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Autore: Sebs    03/09/2014    4 recensioni
Finnick, il ragazzo più bello di tutta Panem, e Annie, una ragazza impazzita a causa degli Hunger Games.
Di loro sappiamo solo che si amavano, ma non di come tutto è iniziato, o di cosa è successo prima degli Hunger Games.
Questa è la storia di come sono conosciuti, cresciuti e innamorati contro il volere di tutti, gli amanti sventurati del Distretto 4.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Mags
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Annie.
La sera dell'inizio del conto alla rovescia per la Mietitura arriva, e decido di passarla con il gruppo di Cam.
Nessuno di noi ha nominato il nome di Finnick, e nessuno di loro ha fatto domande di alcun tipo.
Indosseremo tutte i vestiti tradizionali come l'anno scorso e tutti gli anni precedenti.
Mamma mi chiama dabbasso e mi avverte che gli altri mi aspettano.
-Annie,- dice, poco prima che apra la porta. -C'è una cosa, che è arrivata oggi, mentre eri a scuola.
Mi indica una scatola a righe azzurre e blu sul piano di lavoro.
-Non è una delle nostre scatole, vero?
Fa di no con la testa. -Aprila.
Faccio come mi dice, e leggo il foglietto prima di guardare il vestito.
"Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Finn"
-Non posso.
-Lo so. Ma tu pensaci, okay? Magari non oggi, ma pensaci. Vi conoscete da così tanto tempo. E così tanto a fondo.
-Non lo riconosco più, in realtà. E sono stanca di essere quella che rimane indietro, o che aspetta e basta.
Esco e chiudo la porta dietro di me.
 
La spiaggia è piena di persone, e i ragazzi che passano la prima estate senza il rischio di essere pescati si ubriacano e si buttano in acqua. Ci danno speranza. Magari tra loro ci saremo anche noi, un giorno.
-Dovremo ballare?- chiedono i ragazzi storcendo il naso.
-Per una volta che siamo pari tra maschi e femmine, avete anche il coraggio di lamentarvi.
-E se ce ne andassimo al largo anche noi? Prendiamo la barca di Cam e abbiamo sistemato.
-Io non vengo, però-, dico. Non sono ancora così brava a nuotare, e per loro "il largo" è dove non si vede più la terra. Mi spaventa.
-Magari ci facciamo solo un giro e poi torniamo.
Sorrido. -A dopo, allora.
La banda inizia a suonare, e io vado a sedermi a riva, lasciando che mi si bagnino i piedi.
Inizio a canticchiare la canzone triste che stanno suonando adesso, con gli occhi chiusi. La notte inizia a mostrare le stelle, e la luna è meravigliosa.
-Ciao. Tu sei Annie vero?
Guardo la ragazza che mi si è seduta vicino e mi chiedo dove l'abbia già vista.
-Se te lo stessi chiedendo, sono Johanna Mason. Sì la codarda, bla bla bla.
-Non dovresti stare al tuo Distretto o a Capitol?
-Sì, solo che ormai chi se ne importa. Comunque, come va la vita, Annie?
Ha un bicchiere, in mano. È pieno di un liquido il cui odore acre si sente anche da dove sono io. -Rum. Il nettare dei pirati.
-Sei stata con Finnick?
-Finnick? Stata, stata? Diamine, no. Non ho mica gli occhi foderati di prosciutto. Il mio... è un altro tipo.
-A quanto pare, io li ho foderati di prosciutto allora.
-Hai quattordici anni, vero?
Annuisco.
-Comunque, ci siamo conosciuti ad una festa. Era completamente andato. Non sai quanti schiaffi ho dovuto dargli. Però, ehi, quando ho vinto io non mi sono alzata dal letto per mesi. Pagavo una affinché mi facesse mangiare, ma questa è un altro discorso. Quello che voglio dire io, è che...
-Sono stanca di sentirmi dire che devo aspettare! Che devo avere pazienza, perché lui è confuso eccetera. Ho sofferto anche io!
-Lo so. Ci ho lasciato un fratello nell'Arena, sai? Dovete darvi forza. Lui sa già come la penso. E ci sta provando davvero, fidati di una pessimista. Siamo onesti.
Rimaniamo in silenzio per un po'. -Mi manca. Mi manca come giocavamo, come voleva insegnarmi a nuotare a tutti i costi, come ci prendevamo in giro, come ogni volta che si strappava qualcosa chiedeva a me di ricucirglielo. Ora ha abbastanza soldi per comprarmi un armadio e uno stilista personale, se volesse.
-Annie, lui è tornato. Stavolta per davvero. Cosa ti costa fidarti di lui?
-Mi costa avere ancora il cuore spezzato, ecco.
-D'accordo. Ma mettiamo il caso che vieni pescata, e Mags ti affida a lui: riusciresti a fidarti, oppure faresti di tutto per non starlo a sentire?
-Sarei costretta a seguire i suoi consigli.
-Bene, perché?
-Perché lui saprebbe cosa fanno gli altri tributi e potrebbe crearci sopra una strategia.
-Esatto. Avrebbe una visione più grande, ed è la stessa che ha lui adesso. Senti, te lo dico chiaramente: non si può spiegare a parole ciò che abbiamo provato, ciò che abbiamo in testa e che peso ci ha lasciato l'Arena. Puoi combatterlo, scontrarti contro di lui, cercare di costruirci qualcosa insieme, oppure lasciarlo andare per sempre. Io ho cercato di convincerlo a riprovarci con te. Ora sta a te decidere. Se hai bisogno di qualcosa, io resto a casa di Mags ancora un po'. Tengo d'occhio quella testa calda.
Si alza, ma prima che vada via, le chiedo se ne vale la pena. -Errare è umano, Annie. Però abbiamo tutti bisogno di una seconda occasione.
Mi sorride, un sorriso un po' tirato. -Vieni da Mags, okay? Non sono solo la tipa che ti vuole spingere tra le braccia di Finnick. Pensaci.
Va via, e io rimango a fissare il tramonto, con la strana sensazione che Finn ci abbia tenute d'occhio dall'Albero tutto il tempo.
  
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