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Autore: Ale78    08/09/2014    5 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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capitolo 8 Ciao! Solo due parole e vi lascio al capitolo, in quest'ultima fatica, ho provato a inquadrare meglio Sean e la sua immaturità cronica, perchè vorrei solo che si notasse la differenza fra un ragazzo che non ha vissuto a lungo" fuori" e quelli del gruppo di Rich...nel caso c'è sempre la mandria di vaganti  liberata in camera del ragazzo - come per magia- che ho proposto in una recensione! Ciao alla prox!

Capitolo 8- Errori di valutazione

-Daryl-

Tutto mi sarei aspettato, tranne che Beth mi giocasse un tiro come quello. Sapeva perfettamente quanto Sean mi stesse sui…ma non importava.

Se la bambina voleva giocare con me, l’avrei fatta divertire io, ma alle mie condizioni.

Arrivai al campo di tiro che era già alto il sole. In effetti, nessuno si aspettava di vedermi a quell’ora, ma ormai.

Beth era vicino al capanno di tiro, in mezzo al gruppo di Logan, il loro capo squadra, e Sean, neanche a dirlo, era accanto a lei e la sua mano destra, era fin troppo vicina a quella di Beth, per quello che mi riguardava, ma dovevo tacere, in fondo le regole le avevo imposte io.
Ma se non ci fossero stati questi limiti, probabilmente Sean sarebbe già stato steso a terra a cercare di raccogliere un po’ di buon senso e i denti, e non propriamente in questo stesso ordine.

D’altronde dovevo stare buono, se volevo scongiurare che, la persona a cui  tenevo di più al mondo, venisse con noi là fuori.

 Beth non alzò nemmeno lo sguardo vedendomi arrivare, era davvero brava, non potevo lamentarmi, quella parte del patto l’aveva presa con molta solennita’, ma allora, perché mi ero sentito come una stretta al petto quando mi aveva ignorato del tutto?

Mi avvicinai al gruppo tanto per sentire le ultime parole di Logan.

-         Allora avete capito tutti?

-Si Logan, - lo interruppe Sean – Ma in caso di estrema necessità del gruppo di Earl, la MIA squadra potrebbe intervenire per un fuoco di copertura…

- Quando distribuivano il cervello, tu, Sean Miller dovevi essere in fila per il frappe’ di MacDonald..Prima di tutto questa non è la tua squadra, e seconda questione, vi ho appena finito di dire che il vostro è solo un gruppo di supporto. Non siete dei commando ragazzi, e le vostre vite sono uniche. Tanto più che tra di voi c’è anche del personale medico, quindi non dovrete assolutamente svolgere servizio attivo.
Sean mise il broncio, poi Earl chiese l’attenzione di tutti.

-Ok ragazzi e ragazze, visto che ci siamo quasi tutti, è ora di farvi un discorsetto. A Terminus ci sono buone possibilità che tengano le perone confinate nei loro spazi o, peggio ancora, imprigionate. Sembra, da notizie avute da quelli che sono riusciti a fuggire, che le usino per sperimentazioni di vario genere, queste informazioni, in altri tempi, sarebbero state classificate, ma è giusto che sappiate a chi e cosa andiamo incontro.

Earl fece una lunga pausa ad effetto, per avere l’attenzione dell’uditorio, poi riprendendo fiato.

       - Sembrerebbe che quegli stronzi – perché non chiamarli con l’appellativo giusto.-  Operino una sorta di selezione naturale da loro gestita.

-         In che senso? – chiese una voce dal fondo.

-         Quello che ho detto. Eliminano i vecchi e i malati, o li usano per la sperimentazione sugli zombi o per capire la trasformazione, mentre i giovani e gli adulti , li adoperano per quello che potremmo definire un gruppo di selezione e controllo in un allevamento di bestiame. Ci sono giunte voci di prevaricazioni e violenze, costrizioni di ogni genere, fino alle  sevizie fisiche per chi rifiuta di sottostare alle loro regole

Mentre Earl continuava a raccontare le porcate che pareva si compissero  a Terminus, notai il turbamento di Beth. 

