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Autore: Beautiful Lie    14/09/2014    2 recensioni
(Dicembre, 1975)
«James, secondo me devi lasciar perdere. Non puoi costringerla ad uscire con te.»
Quarantadue, si disse Sirius. Aveva sentito quella frase già quarantadue volte dall’inizio del mese. Meditare il suicidio era una delle poche soluzioni rimaste. Quello, o mangiare tutte le frittelle di Moony. Decise che la seconda al momento sarebbe stata più efficace.

[Wolfstar] Di quando James prese la grande decisione di versare un filtro d’amore nel calice di Lily, la pozione venne bevuta da un Serpeverde con una prorompente appendice nasale, e Remus sapeva che sarebbe andata a finire così.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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2. Doesn’t seem the human race will make it through the year

Ogni tanto Remus si sedeva sul davanzale di fianco al suo letto, la coperta sulle gambe e una tazza calda stretta fra le mani. Era una tradizione che si ripeteva ogni mese, soprattutto quando le prime avvisaglie di luna piena gli torturavano le ossa; soprattutto se aveva appena passato una brutta giornata. Qualunque fosse il problema, l’aria fresca – quella invernale che cominciava a pizzicare – scacciava via ogni pensiero molesto, lasciando solo un lieve senso di colpa e il calore della tazza a fargli compagnia.

Moony voleva scusarsi, subito. C’era qualcosa di profondamente sbagliato nel tenere il broncio ai suoi amici, una sensazione di nausea simile ad un’indigestione di patate al forno. Soprattutto se si trattava di Sirius che, da buon canide qual era, non ci pensava due volte a tornare da lui con la coda fra le gambe e un’espressione da cucciolo. Ecco, il problema di fondo era proprio che Padfoot non ci pensava due volte. Punto. E la mente di Remus si sentiva in dovere di compensare pensando, a sua volta, troppo. Non lo faceva nemmeno apposta, si ritrovava semplicemente a ponderare mille eventualità che sarebbero o non sarebbero potute realizzarsi. Persino lì, così seduto al freddo, si sarebbe preso sicuramente un raffreddore e il muco gli avrebbe otturato il cer—

Un corpo caldo lo trascinò verso il suo letto senza neanche dargli il tempo di rendersi conto che aveva appena rischiato la morte. «Moony, non puoi neanche immaginare l’idea, ma cosa dico, la trovata del secolo. Questo giovane ometto – Sirius mollò Remus senza troppe cerimonie per poter spettinare i capelli già spettinati di James – sta per conquistare la sua dama. E chi lo aiuterà, da vero malandrino?»

Per chiarire meglio quanto l’evento lo rendesse euforico spiattellò un nuovo bacio bagnato sul naso di Wormtail e tentò di rassettare al meglio Remus, ancora incastrato fra le lenzuola.

«Questo è un giorno di gloria per Miss Pettigrew,» soggiunse Sirius. «Non è vero, Peter?» Wormtail sorrideva confuso. Remus non sorrideva ma era confuso lo stesso.

«Nel suo calice. Quello con il Succo di Zucca,» continuò Prongs agitando le braccia. I suoi occhi brillavano dalla felicità e man mano che snocciolava parole sempre più insensate, Remus cominciava a intuire quale fosse il loro incredibile piano.

«Assolutamente no. Sono vietate per un motivo, non potete.»

«Sarebbe per una buona causa!»

«Baciare Lily Evans non è quella che definirei una buona causa, Prongs. Non è vero amore e lo sapete benissimo tutti e due.» Remus tossì, perché stava cominciando a sentire veramente caldo lì sotto.
«Moony, non posso prenderti sul serio se non vedo nemmeno la tua testa. Perché sei sommerso dalle coperte?»

«Perché ho appena rischiato di morire cadendo dalla finestra, e credo di stare meglio qui sotto dove non ci sono cattive idee e filtri d’amore.»

«Remus—»

«No.»

«Puoi fare tutte le ricerche che vuoi. Sai che saremmo persi senza di te, senza il tuo utilissimo permesso di accedere alle sezioni del Reparto Proibito.»

