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Autore: kikka_67    05/09/2014    3 recensioni
Cosa sareste disposti a fare per ottenere ciò che desiderate?
- E nonostante sia alquanto sconcertata nel supporre che il suo cliente ritenga che basti contornarsi di collaboratori di sesso maschile per riuscire ad evitare tali incresciosi accadimenti, la informo altresì che sono una donna che “ama” esclusivamente le donne, quindi il suo cliente non correrebbe MAI il rischio di essere molestato da me, in nessun modo. – a questo punto mi aspetto di essere buttata fuori dalla stanza..e invece….
- Sei assunta! – esclama una voce ilare dietro alle mie spalle.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tom.


Passeggiare in riva al mare e camminare sulla sabbia a piedi nudi è  rilassante, perdersi nei propri pensieri non sempre lo è,  si rischia di sentire ancora più prepotentemente le proprie incertezze  rodere la mente e il corpo,  non  si  può sfugge a sé stessi.

- Tooommmm… - sobbalzo lievemente al richiamo, ma accolgo con un sorriso la mia piccola persecutrice.
- Ciao Violet. –
Con i capelli raccolti in  una coda, senza trucco e pantaloncini corti  sembra una ragazzina. - Buongiorno Capo! Hai dormito bene? Perché non mi hai svegliato? Sarei venuta volentieri a fare una passeggiata.. –
 Il rumore delle onde la distrae e tutto il piacere che le procura guardare il mare che si agita le illumina gli occhi e quel bagliore mi si riversa addosso,  quando incrocia lo sguardo con il mio, causandomi una dolorosa fitta di rimpianto, sono quasi sicuro che  quando Violet verrà a conoscenza  dei miei sentimenti, uscirà dalla mia vita.

Violet.

 Le leggere ombre che cerchiano i suoi occhi  rendono più cupo il suo sguardo trasparente, così  intenso da lasciarmi senza fiato. All’improvviso una voglia irrefrenabile di accarezzargli il viso imbronciato e di  consolarlo  si fa strada dentro di me prepotente.
- Ma….stai bene? – chiedo incerta e il suo sorriso amaro  mi rattrista.
- Mi passerà….stai tranquilla, ho bisogno solo di….ripiegarmi su me stesso per un po’, soffrire…..per poi gioire. Scusa sto divagando…. Mi stavi cercando? –
- Si… Capo, il pranzo è pronto… - gli prendo la mano e lo strascino per qualche passo, poi all’improvviso  Tom inizia a correre.
- Facciamo a chi arriva prima? –
- Ehi!! Così  non vale!! Tu hai le gambe più lunghe!! –

Nella rimessa del  cottage ci  sono delle  bici e dopo pranzo propongo  di  fare un  giro lungo  la costa. Per le strade s’incrociano poche macchine e l’aria  odora di terra ed erba appena tagliata. Decidiamo di  fermarci  su un’altura ad ammirare  il tramonto, non parliamo, ma non mi preoccupo,  il silenzio tra noi sa di tranquillità e di pace.
 