Potevo capire come si sentiva, c’erano sua sorella e i nostri amici laggiù, probabilmente. Le sue emozioni si leggevano in faccia come fossero scritte.
Mi avvicinai e, senza farmi accorgere dagli altri, le misi una mano sul fianco, intrecciando la mia mano alla sua, che teneva stretta al torace. Beth tremava, ma non appena avvertì la mia presenza si rilassò.

-         Non credo dovremmo andare a Terminus se ci sono i rischi per i nostri – disse un uomo in fondo al gruppo.

Aveva ragione, cazzo. Aveva ragione eccome. In fondo quelli a Terminus erano il nostro gruppo e i nostri amici, persone che loro non conoscevano nemmeno, quindi perché avrebbero dovuto esporsi e rischiare?

Anche noi nelle stesse condizioni,  avremmo dovuto mettere la cosa ai voti e, quasi certamente, non avremmo messo a repentaglio i nostri. Il gruppo era la priorità. Rich sarebbe stato il primo a sostenerlo. Stavo per lasciare la mano di Beth , per tentare di convincerli, quando Earl riprese la parola.

-Ok. So a cosa state pensando e lo capisco. Perché mai dovremmo rischiare la vita per degli estranei? E’ lo stesso pensiero che abbiamo avuto tutti qui in momenti diversi, ma sapete cosa mi sono risposto io, ogni volta?  Che prima di ogni altra cosa non dobbiamo dimenticare di essere tutti umani, e che abbiamo tutti gli stessi diritti davanti a Dio - se ci credete ancora – e agli altri uomini. Tutti qui saremmo potuti morire là fuori se non ci avessero salvati e, il lavoro di tutti, ha creato questo posto. Ora, io non dico che questa sia l’idea più geniale del mondo, provare cioè  a penetrare a Terminus per salvare un gruppo di sconosciuti, ma non dobbiamo dimenticare che anche noi saremmo potuti finirci, se non ci avessero trovati prima quelli di questo campo…- nessuno si azzardò a fiatare. - Ciò nonostante, questa missione di recupero sarà affidata solo a volontari. Chi verrà con noi – previa approvazione- lo farà perchè crede ancora nei valori di fratellanza che ci hanno animato fino ad ora.  Gli altri, nessun rancore.
Chi verrà con me?

Cinque uomini del gruppo di Earl fecero un passo avanti, Earl mi guardò e io feci un cenno d’assenso, niente mi avrebbe impedito di esserci. Carol alzò la mano e poi fu il turno di Logan, Sean, Amber, Willie, Alan e Beth.

Lasciò la mia mano delicatamente, quasi non me ne resi conto e senti la sua voce forte e chiara.

- Ci sono anch’ io.

Il gruppo si sciolse e notai come Sean cercasse di trattenere Beth a parlare con lui. Me ne dovevo andare dal campo per evitare di perdere la calma.

-Ciao Daryl.

Incrociai Carol nei pressi dell’infermeria, e non potei fare a meno di fermarmi.

-Ciao.- la salutai senza entusiasmo, mentre continuavo a lanciare occhiate verso il campo di tiro per vedere quando Beth sarebbe tornata indietro.

-Ti senti pronto per Terminus? - domandò lei senza mezze misure.

-Si. Certo.- risposi annoiato.- Credo solo – aggiunsi cercando di non far trasparire lo stato di agitazione e panico dovuti al fatto che la mia ragazza - Mio Dio! era la prima volta che la definivo così - sarebbe stata dei nostri, – Che sarebbe molto meglio che Beth non venisse.

Carol mi osservò sospettosa.. – Perché mai lei, non dovrebbe essere dei nostri? C’è Maggie laggiù!

Mi schiarii la voce. – Appunto per quello. E’ troppo coinvolta e temo che non sia abbastanza lucida per affrontare questa cosa, voglio dire, col giusto distacco e un approccio razionale.

Carol sorrise divertita e appoggiò entrambe le mani sui suoi fianchi.

-         Più tardi mi racconterai anche la favola della buona notte, Daryl?  

-         Perché? – chiesi il più sinceramente possibile.

-         Ti ho osservato oggi al campo e nei giorni precedenti, e dovresti vederti…

Restai in silenzio. Qualunque cosa avessi detto in quel momento non avrebbe fatto altro che peggiorare la mia situazione.

