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Autore: LilyProngs    23/09/2008    4 recensioni
Julien è una diciassettenne un pò chiusa e fuori dal comune. Si ritrova a cambiare città ed andare a vivere in un altro piccolo paesino dove con la sua famiglia a preso un pub. Impaziente di sapere cosa ha in riserbo per lei il futuro si ritrova a cambiare una nuovapagina della sua vita impaziente di sapere se qualcosa possa cambiare...Quali saranno le avventure di questa giovane ragazza?Leggere per scoprirlo!
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si incrocia o no...Questo passato e realtà?

Ed eccovi il nuovo capitolo!
Particolarmente dedicato alla mia Cocca che spero che sia riuscita ad arrivare fino a questo capitolo!XD(un bacione!)
A voi la lettura!

Sogni di una vita precedente...

 

Quando arrivammo a casa di Giada, il mio stomaco era in subbuglio. Non vedevo l'ora di vederlo. Me ne rendevo conto pian piano: più passava il tempo, più il mio sentimento cresceva. Anche se non ci conoscevamo ancora abbastanza. Era passato tanto tempo ormai e lui tra il vasto gruppo del paese era quello con  cui avevo legato di più, anche perché per un po' di tempo era venuto a lavorare in birreria. Però da parte mia c'era sempre un certo imbarazzo, un po' di blocco mentre parlavo. Lui rappresentava il mio mondo e forse, anche di più. E questo a volte mi faceva solo male. Un amore non ricambiato è l'emblema di ogni persona "diversa". E' la condanna che si deve subire quando si appartiene ad una realtà ed un modo diverso di guardare il mondo. Metteteci in mezzo il fatto che lui apparteneva a quel mondo antico che a volte popolava i miei pensieri. L'immagine che forse lui appartenesse al mio destino mi faceva girare la testa. Se in modo positivo o negativo non era importante e non lo sapevo, ma il punto principale era che forse era incastonato tra le perle della mia vita in maniera così profonda da resistere ad ogni millennio del tempo.
 
La casa di Giada era molto bella, grande ed accogliente. Dopo poco sentii il rombo dei motorini e capii che Kevin e Jack erano arrivati. Presero il caffè, io un succo di frutta. Parlammo del più e del meno (Jack si provò la mia kefia), poi iniziammo a scegliere il film. Organizzare una serata di film è davvero un ottima idea, è qualcosa che mi piace moltissimo, ma quando si è già in quattro ci si mette un bel po' prima di trovare quello giusto. C'è chi ha visto questo, chi non ha visto l'altro, a chi piace il genere, a chi no. Quella sera però l'avemmo vinta io e Giada. Jack e Kevin non avevano mai visto "L'attimo fuggente" con Robin Williams. Io trovavo quel film uno dei più bei capolavori del cinema ed assolutamente adatto a me visto che trattava di scrittori, letteratura e teatro. Anche Giada lo adorava - per quanto per motivi diversi dai miei - ma era davvero una buongustaia in fatto di film.
I due gentiluomini si accomodarono sul divano, mentre noi due signorine ci sedemmo a terra con la schiena appoggiata al divano. A volte Jack scherzava con me facendomi degli scherzi ed io ero al settimo cielo. E quando Jack fece la sua pausa sigaretta ci spostammo un po' di posto, io mi misi sul divano accanto a Kevin e Giada si mise sulla poltrona. Quando Jack tornò eravamo vicini e per fortuna la luce era spenta perché io ero rossa come un peperone. Il film ai due non piacque molto (sacrilegio, oserei aggiungere!) e prima che il film finisse Kevin andò via. Rimanemmo solo in tre. In quel momento che c'era più spazio Jack posò scherzosamente le sue gambe sulle mie e mi venne all'improvviso un'idea assolutamente assurda, malsana... eccezionale! Osservai un attimo le distanze fra noi e poi in un momento di follia mi lascia scivolare fino a poggiare la mia testa sul suo petto. Sapevo bene che era una posizione assolutamente non equivoca, ma che comunque lasciava intendere una certa intimità. Ma ormai ero partita e per quanto percepivo l'aria tesa che iniziò ad aleggiare dopo quel gesto, per quel momento non ci volli pensare, ormai la frittata era fatta: tanto valeva godermi il momento fino all'ultimo (tanto ormai il film stava per finire)... era una sensazione così bella, era solo l'illusione di un sogno irrealizzabile e lo sapevo, ma non mi importava. Il mio cuore batteva così forte che temevo potesse sentirlo, il mio volto era in fiamme. Ma pregavo che il film iniziasse a girare più lento così che io potessi godermi quella dolce illusione ancora per un po'.


