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Autore: Amantide    07/09/2014    1 recensioni
Una rivisitazione del ballo del Ceppo e di quello che è successo da quella sera in poi!
Dal testo:
"C’era una sola cosa di cui Ronald Weasley era assolutamente certo: mai e poi mai avrebbe ballato! Eppure, anche se in futuro avrebbe fatto di tutto per negarlo, la sera della vigilia di Natale del suo quarto anno a Hogwarts era proprio lì, nel bel mezzo della Sala Grande addobbata per l’occasione."
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: Questa volta non perderò nemmeno tempo ad insultarmi per il ritardo. Mi limiterò a dirvi che ci stiamo avvicinando alla fine della storia. Qualcuno mi ha fatto pervenire le sue teorie su come potrebbe concludersi, ma sono curiosa di sapere anche cosa ne pensano gli altri. Non siate timidi :-) Talvolta i vostri commenti diventano fonte di ispirazione per alcuni particolari che poi aggiungo alla storia. Sono quindi i benvenuti! Ora vi lascio leggere e vi aspetto nella sezione dei commenti o, se siete troppo timidi, nello spazio dei messaggi personali. Buona lettura e grazie per avermi seguito fin qui! :-)



 
Nuove rivelazioni



A Harry sembrava di vivere un incubo. Nonostante facesse di tutto per essere ottimista, le cose sembravano intenzionate ad andare per il verso sbagliato. Ron e Hermione si ostinavano a non parlarsi, utilizzandolo come messaggero per dirsi cattiverie e lanciarsi frecciatine. Qualunque cosa fosse l’indizio celato nell’uovo per Harry rimaneva un mistero. Le ultime volte che aveva tentato di aprirlo era quasi arrivato a scaraventarlo giù dalla finestra del dormitorio a causa dell’insopportabile stridio. Incominciava a perdere la pazienza, più di una volta aveva seriamente pensato di andare da Moody annunciando la scelta di ritirarsi. Come se non bastasse, continuava ad incrociare Cedric e Cho lungo il suo percorso. Nell’ultima settimana li aveva incontrati almeno tre volte andando a lezione e altre due dopo pranzo nel cortile del castello, sempre intenti a scambiarsi effusioni. Ormai facevano coppia fissa, di questo era più che certo, e lui non riusciva proprio ad accettarlo. Se avesse potuto tornare indietro si sarebbe guardato bene dall’avvisarlo di quanto sapeva della prima prova.
Il primo lunedì di febbraio Harry rientrò in Sala comune a pezzi. Le lezioni di Malocchio Moody erano molto interessanti, ma Harry faticava a prestare attenzione. La sua mente era stipata di troppi pensieri. Si trovò a rimpiangere i durissimi allenamenti di Quidditch dell’anno prima, in quel momento gli sarebbero stati utilissimi per non pensare. Invece, al posto del Quidditch, si ritrovava incastrato in un Torneo cui non avrebbe mai voluto prendere parte.
“Ci facciamo una partita a scacchi Harry?” La voce di Ron lo fece trasalire. Sedeva al tavolino dietro il divano, davanti ad una scacchiera già pronta per la partita. Hermione non c’era. Probabilmente non era rientrata dopo le lezioni.
“Ma si, tanto ho già il morale a terra… una sconfitta a scacchi è giusto quello che mi manca!” Così dicendo Harry abbandonò la borsa a terra e si lasciò cadere sulla sedia allentando il nodo della cravatta scarlatta.
“Che succede amico?” Chiese Ron mentre aspettava che Harry facesse la prima mossa.
“Succede che sono nei guai.” Mormorò Harry dando indicazioni al suo pedone.
“Ma non mi dire!” Commentò Ron sarcastico.
“Dico sul serio!” Esclamò Harry facendo attenzione a non farsi sentire dal resto dei compagni.
“Beh, per quello che vale, puoi contare sul mio aiuto.” Disse Ron mentre il suo alfiere faceva a pezzi lo sciagurato pedone del suo migliore amico.
Harry fissò il compagno, Merlino solo sapeva quanto avrebbe voluto che a dire quella frase fosse stata Hermione.
“Ti ringrazio Ron…” Furono le uniche parole che Harry riuscì a pronunciare. In quel momento Hermione rientrò dal buco del ritratto. Aveva i capelli arruffati e camminava tutta storta sotto il peso della sua borsa carica di libri.