-In mezzo agli altri cerchi di fare l’indifferente, il distaccato, lo spaccone, il solito Daryl Dixon, freddo e controllato.…poi la guardi e ti sciogli. Sei un’altra persona, ed io ti osservo, e non posso fare a meno di notare quanto tu sia in pace, come mai ti ho visto, quando lei è con te.

Stavo per dire qualcosa ma proprio Carol, mi fermò.

-No. Meglio che tu stia zitto. Se non sei pronto a parlare di questa cosa, lo posso capire, ma non mentirmi. Quando avrai voglia di fare due chiacchiere, me lo dirai, ma non barricarti dietro a delle scuse. Se temi che le succeda qualcosa lo posso accettare, ma non mentire a me.
Avevo un groppo in gola grosso come una casa, ma non fiatai. Le feci un cenno con la testa e mi avviai verso il fiume.

-         Beth-

Mi attardai al campo per raccogliere le mie cose, e d’altronde, non volevo correre subito dietro a Daryl.

-E così faremo parte della stessa squadra. - Mi accorsi solo a quel punto che al campo eravamo rimasti solo Sean ed io.

-Sembra che le cose andranno così. Ma noi siamo solo di supporto logistico, ricordi cosa ha detto Earl?!

-SI. si… So cosa ha detto quel vecchio rompipalle. Quello che mi sorprende è che il tuo angelo custode ti lasci venire.

-Perché credi che Daryl non mi avrebbe lasciato venire?

-Chi altri se non Capitan America, potrebbe impedirtelo?! Permettimi di dirti che è un po’ troppo protettivo nei tuoi confronti. – mi rispose Sean risultando, alquanto, sgradevole.

-Smettila. Perché lo chiami così? E poi è solo perché – cercai di mentire, ammettendo una mezza verità.– siamo molto legati…

-Beth, andiamo. Si comporta, a volte, come se tu fossi la cosa più importante della sua vita, poi, ti tratta come se non esistessi. Non può essere così possessivo, o almeno deve prendere una decisione. Non gli interessi più di tanto, ma si sente in dovere di proteggerti? Ok, ma per tutto il resto deve finirla. Tu sei una ragazza intelligente e devi poter fare le sue scelte e vivere la tua vita, facendo anche i tuoi errori…

-E di che errori stiamo parlando Sean? – ero curiosa di sapere, dove sarebbe potuto arrivare, ma non piaceva il tono che stava prendendo la conversazione. 

- Bhe, - disse lui avvicinandosi con fare mellifluo.- Magari con tutto quello che sta succedendo là fuori, avresti anche voglia di lasciarti andare verso sentimenti nuovi… Una romantica storia di amore e passione con un, quasi, sconosciuto uomo tenebroso e pieno di fascino..

-Ok, - scherzai, nervosa.- Allora appena ne conosco uno ti farò sapere..- dissi cercando di allontanarmi da lui.

Perché si era avvicinato così tanto, perché mi stava facendo quei discorsi, oddio, e perché aveva preso la mia mano fra le sue?

-Sean io non credo che …- Cercai di farlo ragionare.

-Non dire niente, piccola!  Goditi soltanto l’attimo…

-Sean ti ho detto che di no…- insistetti ferma, ma lui sembrava ancora più deciso.

Sean si era avvicinato ancora e temevo davvero che, avrebbe potuto tentare- mio Dio - di baciarmi.

Cercai di allontanarlo spingendolo, ma lui era più forte di me.

Fu in quel momento che qualcosa o qualcuno, lo sollevò per la collottola, e sbattè a terra.

Non ebbi nemmeno un dubbio, su chi fosse il mio salvatore.

-Ascoltami bene, brutto sacco di merda!!- gli stava dicendo Daryl, puntandogli un dito contro in modo minaccioso.  - Quando una ragazza ti dice di no…tu non puoi continuare per la tua strada come se niente fosse. Ora il mio sentimento, riguardo il tuo comportamento, sarebbe quello di spaccarti il culo e lasciarti agonizzante a terra, ma non lo farò perché sarebbe una perdita di tempo per me e non ti insegnerebbe un cazzo. Ora le chiederai scusa per come ti sei comportato e…

Sean non lasciò finire la frase, e colpì Daryl al volto, mandandolo a terra.

