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Autore: padme83    05/09/2014    8 recensioni
Raccolta di storie dedicate esclusivamente a Rumplestiltskin e Belle.
{21 capitoli autoconclusivi + una mini-long di 4 = 22 storie in 25 capitoli: una stagione di OUAT completamente dedicata ai Rumbelle}
Cap. 25: "E' un attimo. Un'impercettibile distrazione – una risata che affiora appena sulle labbra – un piede in fallo, e l'urto con il pavimento che però non avviene.
Apri gli occhi, e sei fra le sue braccia.
Ti stringe con la delicatezza di una piuma e la forza dell'acciaio.
E ti guarda come se volesse rubarti l'anima."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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#75 – Tale (Storia)


 

 

Lei si avvicina e dice – dai
raccontami una storia,
quella che raccontava la mamma anche a te,
"C'era una volta un re..."

(Daniele Groff – Variatio 22)

 

 

 

 

Parte IV

 

 

 

 

Il gioco del gambero

 

 

 

 

 

Era da poco trascorsa l'ora del tramonto quando Rumplestiltiskin entrò di gran carriera nel salone principale del Castello Oscuro, sperando di trovare la sua domestica intenta ad aspettarlo con un piatto di zuppa fumante pronto in tavola ed un caldo sorriso come regalo di bentornato.
Grande fu dunque lo stupore dello stregone nel momento in cui si rese conto non solo che la cena non era stata neppure preparata, ma anche che non vi era nessuna traccia del passaggio di Belle nei paraggi delle cucine.
Come volevasi dimostrare. Ha passato tutto il giorno a leggere, e ha perso completamente la cognizione del tempo.
Deciso a farle pagare questa imperdonabile mancanza di rispetto con un bello spavento, Rumplestiltskin si diresse a grandi passi verso la biblioteca, e già stava per irrompervi bruscamente, quando si accorse che anche nel mezzo dei suoi scaffali impolverati non c'era alcun segno della presenza della principessa. Sempre più in apprensione, si materializzò allora con uno schiocco di dita direttamente nella sua camera da letto, e al diavolo il pudore e le buone maniere, poteva essersi sentita male, poteva avere bisogno di aiuto, poteva... Ma anche lì, niente di niente. Il letto era accuratamente rifatto e ogni cosa era in ordine e sistemata al suo posto, e nulla faceva pensare che Belle avesse trascorso in quel luogo più tempo che nelle altre stanze in cui già l'aveva cercata.
Un terrore gelido cominciò a scorrere attraverso le ossa del Signore Oscuro. Che cosa diamine era successo? Non poteva essersene andata, gli incantesimi che aveva posto a guardia del castello impedivano tanto a qualsiasi estraneo di entrare quanto a chiunque che non fosse egli stesso di uscire. Ma allora in che modo si poteva spiegare il fatto che la sua governante sembrasse improvvisamente svanita nel nulla? Forse, curiosando in giro – come sicuramente doveva aver deciso di fare durante la sua assenza, impicciona qual era –, si era spinta nei meandri più nascosti di quell'antico maniero, e, caduta in qualche tranello sconosciuto, non era più riuscita a trovare la strada per gli appartamenti principali... Era una possibilità da valutare con attenzione, soprattutto se si considerava – dettaglio non trascurabile – che le vecchie scale di pietra della sua dimora avevano dimostrato negli ultimi tempi una tanto spiccata quanto inappropriata sete di libertà e indipendenza – circostanza della quale, effettivamente, avrebbe fatto meglio a rendere Belle partecipe.
