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Autore: Ale78    09/09/2014    3 recensioni
La mia storia racconta ciò che immagino sia potuto accadere dopo che Daryl raggiunge la strada sterrata alla ricerca di Beth e vede una macchina poco illuminata che si allontana. Ricordo le grida strazianti del personaggio mentre chiama il suo nome. consapevole che non potrà raggiungerla e probabilmente non la vedrà più. Da qui ci ho ricamato un po' sopra... staremo a vedere.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 9 CHIMICA

Capitolo 9 – Chimica

-Daryl-

 Feci un profondo sospiro ed entrai in casa, Carl stava conversando allegramente con Beth.

Quando entrai i due si interruppero e, dopo essersi guardati in modo complice, mi scoppiarono a ridere in faccia.

-Mi sono perso qualcosa?- domandai cauto, chiedendomi cosa potessi aver fatto di così divertente.

Beth smise di ridere e comunicò alcune modifiche che volevano apportare.

       Sai Daryl- mi disse lei, solenne, copiando le mie esatte parole, e usando fin troppa enfasi. – Dato che io, ormai, ho” sistemato tutte le mie cose” in casa e non ho voglia di muovere il mio domicilio e tu sei quello che va più d’accordo con Carol in assoluto, Carl ed io avevamo pensato che potresti trasferirtici tu da lei.

Mentre Beth mi spiegava il motivo di tanta ilarità, anch’ io avevo preso un biscotto, ma mi bloccai all’istante non appena compresi le sue parole.

-Scusa? Che hai detto? – chiesi sbalordito.

Solo allora quei due scimuniti scoppiarono di nuovo a ridere.

-Te lo aveva detto Carl, quale sarebbe stata la sua reazione..

Era felice. Lo erano entrambi. Erano dai giorni della prigione, quando eravamo ancora tutti insieme che non sentivo Beth ridere così.

Restai lì a osservarla come un ragazzino alla sua prima cotta, senza avere la volontà di ribattere. Poi si calmarono, e Beth, addusse una scusa per uscire. Sapevo cosa aveva in mente, voleva lasciarmi la possibilità di parlare con Carl, e di chiarire, come avrei meglio potuto, tutta la faccenda.

-         Non puoi proprio restare ancora un po’? – chiese Carl dispiaciuto.

-         No, Carl, mi spiace. Devo passare dalla dottoressa per sentire se ha bisogno di aiuto. Credo ci sia stato qualche problema al campo praica ieri…e poi, voi maschietti avrete voglia di fare quattro chiacchiere da uomo ad... adolescente complessato.

Carl si sentì toccato e si rabbuiò. – Non sono un adolescente complessato!

Beth gli strinse d’occhio – Non mi riferivo, a te, ma non dirglielo! – gli rispose mentre gli dava un bacio sulla guancia e mi scoccava un’occhiata tagliente.

Quindi ero io l’adolescente complessato? Bene. 

Avevo capito quello che voleva dirmi, o io rivelavo a Carl il reale motivo per cui non volevo che stesse alla casetta, oppure, avrei dimostrato di avere paura di quello che ormai era palese, e mi sarei comportato da quindicenne impacciato.

-         Beth è davvero un tesoro!

-         Scusa? - Guardai Carl basito senza capire il motivo della sua frase.

-         Dico solo che è una ragazza speciale.

-         Andiamo Carl! Anche tu ti ci metti? Non bastava Carol?

Mi impensieriva il fatto che le mie emozioni nei confronti di Beth, fossero così trasparenti. 
Non era un bene per lei, e neanche per me, se non fossi stato abbastanza lucido da proteggerla nel momento del bisogno, proprio a causa dei miei pensieri su di lei.

Carl mi guardava in attesa, studiandomi. 
Mi ero scordato quanto quel ragazzino riuscisse a carpire i segreti degli altri.
Era sempre nel posto giusto, al momento giusto.  

Cazzo!!!

-Sentiamo, - sospirai arrendendomi– Cosa sai? Che ti ha raccontato Beth?

Carl sorrise trionfante. – Beth non c’entra, e se mi dici così, significa che quello che sospettava Carol è vero, mi hai appena dato una conferma tu stesso.

Mi ero davvero dimenticato di quanto Carl fosse empatico e leggesse le persone. Era molto più maturo, per tanti versi, della sua età.

Rimasi in silenzio, guardandomi le mani e mi accorsi troppo tardi di avere la mascella troppo serrata per essere uno che non aveva nulla da nascondere.

