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Autore: Ale78    04/09/2014    5 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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- Beth- Daryl, contrariamente a quello che mi ero aspettata, fece come gli era stato detto, e si prese un po' di riposo. Quello che sconvolse e insospettì Carol, fu la sua arrendevolezza nell'accettare quello che la dottoressa gli impose, anche se in realtà era alle mie regole che stava ubbidendo. O almeno, così voleva farmi credere. La verità - e io lo sapevo bene- era che continuava ad alzarsi nel cuore della notte per andare ad allenarsi, probabilmente per non perdere i riflessi, ma d'altronde era pur sempre Daryl, e non potevo aspettarmi troppi cambiamenti, così in fretta. 36 ore prima di aver parlato con Beth -Daryl- Mi alzavo verso le quattro del mattino ogni giorno. Ormai i turni di guardia della prigione mi erano entrati nelle ossa. Arrivato al campo di tiro, salutavo la guardia al cancello con un cenno, e mi avviavo al numero otto. Ogni tanto vedevo qualche zombi al di là della tripla cancellata che era stata eretta, ma nulla di preoccupante. Questa gente si era data davvero da fare. Era davvero- o almeno così sembrava- un'isola felice. Stando al campo, almeno per un paio d'ore, non pensavo a Beth. Togliermela dalla testa era davvero impossibile, ma almeno se ero impegnato, non ci avrei rimuginato troppo. Ormai conoscevo gli orari di tutti i gruppi. Earl e gli uomini della sua squadra, che staccavano dal turno di notte, arrivavano dopo le cinque, si allenavano per circa un'ora, poi avevano il riposo. Dovevano essere ex militari, poiché notai che si facevano ancora il saluto. Dalle sei e venti, era un avvicendarsi di vari gruppi di persone, per lo più singoli, che volevano restare in allenamento. C'erano poliziotti, impiegati, casalinghe, tutti sopravvissuti e che volevano restare tali. Quello che notai maggiormente era che si trattava di tutta gente a posto, quella che, comunemente, Merle avrebbe voluto fregare. Verso le otto del mattino arrivavano i ragazzi.In effetti era l'unico crocchio che io detestavo davvero, cioè quello di Sean. I ragazzini arrivavano alla spicciolata, erano tutti impegnati con mansioni diverse al campo prima di quell'ora, ma poi si ritrovavano tutti lì. Alcuni di loro, i più grandi a giudicare dalle facce, con poche e sparute barbe accennate, erano già parte di gruppi attivi all'esterno. Sean e i suoi amici, Alan e Willie, ne erano la prova vivente, anche se, a giudicare da come usavano le armi, non lo sarebbero rimasti a lungo. Willie era un ragazzino magro con gli occhiali, i capelli corti e la faccia da sfigato cronico. Alan era il più robusto, un filo di barba accennato, ma non meglio precisato, su un viso lungo con problemi di acne. Lo avrei visto bene in una sala giochi in tempi diversi, ma anche lui si era adattato. Poi c'era Sean. Ecco, lui era il classico bravo ragazzo. Era interessante, - moro, occhi chiari- o lo avrebbe, probabilmente, potuto essere per una ragazza intelligente che si sentiva troppo vulnerabile per un mondo come questo. Dio, se solo Beth si fosse resa conto di quanta forza c'era in lei e di quanta ne comunicava, forse non avrebbe cercato l'appoggio di qualcuno come...come Sean. Non ero geloso di lui, o forse si,, ma non potevo esserlo. Lei non era mia, ma Sean aveva il potere di innervosirmi. Si erano avvicinati alla mia postazione senza notarmi, a giudicare almeno, dai discorsi che stavano facendo. Non mi piaceva origliare, ma già che ero lì. -Non ci credo!! Sei un pallista!