- Ehilà eremiti! – grida una voce stentorea dietro le nostre spalle.
Io e Tom sobbalziamo spaventati e  stupidi vediamo  Benedict, un amico di Tom,  scendere  dalla sua  macchina  ridendo  come un pazzo.
- Scusate…ma……avete fatto un salto!!! Ovviamente vi ho spaventati!!! –
- Ben! Che fai quassù?  - Tom gli va incontro per salutarlo.
- Niente di che….. ero da queste parti e quando vi ho visti pedalare vi ho seguiti fino qui…-
- Eri da queste parti eh…?? Dove l’hai mollata la donnina? – sussurra vicino all’orecchio dell’amico.
- Mi ha buttato fuori di casa quella stronza! – risponde con lo stesso tono sommesso. – Ciao Violet ! Come stai? –  la saluta a voce alta per coprire la risatina ironica di Tom.
- Ciao Ben, che sorpresa! Sei venuto a passare il weekend da queste parti? –  Ben le era simpatico, era sempre allegro e in sua compagnia ci si divertiva sempre.
- Beh…si avrei voluto…..ma la signora che doveva ospitarmi….era …..ah ecco….indisposta! Quindi abbiamo rimandato il weekend, stavo giusto tornando a casa. E voi che fate, qui? – chiede curioso, notando solo in  quel momento che eravamo da soli, lontano da Londra.
Tom aveva il  brutto presentimento  che il pomeriggio e tutto il weekend non sarebbero stati per niente rilassanti. Doveva impedire a Ben di fermarsi o meglio doveva impedire a Violet di invitarlo a fermarsi da loro.
- Qualche giorno di svago per far ritemprare le povere membra del mio capo. – scherzo sorridendo a Tom che mi fissa pensieroso.
- Siete alloggiati in un albergo?
- No, abbiamo preso un cottage, per la sua tranquillità…… Vuoi….
- Violet, Ben ha appena detto che stava tornando a casa, sicuramente ha degli impegni per questa sera….vero.. Ben?  – Tom sorride rigidamente e volge uno sguardo di avvertimento all’amico che capisce al volo la situazione.
- AAhh….si.. è vero ho un impegno a cui assolutamente non posso mancare!!  Sarei rimasto volentieri con voi ma…sai…gli impegni…- ridacchia falsamente divertito.
Intanto Tom,  a capo chino, prega tra sé . Ti prego…non dirlo….ti prego…non dirlo…….non dirlo!! 
- Sei sicuro  di  non volerti  fermare  almeno per  cena? – 
Ecco l’ha detto! Sospira rassegnato mentre ascolta l’amico ringraziarla calorosamente. – Questa me la paghi! -  gli sussurra irritato, mentre Violet si allontana pedalando verso il cottage.
- Ma che c’entro io? Hai sentito benissimo che ho rifiutato, ma dimmi, non sapevo che…. –
- Frena la fantasia amico! Non c’è nulla tra me e Violet e ….. – ma Ben  lo interrompe con veemenza.
- Allora non ti spiace se ci provo io, non mi dispiacerebbe farci un giro!! – sogghigna sardonico.
- Auguri! Se ce la fai, ti offro la cena! –
- Cosa vuoi dire? Esce con qualcuno? –
- Non lo so…..vedi….Violet è lesbica. – non aveva il diritto di parlare della vita privata di Violet, ma doveva bloccare sul nascere l’interesse dell’amico, per proteggerla.
- Cosa?! No..non è possibile! -
Lo sguardo  scettico di Ben, lo diverte e lo esaspera. – Che c’è non mi credi? Sono tre anni che lavora per me, mi segue in tutti i miei spostamenti, conosce tutto di me, mi ha visto nudo in più di un’occasione    quando mi devo cambiare per lavoro  e mai una volta che abbia colto uno sguardo….–
La risata divertiva di Ben gli urta le orecchie – Beh…questo vuol dire solo che....non sei il suo tipo….elementare  Watson!! –
- Grazie amico! – 
- Sono qui apposta, quando vuoi!! –


Dopo cena, seduti comodamente  sui divani, trascorsero la serata a ridere e a scherzare, intaccando seriamente la scorta di birra e whiskey mentre  Ben li  intratteneva  con  delle gag divertenti.
 Alle prime luci dell’alba Violet  dorme  profondamente, appoggiata sul bracciolo del divano,  mentre Tom e l’amico finivano l’ennesima partita a poker.
- Full!! Non c’è gusto a vincere con te, non fai attenzione!! Sono ore che fissi Violet  mentre dorme! Fatelo dire…..sei proprio ridotto male, amico - biascicò Ben, alzandosi per avvicinarsi alla ragazza.
- Non riesco a credere che esce  solo con le donne… Potrebbe essere un’esperienza interessante….diversa….. uscire con “una”  come lei… -
- Sei ubriaco Ben … vai a dormire…prima che ti ci mandi con la forza… -
- Ok…vuoi stare solo con lei? Bastava….dirlo….. credo sia ora che io vada a stendermi…-  barcolla pericolosamente mentre sale le scale ma dopo alcuni tentativi  riesce ad entrare nella sua camera.
Tom s’inginocchia vicino al divano e scuote leggermente Violet che prende a mugugnare. – Violet..svegliati. È ora di andare a dormire. –
- Mhmmmm…. Ho sonno Tom…che vuoi? Ho diritto al riposo notturno per contratto…lasciami in pace…. - 
- Dai vieni ti aiuto… - sorridendo  le sposta le gambe in modo che i piedi tocchino sul pavimento e l’aiuta a mettersi seduta e con un movimento veloce la tira su passandole un braccio intorno alla vita.
- Accidenti sei pesante!! –
- Non si dicono queste cose ad una signora…. – mormora con voce sommessa.
- Ma allora sei sveglia!! Cerca di camminare altrimenti cadiamo in due! –
- Non sono sveglia…… sono sonnambula…. E siccome non mi reggo in piedi…. Mi serve un passaggio….. – ridacchia scioccamente aggrappandosi a lui.
Salire le scale con un sacco di patate addosso sarebbe stato meno faticoso e quando finalmente arrivano in camera aiuta Violet a sedersi e mentre le toglie le scarpe, la ragazza gli prende il viso tra le mani e appoggia la fronte sulla sua.
- Grazie capo….. - 
- Prego…..dormi dai…- Violet lentamente gli accarezza una guancia e prende a strofinare la punta del naso contro il suo.
- Il mio bellissimo capo….. perché sei triste? – gli  chiede di nuovo mentre posa un piccolo bacio  sulla sua   fronte.
- Quella donna non ti merita…se non capisce quanto tu sia ……meraviglioso…. – farfuglia stancamente senza smettere di accarezzarlo. – Ti amerei …io….se potessi….davvero….. ma non posso…. – parla così piano che Tom intende appena ciò gli viene sussurrato vicino all’orecchio.
L’autocontrollo è una qualità fondamentale per un attore, Tom ne è cosciente,  ma sentire nuovamente le labbra di Violet sfiorargli il viso,  lo destabilizza, averla tra le braccia così arrendevole e morbida è una tentazione a cui sfugge utilizzando fino all’ultimo grammo di determinazione.  
- Stai buona ….. sei stanca … Buonanotte. – con  delicata fermezza la fa stendere e  mentre  la copre con una coperta Violet si abbandona fiduciosa  nel sonno.
Violet.

