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Autore: Sapientona    28/08/2014    3 recensioni
Solo una raccolta di piccoli momenti Percico. Perlopiù Fluff, credo, perché loro sono troppo teneri.
#1 Mitomagia.
#2 Gelosia.
#3 Inverno, raffreddore e algebra.
#4 I semidei non prendono il covid.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola shot senza pretese. La avevo in mente da un bel po’ di tempo, in realtà: un mio amico inviò una fanart di Percy e Nico – quest’ultimo seduto sulle sue gambe – vicino una scrivania e da lì è scattato tutto! Li adoro! *°* spero che sia lo stesso per voi, a presto!:D
 
Percy odiava l’iinverno: era freddo, le strade quasi inagibili per via della neve, freddo, non poteva uscire con i suoi amici quando gli pareva…ho già detto freddo? Probabilmente lo detestava proprio per quell’ultimo motivo: non poteva andare a mare. L’inverno ed il freddo gli impedivano di unirsi al suo elemento, anche se il mare fosse quanto di più bello al mondo di quel periodo. Nonostante ciò, seduto alla scrivania con un paio di fazzolettini usati ed un esercizio di algebra impossibile da svolgere davanti, si ritrovò a pensare che per via di quel raffreddore quelle fossero le vacanze natalizie peggiori di tutta la sua vita. Tutti i buoni propositi coi quali aveva afferrato carta, penna ed il libro di algebra sfumarono quando i numeri cominciarono a vorticare e volteggiare attorno a lui fuori dalle pagine, quasi volessero prenderlo in giro. Con un ringhio irritato chiuse il libro e volteggiò sulla sedia con le rotelline, per poi starnutire un paio di volte. Quasi gli venne un colpo quando incontrò un paio di occhi color cioccolato che lo fissavano severi e materni allo stesso tempo.
“Se tu mi avessi dato ascolto e ti saresti messo quella dannata sciarpa non staresti così male” lo rimproverò Sally avvicinandosi alla scrivania e posando, nonostante l’ennesima ramanzina, un vassoio con su del latte caldo e dei biscotti blu ancora caldi.
“Giammai!” esclamò con tono scherzoso Percy “guerra alle sciarpe ed i cappelli! Ho vinto la guerra contro Crono, supererò anche questa!”
La madre alzò le sopracciglia “Vogliamo scommettere?”
“Non avresti alcuna possibilità di vincere una guerra contro Sally” fece divertito un certo figlio di Ade, comparso dal nulla, appoggiandosi allo stipite della porta. Quella rise apertamente alla sua battuta, facendo imbronciare il figlio ed andando a dare un buffetto affettuoso alla guancia di Nico. Dopo tanto tempo, quest’ultimo si era abituato alle dimostrazioni d’affetto di Sally – anche se era ancora restio ai contatti fisici con diciamo il resto del mondo, – e si sarebbe detto abbastanza a suo agio anche vicino a Paul. Insomma, per farla breve, non si imbarazzava più in presenza della famiglia di Percy e lui non poteva che esserne contento.

Il figlio di Poseidone, una volta che sua madre se ne fu andata, lo attirò a sé e gli lasciò un bacio caldo sulla guancia.
Il più piccolo dei due si dimenò e lo spinse via “Mi infetterai coi tuoi germi.”
“Stai diventando più maniacale di Persefone e Demetra” un tuono rombò in lontananza, ma lo ignorarono.
“Non osare” borbottò il quattordicenne cacciandosi la giacca da aviatore “quella folle continua a seguirmi dappertutto dicendomi che i cereali mi faranno crescere un po’ di muscoli sulle braccine secche che mi ritrovo – cito testualmente.”
Percy rise beccandosi un’occhiataccia ed una gomitata nelle costole, per poi sospirare “Ecco tornato il mio Nico. Mi sembrava strano vederti così di buon umore, con mia madre.”
Il fidanzato arrossì ed ammise almeno a sé stesso di avere sempre avuto un debole per Sally Jackson ed i suoi modi materni. Scrollò le spalle e si mise seduto sulle gambe del ragazzo, alla scrivania, osservando il foglio bianco. Ci mise un paio di minuti a mettere a fuoco i numeri senza che essi gli facessero venire il capogiro, ma quando ci riuscì prese la matita in mano ed eseguì l’esercizio in poco tempo. Percy rimase a bocca aperta, annaspando per trovare qualcosa da dire, poi domandò con tono speranzoso “Mi faresti anche gli altri?”
Si beccò il libro sul braccio, ma almeno ci aveva provato. Nico gli lanciò un’occhiata ammonitrice, poi, e gli concesse un patto “Potrei insegnarti come si svolgono. Per la dislessia c’è poco da fare, solo tanto allenamento e concentrazione. E buona volontà.”
“Preferirei invece qualcos’altro, piccolo…” sorrise allusivo il figlio di Poseidone, avvicinando le loro labbra ed unendole in una mossa repentina. Le loro bocche si mossero in sincronia, le lingue si accarezzarono e sentirono entrambi delle scosse percorrergli la schiena. Percy sorrise impercettibilmente quando il ragazzo si aggrappò alla sua maglietta con entrambe le mani come se fosse la sua ancora di salvezza in mezzo al mare. “Ti amo” gli sussurrò il più piccolo piano, quasi avesse paura nel farsi sentire. Un morso sul labbro lo fece gemere.
“Dillo ancora” comandò il sedicenne, desideroso di sentire quelle due parole solo per lui. Quando la risposta tardò ad arrivare morse con più urgenza, passando la lingua poi sul punto aggredito “Ti prego.”
“Ti amo” ansimò un po’ più forte Nico, avvicinandosi ancora.
“Ti amo, ti amo, ti amo” sorrise apertamente sotto le sue labbra Percy, staccandosi poi per prendere aria. Nico posò la testa nell’incavo del collo del più grande, con un sorriso soddisfatto in volto.
“Ora ti avrò immischiato i germi” commentò ironicamente il figlio di Poseidone. Si immaginò l’occhiata truce di Nico e quasi rise.
“Chissà, ma questo è sicuramente meglio di una lezione di algebra” asserì il figlio di Ade, per poi illuminarlo con i suoi sorrisi. Forse studiare non portava sempre dei mali, pensò tra sé e sé Percy.
  
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