- faceva Alan -Dai davvero!? Sean come ci sei riuscito? - -Bastava chiederlo gentilmente a Earl, e stasera sono di pattuglia con loro. - -No! Non ci credo. Quindi domani niente turno alla mensa e stanotte fuori sul confine! Sei un grande!! A me già è tanto se mi fanno andare a ricontrollare le trappole – aggiunse Willie, deluso. -E domani mattina potrò andare a chiedere a Beth di fare un giro assieme. - -E lo psicopatico ti taglierà la gola nel sonno! - -Chi? – Chiese Willie. -Oh andiamo. Dai Alan, Daryl non è poi così male. - cercò di spiegare Sean – Beth vi toglierebbe il saluto se vi sentisse parlare così.- - Già, ma tu non ci sarai più, perché sarai morto. Lo hai visto come ti squadra? - -Siete esagerati, io non credo... - Alan lo spintonò. – Ragiona fratello. Stiamo parlando di un tizio che arriva qui al campo prima del sorgere del sole e si allena a uccidere..- Willie allora sembrò prendere consapevolezza della cosa. – A proposito stamattina qualcuno lo ha visto? - Gli altri non lo ascoltarono nemmeno. Ragazzi stupidi. Il quattr' occhi, al contrario, lo stavo rivalutando. -Poi che fa? Torna a "casa" e si mette sulla veranda ad affilare un coltello alto come Willie..- - Ehi, non sono basso!- -E va a dormire prima del tramonto. Lo hai mai visto parlare con qualcuno? - - Si che parla. Con Carol parla, con Earl ha parlato anche ieri e poi c'è Beth. Non solo parla con lei, ma la ascolta anche - -E questo cosa ti dice, citrullo? - -Fanculo Alan! che vuoi insinuare? - -Niente. Dico solo che là fuori la Biondina avrà trovato validi argomenti per ammorbidire il killer. Che so, magari scaldarsi nelle notti fredde o strusciarsi un po' per avere qualche cosa in cambio..- terminò sghignazzando. Stavo per uscire dal cono d'ombra in cui mi ero rintanato, e palesarmi ai ragazzi. Quello stronzo aveva passato il segno e aveva urgente bisogno di una lezione, quando Sean intervenne. Lo prese per il bavero e lo sbatte' contro la palizzata alle loro spalle. -Ascoltami bene, amico mio, a me non interessa il tuo punto di vista sull'argomento, ma se provi ancora a spargere in giro merda su di lei, te la vedrai con me. E piantatela di sparlare. Daryl e Beth sono amici. Punto. Lui può fare quello che vuole, ma lei sarà mia. Voglio dire, se non altro ho una buona parlantina, e sono molto figo, dopo tutto. Ragazzi quando passo io, schiocco le dita, e le donne svengono. - Risero alla battuta di Sean e si spostarono per prendere le armi. Quest'ultima affermazione mi fece salire la pressione. Come poteva, quell'insulso stronzetto, essere così sbruffone e pieno di sé, da credere che schioccando le dita, Beth, la Mia Beth, sarebbe caduta ai suoi piedi? Dovevo stare calmo e allontanarmi da lì, ma Logan, il responsabile dell'allenamento dei Cuccioli, mi aveva notato e mi chiamò in causa. -Daryl, visto che sei qui, gentilmente potresti dare una dimostrazione a questi tre poppanti di un tiro, a questa distanza, a un bersaglio mobile? - I tre si voltarono all'unisono e si accorsero del luogo in cui mi ero appostato. Nei loro occhi: terrore puro. Il loro dubbio era: avrà sentito tutto? Era come leggerglielo in faccia. Dal mio punto di vista, tutto ciò era troppo divertente. Li osservai distaccato, non rivolgendogli nemmeno un'occhiata. Willie tremava, mentre Alan e Sean stavano, prudenti, valutando il da farsi. Un sacco pieno di sabbia, era stato attaccato a circa dieci, quindici metri da noi, ed era stato lasciato oscillare. Li guardai duro, uno per uno, cercando di non far trasparire niente di quello che stavo pensando, poi puntai la balestra e mi concentrai sul movimento oscillatorio del sacco. Il tiro non era difficile a