Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Isandre    10/09/2014    2 recensioni
Le giratempo sono un'antica tecnologia dei Signori del Tempo. La loro distruzione durante la battaglia al Ministero ha creato dei problemi nel flusso temporale, che solo il Dottore può sistemare.
La Seconda Guerra Magica è finita da qualche mese e Hermione Granger si gode la ritrovata tranquillità e il suo ultimo anno di scuola finché in un pomeriggio di Novembre non si imbatte in qualcosa di strano: cosa ci fa una vecchia cabina telefonica della polizia nell'unico villaggio completamente magico della Gran Bretagna?
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Godric, Hermione, Granger, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Capitolo 5
Il campione di duello

 
 
 
Arrivarono al castello che aveva già fatto buio da un po’. Si erano fermati in un paio di botteghe lungo la strada e poi in una locanda per cenare prima di raggiungere la loro destinazione. Hermione e il Dottore erano stati sistemati al terzo piano in quello che poteva essere definito un appartamento: una sala comune con un tavolo, un grande camino e dei divani, dalla quale si accedeva a due camere da letto e una piccola sala da bagno. Nella sua stanza, Hermione trovò biancheria e abiti puliti. Durante il viaggio aveva approfondito la conoscenza dei due maghi in cui si erano imbattuti, o meglio, aveva parlato molto con Esyld Peverell, suo fratello Bryok si era limitato a guardare male lei e il Dottore per tutto il tragitto. Così aveva scoperto di averci sentito giusto, il loro cognome era proprio Peverell, ma non era sicura della loro parentela con i Peverell dei Doni della Morte e non poteva fare troppe domande senza suscitarne altre a cui sarebbe stato molto difficile rispondere. Per quanto ne sapeva erano andati troppo indietro per incontrare i tre fratelli ma la ragazza che si trovava davanti poteva benissimo essere una loro zia o la loro bisnonna. A pensarci adesso, l’idea la eccitava e la inquietava in egual misura.
Da Esyld seppe che i due erano arrivati a Mortloch al seguito di un loro amico, un ricco e nobile mago, e che erano ospiti di una altrettanto ricca e nobile strega, la proprietaria di questo castello. Entrambi erano molto dotati nelle arti magiche e, di tanto in tanto, insegnavano a giovani maghi e streghe a padroneggiarle. La ragazza non aveva voluto rivelare i nomi del mago e della strega e Hermione non indagò, era troppo presa dai suoi ragionamenti sui Peverell e da molte altre domande a cui solo il Dottore avrebbe potuto rispondere.
Si alzò dal letto insofferente decisa a cercarlo e lo trovò nella sala comune seduto con i piedi appoggiati malamente sul tavolo su cui aveva costruito una pila di volumi di diverse dimensioni. Reggeva un enorme libro sulle ginocchia. Un libro, notò Hermione con disappunto, scritto in inglese moderno e di cui comprendeva benissimo il titolo: Storia e tradizioni delle famiglie magiche in Scozia.
«Dottore» iniziò Hermione piano, odiava quando la disturbavano durante la lettura. Il Dottore sfogliò il libro e lo mise sulla pila insieme agli altri, si tolse gli occhiali e le rivolse tutta la sua attenzione.
«Com’è possibile che io sia riuscita a comunicare con i Peverell senza problemi? Dovrebbero parlare gaelico o inglese antico...»
«Potrebbe anche essere pittico ma tu li capiresti lo stesso e loro capirebbero te» prese un altro libro, si risistemò gli occhiali e iniziò a sfogliarlo.
«È il sistema di traduzione telepatico, un regalino per tutti i viaggiatori del Tardis. Puoi anche leggere le lingue che non conosci» arrivò alla fine del libro e lo posò insieme agli altri.
«Che stai facendo?» chiese Hermione incrociando le braccia sul petto.
«Raccolgo informazioni. Sai i libri sono…»
«…le migliori armi del mondo» concluse la ragazza.
Il Dottore le scoccò uno sguardo che avrebbe gelato l’inferno.
«Non farlo. Non rubarmi le battute, ragazzina.»
«Io non ti rubo le battute» rispose in tono piccato «Lo dico sempre anche io ma nessuno mi dà retta. E poi non li stai leggendo quei libri, li stai solo sfogliando»
Il Dottore alzò le spalle, adesso la guardava divertito.
