Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Black Iris    29/08/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza di Julia non era cambiata. I genitori avevano deciso di lasciarla così come’era fino al suo ritorno, perché erano sicuri che la loro bambina sarebbe tornata.
“illusi” pensò Ilaj.
-muoviamoci-.
Adele era particolarmente abituata a dare ordini, pure quando era un umana. Quella sera aveva ancora la camicia da notte, lunga fino alle ginocchia, di colore viola e a fiori, non aveva né scarpe, né niente, mentre Ilaj era stranamente nella sua forma originale, quella di demone, l’unica cosa che non si immaginava era che una volta ritornati dall’oblio si diventava demoni. Ripensò a quella giovane ragazza che aveva facilmente battuto per poter pestare ancora con i piedi ilo suolo della terra, ma adesso che sapeva quale sarebbe stato il suo destino, se fosse tornata, non avrebbe mai accettato l’offerta che gli fece quel giorno Adele, quando gli chiese di tornare e unirsi a lei e alla sua causa.
“non si può tornare indietro” si disse amaramente.
 
-Svegliatevi, svegliatevi tutti-
Chris eruppe in ogni stanza gridando a squarciagola che bisognava alzarsi.
-Cosa succede figliolo?-
-Papà,- disse, -c’è un esercito di demoni che si avvicina e ce ne sono tre nella città-.
-e tu come lo sai?- chiese al figlio agitato più che mai.
-l’ho percepito- disse, -Il mio sesto senso ha acceso l’allarme un minuto fa, credo che siano vicini-.
Paride fece svegliare e preparare tutti, con armature, armi e tanto di ali. Heather vide Keiran che sfoderava le sue, non erano niente in confronto a quelle di suo padre. Le sue erano più grandi e più folte, molto più resistenti, visto che era nato come guerriero e non come guardiano.
Lei, Belle e Chris rimasero a casa, visto che non avevano ancora i loro poteri, mentre gli altri tre Nephilim potevano partire. Anche a casa di Aidan erano stati avvertiti e adesso si stavano radunando tutti da Paride per inventare un piano d’azione.
Nell’ampio soggiorno si materializzò Elia, nero in volto.
-brutte notizie, ragazzi.. vedo che le sapete già-.
-si, siediti e sistemati, si combatte- disse Paride all’amico.
Chris era seduto sulla sedia e teneva la testa fra le mani.
-cosa succede?- gli chiese Belle.
-non lo so, all’improvviso mi è venuto il mal di testa, credo che i demoni siano molto più vicini di quanti ci aspettiamo-
Dalla porta risuonarono tre rintocchi, una mano leggera, ma decisa aveva bussato alla porta. L’odore del Zolfo stava letteralmente invadendo l’aria. Gli angeli si misero sull’attenti e contrassero i muscoli, come per attaccare al primo movimento sospetto.
Paride si avvicinò lentamente alla porta e poggiò la mano sulla maniglia. L’aprì di scatto. Davanti a lui c’erano tre figure distinte: due donne e un demone allo stadio originale.
-A-a-dele- disse quasi sconvolto.
-con Vivian e Ilaj- aggiunse la donna sorridente e compiaciuta, -né è passato di tempo, vero maritino mio?-
Paride rimase senza parole, come tutti gli angeli lì dentro. Non sapeva come reagire in quella situazione, ma non poteva di certo stare fermo.
-Aidan, hai ricevuto la mia lettera, spero?- chiese all’angelo, che era l’unico che non si era sorpreso.
-si- rispose lui.
Gli angeli si girarono verso Aidan e lo guardarono esterrefatti, l’unico a sembrare deluso era Keiran.
-amico, cos’è questa storia?- chiese con la voce quasi spenta.
Aidan non sapeva cosa rispondere, sapeva che i suoi amici non avrebbero condiviso un’alleanza del genere e sapeva anche che avrebbe dovuto dirglielo prima, forse per prepararli, o forse solo per correttezza.
-io…- so bloccò. Non aveva pensato a cosa dire in quella situazione.
