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Autore: Root    15/09/2014    6 recensioni
-E' sempre una buona occasione per organizzare una festa in maschera- disse Percy sorridendo. -Le feste in maschera sono belle, si incontra gente interessante.
-Davvero? Non mi sembra di aver incontrato nessuno del genere- rispose Nico, e sorrise quando notò lo sguardo fintamente offeso di Percy, che si trasformò ben presto in un altro sorriso.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bianca di Angelo, Hazel Levesque, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente pubblico anche questa seconda parte che è stata più difficile da scrivere di quanto mi aspettassi. Ci sono delle cose che avrei voluto metterci  ma che alla fine ho deciso di lasciare fuori perché non trovavo il modo di inserirle D: A un certo punto mi sono anche chiesta chi accidenti aveva voglia di organizzare tante feste in maschera, ma vabbè, ignoriamo questo punto xD
Spero che vi piaccia :)

 

Nico trascorse i tre mesi successivi alla festa in maschera cercando di non soffermarsi troppo sull'immagine di un certo ragazzo che conosceva a stento e che, nonostante i suoi sforzi, non smetteva di impossessarsi fin troppo spesso dei suoi pensieri.
Percy aveva detto che si sarebbero visti ancora, ma Nico non ne era più tanto sicuro.
-Perché non vi siete scambiati i numeri di telefono?- gli aveva chiesto -e non una sola volta- Bianca, sconcertata.
-Perché era praticamente uno sconosciuto- replicava Nico ogni volta, poiché sembrava la cosa logica da dire. La realtà, però, era che non ci aveva pensato, neanche per un istante, a chiedere a Percy il suo numero. Nico aveva dato la colpa all'atmosfera della festa che gli aveva fatto dimenticare di trovarsi nel ventunesimo secolo; anche se, più probabilmente, il motivo era semplicemente che Nico usava il suo telefono tanto di rado che spesso si dimenticava anche di averlo.
D'altra parte,neanche Percy glielo aveva chiesto quindi, o era stupido quanto lui, o non lo voleva. A Nico non piaceva molto pensare a quest'ultima eventualità eppure, più passava il tempo, più gli sembrava probabile.
-Però lui ti piace, non è vero?- gli chiedeva Hazel, a quel punto.
Nico rimpiangeva di aver raccontato alle sue sorelle cosa era successo quella sera; avrebbe davvero dovuto aspettarsi l'eccessivo interessamento di entrambe e la valanga di domande che ne sarebbe derivata.
Percy gli piaceva, questo era vero, ma non c'era bisogno di dirlo ad alta voce; Nico preferiva tenere quel pensiero nel segreto della sua mente. Aveva l'impressione che, se lo avesse ammesso, non sarebbe più riuscito a liberarsi del ricordo di Percy, che già aveva praticamente monopolizzato la sua testa.
Nico non pensava davvero che si sarebbero rincontrati; certo, vivevano nella stessa città -ma New York è grande, fin troppo grande per poter sperare di imbattersi in lui accidentalmente e Nico non era mai stato un tipo ottimista.
Anche quando Hazel gli disse, con la voce che tremava per l'eccitazione, che ci sarebbe stata un'altra festa in maschera, Nico cercò di smorzare la speranza che gli stava nascendo dentro, continuando a ripetersi che forse Percy non ci sarebbe neanche stato e che sicuramente si era anche dimenticato di lui; e che quindi non aveva alcun senso andare.
-Nico, non puoi perdere questa occasione!- gli dissero in coro Bianca ed Hazel e, ancora prima di dar voce ai suoi timori, Nico sapeva di aver perso, contro di loro e contro se stesso.
Si rigirò la maschera tra le mani diverse volte, indeciso. Alla fine anche se ricordava le parole di Percy, che gli diceva che ad una festa in maschera si deve indossare una maschera, decise di non metterla.
Probabilmente avrebbe finito per sentirsi incredibilmente fuori posto, ma dopotutto non era una novità, per lui.
Il luogo era lo stesso della prima volta: la stessa sala, lo stesso genere di addobbi, lo stesso genere di musica. La stessa atmosfera che sembrava trasportarti in un altro tempo.
La prima reazione di Nico, appena giunto lì, fu quella di voltarsi e di uscire nuovamente. Era stupido, e se ne rendeva conto, ma al pensiero che Percy avrebbe potuto non esserci o che si fosse dimenticato di Nico o che -e sarebbe stato decisamente peggio- per lui, il loro primo incontro non aveva significato nulla di importante, Nico sentiva l'incontenibile bisogno di fuggire il più lontano possibile.
Invece venne trascinato dentro e, prima di allontanarsi, le sue sorelle gli sorrisero incoraggianti e gli lanciarono un'ultima occhiata ricca di aspettativa, che sembrava dirgli “poi ci racconterai ogni cosa”.
