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Autore: itsloveforlouis    29/08/2014    1 recensioni
“Cos’è l’Impressionismo?” disse ad alta voce scrivendolo alla lavagna, ignorando del tutto ciò che aveva da dire Harry.
“Non ne ho idea, ma ho l’impressione che non andremo d’accordo.” Sbottò il riccio. Tomlinson si girò di scatto.
“Signorino, non sia impertinente.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E SE DICESSI CHE TI AMO?





Louis aveva appena lanciato il tavolino da fumo per terra, rotto in mille pezzi poiché di cristallo.
E ora era seduto per terra, rannicchiato, e piangeva.
Harry non poteva quasi crederci. Iniziò a suonare violentemente il campanello, ma Louis non apriva. Bussò così forte da credere per un attimo di sfondarla, la porta, fino a quando Louis semplicemente aprì.
“Che diavolo? Che è successo?” chiese il riccio avvicinandosi forte al professore.
Louis non disse nulla, aveva solo le lacrime agli occhi ormai rossi.
“Ti prendo un bicchiere d’acqua e mi racconti, va bene?” Louis annuì.
Andando in cucina Harry pensò a quanto Louis potesse essere tenero, assomigliare ad un bambino.
“Harry?” lo chiamò Louis e il riccio arrivò immediatamente con l’acqua. Il più grande si calmò e iniziò a raccontare.
“Ti ricordi quando hai fatto quella battutina sulla mia ipotetica ragazza?” Harry annuì.
“Ecco… Credo tu abbia capito che-”
“Che ho detto qualcosa che non va, cosa succede, Louis?”
“Io ero fidanzato”
“E...?”
“Si chiamava Eleanor”
“Perché parli al passato?”
“Perché è morta in un incidente stradale, e quella mattina me lo hai fatto ricordare, e quando mi torna in mente non riesco più a scacciarlo, mi perseguita” le lacrime iniziarono a scendere sulle guance del più grande che intanto spariva tra le braccia del più piccolo. Improvvisamente Louis alzò la testa e fece qualcosa che neanche lui stesso si aspettava; posò le sue labbra su quelle di Harry, il quale inizialmente rimase fermo, ma poco dopo lo approfondì, anche se rimase una cosa molto dolce.
Quando si staccarono Harry rimase per un secondo immobile, prima di aprire bocca “Ma tu… non sei etero?”
Louis scoppiò a ridere.
“Certo che lo sono.”
 
 
 
Sicuramente il comportamento di Harry e Louis è cambiato notevolmente. Scherzano e ridono insieme, sempre.
Niall ha anche chiesto a Harry se tra i due ci fosse qualcosa, ma Harry ha continuato a dire che sono amici.
 
 
 
Oggi Louis era arrivato in classe allegramente. Forse perché era giovedì, e il giorno dopo essendo il 15 novembre, era festa, le scuole sarebbero state chiuse quindi fino al lunedì seguente.
“Styles in presidenza con me!” urlò il professore con tono minaccioso.
Harry inizialmente non capì e si spaventò, poi Louis gli fece un occhiolino abbozzato e Harry corse letteralmente verso la presidenza.
“Harry, ti va di passare il weekend insieme?”
“Cosa? Me lo chiedi! Certo!”
“Bene! Ti va di andare a York[*]?”
“Ovvio! Quando?”
“Domani mattina, ho già organizzato tutto” sorrise il più grande.
Dopo aver sentito dei rumori fuori dalla presidenza Louis tornò come il professore-cattivo-domani-ti-sospendo.
“Styles che non si ripeta mai più!! Guai a te! Fila in classe!” urlò facendo un occhiolino al suo… ragazzo/amico/nemico?
Harry, prima di uscire, si avvicinò all’orecchio del professore e quasi ridacchiando sussurrò “Un dieci in recitazione al professore”.
 
 
 
