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Autore: Flawless_hunter    12/09/2014    5 recensioni
Fangirls e Fanboys hanno trovato il modo di entrare nei loro libri preferiti e instaurare lì un loro dominio, il Fandom. A dieci anni dalla fine dalla Rivolta di Panem, i Fans costringono i protagonisti delle loro saghe preferite (Hunger Games, Divergent, Shadowhunters, Harry Potter, etc..) a prendere parte ad un'ultima edizione degli Hunger Games: i Fandom Games.
Chi vincerà? Stavolta per Katniss e Peeta non sarà una passeggiata vincere contro semidei, nephilim, re, regine, maghi e quant'altro
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Spoiler!
Capitoli:
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Note dell’autore: Scusatemi tanto per la mia luuunga assenza, ma sapete, avendo una sorella bisognosa di aiuto in matematica che si riduce all’ultima settimana per fare i compiti, il tempo rimanente è poco. Oltretutto la lettura della Casa di Ade in inglese mi ha portato via un bel po’ di tempo.
*cough cough* NICO GAY! <3 *cough cough*
Ecco a voi il bagno di sangue: mi scuso in anticipo se ho fatto morire qualcuno per cui tifavate e amate causandovi un grave colpo, ma gli Hunger Games sono gli Hunger Games.
Grazie alle 11 persone che hanno recensito il capitolo precedente, e soprattutto a Serelly, Delta_Mi, Hope_the_Dreamer (e Leo<3) e power99 a cui dedico questo capitolo.
Un abbraccio forte anche a tutti i vecchi recensori e un bacio a Likeapanda (speriamo che la mammoletta abbia scritto bene anche stavolta), The_shipper_number1 (che mi ha fatto preoccupare con la sua assenza) e idkcheeky (che si è fatta strada tra i “soliti recensori”).
Preparate i fazzoletti, le menti e i cuori, Hunter :*
 
 
 
Per quanto si sforzasse e concentrasse, Lyra, non riusciva a sentire altro che il suo cuore, e quello di Pantalaimon, batterle in sincron nelle orecchie, producendo un rumore profondo e snervante.
Un miscuglio non ben definito di emozioni le si agitava dentro al petto, così da farla sentire come se una tempesta la stesse agitando dall’interno.
Come una di quelle che avevano fatto affondare tante navi Gyziane nelle storie di Ma Costa e Farder Coram.
Le mancavano, i gyziani, e le mancava il suo mondo.
Venne fatta salire su di un hovercraft, insieme con gli altri Tributi, diretti all’Arena.
Durante il volo, una Fan vestita da infermiera, iniettò qualcosa nel braccio di ognuno di loro.
-Che cos’è?- chiese l’elfa di nome Arya, quando l’infermiera arrivò a lei.
-Un rilevatore, servirà agli strateghi per vedere dove vi trovate all’interno dell’Arena- rispose la donna, affondando l’ago nell’incavo del braccio della ragazza dalle orecchie a punta.
Oltre che a Lyra e Will, iniettarono il rilevatore anche a Pan e Kirjava.
Will allungò una mano e strinse quella di Lyra in una morsa salda ed affettuosa fino a destinazione.
 
Una volta atterrata Lyra trovò il suo stilista ad attenderla con dei vestiti.
Mentre se li infilava lui spiegò –Vi fanno vestire a strati, segno che potreste trovare diverse temperature, nell’Arena, oppure simbolo di un’escursione termica elevata-.
Lyra si trovava ad indossare un paio di pantaloni, lunghi fino alle caviglie, con una zip all’altezza del ginocchio per trasformarli, eventualmente, in bermuda.
Nella parte superiore indossava una canottiera senza maniche bianca, sopra alla quale aveva una maglia di cotone a maniche lunghe grigio, e una giacca nera sopra a tutto.
Lo stilista le spiegò che anche i colori non erano casuali, e che erano studiati così da catturare o respingere i raggi solari: cosa che dava maggiore credibilità alla tesi delle differenti zone climatiche.
In fondo ad uno stretto corridoio si apriva una sala, di due metri quadri al massimo, al centro della quale vi era un cilindro di vetro ed una pedana circolare.
-Tempo rimasto: trenta secondi- disse una metallica voce femminile da un interfono invisibile.
-Farai meglio ad andare- suggerì il Fan, abbracciandola forte.
Lyra non provava grande simpatia, per lo stilista.
Dopotutto era un Fan, ed era anche colpa sua se si trovava in quella situazione; tuttavia, non si ritrasse.
-In bocca al lupo- le augurò.
 