Nico guardò per un attimo Hazel che si muoveva elegante sulla pista da ballo insieme a Frank, il ragazzo alto e robusto che le aveva chiesto di ballare alla festa tre mesi prima. A differenza di Nico e Percy, loro avevano avuto il buon senso di scambiarsi i numeri di telefono.
Per un istante Nico si permise di indugiare sul pensiero di come sarebbe stato ballare con Percy e, nel momento in cui se ne rese conto, sentì il sangue colorargli di rosso le guance. Scosse freneticamente la testa per scacciare quei pensieri.
Non si fermò nella sala, ad osservare le coppie eleganti sulla pista da ballo ma si diresse direttamente verso la terrazza. Stavolta non faceva freddo, ma l'aria fresca lo colpì lo stesso.
Si appoggiò alla ringhiera, gli occhi puntati sul cielo, mentre cercava di non far montare troppo l'aspettativa.
Percy aveva detto “la prossima volta”, ma, in realtà, non era come se si fossero dati appuntamento. Forse Percy lo aveva detto senza neanche rifletterci e forse se ne era completamente dimenticato.
Cosa avrebbe fatto, se Percy non si fosse fatto vedere? Nico sospirò, sentendosi piuttosto patetico, ma senza sapere esattamente come porvi rimedio.
Era così immerso nei propri pensieri, che non si accorse della porta della terrazza che si apriva e dei passi di qualcuno che si avvicinavano a lui. Si riscosse solamente quando vide la figura che lo aveva raggiunto e che, dopo un attimo di esitazione, si voltò verso di lui. Anche se non lo aveva neanche visto per bene in volto, anche non lo aveva mai visto senza una maschera, e anche se aveva parlato con lui solo per qualche ora, nel preciso istante in cui incontrò i suoi occhi, Nico seppe perfettamente che era lui.
Nico avrebbe potuto giurare che il suo cuore si scordò come fare il suo lavoro e perse qualche battito e lui stesso si dimenticò come fare a respirare.
Poi, come se non fosse passata neanche una manciata di minuti da quando si erano parlati l'ultima volta, Percy gli rivolse uno dei suoi sorrisi contagiosi e i suoi occhi -quegli occhi che avevano infestato la mente di Nico per mesi- si illuminarono.
E Nico ebbe la certezza che anche Percy lo aveva riconosciuto.
-Non hai messo la maschera- gli fece notare Nico, a mo' di saluto. -Pensavo rovinasse la magia.
-Niente magia stasera- rispose Percy, quasi con tono solenne. -E poi, non l'hai messa neanche tu.
Come Nico, anche lui non si era vestito in modo adatto alla festa. Sembravano due persone capitate lì per puro caso.
Per un po' Nico si soffermò a guardarlo,ad osservare ogni piccolo tratto del viso di Percy, dai capelli scuri che gli ricadevano disordinati sulla fronte, al modo in cui le sue labbra erano incurvate verso l'alto, e come il sorriso raggiungeva gli occhi illuminandogli il viso. Se Nico avesse dovuto descrivere Percy con una sola parola, probabilmente avrebbe detto che era luminoso.
-Allora, stavolta ti va di ballare?
-A me non va mai di ballare- disse Nico, senza riuscire a trattenere la risata che gli sfuggì dalla labbra.
-Temo che stasera dovrai fare un eccezione- replicò Percy in tono convinto. -E non sono disposto ad accettare un rifiuto.
Percy continuava a tenere gli occhi fissi in quelli di Nico, il sorriso che non accennava a lasciare le sue labbra. Sotto il peso del suo sguardo, Nico sentì di nuovo di stare arrossendo.
-Prepotente- disse, guadagnandosi una risata come risposta.
-Non so ballare- mormorò poi, il che era la pura verità. Non gli piaceva ballare, ma il motivo principale di ciò era che non ne era minimamente capace.
Con sua enorme sorpresa, Percy si chinò verso di lui, avvicinò le labbra al suo orecchio e sussurrò, con l'aria di chi è sul punto di rivelare la soluzione di un grande mistero.
-Ti dirò un segreto, Nico. Neanch'io so ballare.
La voce di Percy, unita al suo respiro caldo che Nico poteva sentire contro la sua pelle, mandarono brividi lungo la sua schiena e, se la sua prima reazione era stata quella di allontanarsi, adesso tutto ciò che voleva era farsi più vicino. Percy si scostò di poco da lui, restando comunque abbastanza vicino che Nico avrebbe dovuto farsi avanti solo di pochi centimetri se avesse voluto baciarlo. E lo voleva, lo voleva davvero e la consapevolezza di ciò, oltreché fargli salire altro sangue al viso, gli fece fare un passo indietro, ristabilendo la distanza e consentendo al suo cure di battere di nuovo.