patto di riuscire a calcolare il tempo, e mantenere la calma. Carol e Beth arrivarono in quel momento al campo e, naturalmente, si avvicinarono. Con Beth non avevamo ancora chiarito nulla, riguardo la nostra disputa della sera precedente, e la cosa mi innervosiva parecchio. Logan a quel punto iniziò a spiegare che il tiro già era complesso di per sé, in quanto occorreva tenere conto, oltre che della distanza e del movimento, anche dei vari fattori di disturbo che c'erano là fuori. Un esempio su tutti : uno o più non morti, che avrebbero potuto tentare di attaccare mentre si mirava. Insomma, ordinaria amministrazione. Li ignorai e rimasi concentrato sul bersaglio. Uno. Tensione e respirazione. Ci voleva il giusto equilibrio. Due. Mentalmente contavo le oscillazioni e il tempo di rallentamento del peso nel suo incedere. La calma era la mia alleata. Tre. Merle diceva che essere in grado di tirare con una balestra, era una forma d'arte. perché non era facile calcolare tutte le variabili e gestire anche il possibile errore umano. Noi, per nostra fortuna, eravamo stati preparati per questo fin da piccoli. E diventi davvero bravo quando un tuo errore può costarti la cena. Ora era anche peggio, c'era la vita in gioco. Quattro. Respira. Non c'è niente intorno a te. Mi ripetevo come un mantra queste parole, e mi apprestai a scoccare. Fu un quel preciso attimo, una frazione di secondo prima che scoccassi, che Beth scivolò accanto a me e mi toccò leggermente, con le dita affusolate, il collo. Senti una scarica di adrenalina e la mia concentrazione andò, letteralmente, a puttane. La freccia partì, e per poco non c'entrai il deposito dell'attrezzatura, mancando totalmente il sacco e il suo oscillare. -Ecco appunto quello che volevo dimostrare. Daryl sarebbe appena stato morso.- sputò duro Logan. -Dannazione! – sbottai gettando a terra la balestra. -Coraggio Daryl! – fece Logan dandomi una pacca sulla spalla – Capita anche ai migliori! Allenarsi serve anche a quello... - -Scusa. – mi disse Beth sincera - Non pensavo ...- -E' appunto quello il tuo problema. Tu non pensi... - Mi allontanai da lei in fretta, lasciandola a farsi consolare dallo stronzetto, a cui le donne, Mio Dio, non potevano resistere! Dovevo allontanarmi da lei, dovevo andarmene al più presto lontano da quei suoi occhi chiari, che mi impedivano di pensare lucidamente. Ero talmente preso dai miei pensieri che non mi accorsi per niente di Carol mi aveva seguito. -Cosa diavolo vuoi? – sbottai. -Prima di tutto calmati! Non ti ho mai visto così fuori controllo- mi rispose lei. – Che problema hai, Daryl Dixon? - -Problema? Quale problema? Nessun fottuttissimo problema! Perché diavolo tutti pensate che io abbia dei problemi? Sempre se non contiamo il fatto, che Rick, Carl e l'intero nostro gruppo sono dispersi là fuori. Soli, senza un riparo, mentre noi giochiamo all'allegra fattoria in questo posticino idilliaco. Quella bambina che ti spupazzi in giro per il campo, cara Carol, ha un padre e un fratello là fuori, e noi non stiamo facendo un dannato accidente per ritrovarli. - - Calmati. Abbassa la voce. - -No Carol! Non mi voglio calmare.- Ero completamente fuori controllo - Qui tutti non fate altro che dire di calmarmi, ma mi sono stancato! Sono preoccupato perché la mia famiglia è la fuori, e sono stanco di vedere tutti qui comportarsi come se all'esterno non ci fossero particolari problemi! Là fuori è l'inferno, e restare qui non mi aiuta a vivere bene. Beth forse può adattarsi a vivere così, ma non io, non con lei sotto gli occhi che...