Mentre osservava i gradini incriminati con un cipiglio truce che avrebbe fatto tremare le gambe al più temerario fra i guerrieri della Foresta Incantata – ma che non provocò alcun moto di rimorso da parte di quelle scale impertinenti – un tonfo leggero e proveniente da un punto imprecisato al di sopra della sua testa gli fece esalare – in modo del tutto indipendente dalla sua volontà! un sommesso, e liberatorio, sospiro di sollievo.
Ah ah, ti ho trovata!
L'Oscuro pronunciò allora, con voce bassa e modulata, l'incantesimo di ricerca che avrebbe messo fine una volta per tutte a quella seccante e inopportuna caccia al tesoro.
Vedremo se non gliela faccio passare io a quella lavativa la voglia di giocare a nascondino con me!
Un rapido movimento delle mani lo catapultò, tuttavia, davanti alla porta dell'ultima stanza nella quale avrebbe mai pensato che Belle potesse trovarsi. Una pesante maniglia di bronzo a forma di testa di leone lo scrutava imperturbabile, all'apparenza indifferente allo strano viavai che in quella giornata aveva disturbato non una, ma ben due volte la solitudine secolare del pavimento sconnesso e del corridoio silenzioso che ospitavano da sempre sia lei che il locale di cui era posta a guardia. Rumplestiltskin si chiese che cosa avesse mai spinto quella svampita della sua cameriera ad avventurarsi all'interno di una sala d'armi, per giunta abbandonata da anni. Egli stesso non ricordava di averci più messo piede dopo averla ispezionata un'unica volta, nel momento in cui aveva preso pieno possesso del castello che solo in seguito alla sua occupazione avrebbe acquisito l'appellativo di "oscuro". D'altronde, in cosa poteva essere utile, a lui, l'incredibile collezione di artefatti bellici che essa celava? A lui bastava un battito di ciglia, un impercettibile cenno del capo, per mettere fine ad una guerra – o, in alternativa, per scatenarla.
Deciso a risolvere quel fastidioso – ed intrigante – enigma nel giro di pochi istanti – aveva perso già troppo tempo, dannazione! – Rumplestiltskin spinse i pesanti battenti di legno verso l'interno, e i cardini arrugginiti stridettero sotto alla pressione delle mani e delle braccia del folletto, finché... finché il suo naso adunco non si trovò d'improvviso ad un soffio dalla punta di una lama argentea e, a giudicare dallo scintillio lucente da essa emanato, pericolosamente affilata.
Solo l'immenso stupore dell'Oscuro impedì a quest'ultimo di compiere un atto del quale si sarebbe potuto pentire per il resto della sua esistenza. Se non fosse stato troppo occupato ad ammirare la chioma selvaggia e fiammeggiante che riluceva appena dietro all'arma che per poco non l'aveva colpito, probabilmente avrebbe invocato in suo aiuto tutta la magia più nera di cui poteva disporre, e avrebbe annientato in un baleno chiunque si fosse malauguratamente trovato ad una distanza tanto ravvicinata dalla sua persona.
Ed invece, eccolo lì, stranamente tranquillo, ad abbeverarsi, come un disperso in preda al delirio fra le dune del deserto, della straordinaria immagine che gli si era inaspettatamente materializzata dinnanzi agli occhi.
Avvolte in scuri guanti di pelle, le dita di Belle si stringevano attorno all'elsa di una spada preziosa ed elegante, in tutto simile alle gemelle che facevano bella mostra di sé appese ai muri dell'armeria. L'Oscuro seguì con lo sguardo le venature opaline che la percorrevano fino alla punta, ora rivolta provvidenzialmente verso il basso; dal modo in cui la reggeva, con naturalezza e padronanza, Rumplestiltskin capì che non era la prima volta che alla giovane capitava di avere per le mani un simile strumento.