«Leggo molto velocemente» si alzò e andò a prendere altri tomi.
Hermione era confusa: quell’uomo poteva davvero leggere un libro così grande in pochi secondi? Di certo non era la cosa più strana che poteva fare, però fu l’unica che la ragazza si trovò ad invidiare. A quella velocità avrebbe potuto leggere tutta la biblioteca di Hogwarts in una settimana, senza perdere neanche un’ora di lezione.
«Ok, allora io vado a fare un giro, cerca di non insultare nessun mago fino a quando non torno»
«Non è stata colpa mia» si lamentò il Dottore «è quell’uomo che è terribilmente permaloso…»
«Va bene, va bene» lo interruppe Hermione con un gesto della mano «Credi di poterti tenere lontano da maghi terribilmente permalosi finché non torno?» ma si rese conto che era come chiedere a Harry di evitare di imbattersi in Mangiamorte e Maghi Oscuri prima della fine dell’anno scolastico. Decise di lasciar perdere e attraversò la porta senza aspettare una risposta. Il Dottore aveva vissuto novecento anni senza di lei, se la sarebbe cavata per qualche ora.
 
Torce magiche illuminavano i corridoi del castello dando ai muri e agli arazzi quella sfumatura azzurrina tipica del fuoco magico. Lei era un’esperta negli incantesimi di fuoco e conosceva quella formula dal primo anno. I corridoi erano molto ampi e sulle parete c’erano pochi quadri, almeno in quell’ala del castello, però c’erano porte a intervalli regolari. Imboccò un corridoio sulla destra, con la bacchetta in mano, e trovò una porta aperta dalla quale usciva una luce, delle voci e le scintille tipiche degli incantesimi. Qualcuno stava duellando lì dentro. Si accostò per guardare e un incantesimo fu scagliato proprio nella sua direzione, lo rimandò indietro con un incanto scudo e quello balzò di lato colpendo un uomo sulla nuca. Quello cadde a terra piegato dalle risate. Nel vedere il suo viso Hermione si pietrificò. Era Bryok.
 Il mago con cui stava duellando si mise a ridere di gusto prima di urlare «Finite Incantatem» e liberare Bryok dai fastidiosi singulti provocati dall’incantesimo Rictusempra. Si voltò verso la ragazza e le lanciò uno sguardo che avrebbe potuto uccidere.
«Mi spiace molto signor Peverell» si scusò subito Hermione «non era mia intenzione colpirvi, stavolta»
Bryok Peverell la guardò accigliato, pronto a rispondere ma l’altro mago fu più veloce.
«Bryok, Bryok» lo canzonò «te l’avrò detto un milione di volte, devi stare molto attento alle donzelle che ti metti contro». Cercò di mantenere un’espressione seria ma stava apertamente ridendo sotto i baffi. Hermione lo guardò meglio: era un uomo imponente, più alto di Bryok, che già sembrava un gigante. Aveva capelli rossi e il viso ricoperto da una folta barba dello stesso colore; gli occhi erano verdi e accesi di ilarità e la bocca era contorta in un ghigno che non prometteva niente di buono. A prima vista Hermione non lo aveva riconosciuto, era molto più giovane dei ritratti che era solita guardare eppure adesso non aveva dubbi.
«Perdonate la villania del mio amico, di solito riesce ad articolare almeno qualche frase di cortesia. A sua difesa va detto che la vostra bellezza lascia senza parole, mia signora. Io sono Godric della casa Grifondoro, campione senza pari di duello magico, anche se, a sentir Esyld, potrei aver trovato chi mi darà del filo da torcere». Nel presentarsi, l’uomo si era avvicinato a Hermione e aveva eseguito un perfetto baciamano. La ragazza era così emozionata che l’unica cosa che il suo cervello le suggerì di fare fu mettersi a saltare, o piangere dalla gioia o mettersi a saltare mentre piangeva dalla gioia. Si trovava davanti a Godric Grifondoro, quel Godric Grifondoro. Non che ce ne fossero altri.
Cercò di controllare quell’euforia e di mettere insieme qualche parola di risposta.
