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Autore: Yoan Seiyryu    09/09/2014    1 recensioni
[ Loki/Sigyn + accenni alla Thor/Sif]
Il Regno di Álfheimr è afflitto dai soprusi dei Giganti di Ghiaccio che per anni si sono abbattuti con violenza sul Popolo dell'Alta Foresta. Odino stringerà un'alleanza con Álfheimr sancita attraverso le nozze combinate tra suo figlio Thor, legittimo erede al trono di Asgard e Sigyn, figlia del Lord di Alta Foresta. Lady Sigyn si troverà ad affrontare una nuova vita alla corte di Asgard, fin quando non comprenderà che il suo futuro sposo è in realtà innamorato di un'altra donna, la guerriera Sif. Nel contempo stringerà amicizia con Loki, il quale la userà a proprio piacimento per far decadere il fratello ed appropriarsi del trono. Su Sigyn cadrà una maledizione che scatenerà una nuova battaglia tra i Giganti ed Asgard.
Le vicende partono dal precedente esilio di Thor al ritorno di Loki dopo aver tentato di asservire la Terra.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Secrets




 
Sigyn

I Giganti furono spediti indietro, nel loro regno. Nessuno riuscì a comprendere come entrarono all’interno del Palazzo, d’altronde nemmeno ci si preoccupò della questione, se non quando Thor decise di affrontarli apertamente. Ne seguì una reazione decisiva di Odino che gli impedì di proporre qualunque azione affrettata, poiché era ancora in piedi l’alleanza con Laufey. Tutto ciò mi  fu comunicato da Ygritte che aveva assistito in disparte all’acerba discussione, con la conseguente cacciata di Thor dalla sala delle udienze. L’incoronazione inoltre era stata rimandata ad un tempo migliore e la cosa mi rese un po’ di sollievo, poiché in quel modo sarebbe stato rimandato anche il matrimonio.
Quella notte non ero riuscita a chiudere occhio e probabilmente non vi sarei riuscita per tutte quelle seguenti. Non avevo idea di come comportarmi, ma il peso che aleggiava sul cuore era eccessivo e non sarei riuscita a trasportarlo ancora così a lungo.
Mentre percorrevo i corridoi del Palazzo, ripuliti dal ghiaccio sciolto, mi imbattei in Loki che stava facendo ritorno dalla sala delle udienze, dove ancora si udiva la voce tonante di Thor, intento a intraprendere l’ennesimo discorso con il Padre degli Dèi: desiderava attaccare i Giganti una volta per tutte.  
- Lady Sigyn – mi fermò immediatamente, cosa che non era mai accaduta prima. Era facile incontrarsi in quei corridoi ma solitamente ci tenevamo a distanza, se l’occasione lo permetteva.
La biblioteca invece ci lasciava quegli intimi spazi in grado di celare ogni nostra conversazione. I luoghi aperti, al contrario, rischiavano di non essere sicuri né privati.
- Principe Loki – risposi prima di arrestare il passo.
- Mia madre è stata molto in ansia per voi, ieri, quando siete sfuggita al suo controllo. La venuta dei nemici del vostro Regno vi ha intimorita a tal punto da cercare un riparo tutto vostro? – domandò con un sorriso sghembo e mi si affiancò per cambiare direzione. Ripresi a camminare, non sapendo esattamente cosa avrei dovuto rispondere.
- In realtà temo di essere rimasta indietro, non volevo sottrarmi alle attenzioni della Regina – le giustificazioni erano piuttosto inutili e questo lo sapevo.
Loki era in grado di smascherare ogni mio pensiero, soprattutto perché sapeva quanto non fossi brava a mentire.
