Yuriko Maekawa, docente di Storia della letteratura giapponese-

-Vittoria Galieti, piacere di conoscerla- m’inchino anch’io per cortesia, e magari per fare buona impressione ed ingraziarmela. Poi tento di andarmi a sedere, ma Maekawa sensei mi blocca. Ma come diavolo avrà fatto a spostarsi così velocemente se eravamo a forse quindici metri di distanza l’una dall’altra? Non ho il tempo di chiedermelo che i suoi occhi nerissimi m’inchiodano sul posto, e rimango ferma come una statua e aspettando una sua mossa.

-Vittoria san..- comincia.

-Mi… mi.. mi dica-

Estrae un o- fuda, mi pare si chiami così, uno di quei talismani tipo adesivo che si usano per tenere lontani gli spiriti maligni, e me lo attacca addosso. Non credo di aver guardato fissamente una persona con sguardo interrogativo per più tempo di adesso, ma lei non accenna a dare spiegazioni sia al fatto che un presunto talismano scaccia demoni penzoli sulla mia giacca, sia al fatto che stia tenendo due dita della mano destra alzate davanti al mio naso, come in una tecnica ninja.

-Che.. che sta facendo?-

-Devi stare attenta…-

-A che cosa?-

Non risponde subito, e abbassa la testa di scatto. Altrettanto velocemente avvicina il volto al mio, in modo da rischiare di farmi prendere un infarto seduta stante. Non emetto urla, fortunatamente, ma ora il mio fiato è così pesante che le sue sopracciglia fanno la ola sotto lo spostamento d’aria.

-Devi stare attentaaaaa..- ripete, con molta più enfasi.

-Le.. le sarei grata se concludesse il concetto, sensei-

Con mio grande disappunto la professoressa scuote la testa, mi sorride in modo non poco sinistro, e con un inchino che mi sa molto di presa in giro si va a sedere sulla cattedra. Probabilmente la mia testa sta emettendo fumo in questo momento, ma decido di non dannarmi inutilmente. Peccato che, non appena mi volto, mi diventi subito chiaro che non farlo mi sarà comunque impossibile.

Ikki mi saluta sorridente facendomi segno di avvicinarmi da un posto della seconda fila, come dalla cartolina di un novello sposo in viaggio di nozze, e Ikku, da vicino a lui, fa lo stesso, col suo sorriso da buddha illuminato (ma come fa quella specie di fascio di luce divino a non smettere mai di stargli addosso?). E come se non bastasse Miss faccia da cazzo è proprio avvinghiata all’ultimo soggetto nominato, e mi squadra con un vago ghigno di ostentata superiorità che non mi piace affatto. Ci sono altre due ragazze vicino a lei, che da come mi fissano reputo non debbano avere buone intenzioni verso di me.

Andiamo bene.

So che non dovrei, ma ignoro i probabili guai che mi deriveranno da questa scelta, e mi vado a sedere proprio vicino a Ikki, il quale sembra prendere l’avvenimento con immensa gioia.

-Vicchaaaaan! Hai visto? Te l’avevo detto che ci saremmo rivisti!-

-Che ci fate qua voi due? Questa lezione non dovrebbe interessarvi!- noto giustamente.

-Io sono qui perché non ho niente da fare- risponde subito Ikku.. e figurarsi che l’avevo identificato come uno studente modello!

-Io invece sono uno studente di Lettere proprio come te, amore mio-

Ignoro l’appellativo che non gli ho mai dato il permesso d’usare –Ma non eri a Legge tu?-

Il suo ghigno, non so perché, mi mette inquietudine.

-Avevo voglia di cambiare-

Tralascio liberamente di considerare l’eccessiva sollecitudine del cambiamento, e ancor di più il fatto che, tra tante facoltà, tutt’ad un tratto gli sia venuta voglia di frequentare proprio quella che frequento io.

-E tu Rosellina? Non ti facevo una letterata, dalla faccia e dai capelli- non capisce la prima parte della domanda, dato che la dico in italiano, ma sembra aver capito il tono più che bene. Miss Faccia da Cazzo mi scruta per un paio di secondi, come cercando di polverizzarmi una volta per tutte.