La testa mi pulsa dolorosamente e dopo aver aperto gli occhi e constatato di essere viva, tento di alzarmi ma le onde con cui si agita il pavimento mi causano una forte nausea. I ricordi della sera precedente sono abbastanza confusi, mi sembra di essermi avvinghiata a  Tom per salire in camera e di averlo pure  sbaciucchiato, oddio che depressione! Mi sono lasciata prendere la mano dalla smania di consolarlo. D’ora in poi devo rimanere al mio posto, dopotutto lui è il mio  datore di lavoro!
Scendo lentamente le scale per raggiungere la  cucina,  dopo essermi lavata e vestita con grande difficoltà, ho una necessità impellente di consumare della caffeina. In casa regna un silenzio assoluto  e immaginando  che i ragazzi siano usciti a fare un giro, quando una mano ghiacciata mi tocca una spalla lancio un urlo  impaurita.
- Violet calma! sono Ben.. –
- Vuoi farmi venire un infarto?? Pensavo di essere sola in casa…dov’è Tom? –
- Buongiorno anche a te e scusami per prima e…..per l’ultima domanda…non lo so. –
- Sembri fresco come una rosa… ma come fai? – non ha le occhiaie e lo sguardo vivace si sofferma sul mini vestito che indosso.
- Esperienza mia cara! Wow stai benissimo! –
- Grazie….. – vagamente imbarazzata dallo sguardo d’apprezzamento che vedo nei suoi occhi, Ben è  famoso per essere un  farfallone della peggior specie,  cerco di distrarlo con il caffè.
- Ne vuoi una tazza? –
- Si grazie, ti chiedo scusa se ti parlo sincero, ma sono rimasto molto stupito di trovare Tom in vacanza qui con te. –
- Perché? Sono la sua ombra durante tutta la settimana e lo sono anche per questo weekend. – la caffeina inizia a fare effetto e la mia mente ottenebrata sembra risvegliarsi, non mi piace né il tono né l’allusione di Ben.
- Forse dovrei trovarmi anche io un’assistente carina come te, che mi stia vicino giorno e notte…-
- Beh…avrai parecchie difficoltà a trovarla, io ho un orario fisso e solo eccezionalmente lo seguo di sera…o nei weekend…e sicuramente non nel suo letto! – sorrido rigida.
- Dai non te la prendere! Non stavo insinuando nulla di strano, Tom mi ha accennato… alle tue…ehm preferenze sessuali. Ma io non lo trovo un ostacolo insormontabile, quando c’è un’attrazione speciale tra due persone è giusto seguire l’istinto.. – sempre sorridendo si avvicina allo sgabello dove sono seduta, abbastanza vicino da sfiorarmi le ginocchia con le sue  gambe. 
- Non pensi che sarebbe eccitante per una volta uscire dai cliché e concederti il piacere di fare sesso con un uomo? –
 Non  posso credere che Tom abbia raccontato a questo imbecille una parte così privata della mia vita! Beh….quella che lui crede che  sia la mia vita.  Sempre più spesso mi sento pungolare dai sensi di colpa per  non aver  detto  la verità a Tom. Dovrei dirglielo, non merita una simile falsità specialmente da parte di un’assistente  personale, che sa tutto di lui e di quanto sia intransigente ma  corretto  nei rapporti con le persone che lo circondano.
- Se fosse solo per il sesso, mi sarei portata a letto il mio capo, nonostante sia un uomo mi attrae quanto una bella donna, ma dimmi, tu saresti interessato ad uscire dai “cliché”? Troveresti eccitante andare con un uomo …..così ……tanto per fare sesso?- non se l’aspettava una domanda del genere e tergiversa nel rispondermi.
- Ok…messaggio ricevuto! Quindi se adesso tentassi di baciarti, non otterrei nulla, immagino?! –
- Potresti tentare e correre il rischio di non arrivare alla mia faccia e magari di rovinare una simpatica amicizia.. –
 Il mio sorriso falsamente contrito non lo distrae dal suo intento, con una mossa repentina posa la mano sulla mia nuca e tenta di  baciarmi. Mi basta alzare con prepotenza un ginocchio per raggiungere il suo basso ventre e mentre Ben geme ai miei piedi colgo l’occasione per uscire dalla cucina.