Il resto del suo corpo si tendeva come le corde di un'arpa attraverso la stoffa leggera della camicetta bianca che indossava, e le gambe, strettamente fasciate in pantaloni di morbida pelle scura, si poggiavano salde al pavimento di pietra, tanto che Rumplestiltskin si sorprese a pensare che non sarebbe riuscito a smuoverla dalla sua posizione nemmeno se avesse scatenato in quello spazio angusto tutte le forze del cielo e della terra unite insieme.
Anche se nessuna di queste avrebbe potuto, in quel preciso momento, competere con il battito frenetico del suo cuore, che minacciava ad ogni respiro di schizzargli fuori dal petto.
– Perdonatemi, Signore. Non vi ho sentito arrivare. –
La voce di Belle echeggiò tra loro come il rintocco di una campana accarezzata dal vento in una mattina di primavera. Gli sembrava diversa rispetto a quella che lo aveva salutato solo poche ore prima. O, meglio, era sempre la dolce, incantevole melodia capace di racchiudere in sé tutte le cose più belle dell'universo – di tutti gli universi, in realtà –, ma Rumplestiltskin si accorse che ad essa si era aggiunta una nota nuova, più decisa, più presente, più sicura. La giovane non aveva tradito la benché minima parvenza di paura davanti a lui, nonostante la sua situazione – che comprendeva, tra le altre cose, una cena abbandonata a se stessa nelle cucine, un Castello in preda al gelo e agli spifferi perché i camini non erano stati alimentati a dovere, e, soprattutto, la quasi totale amputazione dell'appendice nasale del suo contrariato padrone – non poteva certo dirsi fra le migliori. Insomma, una strigliata coi fiocchi se la sarebbe anche dovuta aspettare, o no?
Evidentemente no, perché la sfacciata se ne stava calma davanti a lui, dritta come un fuso, e i suoi occhi turchini non rivelavano tracce di timore nel continuare imperterriti a sostenere lo sguardo torvo del Signore Oscuro – il quale, da parte sua, non era ancora riuscito a svegliarsi totalmente da quella specie di trance che l'aveva colto nell'attimo esatto in cui aveva fatto il suo ingresso nella sala d'armi, e la sua bocca sembrava non avere alcuna intenzione di collaborare in nessun modo, né tanto meno di proferire parola.
Perché c'era qualcosa, in Belle, nel suo aspetto così diverso dal solito, nel suo atteggiamento così... così fiero e impavido, ecco, queste erano le parole giuste... che lo turbava profondamente; un'intuizione appenna accennata si stava piano piano facendo strada fra i suoi pensieri, spingendolo a sostituire la figura idealizzata della ragazzina vivace e angelica che, col tempo, si era costruito negli angoli più segreti della mente, con quella della splendida donna che ora non riusciva a smettere di contemplare e che, con la sola forza della sua presenza, ferma e immobile a pochi passi da lui, sembrava essere in grado di concentrare dentro di sé tutta la grandezza e il mistero della vita stessa. Belle, in verità, non gli era mai apparsa come un bocciolo delicato e fragile, o come una bambolina di porcellana che un tocco rude e violento avrebbe potuto frantumare senza alcuna pietà – lo sapeva il cielo se lui stesso non ci aveva provato, all'inizio, e con feroce ostinazione, ma sempre invano! – anche se, fu costretto ad ammettere, nel suo intimo aveva preso a dipingerla come una creatura sì forte, ma anche eterea, quasi evanescente, di una purezza incorruttibile e, proprio per questo, bisognosa di cure attente che le consentissero di continuare a brillare, immota ed intoccabile, nel firmamento delle stelle più luminose.