-Te l’avevo detto che prima o poi avresti sentito parlare ancora di me-

-Già mi ricordo, sento ancora i brividi addosso-

Non so chi tra noi due appaia più malefica, in questo momento.

-Oh scusate, non vi ho ancora presentate..!- se, come se me ne importasse.

-Vicchan, questa è Sayoko Noguchi, promessa sposa di Ikku…-

-NII CHAN! Non è assolutamente vero!-

Lo ignora completamente –Tanto lo sa anche lui che prima o poi si sposeranno.. i nostri genitori non aspettano altro!-

Mi sussurra all’orecchio, mentre trattengo il moto di dispiacere che mi è partito senza che neanche avessi voce in capitolo. Non vedo come un ragazzo angelico come quello possa stare con una faccia da cazzo come quella.. è inconcepibile!

-Le altre due sono Mamiko Okimoto..- una ragazza, dal tipico stile “Ganguro” che la obbliga ad avere la pelle abbronzantissima (come dice appunto il termine “faccia nera”), che la fa assomigliare al risultato di una diarrea -…E Rinako Usui- una bambina di cinque anni si truccherebbe con colori meno sgargianti dei suoi! Sembra una Barbie fabbricata male. Sayoko, Mamiko e Rinako, abbiamo fatto le tre dell’ave Maria? Sembrano le tipiche Gals da motto “Girls power!”. Ecco, giusto se proclamassero quel tipo di motto potrebbero starmi un minimo simpatiche.

Ad ogni modo, entrambe quelle che sembrano le tirapiedi di Sayoko, mi guardano come fossi il loro peggior nemico, ed il che non m’incoraggia ad essere lieta della loro presenza.

-Vedo che Maekawa sensei ha già provveduto a valutare la tua aura- nota Ikki.

-Ti riferisci al fuda?-

-Dovevo aspettarmi che fossi informata..- che ha da sbellicarsi così? -.. sai che molto probabilmente hai addosso un demone o qualcosa di simile?-

-Ne avevo una vaga idea- magari il demone sei proprio tu, avrei voluto rispondere.

-Maekawa sensei è una sacerdotessa scintoista, e vive in un tempio. Si dice abbia notevoli poteri spirituali e che sia in grado di vedere gli spettri e scacciarli- s’intromette Ikku, liberandosi miracolosamente dalla presa mortale di Sayoko. I miei occhi probabilmente hanno cominciato a luccicare.

-Ho sempre voluto essere una Miko!- esclamo come una bambina obesa a cui si è parlato del suo piatto preferito.

-Peccato..- interviene Ikki.

-Peccato cosa?-

 La sua faccia assume quell’espressione inquietante che gli ho visto l’ultima volta, quando parlava con suo fratello e io non capivo neanche una parola di quello che dicevano, ed il problema non era affatto la lingua. Questo qui sta tramando qualcosa alle mie spalle.

-Le Miko di solito sono vergini-

Lo sapevo, ma detto di lui, non so perché, mi fa rimanere di ghiaccio.

Solo in questo momento noto che la professoressa si è avvicinata a noi, e che mi sta fissando con la sua espressione enigmatica e che ho idea di non essere in grado di comprendere in ogni caso. Si avvicina al mio orecchio.

-Ti avevo detto di stare attenta alle tentazioni.. Vittoria san-

Evito di appuntarle il fatto che non me l’aveva detto, anche perché dubito di aver riacquistato la capacità di produrre suoni ascoltabili o anche solo comprensibili.

Rimango solo a guardarla mentre inizia a dire qualcosa sull’era Meiji che non arriva alle mie orecchie, e promettendo a me stessa di sedermi il più lontano possibile da loro… la prossima volta.

 

Ore 19.03

Imprecisato appartamento nel quartiere Ikebukuro

 

Una vita.. mi è rimasta solo una vita.. devo farcela.. devo assolutamente farcela..

C'è in ballo tutto.. non posso assolutamente arrendermi.. devo trovare il coraggio, il potere di farcela.. devo assolutamente vivere..

Che la forza sia con me! FORZA E ONORE!!

