Capitolo 9 – Chimica
-Daryl-
Feci un profondo sospiro ed entrai in casa,
Carl stava conversando allegramente con Beth.
Quando entrai i due si
interruppero e, dopo essersi guardati in modo complice, mi scoppiarono a ridere
in faccia.
-Mi sono perso qualcosa?-
domandai cauto, chiedendomi cosa potessi aver fatto di così divertente.
Beth smise di ridere e
comunicò alcune modifiche che volevano apportare.
–
Sai Daryl- mi
disse lei, solenne, copiando le mie esatte parole, e usando fin troppa enfasi. –
Dato che io, ormai, ho” sistemato tutte
le mie cose” in casa e non ho voglia di muovere il mio domicilio e tu sei
quello che va più d’accordo con Carol in assoluto, Carl ed io avevamo pensato
che potresti trasferirtici tu da lei.
Mentre Beth mi spiegava il
motivo di tanta ilarità, anch’ io avevo preso un biscotto, ma mi bloccai
all’istante non appena compresi le sue parole.
-Scusa? Che hai detto? –
chiesi sbalordito.
Solo allora quei due
scimuniti scoppiarono di nuovo a ridere.
-Te lo aveva detto Carl,
quale sarebbe stata la sua reazione..
Era felice. Lo erano
entrambi. Erano dai giorni della prigione, quando eravamo ancora tutti insieme
che non sentivo Beth ridere così.
Restai lì a osservarla come
un ragazzino alla sua prima cotta, senza avere la volontà di ribattere. Poi
si calmarono, e Beth, addusse una scusa per uscire. Sapevo cosa aveva in mente,
voleva lasciarmi la possibilità di parlare con Carl, e di chiarire, come avrei
meglio potuto, tutta la faccenda.
-
Non puoi proprio
restare ancora un po’? – chiese Carl dispiaciuto.
-
No, Carl, mi
spiace. Devo passare dalla dottoressa per sentire se ha bisogno di aiuto. Credo
ci sia stato qualche problema al campo praica ieri…e poi, voi maschietti avrete
voglia di fare quattro chiacchiere da uomo ad... adolescente complessato.
Carl
si sentì toccato e si rabbuiò. – Non sono un adolescente complessato!
Beth
gli strinse d’occhio – Non mi riferivo, a te, ma non dirglielo! – gli rispose
mentre gli dava un bacio sulla guancia e mi scoccava un’occhiata tagliente.
Quindi ero io l’adolescente complessato?
Bene.
Avevo
capito quello che voleva dirmi, o io rivelavo a Carl il reale motivo per cui
non volevo che stesse alla casetta, oppure, avrei dimostrato di avere paura di
quello che ormai era palese, e mi sarei comportato da quindicenne impacciato.
-
Beth è davvero un
tesoro!
-
Scusa? - Guardai
Carl basito senza capire il motivo della sua frase.
-
Dico solo che è
una ragazza speciale.
-
Andiamo Carl!
Anche tu ti ci metti? Non bastava Carol?
Mi impensieriva il fatto che
le mie emozioni nei confronti di Beth, fossero così trasparenti.
Non era un
bene per lei, e neanche per me, se non fossi stato abbastanza lucido da
proteggerla nel momento del bisogno, proprio a causa dei miei pensieri su di lei.
Carl mi guardava in attesa,
studiandomi.
Mi ero scordato quanto quel ragazzino riuscisse a carpire i
segreti degli altri.
Era sempre nel posto giusto,
al momento giusto.
Cazzo!!!
-Sentiamo, - sospirai arrendendomi–
Cosa sai? Che ti ha raccontato Beth?
Carl sorrise trionfante. – Beth
non c’entra, e se mi dici così, significa che quello che sospettava Carol è
vero, mi hai appena dato una conferma tu stesso.
Mi ero davvero dimenticato di
quanto Carl fosse empatico e leggesse le persone. Era molto più maturo, per
tanti versi, della sua età.