- mi bloccai appena prima di dire qualcosa che non ero pronto a condividere. Scossi il capo. - Sono un coglione, Carol. Sono un coglione! Merle aveva ragione su di me. Sono un coglione senza palle, che non ha il coraggio di tornare là fuori, da solo, a cercare gli altri e perché non vuole affrontare il giudizio di una ragazzina, che sembra avermi strappato il discernimento.. - - Daryl.– rispose Carol calma, - Le hai mai detto queste cose? - -Dirle cosa, Carol? Cosa dovrei, dirle? Qui tutti parlate di sentimenti, di provare a esternare quello che sentiamo.. E io- secondo te- cosa dovrei esternare? Cosa dovrei dire a Beth? Se fossi furbo, la allontanerei da me definitivamente e me ne andrei per la mia strada senza voltarmi indietro. Per lei sarebbe la cosa migliore. Si metterebbe con quello stronzetto atomico che le gira intorno e magari, col tempo, potrebbe anche a dimenticare lo schifo che c'è là fuori.- - E tu? - - Io cosa? - - Per te cosa sarebbe meglio? - Mi avvicinai a Carol col dito puntato contro di lei. - No. Non mi porterai a dire qualcosa che non vorrei ammettere neanche con me stesso! No, Carol! - -E allora cosa farai? Continuerai a scappare dai tuoi sentimenti per lei, e poi da te stesso? Guarda che dai nostri demoni non possiamo fuggire a lungo.- -Cosa vuoi dire? Anche tu sostieni che ho paura? Ti sei messa d'accordo con quella stupida ragazzina?- Ero rabbioso e pieno di risentimento. Quello che avrei voluto e quello che avrebbe dovuto essere, erano in netto contrasto. Carol non stava facendo altro che mettermi davanti a quelle verità che avrei voluto dimenticare, poi mi guardò seria, ma non perse la sua tranquillità. -Prima di tutto, lei non è stupida, se lo fosse davvero non si sarebbe neanche accorta di aver rubato il cuore a un uomo meraviglioso e non saremmo qui a discutere. Te lo avrebbe fatto capire con la sua indifferenza già da parecchio tempo. E non è nemmeno una ragazzina, Daryl! Neanche tu pensi davvero che si metterebbe insieme a uno come Sean, o qualche suo amico, e non lo farebbe perché sarebbe la scelta più facile e più vigliacca. Per certi versi, è molto più matura di quanto tu creda. Lei è qui e sta lottando per te, diversamente da quello che stai facendo tu. Vuole restare e non scappare davanti a dei sentimenti che le sembrano troppo grandi per la sua età, e che tu ritieni tanto inadeguati. - -Carol...- la guardai con tutta la freddezza di cui fui capace. - So che tu vuoi credere ancora nella belle favole, ma è tutta roba che non esiste. So esattamente cosa devo fare e ...- -E ti rovinerai la vita per sempre. Vivrai il resto della tua esistenza con la consapevolezza che avresti avuto una scelta diversa, ma che, razionalmente, non l'hai voluta seguire. Daryl – continuò Carol con dolcezza – tu non sei Merle. Lui era arrivato a un punto della sua vita in cui non aveva più una scelta, o almeno così deve aver creduto. Tu, al contrario, sei diverso. In questo mondo capovolto hai deciso chi vuoi essere già da molto tempo e, se questo tuo mutamento ti ha portato Beth, si vede che era destino. Lasciai Carol e mi diressi verso casa, senza darle la minima risposta, ma lei sapeva di aver instillato in me qualcosa di molto pericoloso: il dubbio. Quella sera la spedizione partì col piede sbagliato. Ero già abbastanza teso per quello che ci eravamo detti quel pomeriggio, Carol ed io, e intanto ero ormai certo che Beth mi odiasse sul serio. Ero avvilito, ma capivo che era l'unica cosa giusta da fare. Poi la vidi al cancello che scrutava il nostro gruppo allontanarsi, immaginai che fosse venuta per salutare Sean, infatti notai che lui gli fece un cenno con la mano. Puntai gli occhi su di lei per scorgere un qualunque cenno