Destra, sinistra, in mezzo, in alto al centro, in mezzo, a destra..

- Muoviti porca troia! Dai che.. no, no aspetta! Aspetta cazzo!!-

- GAME OVER- annuncia la voce programmata del gioco a cui sto giocando da un'ora e mezza, e da cui non mi sono staccata un secondo.. in effetti dovrei anche andare al cesso ma è troppo ipnotizzante cacchio..

- MA TI VENISSE QUALCOSA PORCO CANE! POSSIBILE CHE DEVO SEMPRE PERDERE CONTRO UN FOTTUTO ROBOT DI MERDA????-

- Ma sei ancora lì a giocare alle palline colorate?!- sento dire alle mie spalle e, dopo aver fatto un salto che mi ha permesso di andare a salutare tutti i santi e ritornare poi a terra, mi volto leggermente basita a guardare Vittoria percorrere il salotto e raggiungermi frettolosamente, con sguardo che non sembra promettere proprio nulla di buono.. anche perché di solito, quando torniamo dalla spesa, abbiamo sempre l'espressione scazzata, e raramente così ringhiosa come ce l'ha lei in questo momento.. - Spero per te che la cena sia già pronta o mi sa che non potrai più giocare alla play con le braccine spezzate, tu che dici?-

- Ehm.. bentornata eh..- sibilo leggermente, mentre un gocciolone mi cade sul capo e realizzo di essere nei guai visto che mi sono letteralmente dimenticata della cena. E ciò può significare solo una cosa: pericolo imminente.

Sì perché quando si tratta di mangiare, sia io che lei, ed ecco che torna impellente la nostra carissima sintonia, diventiamo assurdamente incontrollabili e fameliche, tanto che potremmo mangiarci a vicenda nelle rare occasioni in cui manchiamo un pasto.. oddio, ora non esageriamo.. io ad esempio credo proprio di non essere molto buona da mangiare, anzi sono certa di essere indigesta quindi oltre a portare avvelenamento verrei anche scaricata subito al cesso..

Che schifo che faccio..

- Ti rendi conto che si tratta solamente di prendere qualcosa dal frigo e metterlo a scongelare nel microonde?! Ci riesco pure io, accidenti!-

- Me ne sono dimenticata.. bè dai, lo faccio adesso che tanto quanto vuoi che ci metta a scongelare?- mi alzo sospirando, senza però farmi beccare visto che se lo sapesse mi morderebbe una mano.. come minimo direi.

- HO FAMEEEEEEEEEE!!!!-

- Ho capito, va bene vado!- rinuncio ad ogni via di fuga, e mi dirigo in cucina dove metto a scongelare della pizza senza neanche guardare la scadenza, anche se sarebbe sempre meglio farlo visto che sono certa che in frigo ci possa essere roba scaduta ormai da mesi. - Assomigli sempre di più a *Goku, sai? Formereste una coppia perfetta insieme.-

- Davvero?- sbatte gli occhi estasiata e sbavante, dimenticandosi all'istante del problema "fame", mentre io ghigno sadica visto che ormai conosciamo entrambe i nostri punti deboli e basta parlare di qualche bel maschione animato che dimentichiamo subito tutto, pure chi siamo.

- Certamente! Avete gli stessi gusti in fatto di cibo, e in più siete pozzi senza fondo. Più perfetti di così!-

- Dah..- sbava in venerazione di chissà quale immagine sfornata dalla sua mente malata, cioè volevo dire, dalla sua mente molto aperta.

Dopo una manciata di minuti le pizze sono pronte, anche se ovviamente avrei fatto a meno del pollice bruciacchiato, ma senza indugiare porto i piatti in salotto, svegliando la sis dal suo trance sbrodoloso e dicendole poi di andare a prendere i dvd, mentre io mi occupo delle bibite.

Quando siamo finalmente stravaccate sul divano, e col telecomando a portata di mano, decidiamo di vuotare il sacco e di raccontarci l'andamento della giornata.

- Che intendi per qualcosa di rosa non bene identificato?- la interrompo.