D'un tratto, però, nello specchiarsi attraverso le trasparenze cristalline che ne adornavano il volto, lo colse la precisa, sconvolgente consapevolezza che Belle stesse uscendo definitivamente dalla dimensione onirica nella quale – più o meno inconsapevolmente – l'aveva racchiusa durante i mesi trascorsi insieme – quasi fosse un tesoro prezioso da custodire gelosamente dentro ad una teca di vetro al centro del suo cuore – e che stesse al contempo assumendo una consistenza reale, vivida, pulsante di carne e di sangue – quello stesso sangue che adesso le imporporava come un petalo scarlatto la pelle d'avorio, e che aveva il potere terribile – magnifico – di risvegliare il suo, assoggettandolo ad una malìa talmente dirompente da non lasciargli alcuno scampo, alcuna via di salvezza.
E questo, si disse maledicendosi, è esattamente quello che non deve accadere.
– Beh, dearie, non posso certo dire che tu non sia una fonte inesauribile di sorprese! Comunque – Rumplestiltskin si sforzò di assumere il tono più tagliente e sarcastico del suo vasto repertorio – hai meno di due minuti per persuadermi a non sigillare col piombo la porta di questa stanza, sai, non ho alcuna intenzione di finire tagliato a fettine solo perché tu ti sei messa in testa di saper maneggiare una spada, e ti faccio gentilmente notare che aver letto tutto sull'argomento non è una motivazione sufficiente per convincermi a permetterti di giocare liberamente con quella cosa in giro per il Castello, neanche fossi Lancillotto. –
– Lancillotto mi sta antipatico. –
Come scusa? –
– Ho detto che Lancillotto mi sta antipatico, troppo pomposo e sicuro di sé, non lo sopporto. Preferisco di gran lunga Artù, o Galvano, o al limite Agravaine. Comunque, Signore, mi basterà meno di un minuto per dimostrarvi che, a proposito di scherma, non mi sono limitata a leggere tutto sull'argomento. –
E con movimenti talmente rapidi che Rumplestiltskin, nemmeno con ogni senso dell'Oscuro all'erta, fu in grado di seguire del tutto, Belle prese ad eseguire una figura la cui incredibile complessità fugò ogni dubbio sulle effettive capacità della ragazza di ridurlo davvero in fettine sottili, qualora gliene avesse dato motivo.
Più che un allenamento di scherma, la sua sembrava una danza, il volteggiare elegante e leggiadro di un gabbiano che si lasciava cullare dalla brezza dell'oceano, libero e indomito, padrone assoluto dell'orizzonte.
Nella tenue oscurità del crepuscolo, che avanzava strisciando sulle pareti della sala d'armi, tingendole di ombre cavernose, il corpo di Belle ardeva come una fiamma guizzante, tanto che Rumplestiltskin potè avvertirne il calore impregnare l'aria, così vicino che una fitta di dolore gli attraversò le membra, in risposta al desiderio pressante di annullare anche l'ultimo e più insopportabile residuo di distanza che ancora si interponeva fra loro.
Basterebbe un passo, basterebbe chiederle di fermarsi, avvicinarmi a lei con una scusa qualunque, e respirare il suo profumo... E basterebbe tendere appena le mani, sfiorarle piano le spalle, per averla di nuovo qui, tra le mie braccia...
L'Oscuro si conficcò gli artigli nei palmi, fino a farli sanguinare.
– Basta così, Belle. Mi hai convinto. –
Con un ultimo, fluido gesto del braccio, Belle ritornò alla posizione di guardia, ed un lieve sorriso trionfante prese ad incresparle le labbra vermiglie.
Impudente.
Irresistibile.
– Chi ti ha insegnato tutto questo, dearie? –
Rumplestiltskin avrebbe parlato di qualsiasi cosa, ascoltato qualsiasi cosa, pur di distogliere l'attenzione dai riccioli ribelli che ricadevano sul collo sinuoso di Belle, e che correvano a solleticarle lievemente le scapole nude e perfettamente modellate – lembi di pelle nivea ed invitante, che facevano capolino attraverso l'audace scollatura della camicia, e che lo tentavano al limite di ogni sopportazione.