di affetto nei confronti del coglione imberbe, ma lei aveva gli occhi putati su di me. Lei stava fissando me. Carol, dopo tutto non aveva tutti i torti. Beth non si sarebbe fatta imbambolare da Sean, ma cosa provava esattamente per me? Le feci un cenno col capo e mi voltai verso il cancello, nonostante questo sentivo ancora i suoi occhi, come dardi, puntati sulla mia schiena.. Una volta fuori, tornai a respirare. Mi accorsi solo lì che avevo trattenuto il respiro fino a quel momento. Il mio obiettivo era semplice e chiaro, avrei lasciato gli altri andare avanti e mi sarei staccato dal gruppo. Avrei raggiunto i confini di Terminus e mi sarei accertato che gli altri non fossero lì. Mi orientai in fretta, fu allora che mi accorsi che Sean mi stava seguendo da vicino. Sembrava che lo stronzetto avesse voglia di fare conversazione. -Ciao... - Lo guardai, freddo. Non poteva voler davvero parlare con me. -Senti arrivo subito al sodo. Io credo che oggi al campo tu ci abbia sentito chiacchierare e abbia... frainteso.- -Frainteso?! - risposi piano. -Si voglio dire, la storia del killer...- Sorrisi stanco. – Non mi frega un cazzo di quello che pensate di me. - Argomento chiuso, stronzetto. Ma lui tornò alla carica. -Si, ma è stato ingiusto dire quelle cose. Noi non ti conosciamo, e non possiamo giudicare proprio un bel niente. - Resati in silenzio. Sean sembrava disorientato, o forse, pensai, era un modo come un altro per guadagnare punti con Beth. -E poi quello che Alan ha insinuato su Beth.. - Ecco dove voleva andare a parare il ragazzino. Se credeva che avrei voluto parlare di lei si sbagliava. -Insomma lei a me piace, e quello che ha detto Alan, mi ha infastidito. Posso solo immaginare quello che puoi aver pensato tu... - -Immagini?- lo guardai divertito. Se avesse avuto, una, seppur piccola idea, di quello che gli avrei voluto fargli, sarebbe andato il più lontano possibile da me. Era giovane e sprovveduto, però, ed eccolo lì a colloquiare con il leone. -Daryl credi che la cosa ti disturberebbe molto se io le chiedessi di uscire e cose così... - Mi fermai di botto. – Fammi capire. Tu stai chiedendo a me...- non avevo parole!- Ma per chi mi hai preso? Non sono mica suo padre! Cristo.. – esordì continuando a camminare. Ma credi davvero che lei sia così stupida da non capire il gioco che stai facendo? Credi sul serio che sia la classica ragazzina idiota, che frequentavi prima di tutto questo? La bionda svampita che puoi imbambolare con qualche moina? Gesù! Il nostro discorso si interruppe così, perché gli uomini avanti a noi avevano individuato qualcosa. Lasciai Sean ai suoi pensieri assurdi e mi feci in avanti con la balestra puntata. Qualcosa si agitava negli arbusti davanti a noi. Poteva essere di tutto, ma mi avvicinai per guardare meglio. Si vedeva che quelli che erano con me non erano abituati a osservare l'ambiente. Fu un semplice attimo, abbassai la balestra mi girai per dire- Non sparate! - Ma una freccia fu più veloce di me e venni colpito. Per un momento, subito dopo il colpo, vidi tutto nero. Poi sentii le voci distintamente e mi trovai faccia a faccia con Carl che, sopra di me, mi chiamava. Alternai diversi momenti difficili mentre venivo trasportato di peso al campo, ma l'unica cosa che avevo ben chiaro nel cervello era Beth. Il fatto che non la volevo perdere, o almeno, volevo almeno accertarmi che sapesse cosa pensavo davvero. Carol dopo tutto non aveva torto, non potevo scappare per sempre. Presi la decisione che le avrei parlato. E se non avessi letto nei suoi occhi il minimo accenno di qualunque cosa mi aspettassi, me ne sarei andato per la mia strada senza voltarmi indietro. Oggi - Beth -Lo sai che dovrò tornare a Terminus ora che Carl ci ha confermato che gli altri sono lì..