Se avesse guardato Percy con attenzione, in quel momento, si sarebbe reso conto che non era l'unico ad essere in imbarazzo.
-Coraggio- disse Percy dopo qualche momento, prendendo la mano di Nico e avvicinandolo di nuovo a sé.
-N-non abbiamo neanche la musica- balbettò Nico, evitando in ogni modo di incontrare gli occhi dell'altro.
-Non importa- ribatté e iniziò a canticchiare sotto voce, a tempo con il suono ovattato che giungeva da dentro.
Nico scoppiò a ridere, incapace di trattenersi e, senza accorgersene, poggiò la fronte sulla spalla di Percy.
-Sei pessimo!
-Ehi! Guarda che potrei anche offendermi!
Poggiò le mani sui fianchi di Nico che solo in quel momento realizzò quanto fossero vicini; ma, nonostante ciò, riuscì comunque a portare le braccia a circondare il collo di Percy.
Nessuno dei due sapeva ballare, per niente. Quindi, più che altro, si limitarono a restare in quella posizione, tentando di muoversi ogni tanto senza calpestarsi i piedi a vicenda, mentre Percy continuava a intonare una leggera musichetta. Era una fortuna che non ci fosse nessun altro fuori con loro ma, anche se così non fosse stato, probabilmente nessuno dei due ci avrebbe fatto molto caso: l'intero mondo di Nico era costituito solo da Percy, dalle sue mani, dal suo viso sorridente e dai suoi occhi.
-Nico...sono davvero contento che tu sia venuto- disse Percy, rompendo il silenzio e, ancora un volta, Nico si perse a guardarlo e pensò che era bello, tanto bello da essere quasi sleale.
Prima che Nico avesse il tempo di ricominciare a pensare coerentemente e rispondergli, Percy lo avvicinò ancora di più a sé e riprese a parlare.
-Avevo iniziato a pensare che non ti avrei più incontrato, sai?
-Anche io- rispose Nico, mentre ripensava a tutte le volte durante quei tre mesi in cui le sue sorelle gli avevano fatto notare che era stato da stupidi non scambiarsi i numeri di telefono. Quando lo disse a Percy, lui si mise a ridere.
-Hai ragione, non so davvero perché non ci abbiamo pensato- disse, e sorrise, un sorriso che Nico sapeva essere presente anche sul proprio viso.
Con Percy era tutto così facile, si ritrovò a pensare. Era stato a suo agio con lui dal primo momento in cui lo aveva visto e, anche se erano passati mesi dall'ultima – e prima- volta in cui si erano visti, era ancora così. Era difficile ricordarsi che in realtà si conoscevano da poco.
Stare con Percy era sconosciuto e familiare allo stesso tempo.
Mentre ballavano, Nico stava riflettendo su tutto ciò e il suono della voce di Percy lo riportò alla realtà.
-Credi che esistano i colpi di fulmine, Nico? Credi che sia possibile innamorarsi di una persona dopo averla vista solo una volta?
Percy lo stava guardando, i suoi occhi verdi avevano catturato quelli neri di Nico, impedendogli di distogliere lo sguardo.
-No-non ci ho mai creduto, no- rispose, la sua voce poco più che un sussurro e se Percy non fosse stato così vicino, non sarebbe stato in grado di sentirlo.
Nico non aveva mai creduto ai colpi di fulmine e, a dire il vero, non si era mai neanche innamorato per davvero; eppure, un angolino della sua mente gli fece notare che adesso, con Percy, forse poteva anche iniziare a farlo, poteva iniziare a crederci.
-Neanche io.
Nico sentiva di dover in qualche modo rompere il silenzio che si era venuto a creare ma, più si sforzava di pensare a qualcosa da dire, più la sua mente si svuotava; e, se anche così non fosse stato, era come se le sue corde vocali avessero smesso di funzionare.
Erano fermi, ogni tentativo di ballare ormai dimenticato; erano semplicemente fermi, ma nessuno dei due si era allontanato dall'altro.
L'atmosfera era completamente diversa da prima, la tensione tra di loro tangibile e, più passava il tempo – secondi, che parevano durare ore- più Nico sentiva di essere pericolosamente vicino a dire ad alta voce qualcosa che lo avrebbe di certo fatto poi morire dall'imbarazzo; oppure a fare qualcosa di azzardato come alzarsi sulle punte dei piedi e poggiare le proprie labbra su quelle di Percy.
-Credi che sia strano che, anche se ti avevo incontrato solo una volta, da quando ci siamo conosciuti non ho praticamente fatto altro che pensare a te?