Quello che successe dopo, fu molto veloce ed estremamente forte per il mio punto di vista. Non avevo mai visto nessuno darsele, ma soprattutto, non avrei voluto essere io, il soggetto del contendere.

Daryl si alzò da terra, aveva il labbro spaccato, e si asciugò il sangue con la mano, fu a quel punto che colpì Sean al viso e al tronco con almeno due colpi. Sean non si lasciò intimidire, era piuttosto piazzato per la sua età e colpì di nuovo al volto.

Daryl non si mosse e incassò, ma notai che un lampo di consapevolezza gli balenò negli occhi e un mezzo sorriso. Lasciò che si avvicinasse un poco e gli fece lo sgambetto, in modo che Sean perdesse l’equilibrio. Una volta a terra Daryl gli sferrò un calcio.

– Non avevo finito stronzetto…Le chiederai scusa poi, porgerai le tue scuse a me per aver dovuto scomodarmi a spiegarti tutto questo.

Sean respirava a fatica col piede che  Daryl gli teneva sullo stomaco per bloccarlo a terra. – O ne vuoi ancora?

Rimasi a guardarli per una frazione di secondo, poi provai ad avvicinarmi a Daryl, toccandogli un braccio.

-Daryl –

Vedere quel piccolo bastardo che tentava di mettere le mani addosso a Beth, mi aveva fatto sragionare, ma il pugno che mi aveva tirato, da vigliacco qual’era, mi aveva fatto riapprezzare i benefici della rabbia.

Aveva un bel destro, il sangue sul mio labbro spaccato ne era la prova, ma non aveva nessuna esperienza sulle risse da strada e questo giocava a mio favore. Fu solo nel momento in cui quello stronzo fu a terra che mi accorsi dello sguardo smarrito di Beth, e del suo tocco delicato sul mio braccio.

-Scusa Beth…- iniziò Sean rialzandosi a fatica- Non volevo farti del male..

Poi mi guardò con astio e si allontanò.

-Daryl, stai bene? – mi chiese Beth dolce.

Mi pulii di nuovo il sangue sul labbro col dorso della mano, senza darle risposta.

L’avevo, probabilmente, delusa totalmente col mio comportamento, ma non potevo permettere a quel coglione…
Fu a quel punto che Beth prese il suo fazzoletto e lo posò sul labbro.

-Almeno così ti si fermerà il sangue! - mi sorrise - Ti verrà un occhio nero.

-Lo so. Mi spiace…

-E di cosa? Mi hai difeso…probabilmente hai un tantino esagerato, ma è stato…carino che tu l’abbia fatto.

-Ti devo aver spaventato…Temo di aver perso il controllo.

-Daryl…no. Tu me lo hai staccato di dosso, è stato lui a colpirti per primo- Tu ti sei solo difeso. E ora andiamo a  casa, vorrei medicarti quel labbro e mettere qualcosa di freddo sul tuo occhio.

Rientrammo e, dopo aver armeggiato in cucina per un po’, mi cacciò una pezza d’acqua gelata sull’occhio.

-Ahio!!!

-Fai l’uomo. E’ solo un po’ di ghiaccio. E ora fammi dare un’occhiata, a quel labbro.

Era a pochissimi centimetri dal mio viso ed io faticavo a mantenere la concentrazione, poi non ce la feci più. La presi in braccio e la trascinai verso la sua camera. La posai sul copriletto e iniziammo a baciarci come se non ci fosse un domani.

Lei mi voleva così come la volevo io, e avertii presto che le sue mani stavano operando per slacciarmi la camicia. Sorrisi, divertito dai suoi modi impacciati, ma la lasciai fare. Non volevo pensare. Non volevo svegliarmi un giorno accorgendomi di aver perso la cosa più bella che mi fosse capitata. Poi mi venne in mente Maggie, e quello che mi avrebbe fatto se avesse saputo che, mi ero innamorato della sua sorellina. Io, proprio io… Avrei dovuto pensare anche a quello, una volta tratti in salvo gli altri, perché immaginavo che mi avrebbe sparato, non appena Beth avesse accennato a…Ma non dovevo farlo in quel momento. Era solo nostro.