“Ciao Hermione!” La salutò Harry. Lei si fermò un istante, guardò nella sua direzione e rispose al saluto. Poi vide Ron che sedeva al suo fianco e sembrò indecisa sul da farsi. Un istante dopo, Harry fu lieto di costatare che li stava raggiungendo. Hermione posò la borsa a fianco a quella di Harry e sedette su uno sgabello sospirando.
“Ciao.” Borbottò Ron mantenendo lo sguardo ben fisso sulla scacchiera.
“Ciao.” Rispose Hermione senza entusiasmo.
Harry spostò lo sguardo da uno all’altro, non poteva fare a meno di sentirsi a disagio. Per un attimo fu tentato di lasciarli soli, ma riflettendoci meglio pensò che per quel giorno fosse già tanto che i due fossero tornati a sedere l’uno a fianco all’altra.
“Scommetto che eri in biblioteca.” Buttò lì Harry sperando di riuscire a stemperare la tensione.
“Già.” Si limitò a rispondere lei.
“I soliti compiti di Antiche Rune?” Chiese Ron con freddezza.
“A dire il vero no…” Rispose lei con un velo di mistero.
I due la fissarono curiosi e lei si sentì in dovere di spiegare di più.
“Mi stavo documentando su alcune cose…”
“Fin qui ci eravamo arrivati.” Disse Harry che iniziava a seccarsi.
“Non sarà ancora per quella cosa del CREPA spero!” Sbottò Ron senza riuscire a tenere a freno la lingua. Lei gli lanciò un’occhiataccia ma poi ricordò le parole di Ron lungo il viale principale di Hogsmeade mentre camminavano uno a fianco all’altra avvolti dalla neve. Lui non aveva mai apprezzato il CREPA, nonostante questo aveva appoggiato il suo progetto senza fare troppe domande e si era anche preoccupato per la sua salute. A quel pensiero qualcosa nella parte bassa del suo stomaco sembrò muoversi, come se fosse stata improvvisamente svegliata da quei ricordi.
“No, non ha nulla a che vedere con il CREPA, Ronald.” Rispose lei mentre cercava di domare qualunque cosa si fosse risvegliata dentro di lei.
“Meglio così.” Disse Ron felice che lei non avesse preso troppo male il suo commento.
“Hermione, ti dispiacerebbe dirci su cosa ti stavi documentando in biblioteca? Ho come la sensazione che la cosa ci riguardi!” L’esortò Harry che iniziava a spazientirsi.
Lei sbuffò. Quegli sguardi curiosi cominciavano a metterla a disagio. Poi finalmente parlò: “Rita Skeeter non me la conta giusta!” Sbottò lei lasciando di stucco i due ragazzi. “Voglio far luce su questa faccenda!”
Harry vide Ron sobbalzare sulla sedia. Ormai quel nome lo mandava in bestia esattamente come accadeva ad Harry. E vista la determinazione di Hermione probabilmente erano arrivati al punto che la odiavano tutti e tre allo stesso modo.
“Di che cosa diavolo stai parlando?” Domandò Harry accigliato. “Voglio dire… abbiamo sempre saputo che è una giornalista della peggior specie.”
“Già! Lo abbiamo sempre saputo!” Sottolineò Ron guardando di sottecchi Hermione.
“Sentite… ha fatto una cosa che non riesco a spiegarmi! Sono certa che nasconda un segreto!”
“Hermione niente misteri… dicci le cose apertamente, così non ci aiuti a capire!” Brontolò Harry che voleva sapere esplicitamente a cosa si riferiva l’amica mentre Ron si versava un bicchiere di succo di zucca.
“Beh, ha pubblicato una cosa che non poteva sapere!”
Harry e Ron si scambiarono uno sguardo confuso. A lei non sfuggirono le loro facce dubbiose, così sembrò rassegnarsi a raccontare tutto per filo e per segno.
“Beh… è stato settimana scorsa…” Spiegò a bassa voce sperando che in sala comune nessuno prestasse attenzione ai loro discorsi. “Passeggiavo con Viktor lungo le rive del lago.” Harry sgranò gli occhi sorpreso e a Ron andò di traverso il succo di zucca. Lei li ignorò entrambi e continuò il suo racconto. “Eravamo soli, di questo sono più che sicura.” A quelle parole Ron cambiò colore ma non riuscì a dire nulla. Harry fissava l’amico seriamente preoccupato, era talmente rosso che si aspettava di vederlo scoppiare da un momento all’altro. “Lui mi ha chiesto di andare a trovarlo in Bulgaria quest’estate. E il mattino seguente il tutto compariva nella rubrica di Rita Skeeter!” Ringhiò lei che sembrava sul punto di perdere le staffe.