«Molto lieta, signore. Io sono Hermione Granger» e tra più di mille anni frequenterò la scuola che lei non ha ancora fondato, metterò in testa il suo cappello e verrò assegnata alla sua Casa «e qualunque cosa abbia detto Esyld…volevo dire, la signorina Peverell, non credo di essere in grado di confrontarmi con un grande campione come voi»
«Hermione, come la splendida fanciulla, figlia di Elena e Menelao. Mai nome fu più adatto». Le rivolse un sorriso galante, di quelli che avrebbero spezzato molti cuori, e Hermione capì subito da dove venisse la sua fama da dongiovanni.
«Ma permettetemi di dissentire, mia signora. Tutto ciò che sappiamo sulle reciproche abilità viene da notizie di seconda mano. L’unico modo per mostrare il nostro valore è quello di trovarci in un duello». Fece un mezzo inchino e la invitò a entrare, porgendole il braccio in gesto fluido che era tutto uno sventolio di mantello.
Hermione trattenne una risata: di certo quello era il modo normale di rivolgersi a una donna nel decimo secolo, ma non poteva fare a meno di trovare tutta quella cerimoniosità e tutte quelle moine alquanto ridicole.
La accompagnò al centro della stanza e poi si rivolse a Peverell.
«Bryok, perdona l’interruzione ma vorrei testare le capacità della signorina, se lei è d’accordo».
Hermione non esitò un attimo.
«Per me sarebbe un onore» e lo era davvero. Stava per duellare con Godric Grifondoro, uno dei più grandi maghi della storia, fondatore della sua Casa e imbattuto campione di duello magico. Si annotò mentalmente di ringraziare il Dottore, abbracciarlo, baciarlo addirittura.
L’uomo si inchinò e lei rispose con una riverenza appena accennata, poi si misero schiena contro schiena e lei sembrava ancora più piccola e minuta in confronto a quell’omone. Bacchette in alto, percorsero i dieci passi di circostanza.
«Devo avvisarvi, mia signora, purtroppo non so perdere. Non aspettatevi aiuti solo perché siete una così soave creatura»
Si voltarono di nuovo con le bacchette in posizione.
«Non preoccupatevi signore. Per fortuna la magia non ha niente a che fare con il genere»
Si guardarono e la stessa grinta brillava nei loro occhi che erano scuri per la concentrazione. Un sorriso arrogante piegava la bocca dell’uomo. Sul volto di Hermione era dipinta la calma che aveva imparato a tirare fuori nelle situazioni di pericolo. Quella calma che poteva essere la differenza tra la vita e la morte.
«In posizione!» urlò Bryok «Pronti»
Poi il duello iniziò.
 
Si concesse un attimo di pausa per riprendere fiato, mentre il suo sfidante si rimetteva saldo sulle gambe affatturate. Stavano duellando da almeno venti minuti e Hermione iniziava a sentire il peso di tutta quell’attività magica. Godric Grifondoro era un duellatore provetto e neanche lei riusciva a capacitarsi di come avesse fatto a resistere così a lungo ma, evidentemente, gli anni passati sempre all’erta per difendere i suoi amici avevano acuito i suoi riflessi in un modo che nemmeno lei immaginava. Doveva anche ammettere che era in qualche modo stimolante lanciare incantesimi contro una persona col preciso intento di metterla al tappeto senza dover temere per la propria vita. Il suo avversario aveva tirato fuori degli incantesimi davvero stupefacenti, anche se molti di essi servivano per buttare fumo negli occhi mentre un incantesimo molto meno spettacolare e molto più efficace cercava di avere la meglio su di lei. Così mentre la distraeva con un’enorme fenice fatta di acqua, Grifondoro aveva cercato di schiantarla e ci sarebbe anche riuscito se lei non lo avesse colpito prima con un incantesimo gambe-molli che gli aveva fatto completamente perdere la mira.
La ragazza sapeva che avrebbe dovuto attaccare mente lui barcollava, ma le mancava il respiro e vincere per poi cadere a terra svenuta non sarebbe da considerare una vera vittoria.
Si concessero entrambi il tempo di riprendersi poi Hermione attaccò.
«Stupeficium!»