-Voglio soltanto che lei sia felice e al sicuro, Carl…- gli risposi sincero.

A quel punto il ragazzino si avvicinò  e mi diede una pacca sulla spalla. Un gesto un po’ impacciato fatto da lui, ma apprezzabile, per poi dirmi:

-Forse dovresti fare quattro chiacchiere con Carol. Io so solo che non ho visto Beth così serena, nemmeno alla fattoria. Dopo tutto, forse, non sei proprio un’adolescente complessato.. C’è ancora speranza..

Di bene in meglio, ora anche gli adolescenti si sentivano in diritto di darmi dei consigli. Strepitoso!!!!


Carl mi lasciò per andare al campo dagli altri ragazzi, anche lui iniziava a sentirsi a casa, dopotutto.  Fu in quel momento che mi venne in mente Merle. 
Di certo la mia infanzia con lui non poteva avere aiutato né la mia autostima, né, tanto meno, il mio approccio con le donne.

-Beth-

Me ne andai gironzolando per il campo, per un po’.
Daryl doveva prendere una decisone, riguardo noi due, almeno per quello che riguardava Carl. Se ci fosse riuscito con lui, forse, in un secondo momento, ne avrebbe parlato liberamente.
Non osavo immaginare quando avrei detto a Maggie…mi mancava davvero tanto la mia sorellona.
Fu a quel punto che notai nel giardino di casa, Sean.
Era solo. Mi avvicinai un poco e lo salutai con la mano.

-Beth, aspetta!

Mi fermai nervosa, ma c’era ancora lo steccato di legno a dividerci.

Sean era conciato molto peggio di Daryl. Aveva il naso rotto e anche il sopracciglio sinistro. Non volevo nemmeno immaginare i lividi che doveva portare.  Rabbrividii all’idea che fosse stato proprio Daryl a conciarlo così. Non riuscivo a far collimare l'idea  dell'uomo dolce e  attento di quando eravamo insieme, con quello che era successo.

-Ciao Sean.

Lui si fermò confuso, vedendo come lo avevo squadrato.
- Volevo solo dirti che sono davvero dispiaciuto per quello che è accaduto…

-Anche a me dispiace, guarda com’è finita.

-No aspetta. Ho sbagliato io. Non avrei dovuto cercare di baciarti, quando tu mi avevi detto di no, e, soprattutto, non avrei dovuto colpire Daryl quando ha cercato di farmi ragionare. Ha fatto bene a reagire così.

-Oddio, proprio bene..- cercai di dire

-No ha fatto bene.  Esistono numerosi modi di comportarsi, io li ho sbagliati tutti. Non ultimo, immediatamente dopo, ho cercato di far cadere la colpa sull’accaduto su di lui.

-Ti hanno creduto?- chiesi in allerta.

-No. A parte mia madre, ma lei non conta. Sono uno stronzo e, voglio fare le mie scuse anche a Daryl, sempre che le accetti. – Deglutì.- Come l’ho conciato?

Sorrisi.-Niente di grave a parte qualche escoriazione superficiale e un occhio nero. Nessuna cosa nuova per lui, credo.

-Senti Beth, non giriamoci intorno. Tu mi piaci, non posso negarlo, e so di essere partito col piede sbagliato, ma voglio rimediare. Diventiamo amici almeno, poi, se ci sarà qualcosa di diverso o le cose resteranno uguali, me ne farò una ragione.. Ok? 

Annuii convinta.

Sean mi sorrise.- Stasera i ragazzi hanno organizzato una specie di mini festa.  So che non dovremmo, ma dopo essere andati a Terminus, non è detto che ci saremo tutti la prossima volta che…
Insomma, è un modo per passare qualche ora assieme, senza fare tardi. Ho invitato anche Carl.. Se vuoi puoi chiedere a Daryl se vuole essere dei nostri…

Dubitavo che Daryl avrebbe voluto essere della partita, ma non rifiutai.

– Grazie, Sean. Riferirò a Daryl del tuo invito e farò un salto sicuramente.

 Mi allontanai col cuore più leggero, se non altro, avrei avuto davvero un amico sincero, in tutto questo assurdo mondo capovolto.

Me ne tornai a casa per la via più lunga e passai a salutare Judih e Carol.

 

-Ciao Piccolina! – le dissi prendendola in braccio.