Rimasi in silenzio,
guardandomi le mani e mi accorsi troppo tardi di avere la mascella troppo
serrata per essere uno che non aveva nulla da nascondere.
-Voglio soltanto che lei sia
felice e al sicuro, Carl…- gli risposi sincero.
A quel punto il ragazzino si
avvicinò e mi diede una pacca sulla
spalla. Un gesto un po’ impacciato fatto da lui, ma apprezzabile, per poi dirmi:
-Forse dovresti fare quattro
chiacchiere con Carol. Io so solo che non ho visto Beth così serena, nemmeno
alla fattoria. Dopo tutto, forse, non sei proprio un’adolescente complessato..
C’è ancora speranza..
Di bene in meglio, ora anche gli adolescenti si
sentivano in diritto di darmi dei consigli. Strepitoso!!!!
Carl mi lasciò per andare al
campo dagli altri ragazzi, anche lui iniziava a sentirsi a casa,
dopotutto. Fu in quel momento che mi
venne in mente Merle.
Di certo la mia infanzia con lui non poteva avere
aiutato né la mia autostima, né, tanto meno, il mio approccio con le donne.
-Beth-
Me ne andai gironzolando per
il campo, per un po’.
Daryl doveva prendere una decisone, riguardo noi due,
almeno per quello che riguardava Carl. Se ci fosse riuscito con lui, forse, in un secondo momento, ne
avrebbe parlato liberamente.
Non osavo immaginare quando avrei detto a
Maggie…mi mancava davvero tanto la mia sorellona.
Fu a quel punto che notai nel
giardino di casa, Sean.
Era solo. Mi avvicinai un
poco e lo salutai con la mano.
-Beth, aspetta!
Mi fermai nervosa, ma c’era
ancora lo steccato di legno a dividerci.
Sean era conciato
molto
peggio di Daryl. Aveva il naso rotto e anche il sopracciglio sinistro.
Non
volevo nemmeno immaginare i lividi che doveva portare.
Rabbrividii all’idea che
fosse stato proprio Daryl a conciarlo così. Non riuscivo a far
collimare l'idea dell'uomo dolce e attento di quando
eravamo insieme, con quello che era successo.
-Ciao Sean.
Lui si fermò confuso, vedendo
come lo avevo squadrato.
- Volevo solo dirti che sono davvero dispiaciuto per
quello che è accaduto…
-Anche a me dispiace, guarda
com’è finita.
-No aspetta. Ho sbagliato io.
Non avrei dovuto cercare di baciarti, quando tu mi avevi detto di no, e,
soprattutto, non avrei dovuto colpire Daryl quando ha cercato di farmi
ragionare. Ha fatto bene a reagire così.
-Oddio, proprio bene..-
cercai di dire
-No ha fatto bene. Esistono numerosi modi di comportarsi, io li
ho sbagliati tutti. Non ultimo, immediatamente dopo, ho cercato di far cadere
la colpa sull’accaduto su di lui.
-Ti hanno creduto?- chiesi in allerta.
-No. A parte mia madre, ma
lei non conta. Sono uno stronzo e, voglio fare le mie scuse anche a Daryl,
sempre che le accetti. – Deglutì.- Come l’ho conciato?
Sorrisi.-Niente di grave a parte
qualche escoriazione superficiale e un occhio nero. Nessuna cosa nuova per lui,
credo.
-Senti Beth, non giriamoci intorno. Tu mi piaci, non posso negarlo, e so di essere partito col piede sbagliato, ma voglio rimediare. Diventiamo amici almeno, poi, se ci sarà qualcosa di diverso o le cose resteranno uguali, me ne farò una ragione.. Ok?
Annuii convinta.