«È una pessima idea.»

«Lo faremmo lo stesso, solo che se ci dai una mano magari non ci trasfiguriamo un braccio per sbaglio.»

«Peter, non partecipare anche tu a questa pazzia,» ormai la voce di Remus sembrava più un lamento soffuso. E poi, perché non ce la faceva più, decise di riemergere. Di fronte a lui Sirius Black e James Potter lo guardavano arrendevoli, sfoderando l’occhiata afflitta più efficace che avesse mai visto. Remus aveva già perso in partenza e lo sapeva benissimo.

Lo faccio per loro,” si disse.

***

«Mi rassicura sapere che daremo fuoco al dormitorio maschile per preparare un filtro d’amore e non, che ne so, perché Padfoot vuole rendere questo Natale un po’ più acceso.»

«È successo solo una volta, smettila di rinfacciarmelo.»

«Sono uova congelate, non credo possano davvero incendiarsi,» sentenziò Wormtail, con l’aria di chi la sapeva lunga malgrado non avesse mai visto delle uova di Ashwinder in vita sua.

«In realtà, se le uova se non vengono trovate in tempo possono dare fuoco al luogo in cui si trovano.» Il tono di Remus rasentava l’isterico. «Spetta al mago che le impacchetta il compito di congelarle.»

«Magari fra le scorte per gli esperimenti di Pozioni ci sono davvero. È l’unico ingrediente che ci manca,» borbottò Prongs.

Quello lo sapevano bene tutti quanti, visto che da giorni James non faceva altro che ripetere uova di Ashwinder, peperoncino, petali di rosa, pietra di Luna. Sirius lo prendeva in giro, ma in qualche modo la ricetta dell’Amortentia era davvero diventata il suo mantra: lo aiutava a non agitarsi troppo. Conosceva i rischi, dopotutto la migliore delle ipotesi era che non funzionasse; ma l’idea di potersi davvero avvicinare a Lily senza che lei cercasse di staccargli il collo era intrigante. Non riusciva nemmeno a immaginarla innamorata di lui. Stava davvero commettendo un errore preparando l’Amortentia? Forse era lui stesso la prima vittima dell’incantesimo; talmente infatuato di se stesso, dell’idea della pozione, da non rendersi nemmeno conto di ciò che stava facendo. Non che i Malandrini generalmente ci pensassero troppo quando avevano queste trovate, loro erano più il tipo di persona che impara dopo aver combinato il disastro. Prima o poi.

***

Né Sirius né Remus avevano ancora aperto bocca da quando James aveva affidato loro l’infelice compito di andare a prendere gli ingredienti mancanti. O meglio, Remus aveva detto, “Dobbiamo solo portare queste uova esplosive alla Stamberga?” e Sirius aveva annuito in risposta, lo sguardo puntato sulle luci ancora accese delle cucine. Probabilmente più tardi avrebbero mangiato altro tacchino.

C’era qualcosa di particolare nelle notti ad Hogwarts. Non succedeva spesso, ma quando capitava di dover esplorare i corridoi bui del castello, Remus per una volta era tranquillo. Senza la rabbia del lupo che gli premeva dall’interno, senza i sensi acuiti pronti a trasformarsi in quelli di un animale, paradossalmente era più facile fare caso ai mille dettagli che altrimenti si sarebbe perso: la polvere delle finestre che brillava alla luce della luna, i passi lenti e familiari di Sirius.

«Moony, non ti sei ancora scusato per avermi aggredito verbalmente senza alcun motivo, settimana scorsa. Dovrebbero ritirarti il distintivo da Prefetto,» sussurrò l’altro, mentre un ghigno si faceva strada sul suo volto. Remus era in grado di riconoscere quello sguardo canzonatorio dappertutto, buio o meno. Senza neanche accorgersene si ritrovò a sorridere di rimando.
«Prima di tutto, eri impazzito. Secondo di tutto, direi che possiamo riparlare di quello che un Prefetto può o non può fare dopo che avremo rubato le uova di Ashwinder. E terzo, lo sai che mi dispiace.»