Owen, dopo cena, si era avviato nella sua stanza e rimase appoggiato al davanzale, affacciato alla finestra a guardare la grande distesa di verde che circondava il grande castello e la luce splendente della luna piena che illuminava le verdeggianti foglie sul paesaggio. Mentre davanti a quella splendida visione si lasciava andare ai suoi pensieri, ad un certo punto vide una figura piccola e nera correre veloce. Non ne era sicuro, ma assomigliava incredibilmente a dama Jocelyn. A quel pensiero si tirò su di scatto, osservando attento dove si stesse dirigendo. Era uscita dalla porticina del ponte levatoio ed immaginava si sarebbe avviata a nord, verso il villaggio, ma invece la giovane deviò la strada, avviandosi veloce verso il bosco.
"Ma cosa...?" disse tra sé, confuso.
Dopo un attimo, la figura della dama di compagnia scomparve tra gli alberi e lui rimase per un attimo a pensare, fissando insistentemente il punto da dove la ragazza era andata via come se quel gesto gli facesse capire il motivo di quella deviazione. Sapeva bene che non era assolutamente affar suo e sapeva altrettanto bene che non era conveniente essere tanto ossessionati da qualcuno... Soprattutto se quel qualcuno era una serva nonché dama di compagna di sua sorella. Ma non ci poteva fare niente, era una sensazione che non riusciva a dominare. Quella giovane lo affascinava in una maniera inspegabile. Era affascinato dai suo gesti, dai suoi sorrisi, dal suo modo di parlare... e dai suoi occhi. Era un'ossessione pura e semplice. Ad un certo punto si alzò e si diresse verso la camera di Gaia. Entrò all'improvviso, senza bussare e quando lo vide a Gaia scappò un urlo.

"Owen, siete matto? Mi avete fatto morire di paura!"
Lui fece un mezzo inchino. "Vi chiedo scusa, Gaia, ma devo sapere una cosa..."
La giovane dama si accigliò: "Ditemi, fratello.."
Lui tacque per un attimo, poi si fece coraggio e parlò: "Vorrei sapere dove... dove si trova dama Jocelyn?".
Gaia rimase muta per un bel po' di tempo, poi riprese a parlare.
"E' andata a trovare sua madre...Lo sapete che non sta molto bene."
Il giovane aggrottò la fronte. "Lo sapete che il villaggio è a nord dal castello..."
Gaia fece una mezza risata: "Certo che lo so, Owen!" esclamò stizzita.
"E allora come mai dama Jocelyn, invece di andare a nord, si è inoltrata nel bosco?"
Ancora una volta Gaia tacque, pensando velocemente una risposta plausibile.
"E' una scorciatoia, passando dal bosco arriva prima a casa."
Owen non sembrava convinto. "Ma non si passa da quella parte..." provò comunque a ribattere.
"Perché, cosa ne sapete voi delle vie per arrivare al villaggio?"
Owen sospirò. "Niente..."
Gaia annuì. "Niente, appunto... e allora cosa vi spinge a ficcare il naso nei fatti della mia dama di compagnia?"
Owen si indignò: "Io non ficco il naso!"
Gaia fece un mezzo sorriso. "Oh, sì che lo fate! Perché?"
Owen sbuffò. "Mi sembrava strano, il bosco è pericoloso... dicono che sia infestato da streghe ed esoteriche creature!"
Gaia fece del suo meglio per non scoppiare a ridere e cercò di tramutare la sua espressione in sorpresa: "Dici davvero? Ma no, sono solo leggende locali! Non ti devi preoccupare per Jocelyn, se la cava sempre benissimo da sola."
Owen annuì. "Va bene... Ora vado a dormire, buona notte sorella" disse, per poi avviarsi fuori dalla stanza.

"Owen..." lo richiamò Gaia, il ragazzo si girò.
"Non mi hai ancora risposto"
Owen sospirò. "Niente sorella, davvero..."
Gaia rise: "Non me la contate giusta... non vi sarete mica invaghito della mia dama di corte?"
Owen arrossì violentemente. "Figuratevi, sorella!"
Gaia sorrise. "Capisco... è alquanto sospetto il vostro rossore, però!"
Owen aprì più volte la bocca per rispondere senza dire niente, dopodichè si congedò.