Sean mi sorrise.- Stasera
i ragazzi hanno organizzato una specie di mini festa. So che non dovremmo, ma dopo essere andati a
Terminus, non è detto che ci saremo tutti la prossima volta che…
Insomma, è un modo per
passare qualche ora assieme, senza fare tardi. Ho invitato anche Carl.. Se vuoi
puoi chiedere a Daryl se vuole essere dei nostri…
Dubitavo che Daryl avrebbe voluto essere della partita, ma non rifiutai.
– Grazie, Sean. Riferirò a Daryl
del tuo invito e farò un salto sicuramente.
Mi allontanai col cuore più leggero, se non
altro, avrei avuto davvero un amico sincero, in tutto questo assurdo mondo
capovolto.
Me ne tornai a casa per la
via più lunga e passai a salutare Judih e Carol.
-Ciao Piccolina! – le dissi
prendendola in braccio.
-Aveva voglia di vederti,
Beth!- disse allegra Carol, mentre la piccola spacca culi tendeva le sue manine
per toccarmi i capelli. –Stasera sono stata invitata a un festa, - le raccontai allegra – Mai avrei pensato che mi
sarebbe ricapitato nella vita.
Carol mi guardò attenta.- TI
riferisci alla festa di Sean e Alan? So che
Earl non vede di buon occhio questa cosa..
-Solo un paio d’ore nel
pomeriggio. Poi dovremo pensare a prepararci. Ha invitato anche Daryl…
Carol si bloccò. – E Daryl ha
accettato?
-Glielo dovrò chiedere. –
sospirai – Poi vorrei passare un po’ di tempo con lui…- lo dissi così
semplicemente. Senza pensare.
Carol fece finta di nulla,
poi la curiosità, prese il sopravvento. – Lui non mi risponderà mai in modo
coerente, e se passo il segno, me lo puoi dire, non sono affari miei, ma, devo
chiedertelo…
Credevo che Carol mi avrebbe
chiesto in modo diretto se Daryl e io avevamo mai...ma mi spiazzò.
-Come sei riuscita a ridare
la serenità a quel ragazzo tormentato? – chiese, dolce - Voglio dire, non
fraintendermi, conosco abbastanza Daryl e posso assicurarti che è innamorato
perso di te, anche se non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma al di là
della tua dolcezza, vorrei sapere da te, cosa provi per lui..
-Carol io…- Non potevo
tradire la promessa che avevo fatto a Daryl. Non potevo venire meno alla sua
fiducia, ma era Carol…
Lei mi guardava in attesa.
Ero combattuta, ma non potevo sfuggirle. Dovevo, volevo dissipare i dubbi di
Carol riguardo a Daryl, tanto più che, se mai ne avessi avuti ancora su di lui,
lei mi aveva appena regalato una certezza ineluttabile.
Sospirai. – Quello che dirò,
confido che resterà fra di noi.- Le dissi tesa.
Carol era attenta e in
silenzio. Avevo la sua totale attenzione.
-Cosa vuoi che ti dica Carol.
All’inizio, forse, non avevo dato peso neanche io a quello che erano i miei
reali sentimenti per lui, ma è una cosa che è cresciuta e rafforzata, giorno
dopo giorno.
Avevo le lacrime agli occhi,
potendo parlare liberamente con qualcuno di quello che rappresentava, per me
ormai, Daryl.
Carol piangeva commossa. unendosi alle lacrime di gioia che anche io stavo già versando.
Solo Judith ci guardava senza comprendere cosa fosse successo.
-Puoi stare certa che quello
che mi hai detto resterà fra noi, ma sappi che sono sicura che Daryl provi lo
stesso per te. Lo hai cambiato nel profondo, e prima o poi, anche lui sarà
pronto per confidarlo a qualcuno. Devi
solo avere ancora un po’ di pazienza.
Finalmente
avevo qualcuno con cui poter parlare, qualcuno con cui sfogare le mie angosce
sulla sua incolumità e potei piangere tutte le lacrime che avevo serbato fino a
quel giorno.