 Il suo schiantesimo mancò di poco il petto del leggendario mago che si scansò prontamente e scagliò contro la ragazza un groviglio di liane che si strinsero intorno a lei. Godric stava già cantando vittoria quando Hermione riuscì a liberarsi con un incantesimo di taglio. Uno stormo di corvi si avventarono contro di lei, ma riuscì a neutralizzarli con un incantesimo di fuoco che accresceva la sua potenza per ogni corvo che bruciava diventando un enorme palla di fiamme. Hermione la scagliò contro Grifondoro.
«Protego!» urlò il mago.
Erano in stallo: Hermione, da una parte, spingeva l’enorme palla di fuoco, Godric, dall’altra, resisteva con il suo scudo magico. Fu un attimo. Grifondoro sciolse il suo incantesimo scudo e rotolò di lato, puntò la bacchetta contro un’incredula Hermione e la disarmò.
 Il fuoco si dissolse nell’aria.
Il mago si rimise in piedi e respirando affannosamente, cercò lo sguardo di Hermione e quando vide che il disorientamento iniziale era sparito le rivolse un sorriso.
«Straordinario! Ho temuto davvero che poteste battermi. Mia signora, il vostro talento è di certo innato ma la cura che mettete in ogni incantesimo, l’attenzione che rivolgete alle strategie dell’avversario… Duellatori molto più esperti non hanno mai capito il valore della precisione e della concentrazione»
Le parole del fondatore erano intervallate da respiri profondi che facevano allargare ancora di più il suo enorme petto. I capelli rossi erano scarmigliati, i vestiti in disordine e il viso ancora arrossato per lo sforzo. Durante il duello aveva abbandonato la sua maschera di perfetto gentiluomo e i suoi occhi esaltati e il suo divertimento le ricordarono, per un attimo, il viso di Ron dopo una partita di Quidditch. C’era quasi un millennio di tempo tra loro due e la ragazza capì improvvisamente che se avesse lasciato che la sua mente scandagliasse quel dato di fatto, probabilmente non avrebbe retto. Cercò di concentrarsi sul qui e ora.
«Questo non ti ha impedito di vincere» rise Bryok concedendo una poderosa pacca sulla spalla dell’altro mago.
«Questione di resistenza, l’ho presa per stanchezza. D’altronde, tu amico mio, non avresti avuto una sola possibilità. La fanciulla ti avrebbe letteralmente abbattuto».
L’espressione di Bryok si fece di nuovo cupa mentre Hermione nascondeva con la mano il suo sorriso.
«Siete troppo buono, signore. Ho cercato solo di rispondere al meglio delle mie possibilità»
«Le vostre possibilità sono potenzialmente infinite» disse rivolgendole un piccolo inchino.
«L’ora è tarda, permettetemi di riaccompagnarvi alle vostre stanze, così potremmo parlare»
Ora che si era ricomposto, Grifondoro aveva recuperato il suo atteggiamento rigoroso.
«Ma certo signore, anzi credo proprio di aver bisogno di aiuto per ritrovare la strada»
Lasciato Bryok a sistemare la stanza, Hermione e Godric si incamminarono per il lungo corridoio illuminato di luce azzurrina.
«Syd mi ha detto che siete in viaggio con vostro zio alla ricerca di precettori»
«È così, mio signore»
«Io sono solito dare qualche lezione a studenti che seleziono personalmente. La mia specialità è la trasfigurazione e devo dire che da quanto ho visto durante il duello, siete molto esperta. Potremmo vederci domani per provare qualcosa di ancora più avanzato come la trasfigurazione umana»
Hermione non poteva credere alle sue orecchie.
«Sarebbe un vero onore per me»
«Bene allora ci vediamo domani a colazione e subito dopo terremo la nostra lezione. Eccoci qua» disse arrivati alla porta che dava alle camere che condivideva con il Dottore.
Godric Grifondoro le prese la mano e la baciò.
«Buonanotte, lady Hermione»
«Buonanotte, sir»
La ragazza entrò nella sala comune illuminata solo dalle braci nel caminetto, dalla stanza del Dottore arrivavano rumori preoccupanti a cui Hermione decise che non avrebbe badato.
Aveva bisogno di dormire e recuperare le forze, domani avrebbe fatto lezione con Godric Grifondoro.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Isandre