Intravvedo da lontano una  solitaria figura sdraiata sulla sabbia ma sono ancora troppo arrabbiata per parlare con calma con  Tom  e comunque  non vorrei mai  causare  tra i due uomini degli screzi che potrebbero incrinare un’amicizia ventennale, la questione riguarda solo me e Ben. Con passo svelto dirigo la mia passeggiata sugli scogli, lontano da lui.
Quando ritorno verso il cottage vedo Tom che mi corre  incontro con un’espressione tesa. – Violet, ma dove ti eri nascosta? Ho girato tutto il paese! –
- Buongiorno capo, ero sugli scogli, non mi andava di restare in casa e sono uscita, perché mi cercavi? –
- Ben è andato via di corsa e ……cos’è quel segno sul collo? – il luccichio metallico che assume il suo sguardo è agghiacciante. Con una mano delicata mi sposta i capelli e osserva il segno rosso che dalla guancia finisce sulla nuca e si perde tra i capelli.
- Brutto…. Ti ha fatto male? Voglio dire questo è già abbastanza….ti ha toccata?! – trema dalla rabbia repressa.
Lo guardo in silenzio senza riuscire a  trattenere le lacrime che con dispetto asciugo con una mano. – Scusa è una reazione nervosa. No,  non mi ha toccata,  è stato un malinteso e Ben ha subito un dolore maggiore del mio. – Tom cerca nel mio sguardo una ferita dolorosa, un tormento che non trova e solo la calma tristezza con cui  gli sorrido, lo placa.
- Dimmi la verità Violet, conosco Ben da una vita e so come si comporta con le donne e…..se ti avesse…. Mi dispiace….– con la mano gli sfioro un braccio per rassicurarlo.
- Sto bene…. davvero, ci ha provato ed io ho reagito, fine della storia. Tanto perché tu lo sappia,  l’ho colpito con una ginocchiata. –
Le sue braccia mi stringono piano e le mie  lacrime silenziose si trasformano in breve tempo in singhiozzi disperati, solo per un attimo il gelo del terrore  di una violenza mi aveva sfiorata.   Il  tormento peggiore,  adesso,  è pensare  alle donne che l’hanno subita.

Stiamo tornando a casa e per una volta lo lascio guidare mentre osservo  senza vederlo il paesaggio tranquillo della campagna. – L’hai letto il libro di Kundera “ L’insostenibile leggerezza dell’essere” ?  -
- Si l’ho letto, parecchio tempo fa, più che altro  per curiosità… - risponde guardandomi di sfuggita.
- Ecco….stavo pensando che Ben potrebbe impersonare Tomas….. non riesce ad essere diverso da quello che è…. – mi giro ad ammirare il suo profilo, la rigidità della mascella mostra quanto sia solo apparente la sua calma.
- E tu potresti impersonare Franz….. –
- E tu chi saresti? Tereza o Sabina? – lo guardo serena mentre studio la sua espressione indecifrabile.
- Sicuramente io m’ identifico  in Sabina…. Che ama profondamente…. Franz… ma che alla fine…… lo abbandona. - 
 
  
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