 
Il giorno dopo Louis stava aspettando Harry in auto, sotto casa del più piccolo. Stava ascoltando Burn It Down dei Linkin Park, prima che Harry scendesse entusiasta.
A dire il vero, il viaggio fu abbastanza imbarazzante, almeno per Harry. Nessuno dei due proferì parola, ma Louis non sembrava disturbato.
Appena arrivarono invece il clima cambiò subito. Non fecero niente di speciale tutto il giorno, passarono la mattinata a ridere e scherzare per battute senza senso.
“Harry! Senti questa: Una signora va in un negozio di animali e dice ‘avete un gatto che faccia compagnia?’ e il commesso ‘mi dispiace, qui abbiamo solo gatti che fanno miao’ ” e Harry scoppiò a ridere, piegato in due tenendosi la pancia con le mani.
“Lou ma non ha senso!”
“Infatti!” e ricominciarono a ridere. Louis mise una mano intorno alla spalla di Harry mentre quasi si rotolavano per le risate. La gente per strada li guardava male, ma a loro – soprattutto ad Harry – non interessava. Era da tantissimo tempo – o forse non lo aveva mai visto così – che Louis non sembrava così libero da tutti i problemi che aveva sia con il preside che con i suoi ricordi, e finalmente si era lasciato andare, si era tolto la maschera da ragazzo simpatico, ma che infondo soffre, per mostrare ad Harry chi era realmente. E lui non poteva che esserne felice.
Il tempo passò velocemente e fu già ora di cena.
“Haz, c’è una specie di castello là sopra” indicò Louis con la sua piccola mano.
“Quindi?”
“Ti va di andarci? Dicono che ci siano gli spettri, ma io non credo a queste cretinate”
“C-cosa?” Harry balbettò.
“Che hai, Harry? Mica crederai a quei racconti del cazzo!”
“Pft! Certo che no! Solo che il castello è privato, non riusciremo ad entrare”
“Lo credi tu” sorrise il più grande afferrandogli la mano e trascinandolo oltre la collinetta.
C’era un classico castello medioevale, l’unica differenza era che il cancello fosse scavalcabile senza neanche troppe fatiche.
“Scavalca” ordinò Louis.
“No! Sei pazzo!”
“Ohh! Il più grande testa di cazzo di Londra ha paura di scavalcare un cancello?”
“Non dire baggianate.” Affermò Harry provocato da Louis, salendo sul cancello e passando dall’altro lato.
Louis ridacchiò per la facilità di convincere il riccio a fare le cose, seguendolo oltre il cancello.
Era un posto totalmente abbandonato e Louis si sentiva a casa come non mai.
Harry invece sembrava abbastanza a disagio tra le ragnatele e il buio di quel posto tanto tetro.
“D-dove vai, Louis?”
“In bagno!”
“Posso venire con te?” Louis scoppiò a ridere.
“Harry, torno tra cinque minuti” sorrise e lo lasciò nell’atrio.
Harry si sedette a terra e fece di tutto per non pensare agli spiriti e alle legende che giravano riguardo quel castello.
Passò circa mezz’ora e Louis non tornava. Harry iniziò a preoccuparsi, magari era caduto dalle scale. O magari qualcuno…. No, niente, i fantasmi non esistono, ne era assolutamente sicuro.
Trovò Louis nel bagno, a terra, seduto e imbavagliato.
Ma non era Louis, non sembrava lui.
Esitò prima di slegarlo, quando Louis sembrò abbastanza stufo di essere fissato da Harry imbavagliato.
“C-cosa è successo?” chiese il più piccolo mentre scioglieva i nodi.
“Finalmente! Non lo so, è stato qualcuno ma non ho visto chi… Senti, ce ne andiamo?”
“Sì, direi proprio di sì” sospirò Harry e tremava ancora.
Louis non sembrava così tanto scosso, e Harry proprio non si spiegava il motivo.
Insomma, in un castello pieno di leggende vieni legato all’improvviso da non-si-sa-chi e non hai neanche troppa fretta di andartene o non sei un minimo inquietato?
Ma Louis era inquietato, eccome se era inquietato. Solo che non lo dava a vedere.
 
Suonò il telefono del più grande, era un messaggio.
 
Messaggio da: Sconosciuto.
Piaciuto lo scherzetto, Lou? xxx –J

 
J? Quindi era tornato in città. Chissà cosa voleva, chissà cosa avrebbe fatto fin quando non lo avesse ottenuto.






[*] York non è attualmente New York, bensì una cittadina medioevale inglese, non troppo distante da Londra.

 

Eccomi!
Ho riscritto il capitolo per diversi motivi, e come vedete ho cambiato le cose! Chi è J? Lo scoprirete verso la fine della fan fiction.
Piccoli avvisi:
1) Dal primo al cinque settembre avrò cinque esami consecutivi e parte della mia carriera scolastica dipende proprio da loro. Quindi dubito che aggiornerò in settimana, mi dispiace! 
2) Mi dispiace di non aver aggiornato la fan fiction "Lucifer" ma non ho avuto davvero tempo di tradurla, lasciamo passare la prossima settimana e ricomincerò a pubblicare anche quella.
3) Ho un'idea per una One-Shot o Long, idk, sul mondo dei vampiri e se proprio non saranno vampiri ci saranno comunque avvenimenti di tipo sovrannaturale! Speriamo il mio cervello collabori e faccia uscire qualcosa di carino.

Baci, al prossimo capitolo!
   
 
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