Sirius rise, e Remus lo prese come un invito a continuare. «Sono felice che tu stia aiutando James, sai? A quanto pare hai deciso di mettere da parte il tuo orgoglio maschile. Prima o poi doveva succedere.»

«Io continuo a non vederci niente di male nel lamentarsi di una persona noiosa. Ma mi dispiace vedere Prongsie disperato, e poi Peter ha detto che una volta che Lily sarà sotto l’effetto della pozione lui tornerà in sé,» ammise Sirius, appena in colpa ma non troppo.

«Non devi sempre ascoltare quello che dice Peter.»

«Potevi dirmelo, comunque. Che anche io ero un idiota quando al secondo anno non facevo altro che rompere cuori a delle povere donzelle innamorate.»

«Lo fai tuttora,» rispose l’altro. «Ci scommetterei il naso che è per quello che la Signora Grassa ce l’ha con te,» disse Remus, perché tanto il suo naso era imbarazzante comunque, e non sarebbe stata poi una grande perdita se non gli fosse servito per respirare.

Sirius sfoderò la sua dentatura, ma il sorriso si spense ancora prima di arrivare agli occhi.

Il problema era che quell’atmosfera irreale gli faceva venire voglia di dire tante cose, tutte insieme, e molte delle quali discutibili: avrebbe voluto spiegargli come vederlo nella penombra con un maglione orribile addosso, probabilmente quello che Sirius gli aveva macchiato di cioccolato ma che Remus per qualche motivo continuava ad indossare, gli svuotasse la testa. Non che di solito fosse particolarmente piena o cosa, ma Moony aveva lo strano potere di sorprenderlo, sempre. Voleva dirgli così tanto che poi decise di stare zitto.

«Aspetta un attimo, un secondo fa non c’era questa porta, giusto? Quante volte siamo già passati di qui?» domandò Remus avvicinandosi allo stanzino che era sicuro fosse comparso negli ultimi cinque secondi.

«Padfoot, perché questa stanza è piena di uova di Ashwinder?» chiese ancora, nonostante fosse improbabile che Sirius ne sapesse più di lui al momento. Remus superò il gradino che lo separava da decine di vasetti trasparenti, facendo qualche passo per guardarne uno da vicino. Erano tutti pieni di uova biancastre che somigliavano molto alle sfere piene di bagnoschiuma che sua mamma usava per preparargli il bagno quando aveva cinque anni.

«È Silente, te lo dico io. Tiene tutto il personale docente in scacco,» borbottò Sirius, con uno sguardo affranto terribilmente credibile. Quello sgabuzzino era così angusto che Remus sentiva il suo respiro ansimante sul collo. Sembrava un cane.

«Non tenergli il broncio solo perché la McGonagall continua a rifiutare le tue avances, Padfoot.» Remus prese il primo barattolo che gli capitò davanti e poi spostò gli altri in modo da nascondere il misfatto. Fece segno a Sirius di uscire e solo quando si trovarono entrambi fuori si voltò a guardarlo. «Ricordiamoci di questa stanza. Siamo al settimo piano, di fronte all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll.»

«Va bene, ma adesso portiamo questa roba a James, altrimenti sarà lui a bastonarci. Sempre che non sia ancora imploso.»


 


N/A Buongiorno! Innanzitutto, grazie per la lettura. Secondo di tutto, sono stata puntuale nel postare. Credo sia degno di menzione perché è una di quelle cose che succede una volta nella vita. Domani ricomincia la scuola, perciò auguri a chi deve tornarci. Ce la possiamo fare.
Fun fact: i titoli dei capitoli sono tutti tratti da testi dei Placebo. Cosa c’entrano i Placebo con questa storia, direte voi. Ecco, assolutamente nulla. Non mi piacevano nemmeno troppo quando ho cominciato a scrivere la fanfiction, poi sono diventata una sottospecie di fan.
Ah, prima o poi comparirà, questa Amortentia. Chissà cosa sentiranno i nostri baldi eroi. *wink wink* Alla prossima. (:

  
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