Ammaliandolo.
Torturandolo.
– Garet Jax, Signore, il Capitano delle Guardie Reali di mio padre.
Garet Jax... sì, ne ho sentito parlare, ma è morto parecchi anni fa, proprio nella vostra Guerra contro gli Orchi, mi sembra. Non ho avuto la possibilità di incontrarlo di persona, poiché mai si è rivolto a me per stipulare un contratto. Il che in effetti fa presuppore che la sua intelligenza non fosse solo il frutto delle leggende che circolano su di lui. –
– Sono molte le leggende che circolano su di lui, Signore, ma la sua intelligenza non è mai stata solo una diceria, era un dato di fatto. – Lo sguardo di Belle si illuminò di sentimento mentre si lasciava sommergere dalla marea dei ricordi, e Rumplestilskin, sensibile ad ogni più piccola sfumatura d'emozione che attraversava il volto della fanciulla, percepì chiaramente una parte di sé spezzarsi con un colpo secco e sordo proprio lì, all'altezza del cuore. E cominciò a sanguinare dentro, lentamente, senza rimedio.
– Lo ammiravi molto. –
Non una domanda. Una constatazione.
– Sì, certo, come tutti, credo. Ne ammiravo l'integrità, e l'incomparabile coraggio. Non sono molti gli uomini a questo mondo che ne dispongono in egual misura. –
Ce ne sono addirittura meno di quanto credi, sweetheart, e la bestia che sta accanto a te ne è una prova lampante. Integrità. Coraggio. Parole che mi sono del tutto estranee. Nemmeno con tutto il mondo ai miei piedi sono riuscito a liberarmi dalla certezza di essere sempre un vigliacco, inevitabilmente incapace di prendere una decisione che non ponga me stesso al di sopra di tutti gli altri e al sicuro da ogni pericolo. No, io non sono come lui, io non sono come te, perché la verità, sweetheart, è che c'è più coraggio nell'unghia di un tuo dito che in tutta la mia onnipotenza. E non guardarmi così, maledizione, come se cercassi di farmi capire che quello che scorgevi nel tuo Maestro sia presente anche un po' in me, nascosto da qualche parte, perché non è così, te lo posso assicurare. Non intestardirti a voler scovare qualcosa che in realtà non c'è, non c'è mai stato, né mai ci sarà. Io sono un codardo, Belle, un codardo ed un inetto e tu... tu non hai niente a che fare con me. E adesso... adesso capisco da dove arriva tutta la straordinaria forza che hai dimostrato quando ti ho portata qui con me. Chissà se avevi lui davanti agli occhi mentre ti strappavo via dalla tua famiglia. Chissà se è a lui che hai rivolto il cuore mentre mettevi il tuo popolo davanti alla tua stessa vita. Sarebbe fiero di te, di questo puoi esserne certa. E, d'altra parte, solo uno come lui potrebbe essere degno di te.
E quel qualcuno, Belle, non sono io.
– Dubito che la cena si prepari da sola, dearie. – Le parole uscirono come serpi sibilanti dalle labbra di Rumplestilskin. – Adesso vuoi cortesemente lasciar perdere le spade e filare in cucina, se non ti dispiace? –
Delusione – dolore – nei suoi occhi di rugiada.
– Ai vostri ordini, Signore. –
Belle lasciò la sala d'armi sbattendo la porta, e i pensieri dell'Oscuro si tinsero di tenebra, mentre la bocca si contorceva in un ghigno inumano e spaventoso – la smorfia ferina e crudele di un demonio.
Un giorno – neanche troppo lontano – mi ringrazierai, Belle.
Credeva che almeno questo gli sarebbe stato di qualche conforto. Si sbagliava.
Non c'era alcuna luce nel suo oceano di oscurità.
Era stata solo un'illusione.