-Aveva voglia di vederti, Beth!- disse allegra Carol, mentre la piccola spacca culi tendeva le sue manine per toccarmi i capelli. –Stasera sono stata invitata a un festa, - le raccontai allegra – Mai avrei pensato che mi sarebbe ricapitato nella vita.

Carol mi guardò attenta.- TI riferisci alla festa di Sean e Alan?  So che Earl non vede di buon occhio questa cosa..

-Solo un paio d’ore nel pomeriggio. Poi dovremo pensare a prepararci. Ha invitato anche Daryl…

Carol si bloccò. – E Daryl ha accettato?

-Glielo dovrò chiedere. – sospirai – Poi vorrei passare un po’ di tempo con lui…- lo dissi così semplicemente. Senza pensare.

Carol fece finta di nulla, poi la curiosità, prese il sopravvento. – Lui non mi risponderà mai in modo coerente, e se passo il segno, me lo puoi dire, non sono affari miei, ma, devo chiedertelo…

Credevo che Carol mi avrebbe chiesto in modo diretto se Daryl e io avevamo mai...ma mi spiazzò.

-Come sei riuscita a ridare la serenità a quel ragazzo tormentato? – chiese, dolce - Voglio dire, non fraintendermi, conosco abbastanza Daryl e posso assicurarti che è innamorato perso di te, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma al di là della tua dolcezza, vorrei sapere da te, cosa provi per lui..

-Carol io…- Non potevo tradire la promessa che avevo fatto a Daryl. Non potevo venire meno alla sua fiducia, ma era Carol…

Lei mi guardava in attesa. Ero combattuta, ma non potevo sfuggirle. Dovevo, volevo dissipare i dubbi di Carol riguardo a Daryl, tanto più che, se mai ne avessi avuti ancora su di lui, lei mi aveva appena regalato una certezza ineluttabile.

Sospirai. – Quello che dirò, confido che resterà fra di noi.- Le dissi tesa. -Daryl ha giurato che se avessi raccontato qualcosa a qualcuno, se ne sarebbe andato, e quello che mi chiedi, mi sta facendo rischiare sia  la mia felicità per il futuro sia la mia sanità mentale che credo, perderei se lui mi lasciasse.

Carol era attenta e in silenzio. Avevo la sua totale attenzione.

-Cosa vuoi che ti dica Carol. All’inizio, forse, non avevo dato peso neanche io a quello che erano i miei reali sentimenti per lui, ma è una cosa che è cresciuta e rafforzata, giorno dopo giorno.
Avevo le lacrime agli occhi, potendo parlare liberamente con qualcuno di quello che rappresentava, per me ormai, Daryl.

 -Hai mai studiato il greco antico, Carol? Io si.  Qualche cosa alle superiori, bhè, per me lui è il mio alfa e il mio omega, l’inizio e la fine di ogni cosa. Se dovesse capitargli…Mio Dio, non voglio nemmeno pensare a quell’eventualità. So solo che piano piano fra noi le cose sono andate avanti, e tra una litigata e l' altra, ci siamo resi conto di non poter più fare a meno l'una dell'altro. Lui ha superato i suoi preconcetti sull mia età, mentre io ho saputo guardare oltre quegli occhi di ghiaccio che gli servono da corazza contro tutti. So che sembra assurdo parlare d'amore in questo mondo popolato da mostri, ma è successo, e ringrazio ogni giorno Dio, per aver portato Daryl nella mia vita. 

Carol piangeva commossa. unendosi alle lacrime di gioia che anche io stavo già versando. 
Solo Judith ci guardava senza comprendere cosa fosse successo.

-Puoi stare certa che quello che mi hai detto resterà fra noi, ma sappi che sono sicura che Daryl provi lo stesso per te. Lo hai cambiato nel profondo, e prima o poi, anche lui sarà pronto per confidarlo a qualcuno. Devi solo avere ancora un po’ di pazienza.

  Carol si avvicinò a me e mi strinse forte. Era come l'abbraccio di una madre che non avevo più o di una sorella maggiore, di cui, al momento, ero sprovvista.  Sapevo che aveva capito cosa volevo dirle  e sentii le lacrime liberatorie scorrermi copiose e rigarmi il viso. 
Finalmente avevo qualcuno con cui poter parlare, qualcuno con cui sfogare le mie angosce sulla sua incolumità e potei piangere tutte le lacrime che avevo serbato fino a quel giorno.

   
 
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