- Quanta innocenza – sussurrò ironicamente – eppure si mormora che siate stata proprio voi a far entrare i Giganti. La servitù ama raccontare diverse storie, se ne ha l’occasione.
A quel punto mi costrinsi ad immobilizzarmi, cercando i suoi occhi. Lui credeva davvero ad una versione simile della storia? Perché le storie hanno miriadi di sfaccettature e lui, questo, doveva saperlo piuttosto bene. Aggrottai appena le sopracciglia e mi morsi l’interno della guancia, non ero del tutto certa che le sue intenzioni fossero solo quelle di schernirmi.
- Sono fedele al mio Regno e ad Asgard. Quale motivo avrei per aiutare i Giganti?
- Questo dovreste spiegarlo voi. Forse vi hanno offerto un periodo di pace in cambio di un ingresso sicuro in questi luoghi – sospirò prima di riprendere – o piuttosto qualcuno vi ha vista conversare con uno di loro. E’ difficile rimanere in vita dopo averne incontrato uno.
Loki riprese a camminare poiché sapeva che di certo lo avrei raggiunto. Soffocai un sussulto, credevo alla possibilità che lui stesso avesse assistito alla scena e di conseguenza ad aver udito le parole di Laufey. Allora perché si comportava in quel modo? Desiderava che gli parlassi apertamente, senza porre tra noi alcuna menzogna?  Mi fidavo di Loki. Mi fidavo troppo. Se all’inizio avevo provato un certo timore nei suoi confronti, col tempo avevo imparato ad apprezzare il suo atteggiamento talvolta schivo, talvolta aperto. Era un libro complesso da leggere e di cui ancora non possedevo la chiave per comprenderlo davvero. Forse non ci sarei mai riuscita ma forzare la serratura non mi avrebbe condotta da nessuna parte.
 - State tranquilla: ho messo a tacere queste dicerie prima ancora che arrivassero alle orecchie di mio fratello, o peggio, di mio padre.
Ed ora mi ritrovavo persino in debito.
- Dunque credete alla mia innocenza? – domandai, non del tutto certa.
Ci ritrovammo dopo poco all’ingresso della terrazza da cui mi ero affacciata una delle prime notti al palazzo e come per sfuggire da orecchie indiscrete mi introdussi proprio lì, richiamando la meravigliosa visione dei giardini. Loki comprese il mio desiderio di escluderci maggiormente dal mondo e mi seguì.
- Dubito che siate in grado di architettare in così poco tempo un piano simile ma ad ogni modo so che nascondete qualcosa. Un segreto, è chiaro.
Il sole irradiava con i suoi raggi luminosi l’arcata che divideva la terrazza dai corridoi, illuminandola solo in parte. Ci ritrovammo immersi in una luce vivida, fatta di fuoco, che illuminava sguardi carichi di dubbi e di questioni irrisolte.
Loki era il vero segreto. Ogni suo sorriso, ogni ghigno, ogni maschera che presentava di giorno in giorno era multiforme, mai del tutto accessibile né comprensibile. Talvolta usava la verità come maschera stessa degli inganni che filava così abilmente che tutti inesorabilmente vi cadevano. Avevo quasi la sensazione che un giorno avrebbe dimostrato chi fosse in realtà.
- E’ così, nasconderlo ulteriormente sarebbe un’offesa alla vostra intelligenza.
Mi fidavo. Semplicemente avevo riposto in lui un’estrema fiducia. Sin dall’inizio non mi aveva mai mostrato alcun tipo di compassione, persino quando mi donava quel poco di compagnia che non riuscivo a compensare con nessuno, non era mai con me solo per rendermi un qualche piacere. Di tutti coloro che erano presenti al Palazzo, persino Ygritte, Loki era l’unico con cui non mi sentissi mai davvero sola.