Quando tornò nella sua stanza, però, non riusciva ad addormentarsi. La risposta della sorella gli pareva alquanto insostenibile. Ed era imbarazzato, molto. Si era lasciato scoprire come un bambino, sua sorella non era una sciocca, anzi a volte lo spaventava la sua perspicacia. Era troppo strano erano sensazioni che non dovevano appartenere ad uno come lui. Si alzò all'improvviso, niente, aveva preso la sua decisione. Si rivestì e si avviò silenziosamente fuori dalle mura del castello. Con passo leggero si avviò alle stanze dei cavalli.
"Damian..." sussurrò, iniziando a mettergli la sella e le redini. "Devi fare molto piano, amico mio.." disse, salendo sul destriero e silenziosamente, senza farsi notare, si avviò fuori dal castello. Passò dal retro e fece tutto il giro, non avrebbe potuto spiegare la sua uscita nel pieno della notte. Quando fu abbastanza distante dal castello iniziò a trottare veloce, inoltrandosi nel bosco. Per fortuna le orme della giovane erano ancora fisse nella terra e le seguì. Andò avanti per molto tempo, tanto che ad un certo punto iniziò a credere di essersi sbagliato, che era stato uno sciocco a montare quella grande storia tra sé. Ma poi qualcosa lo fece ricredere: una musica che non aveva mai sentito sussurrava poco lontano da lui. Si avviò lentamente, seguendo quelle note che sembravano così diverse dalle solite ballate che era abituato a sentire. Sembrava qualcosa di antico, surreale... note carezzevoli che lo incantarono. Andando avanti, senza rendersene conto, si ritrovò davanti ad un grande spiazzo dove la terra per un attimo scendeva a strapiombo. Damian arretrò spaventato; Owen batté piano sul suo dorso, per calmarlo. Il ragazzo alzò lo sguardo e rimase pietrificato da ciò che si stagliava davanti ai suoi occhi.
Un grande falò dominava il centro e un numero svariato di donne vi girava intorno cantando e ballando. Poco più in là un piccolo gruppo di giovani suonavano. Ed al centro, davanti al falò, stava proprio dama Jocelyn che girava sola intorno al fuoco, lentamente, portando le mani al cielo ed intonando poesie alla luna. Owen si bloccò, spaventato. Aveva sentito parlare di quei riti stregoneschi. Intonazioni e musiche in onore di Satana. Come era possibile che la dolce Jocelyn facesse parte di quel gruppo di esoteriche donne? Non poteva crederci, non voleva crederci. Per un attimo fu tentato di scender giù e fermare la cerimonia, e di portare via la giovane dama. Ma la discesa era troppo ripida e sarebbe stato pericoloso. Inoltre, cosa gli avrebbero mai fatto se l'avessero scoperto? L'avrebbero sacrificato al Diavolo? Arretrò e si avviò veloce tornando sui suoi passi... Sperava che sua sorella non sapesse quale terrificante segreto celava la sua dama di compagnia.


Mi alzai all'improvviso, nello stesso momento in cui i titoli di coda iniziavano a scorrere. Jack mi guardò un attimo spaesato, ma per un attimo talmente veloce che credetti di essermelo immaginato. Giada si stiracchiò sbadigliando: "Allora, Jack, ti è piaciuto?"
Lui arricciò il naso. "Non molto... non riesco a capirne il senso."
Io e Giada lo guardammo molto male. "Come fai a non capire il senso? Lascia perdere..." borbottai: nessuno poteva permettersi di insultare quel film.
"Boh, io direi che è meglio avviarsi a casa" iniziò Jack, io annuii. Giada ci accompagnò fuori dalla porta, dopodichè le nostre strade si divisero, prendendo direzioni opposte. "Ah, vieni anche domani?" mi chiese Giada, quando già stavo andando via.
Io mi girai facendo un grande sorriso. "Certo, volentieri!"
Giada sorrise a sua volta "Benissimo, a domani allora!"
Mi avviai verso la birreria, il cuore leggero... l'amicizia tra me e Giada iniziava a piacermi davvero tanto!



Ramoso4ever95: Bè in questo capitolo c'è poco di Julienne/Jack(o almeno in parte!;) però spero davvero ti sia piaciuto!Sei tanto carina e condivido a pieno ciò che dici!Ti ringrazio moltissimo per i complimenti,sei un tesoro!:)

Un saluto
LilyProngs
















  
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