- Non vorrei dilungarmi troppo su di lei, ma un'insignificante parassita di nome Sayoko, il cognome non me lo ricordo, è apparso all'improvviso mentre cercavo di arrivare alla lezione di letteratura giapponese. A proposito, lo sai che la prof è una miko?! Porca trota non ci credevo quando me lo hanno detto! sono andata in brodo di giuggiole!!-

- Fiquo.- approvo col capo, mentre ingurgito un pezzo enorme di pizza, facendo un casino assurdo, e quasi strozzandomici visto che mi è andato il formaggio di traverso.

- Fiquissimo, altroché! Comunque dicevo.. questa deficiente ha i capelli rosa.. e quando mi ha parlato sembrava di stare in un manga.. hai presente quando la protagonista incontra colei che poi avrà il ruolo di sua rivale? Ecco, questo è quello che è successo. Non ho capito un fico secco di quello che diceva, anche perché l'ascoltavo solo per farle un favore.-

- E te pareva.. quindi non sai neanche perché le stai sulle palle?-

- Veramente un'idea me la sono fatta.. ci sono due gemelli, tra l'altro sembrano pure loro usciti da un manga per quanto siano perfetti fisicamente, che mi hanno fatto da guida per la scuola. Anche in questo caso non ho capito molto, ma mi è sembrato stessero tramando qualcosa alle mie spalle quindi forse visto che a lei piace uno dei due..- lascia in sospeso la frase, e non c'è bisogno di continuare perché non ci vuole una mente geniale per capire il seguito.

- Ripeto: e te pareva.. con tutte le persone su cui potevano sfogarsi la noia, proprio te hanno scelto. Forse perché sei nuova.-

- Probabile.. ah poi il prof che avrebbe dovuto farmi da guida, ma che ha scialacquato la cosa ai gemelli, indovina cosa sembra!- mi fa poi, mentre mi verso da bere visto che mi è venuta una sete tremenda e tra l'altro mi sono bruciata la lingua.. ridaglie..

- Non saprei, che cosa?-

- Un kappa!- mi dice con tono soddisfatto ed esultante, quasi avesse scoperto la cura per tutti i mali del mondo, e io faccio a tempo a mettere giù il bicchiere prima di versarmi il contenuto addosso.

- A cosa?-

- A un kappa! Dovresti vederlo, è troppo forte! Tra l'altro pure nano, quindi si potrebbe benissimo nascondere come un vero e rispettoso kappa!- dice con gli occhi accesi di gioia, mentre mi schiaffo una mano sulla faccia cercando di stare calma e di capirci qualcosa.. ah, ma aspetta.. per kappa intende.. ora ricordo perfettamente: quello strano demone della mitologia giapponese, delle dimensioni di un moccioso, a metà tra rana, scimmia e tartaruga a causa del guscio sulla schiena..

- Lieta della tua avvincente scoperta. Svolgerai delle indagini a riguardo o lascerai quel povero nano-kappa che fa il prof al suo destino d'insegnante?-

- Vedremo!- dice, con sempre lo sguardo acceso ora pieno di follia.

Non c'è mai fine al peggio.

- Bè, fammi sapere quando avrai deciso cosa fare.-

- Tu invece? Com'è andata al lavoro? Oggi iniziavi al discount, no?- chiede poi, ripresasi dalla sua piccola pazzia, ritornando a mangiare con gusto e di buona lena.

- Diciamo che sarebbe potuta andare meglio.. diciamo che mi sono persa per strada e mi sono fatta venire a prendere da un dipendente, che poi ho scoperto che fa la vice del capo..- inizio, mentre lei si copre la bocca cercando di non ridermi in faccia, anche se lo so che tra poco lo farà comunque e senza neanche un po’ di riguardo.. del resto lo sto per fare anch'io, in effetti. - Mi hanno fatto un sacco di domande sull'Italia, sul perché fossi venuta qua, su come mi trovassi, se avessi avuto problemi, la famiglia ecc.. Mi hanno davvero tartassato, e ogni volta che avevo un secondo libero ecco che ne spuntava qualcuno di loro con domande assurde e che poi non centravano neanche con la mia nazionalità! Ah e poi mi hanno fatto indossare una divisa assurda.. tutta merletti e pieghe.. di quelle da cameriera.. ma più come bambolina..- continuo mentre la sento ridacchiare in silenzio, con le spalle tremanti e il viso rivolto verso il basso per non evidenziare il suo stato attuale.. anche perché abbiamo la sfortuna di avere delle espressioni facciali veramente abnormi quando ridiamo senza controllo. - Poi c'è anche un travestito sai?-