***
 
La luce solare quasi accecò Percy.
Davanti a sé la Cornucopia era piena di oggetti utili ed armi, e poi, a raggio, tutto intorno a quella, oggetti sempre meno utili o invitanti.
A pochi metri dalla sua piattaforma, ad esempio, c’era un misero pacchetto di fiammiferi “Hestia”.
49… 48…
Percy si focalizzò sul contenuto della Cornucopia (piuttosto diversa da quella cha Jason e Piper avevano riportato dallo scontro con Acheloo).
Spade, archi, balestre, coltelli, tende e un sacco di zaini colmi di provviste e altre cose utili; poi oggetti ben più strani.
Un tridente in bronzo celeste (che sembrava chiamarlo persino a quella distanza), la sua Vortice, spade dall’aspetto singolare che sembravano forgiate in uno strano materiale cristallino e luminescente, una bussola grande quanto la sua mano fatta d’oro massiccio, uno stano coltello piuttosto piccolo e un po’ malandato, due bastoncini in legno finemente lavorati, un corno a forma di leone e una… pistola? Seriamente?
27… 26…
Percy si guardò intorno alla ricerca di Annabeth.
La figlia di Athena si trovava a tre posizioni da lui, alla sua sinistra, mentre il ragazzo, invece, era in mezzo a una ragazza dai capelli rosso fuoco e una dai capelli azzurri e le orecchie a punta.
4… 3… 2… 1…
Il figlio di Poseidone saltò giù dalla pedana e iniziò a correre disperatamente verso la Cornucopia.
Un’ agghiacciante rumore e un grido provenirono dalle sue spalle e non riuscì a trattenersi dal guardare.
La ragazza dagli strani occhi azzurro-argentati era distesa a terra, con la schiena piegata in un’innaturale posizione.
I due coniugi Cullen erano su di lei, affondando i loro canini nel suo collo e nei suoi polsi.
Lo spettacolo lo fece quasi dare di stomaco e, per un attimo, rivide Kelli, l’empusa.
Continuò a correre e, quasi inudibile a causa del suo respiro e battito cardiaco, sentì una voce maschile gridare il nome di Melanie, un altro verso strozzato, e poi nulla.
Non dovette voltarsi per capire che, il tributo compagno della ragazza aveva inutilmente tentato di salvarla, andando incontro alla medesima morte.
Percy e Annabeth arrivarono alla Cornucopia nello stesso istante, ma non per primi.
Per primo arrivò il ragazzo dai capelli dorati, che si fiondò subito sulle strane spade luminose che Percy aveva notato poco prima.
Il semidio afferrò Vortice, e si voltò per affrontare i tributi in arrivo.
-Annabeth, andiamocene!- gridò il ragazzo.
-Prima devo fare una cosa!- rispose la ragazza spingendosi più all’interno.
Il figlio di Poseidone la seguì preoccupato.
-Cosa vuoi fare?- chiese Percy.
Per tutta risposta la ragazza prese in mano una delle due bacchette e la spezzò.
Ovviamente non sarebbe stata Annabeth, se non avesse avuto un’idea geniale.
-Due maghi senza bacchette sono un pericolo minore- sorrise lei.
Una freccia sibilò accanto all’orecchio di Percy, che si ritrasse, facendo da scudo ad Annabeth.
Dietro di loro c’era una ragazza dai capelli scuri e gli occhi azzurri, con un fiero e tremendo sguardo negli occhi.
Allacciato alla cintura aveva il corno intagliato a forma di leone e, alle sue spalle, c’era un ragazzo dai capelli chiari che impugnava una spada da cavaliere a due mani.
-Li hai mancati, Susan- si lamentò quello.
-Dovevo abituarmi all’arco- rispose lei, senza smettere di fissare i due semidei –Stavolta non sbaglierò-.
Annabeth si guardava freneticamente intorno, in cerca di una via di fuga o di salvezza, ma non ce n’erano: erano in trappola.
Quando la ragazza incoccò la freccia, tuttavia, successe qualcosa di inaspettato.
Il ragazzo alle spalle di lei sgranò gli occhi, emettendo un rantolio sommesso e, dopo aver sputato un fiotto di sangue scuro e grumoso, si accasciò a terra.
L’elfa era alle sue spalle, feroce, con una spada in mano sporca di sangue.
Susan si voltò e gridò il nome del fratello, mentre l’elfa correva via a grande velocità.
Non velocemente abbastanza, tuttavia.
La freccia destinata a Percy o Annabeth finì nella sua nuca, dando il tempo ai due semidei di uscire e mettersi a correre verso il folto della foresta.
 