La voce di Percy lo riscosse dal suo trastullarsi, ma gli ci volle qualche secondo per processare e comprendere a fondo quanto aveva appena sentito.
Quindi non mi aveva dimenticato, quindi sono importante per lui. La mente di Nico era fissa su questi pensieri, al punto che quasi si dimenticò di dover rispondere.
Anche con la scarsa luce della notte, Nico poteva vedere il rossore sulle guance di Percy che, nonostante ciò, non aveva distolto lo sguardo; continuava a guardare Nico, gli occhi che mostravano chiaramente l'aspettativa e l'insicurezza, nonché l'imbarazzo, che erano stati evidenti anche nella sua voce.
-F-forse è strano, però...- mormorò Nico. -Però...sai, anch'io...
Nico no aveva mai avuto tanta difficoltà a parlare come in quel momento,quando sembrava che le parole premessero per uscire e, contemporaneamente, si rifiutassero di assumere un suono. Eppure il sorriso che Percy gli regalò subito dopo, era senza alcun dubbio degno di quello sforzo; di quello e di mille altri.
-Hai pensato a me?- e, mentre lo diceva, il sorriso di Percy si allargò ancora di più.
-Sp-spesso...- mormorò Nico, la voce talmente bassa che per un attimo ebbe il timore di non averlo detto per davvero. Ma o lo aveva fatto o Percy gli aveva letto nel pensiero perché, subito dopo, strinse ancor di più le braccia attorno all'esile figura di Nico, e lo attirò a sé, poggiandogli la testa sulla spalla. Percy era decisamente più alto di lui e quella posizione doveva essere piuttosto scomoda, ma non sembrava affatto intenzionato a lasciarlo andare.
Poi sentì le labbra di Percy che, delicate, quasi esitanti, si poggiarono sulla sua tempia in un piccolo bacio. Nico fu sorpreso da quel breve contatto e trasalì tra le braccia del più grande e Percy si scostò appena da lui, come se si aspettasse di essere allontanato da un momento all'altro.
Ma Nico si rilassò di nuovo nell'abbraccio, e ciò fu una rassicurazione sufficiente.
Percy lasciò un bacio leggero sullo zigomo e poi sulla guancia e, ogni volta, il cuore di Nico si fermava per un istante, per poi ricominciare a battere più veloce di prima. Un ultimo bacio venne posato all'angolo della bocca, poi le labbra si allontanarono, lasciandolo in preda all'impazienza e all'aspettativa.
Nico si trovò di nuovo ad incontrare gli occhi di Percy, ora così vicini.
-Posso?
Nico annuì appena, affondò una mano nei capelli di Percy e lo attirò a sé. E, finalmente, venne completamente eliminata la distanza che li separava e le labbra di Percy si poggiarono su quelle di Nico. Percy portò una mano dietro il collo di Nico, avvicinandolo ancora di più.
Nico chiuse gli occhi e si lasciò guidare, rilassandosi completamente sotto il tocco del più grande.
Percy era gentile, le labbra premute contro quelle di Nico dolcemente, in un bacio casto.
Nico gli fu grato di ciò; era il suo primo bacio e non sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma la semplice sensazione di avere Percy così vicino, la sensazione della sua mano sul suo fianco e il calore della sue dita sulla pelle, la pressione delle sue labbra sulle proprie, tutto ciò lo spinse ad agire d'istinto. Si alzò sulle punte dei piedi nel tentativo di eliminare ogni minima distanza esistente tra di loro, e dischiuse le labbra.
Sentiva la musica che giungeva da dentro e sentiva l'aria fresca che gli solleticava il viso ma a quel punto, quando si baciarono davvero, fu come se il mondo attorno a loro si fosse spento all'improvviso. L'unica cosa che aveva importanza era Percy, Percy e le sue mani e le sue labbra, e per Nico era tutto tanto travolgente che per un po' si dimenticò di respirare.
Ed era strano, era assurdo, perché Nico aveva l'impressione di aver aspettato quel momento da quando si erano incontrati la prima volta.
Si separarono, entrambi senza fiato e Nico aspettò un attimo prima di riaprire gli occhi. Quando lo fece, si trovò a guardare Percy, che lo stava osservando, a soli pochi centimetri di distanza, sorridendo.
-Allora, Nico... ti va di uscire con me?
Nico non poté fare a meno di ridere, mentre annuiva.


Quella sera, Percy lo riaccompagnò a casa e, prima di andare via, lo baciò ancora.
Nico sapeva che il giorno dopo sarebbe arrivata la pioggia di domande da parte delle sue sorelle ma in quel momento tutto ciò che contava era che, questa volta, Percy aveva scritto il suo numero di telefono sul suo braccio e, mentre lo osservava, Nico non poteva fare a meno di sorridere.

 

 

  
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