- Un travestito?- alza un sopracciglio, mentre realizzo che forse ora non mi stia neanche davvero ascoltando, interessata com'è a gustarsi la pizza.. e strozzarcisi anche visto che devo tirarle qualche sberla sulla schiena perché non mi muoia soffocata.

- Sì.. all'inizio mi sembrava completamente normale, voce, viso e tutto il resto. Apparentemente sembrava davvero una ragazza.. ma poi ho notato alcuni dettagli, nel corso della mattinata, che evidenziavano troppo la sua vera natura. Ho capito che porta la parrucca in quanto le si spostavano i capelli come succede a quelli che portano il riportino quando c'è vento.. si muoveva sempre! Poi più volte ho notato che aveva i peli sulle gambe e, anche se solitamente ce li hanno tutti, le donne si depilano sempre e non li lasciano mai così lunghi e in bella vista.-

- Wow.- dice appena, sempre troppo interessata alla pizza ma iniziando ad ascoltare finalmente ciò le che sto dicendo.

- Senti un po’.. ma se tu ti travestissi, ad esempio, da pantera.. riusciresti a muovere la coda come fanno i gatti?-

- Nel senso all'insù?- mi chiede, sembrando finalmente interessata completamente al mio discorso, guardandomi come se fossi impazzita.

In effetti, una domanda simile non è propriamente da considerare tanto normale.

- Sì.-

- Certo che no.. anche se magari esistono costumi con pezzi che si muovono da soli, che ne sai? Comunque perché?-

- Oh no, niente.. dovrò però controllare..-

- Eh?- fa lei, mentre si versa da bere e continua a guardarmi non capendo.

- Ah poi mi stavo dimenticando che..- m'interrompo un secondo, mentre la vedo versarsi da bere, e quando poi si porta il bicchiere alla bocca concludo sadica sapendo cosa succederà tra qualche secondo.  - C'è il macellaio che porta un costume da mucca.-

Quasi non si strozza per lo sconvolto e si sputa tutto il chinotto addosso, non prendendosi neanche la briga di girarsi ed evitare di macchiarsi. Prosegue battendosi il pugno sul petto per riprendere a respirare normalmente e quando si sente pronta per parlare si gira con un'aria completamente sconvolta e si avvicina quasi a un centimetro dal mio naso, sputacchiandomi tutta.

- Hai.. hai detto.. da mucca?- chiede mentre neanche un secondo dopo inizia a ridacchiare, e quando annuisco col capo la vedo scoppiare a ridere a gran voce, per poi venir presa dagli spasmi per il troppo ridere..

Se continua così finirò pure io a gracchiare come lei e la situazione potrebbe sfuggirci decisamente di mano..

Mi schiaffo una mano sulla bocca per impedirmi di ridere anche se già mi sento tremare le spalle, e quando però le vedo le lacrime agli occhi per il troppo ridere capisco che davvero non ce la sta facendo proprio più.

Non guardarla non guardarla non guardarla.. ricorda che se inizi a ridere pure tu non la smetti più… non guardarla.. e non guardarla ho detto!!

- Oh cazzoooo… una muccaaaaaaaa… nooooooo…..-

- Dai cazzo.. mi sono dovuta nascondere in magazzino per poter ridere liberamente.. se fai così.. mi fai… cazzo!- e finisce come presumevo sarebbe finita, con me che prendo a testate il cuscino del divano, ridendo e gracchiando come un'oca, mentre lei continua a rotolarsi sul pavimento, urlando alla Tarzan cose insensate su carne e vestiti a macchie.

Quando finalmente riusciamo a riprendere il controllo di noi stesse ecco che risentiamo della nostra follia, tenendoci pancia e guance per il dolore.. mi fanno male pure i denti cazzo.