***
 
Quando Hermione riuscì a farsi strada fino alla Cornucopia, tra spari, frecce e lame affilate, trovò una brutta sorpresa, ad attenderla: la bacchetta di Harry era a terra, spezzata a metà.
In un lampo afferrò la sua, ma come si voltò per uscire trovò Katniss Everdeen con una freccia incoccata che puntava verso di lei.
Ebbe giusto un attimo per lanciare un incantesimo di protezione, che la freccia volava verso la sua fronte a diverse decine di chilometri orari.
Tuttavia l’incantesimo fu sufficiente a farla fermare a mezz’aria.
-Ti piacciono le frecce?- gridò la strega –Oppugno!-.
La freccia, colpita dall’incantesimo,  venne rispedita al mittente, col doppio della velocità, ma con molta meno mira.
L’altra ragazza, tuttavia, per evitarla, si lanciò a terra e questo diede ad Hermione il tempo di mettersi in salvo, con Harry alle calcagna.
 
***
 
-Lyra, attenta!- gridò Will, disperato, indicando la mezzelfa dai capelli azzurri alle sue spalle.
La ragazza, però, parve non aver sentito l’avvertimento, e continuò ad arrancare verso di lui.
A quanto pareva qualcuno l’aveva colpita malamente ad una gamba.
Will iniziò a correre verso di lei, continuando a gridarle di fare attenzione, che la guerriera era a pochi metri da lei, con la spada sguainata e rossa di sangue, ma lei continuava a non sentirlo.
Poi Will si accorse, con orrore, del perché.
Ad un tratto aveva sbattuto contro una parete invisibile, ma solida e dura come roccia.
Dietro alla giovane dai capelli azzurri e gli occhi viola c’era il suo compagno stregone, le mani puntate verso Will e un sorriso maligno sul viso.
Lyra non poteva sentirlo, era ferita, e lui non era in grado di raggiungerla.
-Lyra!- gridò ancora una volta, inutilmente, mentre il suo gatto-daimon graffiava sulla barriera magica nel disperato tentativo di aprirvi una breccia.
Alla fine Pantalaimon vide la mezzelfa, ma era ormai troppo tardi: la giovane donna alzò l’arma che impugnava e la infilzò con violenza nell’addome di Layra.
Mentre l’assassina correva via, Will si abbandonò a terra, acide lacrime gli irroravano il viso, mentre Lyra smetteva di respirare e Pan si riduceva a nient’altro che particelle nell’aria.
 