-ci siamo mantenuti in contatto dopo la mia morte- disse Adele, -per il ritorno di Paride- disse accarezzando il braccio al marito. Lui abbassò lo sguardo verso la sua mano e rivide la stessa che stringeva quando passeggiavano insieme. Sapeva anche lui che si sarebbero rivisti, ma non immaginava come si sarebbe sentito il giorno che ciò sarebbe successo e anche se si fosse fatto un’idea, non sarebbe mai stato neanche lontanamente paragonabile a quello che provava in quel momento. Era qualcosa di simile a felicità e tristezza insieme. Era felice perché rivedeva sua moglie, ma triste perché era un demone e ne percepiva il potere oscuro che usciva dai suoi occhi diversissimi da quelli che erano, adesso avevano un non so che di malvagio.
Adele sporse lo sguardo dietro di lui e non poté non riconoscere i tre seduti alla tavola: i suoi figli. Il sorriso a trentadue denti che aveva in volto brillava più che mai, tra le tante cose che aveva in programma prima dell’apocalisse era di rivederli, tutti e sei.
-ciao- disse piano, con una stretta alla gola, -siete cresciuti-. Era una frase scontata, certo, ma cosa poteva dire se non li rivedeva dalla sua scomparsa. Gli angeli continuavano a non proferire parola, ma quella scena gli fece tenerezza e capirono che c’era qualcosa di più dietro.
-qualcuno mi spiega?- chiese Omar interrompendo la scena. Gli altri gli rivolsero uno sguardo tipo “non impari mai a chiudere la bocca?”.
Si erano sistemati bene e Paride spiegò loro tutto la storia per filo e per segno. Parlò loro del fatto che aveva chiesto lui ad Aidan di non perdersi di vista con Adele e che se lui le aveva aiutata fino ad allora era solo per un suo volere e che se avevano qualcosa da ridire potevano esprimersi liberamente, ma tutti tacquero.
-quindi anche la scomparsa di Julia era pianificata?- chiese Chris, seduto vicino alle sorelle minori.
-si- rispose Ilaj, -da prima ancora che tutto questo cominciasse, ma per quello non c’entra tuo padre, sono stato io a volerla nell’oblio-. Disse con tono canzonatorio, come se al Nephilim potesse far piacere.
-penso che abbiamo già perso molto tempo, dobbiamo andare, ormai saranno già arrivati alle mura- disse Paride allo squadrone. Si alzarono e uscirono in fila e organizzati in gruppi da tre; Paride, Aidan e Keiran erano in gruppo insieme.
Prima che i tre Nephilim maggiori uscissero Adele li bloccò sull’entrata.
-siete diventati bellissimi- disse a tutti e sei, gli unici rimasti dentro. Accarezzò la guancia di Kaleb e gli prese la mano, -sei diventato un uomo- aveva praticamene le lacrime agli occhi.
-bambine- disse rivolgendosi a Heather e Belle, -quando tutto questo sarà finito, vi potrò finalmente conoscere-.
Le sorelle la abbracciarono amorevolmente e scoppiarono entrambe in lacrime, non sapevano se felici o di amarezza, per aver incontrato loro madre o per il fatto che fosse un demone, ma sapevano entrambe che non potevano staccarsi da lei.
-smettetela o farete piangere anche me- disse Kevin.
-mi dispiace tanto- disse Adele, -vorrei non essere un demone, vorrei non avervi mai abbandonato-.
-mamma, tu..- disse Kaleb senza riuscire a finire la frase.
-questo non cambia il fatto che sei nostra madre- disse Nicole.
Ci fu un lungo abbraccio di gruppo e i tre Nephilim con i tre demoni lasciarono la casa per andare a combattere. Adele si voltò verso i figli che restavano a casa aspettando il suo ritorno, come faceva a digli che non sapeva se sarebbe tornata. Pur essendo potente, sapeva che Ammon e il suo esercito erano imbattibili. Permise a una lacrima di scenderle giù dalla gote. Una lacrima fredda.
  
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