“E tu cosa gli hai risposto?” Domandò Ron sempre più rosso.
“Ma non capite?” Proseguì lei, ignorando la domanda di Ron. “Non poteva sapere di questa cosa! Eravamo soli, ne sono certa.”
“Si, ma tu cosa gli hai risposto?” Insistette Ron sempre più a disagio.
“La vuoi smettere Ron? Il problema non è quello che io ho risposto a Krum, ma il fatto che lei l’abbia saputo!”
“L’ha saputo perché lui è uno zuccone e glielo sarà andato a spifferare!” Ruggì Ron che stava andando su tutte le furie. Harry vide più di una testa girarsi a guardarli. I loro toni di voce cominciavano ad essere parecchio accesi.
“Non può essere! Perché mai avrebbe dovuto fare una cosa del genere?” Rispose Hermione sulla difensiva.
“Ah certo!” Sbottò Ron perdendo completamente il controllo. “Quando si tratta di lui ti fai tutti questi problemi mentre con me non hai esitato un solo istante a mettere in dubbio la mia sincerità!”
“Ragazzi…” Mormorò Harry sperando che i due abbassassero i toni.
“E comunque non mi hai ancora detto cosa gli hai risposto… andrai in Bulgaria?”
“Questi non sono affari tuoi!” Replicò lei acida.
“Ragazzi…” Tentò di nuovo Harry. Ormai tutti gli occhi della sala comune erano puntati su di loro, compresi quelli di Ginny che aveva appena fatto il suo ingresso in sala comune.
“E invece si che sono affari miei visto che di solito l’estate la passi a casa mia!”
“Allora è questo il problema… non sopporti l’idea che io possa fare qualcos’altro durante l’estate!”
“Non ho mai detto questo!”
“Benissimo!” Sbraitò Hermione. “Vuoi sapere la verità?”
“Sentiamo…”
“Ho sempre desiderato visitare la Bulgaria!”
“Ma finiscila di nasconderti dietro a queste scuse! Perché non ammetti che vuoi andare in Bulgaria per stare con lui!?”
“Perché? Se così fosse la cosa ti creerebbe qualche problema?”
Quella domanda colse Ron alla sprovvista, Harry lo sentì balbettare qualcosa di indefinito. Poi finalmente riuscì a mettere insieme una frase di senso compiuto.
“Beh, questo non c’entra un bel niente! Anzi… dimostra solo che non hai capito un tubo!” Così dicendo Ron si alzò di scattò ribaltando la scacchiera e salì la scala che portava ai dormitori.
Harry osservò l’amico allontanarsi sicuro del fatto che Hermione avesse capito molto più di Ron.
“Bel casino!” Commentò Ginny sedendosi a fianco a Harry.
“Non so più cosa fare con quei due!” Confessò lui abbacchiato.
“Mio fratello è un’idiota… non preoccuparti, è tutto nella norma.”
“Ginny… ti sembrerà assurdo… ma io penso che questa volta abbia ragione.” Effettivamente Harry era rimasto scioccato tanto quanto Ron nel sentir dire a Hermione che si vedeva di nuovo con Krum. Non c’era da stupirsi che Ron avesse reagito così.
“Dici sul serio?” Domandò Ginny che non sembrava aver mai preso in considerazione il fatto che suo fratello potesse avere ragione.
“Si.” Mormorò Harry, i pensieri sempre più concentrati sull’uovo che stava nascosto al piano di sopra nel suo baule.
“Allora dopo farò una chiacchierata con Hermione. Dopotutto deve ancora raccontarmi quello che è successo a Hogsmeade.”
“Ginny aspetta… mi sta venendo un’idea…” Tutto d’un tratto Harry si sentì più leggero. Finalmente uno spiraglio di luce filtrava dalla fine di quel dannatissimo tunnel chiamato Torneo Tremaghi.
“Ho bisogno del tuo aiuto.” Dichiarò Harry senza troppi giri di parole.
  
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