***
 
-Ti prego… Ti prego, non lasciarmi-.
Il terreno era viscido e umido di sangue e, tutto attorno alla Cornucopia, era disseminato di cadaveri.
Otto, in tutto, ma avrebbe voluto che ce ne fosse uno di meno.
Uno, non chiedeva altro.
L’assassino giaceva anch’esso a terra, morto, ma dal suo corpo non fuoriusciva sangue: non fuoriusciva nulla.
La sua morte lo faceva stare meglio, ma questo non riportava in vita la ragazza che stringeva tra le braccia.
Lacrime amare caddero dai suoi occhi e lasciarono due puntini umidi sulla maglia di cotone che portava.
-Ti prego- sussurrò ancora una volta, ma Clary non poteva più sentirlo.
La spada angelica piantata nel costato del vampiro stava lentamente bruciandolo e consumando quella che una volta era stata carne.
Jace sfiorò la fronte della ragazza con la propria e gemette.
Non aveva mai pianto da quando Valentine aveva ucciso il suo falco; mai, nemmeno una volta.
Ma ora il dolore era troppo grande per essere contenuto.
Strinse una ciocca rossa di capelli tra le mani e si abbassò a baciare le labbra, che stavano già cominciando a perdere il loro calore.
Passarono diversi minuti prima che lo Shadowhunter trovasse la forza d’alzarsi.
La vista era straziante: la ragazza era distesa in maniera scomposta, sul terreno, sporca di terra e di sangue non suo, con il collo spezzato.
Jace si strappò un lembo di stoffa dalla canottiera e ne ricavò una candida benda che pose sugli occhi chiusi della ragazza.
Candida seta per i nostri caduti…
Poi si mosse verso l’altro cadavere, quello del vampiro.
Estrasse la spada dalla sua gabbia toracica.
Dove la spada era infilzata c’era un cerchio carbonizzato piuttosto ampio.
Il nephilim affondò l’arma nel suo corpo senza vita altre due, tre, quattro volte.
Ovunque la lama avesse penetrato nel corpo marmoreo, la zona circostante iniziò ad annerirsi ed incenerirsi.
Forse erano diversi dai vampiri che conosceva, ma anche questi non andavano molto d’accordo con le lame angeliche.
Jace era rimasto solo, nella radura.
Sforzandosi di non guardare indietro si diresse verso il folto degli alberi, accompagnato da otto spari di cannone, senza neppure curarsi della candida testa decapitata sul suo cammino.
 
***
 
Appena avevano lasciato la Cornucopia la loro prima preoccupazione erano stati cibo e acqua.
Tobias aveva trovato un ruscello vicino ad una radura, così i quattro si erano dati da fare nell’allestire un rifugio per la notte.
Dopo diverse ore di lavoro erano riusciti a pescare qualche pesce e prepararsi per la notte.
Appena calò la notte il cielo brillò, dopodiché il simbolo del Fandom, un libro aperto circondato da un’enorme quantità di piccoli simboli, lasciò il posto all’immagine delle persone uccise quel giorno.
La prima era la ragazza dai capelli rossi del Distretto 3: il nome diceva Clarissa Morgestern.
Poi fu il turno di Edward Cullen, il vampiro.
-Qualcuno l’ha ucciso? Ma chi sarà stato?- si lasciò sfuggire Peeta.
-Probabilmente la sua compagna l’ha tradito- suppose Katniss, dura.
-Ne dubito- rispose Tris –Molto più probabilmente è stato l’ammazza-demoni. Il biondino. Suppongo che lui ne ha le capacità!-.
Aveva senso.
In cielo comparve l’immagine dell’elfa di nome Arya, Distretto 6, dopodiché fu il turno della giovane donna dai capelli bianchi del Distretto 8: Daenerys Targaryen.
-Immaginavo che sarebbe morta il primo giorno- confidò Tobias –Era incapace a combattere. Carismatica, devo ametterlo: ma il carisma non basta, nell’Arena-.
Dopo il ragazzo del Distretto 9, il re di Narnia, fu il turno di entrambi i Tributi del Distretto 11, Melanie e Jared.
L’ultimo volto era quello di una ragazzina, accanto al quale comparve la foto di una martora.
-E con questo siamo ad otto. Bene. Già un terzo dei Tributi sono morti, tra cui uno dei vampiri- constatò Tris.
-Faccio io, il primo turno di guardia- propose Tobias.
-Eh no!- sbottò la Ghiandaia Imitatrice.
-Scusami?- le rispose Beatrice –Perché ‘no’?-.
-Siamo in un’Arena dalla quale solo uno di noi uscirà vivo. Se permetti, nonostante l’Alleanza, non mi fido abbastanza da addormentarmi beatamente mentre un guerriero addestrato potenzialmente in grado di uccidermi nel sonno mi fa la guardia-.
-Ma come ti permetti…?- iniziò Tris.
-Ha ragione- la interruppe Tobias –Ieri sera ho detto che, con la collaborazione, ci saremmo affezionati l’uno all’altra e sarebbe stato più difficile, ucciderci. Quindi il ragionamento di Katniss ha senso: potrei ucciderli entrambi ora e prevenire l’affetto. Va bene, allora. Uno di voi due faccia la guardia con me-.
-Sto io- disse Katniss –Voi riposatevi, vi daremo il cambio tra qualche ora-.
  
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