- iniziò Daryl, quella mattina di punto in bianco, mentre facevamo colazione. -Me ne rendo conto. Ma lo sai che verrò anche io...- gli risposi sfoderando un sorriso tranquillo. Quella mattina non potevo farne a meno. - Nei tuoi sogni, forse.- mi rispose sarcastico.- Credi davvero che ti farei venire con noi? E dopo stanotte, poi... - scosse il capo. - Cosa vuoi dire, Daryl? Cioè fammi capire, visto che io e te.. ora, io non avrò più facoltà di decidere?!.- - La decisione è già presa. Tu non ti muoverai da qui. Io sarò già troppo impegnato a dover pensare alla mia pelle, là fuori. Non sappiamo nemmeno che intenzioni hanno quegli stronzi. Non posso essere in tensione tutto il tempo perché tu sarai lontana da me. - -Daryl Dixon dobbiamo ancora affrontare questo argomento? Quello che è successo fra noi non cambia una virgola quello che sono e ciò che so fare. Vi serve un medico, io sono la cosa che più vi assomiglia. La dottoressa Morton non credo se la sentirebbe di venire con voi. - -In ogni caso tu non ti muoverai da qui. Non accetto nessun compromesso su questo, Beth. – le ribadì lui, ostinato. - C'è mia sorella là fuori. - - E te la riporterò sana e salva, se sarà possibile, ma non puoi chiedermi di lasciarti mettere in pericolo la tua vita, solo perché credi di essere pronta. - - Vedremo. Tra l'altro vorrei capire come hai intenzione di impedirmelo. Ho già dato la mia disponibilità alla cosa e, per quelli là fuori, tu e io non abbiamo nessun tipo di relazione, quindi.. Hai già perso, signor Dixon. - Daryl- La guardai tranquillo, con un sorrisetto stampato in faccia. Ce l'avevo in pugno e neanche se ne accorgeva. Era davvero disarmate la sua ingenuità, alle volte. Le immagini di Beth che si lasciava spogliare da me e che, a sua volta, armeggiava impacciata con i bottoni e le asole della mia camicia, sarebbero stati uno di quei ricordi che non avrei mai potuto scordare nemmeno in milione di anni. Era stata meravigliosa, ed io non credevo di aver mai fatto certe cose con maggior trasporto. Stavolta, di sicuro, non potevo derubricare la cosa con la dicitura de: l'ennesima scopata. Nonostante l'imbarazzo e la rivelazione – non tanto inaspettata – che non aveva mai spogliato un uomo prima d'ora, era stato tutto perfetto. Rivedevo flash back della nottata appena trascorsa come se fossi stato un adolescente alle prime armi. E in fondo un po' era stato così, anche perché avevo in tutto e per tutto rispettato i suoi ritmi, con la consapevolezza che avremmo avuto tutto il tempo per approfondire certi discorsi e che quello era solo un preludio. La sola certezza che avevo, era cha d'ora in avanti nessuno avrebbe più potuto avvicinarsi in quel modo a lei, a parte me, naturalmente. E anche che la sua sicurezza, ora più di prima, avrebbe avuto priorità su tutto. – Potrei sempre dire a Earl che non mi sentirei tranquillo se tu fossi con me e, dei due, credimi, quella gente, preferisce avere me a coprirgli le spalle.- Mi ero avvicinato per dirle le ultime parole e lei si era sporta e mi aveva dato un bacio sulle labbra. Non ero ancora abituato a quel modo di rapportarci fra noi, ma era davvero piacevole. Per la prima volta sentivo di far parte di qualcosa di reale e condividevo speranza. Pensai di aver vinto, che si fosse arresa e le sorrisi soddisfatto, ma lei aggiunse,- Infatti io farò parte dell'altra squadra. Quella di Sean. Buona giornata Daryl, ci vediamo più tardi al campo pratica.
   
 
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