- Cristo.. non ho mai riso così tanto in vita mia.. non respiro più.. oddio..-

- Già.. sto morendo.. mi fa male ovunque.. cazzo..-

- Ma.. dove cacchio.. sei finita.. a lavorare?- chiede poi, ricominciando a singhiozzare, mentre io mi schiaffo ancora una volta una mano sulla bocca imponendomi di non ricominciare a ridere.

Non di nuovo cazzo!

- Non chiedermelo.. e smettila di ridere cazzo!-

- Non ce la faccio.. è più forte di me.. voglio conoscerloooo…- riesce a dire con un filo di voce, prima di riprendere a ridere provocando anche a me l'attacco di risate.

- Oh merda..- sbotto terrorizzata.

- C-Cosa c'è ora?-

- Mi.. mi sto pisciando addossoooooooo!!!!- urlo, prima di alzarmi e scappare in bagno, ciondolando piegata visto che sto ancora ridendo, mentre sono sicura di essermi lasciata alle spalle una Vittoria morta e defunta dalle risate.

Pace all'anima sua.. e sia benedetto ogni cesso del mondo.

 

 

 

 

 

*Ryoga Hibiki: personaggio dell'anime/manga "Ranma ½"

*Son Goku: personaggio dell'anime/manga "Saiyuki - La leggenda del demone dell'Illusione"

 

SPAZIO AUTRICI:

Bene, dato che la Sis è partita io, Lady Kokatorimon, mi ritrovo qua sola soletta a fare le note finali… anche se in realtà uno straccio di internet ogni tanto da là giù ce l’avrebbe pure lei, ma l’altra volta ha tenuto la baracca lei, stavolta lo faccio io XD

Che dire, ho letto X1999 (non so se qualcuna delle lettrici/ lettori abbia mai fatto altrettanto), e mi sono innamorata di Subaru (stile tranvata super iper mega colossale!), e guarda te.. di cognome fa Sumeragi! Non sarà mica il destino che avessi dato lo stesso cognome poco prima a due miei personaggi? U-U

Ma passando a cose serie, vorrei scusarmi per eventuali assurdità riguardo l’università: dato che io sono ancora al liceo non ho bene in testa come funzioni, per esempio credo sia impossibile ottenere un appartamento per sole due persone di cui una non è nemmeno studentessa dell’università. E poi so anche che, a 21 anni, è impossibile parlare un giapponese così elaborato. Daremo naturalmente una spiegazione in merito, ma non so quanto potrà essere convincente. Personalmente a me importa di queste incongruenze, ma l’importante alla fine è divertirsi no?XD

Bene, rispondiamo ai commenti va!

 

Ethlinn: Dici che Ikki è più bello né? XD mah, potremmo anche fare un sondaggio alla fin fine, o forse i nostri sogni di gloria sono troppo esosi U-U Le avances sono la parte più inverosimile della storia, almeno per quanto mi riguarda! XDXD spero che continuerai a seguirci! Owari.

Fofolina: Ikki riscuote consensi! O_O oddio, tutto ciò mi gasa notevolmente *incomincia una danza ben poco seria* ed ora ti ci metti pure con le frasi cult! XD e di casi di soffocamento, col caro vecchio Kuma, in questa fic ce saranno davvero parecchi! Grazie del commento, ha fatto davvero bene ai nostri cuoricini.

Rinoagirl89: Il cero è servito ancora prima che tu lo accendessi! XD comunque sono contenta che il pezzo da “ansia da università” ti sia sembrato verosimile, visto che io l’università so ancora a malapena come è fatta! XD grazie del commento, Lu chan XD

Kimi: Ovvio… chi è che preferirebbe un uomo ad uno zerbino? Voglio dire, è pura e cristallina follia! XD contenta che ti sia piaciuta! Aspettiamo altri tuoi commenti.

Slice: L’abbiamo scritta in due, quindi è più giusto dire che “l’abbiamo scritta bene”.  Grazie del commento anche a te!

 

Arrivederci a tutti e commentate!

  
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