 
Loki

L’acqua sorgeva limpida tra le sue iridi. La verità, in Sigyn, era acqua che traslocava di forma in forma senza perdere mai la sostanza. Acqua tra le più segrete, inaccessibili, interessanti. Acqua che scorreva liberamente in quegli occhi che non erano in grado di mentire, con tutti i tentativi che le facevano onore. Non rifiutava le menzogne, ma non era in grado di mantenerle. Le accettava come semplice realtà alternativa. Ero certo ad ogni modo che nascondesse un segreto ben più grande della sua sostanza e fino ad allora mi ero ripromesso che avrei trovato il modo di scoprirlo. L’avevo osservata a lungo e più volte l’avevo trovata a consultare sempre gli stessi volumi in quella biblioteca in cui ci capitava di incontrarci.
- Per grazia della mia intelligenza, dunque, qual è il vostro segreto?
Sigyn si inumidì le labbra una volta, poi un’altra ancora. Segni di incertezza che presto sarebbero mutati.
- Prima che io ve ne parli, vi prego di promettermi che nessuno dovrà sapere quanto sto per rivelarvi – mi chiese con esagerata preoccupazione.
Promesse? Le promesse sono fatte di parole multiformi e le parole si sono sempre piegate alla mia volontà, affrontando significati talmente tanto diversi da trasformare l’essere in non essere. Persino in ciò che non esiste. Inoltre Nessuno è un nome affatto comune.
Annuii silenziosamente per non interrompere la sua voce, col timore che cambiasse idea. Quasi sollevata dal condividere quel segreto, mi rivelò ogni cosa.
- Quando ero appena una bambina, Álfheimr fu colpita da una malattia inguaribile e ne fui contagiata. Mia madre, senza pensare alle conseguenze del suo gesto, estirpò dal giardino di ghiaccio l’elisir dei Giganti e con esso mi curò, salvandomi la vita. Quando Laufey venne a conoscenza di ciò che era accaduto mi lanciò una maledizione: al compiere dei miei diciotto anni sarei caduta in un sonno eterno che mi avrebbe trasformata poco a poco in un fiore di ghiaccio, solo un Gigante può spezzare la maledizione – raccontò tutto d’un fiato, libera di un peso che si era portata dietro per così tanto tempo.
Mi appoggiai al parapetto dando la schiena ai giardini che lei sembrava amare tanto e incurvai le labbra in un’espressione seria e riflessiva.
- Viva per inganno, maledetta per essere sopravvissuta – sussurrai quasi tra me e me – di certo non siete una persona comune. No, non lo siete affatto. Quando compirete diciotto anni?
Non le mostrai la minima compassione poiché non ne avevo. Nutrivo interesse per Lady Sigyn ed ora che ero a conoscenza di quel segreto, quello stesso interesse crebbe molto di più.
- Tra meno di un mese.
Corrugai la fronte.
- E avete ancora intenzione di nascondere il vostro futuro a mio fratello? – domanda scontata.
- Vi prego, sì! – istintivamente corse ad afferrarmi il lembo di stoffa del soprabito – mia madre ha già scatenato una lunga guerra ad Álfheimr  e non voglio essere la causa per un’altra. Thor non deve sapere nulla di ciò che vi ho raccontato – mi pregava con gli occhi, quegli occhi illuminati dal sole.
Erano decisamente più belli ogni volta che avevo l’occasione di osservarli con la luce del giorno che li circondava. E pensare che quegli occhi nemmeno sarebbero dovuti essere lì. L’amore di una madre aveva scatenato una guerra che portò il Regno ad un inverno quasi perenne, tutto per permettere alla propria figlia di vivere diciotto anni e diventare poi nient’altro che un fiore. Sigyn era preziosa, ora più che mai, poiché poteva essere una grande svolta per i miei progetti.
- Se parlate con tanta sicurezza dovete essere certa di sfuggire ai Giganti.
- No, non lo sono.
- Allora troveremo il modo perché non accada nulla di tutto ciò. Siete la futura Regina di Asgard e non permetterò che portino via l’unica persona della corte dotata di un minimo di giudizio.
Avevo altro in mente. Le mie intenzioni erano rivolte ad un fine più grande che non prevedevano l’importanza della sua presenza. Che vi fosse o meno era indifferente, ma Sigyn poteva essere una chiave di svolta.
Eppure l’idea di non incontrarla più tra i corridoi del Palazzo mi rammaricava almeno un poco. Per quanto all’inizio l’avessi presa solo come un passatempo, un diversivo nei tempi aridi della giornata, avevo imparato ad apprezzarla più di tutti gli altri. Un timido fiore nascosto nell’ombra che aveva solo bisogno del sole per essere illuminato.
- Desiderate aiutarmi? – domandò incredula.
- Si, a modo mio – sorrisi all’angolo delle labbra e le afferrai la mano per imprimere maggiormente quella
promessa









NdA: 


Bene, sono riuscita a pubblicare l'aggiornamento!
Tra la connessione ballerina e gli esami sto uscendo pazza, ma almeno fino ad ora l'importante è andare avanti e proseguire come meglio posso. 
Ringrazio anche questa volta Mania che ha betato il capitolo e che come sempre mi supporta in questa storia. Ringrazio chi mi segue e ha inserito la storia tra le ricordate/seguite/preferite e per chi recensisce. 
Spero di non far attendere troppo ^^ alla prossima!
 
   
 
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