 



 

"Desolation comes upon the sky..."
(Ed Sheeran – I see fire)





 


Nota:

Buongiorno carissim* ^_^
Dopo un mese esatto aggiorno questa raccolta, e per di più (finalmente, direte voi) con il capitolo conclusivo di "Tale" – domani nevicherà rosso o.O
Ho un sacco di cose da dirvi, per cui è meglio che cominci subito!
1) Questa quarta parte mi ha dato del gran filo da torcere, non nascondo che fino a ieri mattina non sapevo proprio dove andare a sbattere la testa, finché BAM! L'ascolto continuato ed ossessivo di "I see fire" di Ed Sheeran ha determinato il ritorno dell'ispirazione, ed ecco il risultato! Spero di non avervi deluso! Critiche, considerazioni, pareri, sono, come al solito, ben accetti. Il titolo è un po' criptico (e decisamente stupido, ma vabbeh), lo so, ma volevo sottolineare una delle – ahimé principali – peculiarità del carattere di Rumple: quella di fare un passo avanti (come era avvenuto, se ricordate, nel 3° capitolo, quando era arrivato ad ammettere di essere ad un soffio dall'innamorarsi) e due, se non tre, passi indietro, proprio come nel gioco dei gamberi verde e rosso. Se a qualcuno avevo promesso del fluff, chiedo umilmente perdono, ma l'angst ultimamente si è impadronito di me e non so come fare per scacciarlo. E' una malattia che si può curare? Help me!
2) negli ultimi giorni, come chi mi segue su fb avrà intuito, sono alle prese con quel divertentissimo (e a tratti pericoloso, chiedete conferma al mio naso) gioco da fare all'aria aperta e alla fine dell'estate che si chiama "taglia la legna per l'inverno". Avere una stufa è una cosa bellissima, ma purtroppo non si alimenta con l'aria, e ha bisogno di legna (taaaaanta legna), per funzionare, per cui, se sono irreperibile, non rispondo alle recensioni, né recensisco, è solo perché proprio non ne ho il tempo, sorry! Comunque, keep calm, prima o poi arriverò, state tranquille.
3) settembre sarà per me un mese piuttosto convulso (in senso positivo) perché sarò alle prese con l'arrivo della cucina nuova (sìììììììììììììììì) per cui le prossime settimane mi vedranno impegnata con idraulici, imbianchini, operai vari ed eventuali e, soprattutto, con la sistemazione del nuovo mobilio che, come potrete immaginare, tocca a me, in quanto la cucina è il mio regno. Tutto questo per dire che non so proprio quando potrà arrivare il prossimo aggiornamento, tutto dipende dalla possibilità di riuscire a ritagliarmi un piccolo spazietto per scrivere durante i lavori. Vedremo!
4) con questo capitolo siamo a quota 21, ma il prossimo non sarà l'ultimo della raccolta in quanto, avendo io fin dall'inizio avuto l'idea di dedicare a Rumple e Belle 22 storie, come se si trattasse di una stagione di OUAT completamente dedicata a loro (magariiiiiiiiii), e siccome "Tale" in realtà è una storia sola, anche se divisa in quattro parti, per attenermi al progetto iniziale arriverò a scrivere 25 capitoli – 22 storie in 25 capitoli, siete content*? XD
Dopo questo interminabile papiro, passo finalmente ai ringraziamenti: grazie a Stria93, Euridice100, PoisonRain, janecaulfield, seasonsoflove, Julie_Julia, Rumple_Bumple, AriaHaru, S05lj e Chrystal_93 per aver recensito il capitolo precedente. Grazie come sempre anche a Araba Shirel Stark, AriaHaru, Robin7, BelleFrench, Emma_blue, Julie_Julia,LadyAlanna, RumpleSil, Rumple_Bumple, Beabizz, Emyscarano, nagrafantasy, Euridice100, ctdg, buffy4ever, Mokusha, janecaulfield, fantasy93, PoisonRain, Kaalyah, BloodyMary3, Queen Elizabeth, Elema, Sarah_Chuck, zavarix, rumbelle2998, Stria93, martaxx, S05lj, Ersilia, gionem, Rosaspina7, LadyViolet91, licet, moon s melody, SilverKiria, seasonsoflove, yumiko06, a crazycotton, Anya85 e aliena per aver aggiunto la raccolta fra le preferite\seguite\ricordate.
Ringrazio tutti i lettori silenziosi, sempre nella speranza di conoscere prima o poi la loro opinione :)
Alla prossima!
Baci :*

padme

 

   
 
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