-Smettila di lambiccarti il cervello, Daryl Dixon! – mi sussurrò lei piano – Ora sei mio!

Immaginai il color porpora sulle sue guance, a quella frase, ma eravamo nella semi oscurità della camera e non me ne curai.

Mi conosceva.

Mi conosceva eccome. Era la prima donna a cui avevo permesso di avvicinarmi così tanto e di amarmi davvero. Ero felice? Qualcosa di molto simile alla felicità mi contraddistingueva, ma cresceva nella stessa proporzione all’idea di perdere tutto.

Fu in quel momento che sentimmo bussare alla porta.

Ci guardammo smarriti per un secondo. Beth non era in condizione di andare ad aprire, allora mi offrii io.

-Daryl..

-Me ne libero e torno.- La lasciai con queste parole e un bacio sulle labbra.

Andai ad aprire a torso nudo, cercando di riprender il controllo sulle mie azioni e sui miei pensieri, non proprio, casti del momento.

-         Ciao Daryl. Hai un attimo?

-         Carl! – dissi a voce alta per far capire a Beth che il nostro “discorso” era momentaneamente sospeso.

-         Posso parlarti.- Mi disse serio – O ti disturbo?

-         Disturbo? No. No, non ti preoccupare- dissi cercando di riallacciarmi la camicia e accomodandomi sulla veranda.

-         Che hai fatto?- mi chiese, ma nicchiai.

-         So che non potrò essere dei vostri per la spedizione a Terminus, ma, – iniziò deciso – Vorrei chiederti un favore.

Lo ascoltai serio, sperando che si sbrigasse a dire ciò che voleva. Avevo ben altro, per la testa.

-Vedi, mi domandavo se avrei potuto venire a stare con te fino alla vostra partenza

-Con me?  -

Scusa????

-Si vedi, Carol mi ha detto che avresti preferito che Beth stesse da lei, allora io pensavo  che avrei potuto venire a stare qui. Carol è un tantino pesante..

-Carl - Non sapevo da che parte iniziare –il problema è che Beth ormai ha sistemato tutte le sue cose qui e non credo che Carol sia pesante come dici tu…E poi non appena riporteremo a casa tuo padre, quella da Carol sarà stata solo una sistemazione temporanea.

Carl non si arrese.- Ma Daryl, se non vuoi stare a sloggiare Beth, allora potrei stare in soggiorno sulla poltrona o mettere una branda nella tua stanza.

-Carl credo che ognuno di noi abbia bisogno di un po’ di privacy, anche di questi tempi.

E poi mi domandavo  insistentemente come avrei potuto mantenere la mia relazione con Beth segreta, se Carl fosse stato dei nostri.  Ma, d’altronde, era pur sempre il figlio di Rich, e lo sentivo vicino come se fosse stato mio, quindi era difficile per me deluderlo.

Stavo valutando i pro e i contro quando Earl arrivò nei pressi della casa.

-Posso parlarti Daryl?

Mi scusai con Carl e notai Beth dietro la finestra che finalmente si palesò e invitò Carl a mangiare qualche biscotto.

-Che c’è Earl?

-Scusa se ti disturbo, ma c’è una cosa che è stata portata alla mia attenzione e che devo chiarire.

Lo lasciai continuare.

-Sembra che ci sia stato qualche problema al campo oggi, dopo gli allenamenti e ora che ti guardo, non posso che averne conferma. Vedi è arrivata a casa mia la madre di Sean  Miller, dicendo che suo figlio è stato pestato a sangue da qualcuno.

Earl fu molto sottile, ma capivo dove voleva arrivare.

-Sean ha spiegato il motivo di ciò che è successo?

Earl rise. – Sean ha 21 anni, Daryl, e nonostante tutto quello che è accaduto, non ha ancora capito come stare al mondo. Incidente chiuso, solo, se mi posso permettere, la prossima volta che devi dargli una lezione, vacci più piano e cerca di non fartene dare così tante…Ma è solo un consiglio.

Mi piaceva Earl, avremmo finito per andare d’accordo.

 

 

   
 
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