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Autore: lucy_tennant    19/09/2014    2 recensioni
"Mi voltai e vidi il viso pallido di Makoto, che mi stava indicando con mano tremante.
-Tu.... Tu....- balbettò, sgranando gli occhi.
-Oh santo cielo- esclamai -Aki che cazzo faccio?! Mi può vedere-.
-Tiragli un colpo in testa- rispose il quincy, come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Granz san, con chi stai parlando?- domandò Rei.
-Conversazione tra me e me....-.
-NON POSSO TIRARGLI UN COLPO IN TESTA!- gridai, in preda alla disperazione -GUARDALO! VOGLIO DIRE!-.
Ed indicai il ragazzo, sempre più scioccato, che avevo di fronte.
-Se non lo fai, lo avveleno e risolviamo la questione una volta per tutte-."
~
~
Un viaggio fra quincy depravati, shinigami poco sicuri di sé e zanpakuto che fanno solo ciò che più gli aggrada; incentrato sulla storia di Fuyuko, figlio di due Capitani molto popolari nella Soul Society
~
Attenzione!
La storia è il sequel di "I'm the captain of the twelfh", consiglio di leggere almeno l'epilogo di quest'ultima per capire meglio i personaggi
-MOMENTANEAMENTE SOSPESA: DEVE ESSERE SOTTOPOSTA A MODIFICHE
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~Gods of the Death~'
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Capitolo 2 

"Friends"









La mattina seguente venni svegliato da un rumore assordante, come di un'intera batteria di pentole che si era appena sfracellata al suolo.
Erano a malapena le sette e venti....
Sbuffai, affondando il viso contro il cuscino e respirando pesantemente.
Altro colpo assurdo.
Mi alzai dal futon, aprendo la porta della camera e vedendo padelle ovunque.
-Oh, signorino! L'ho svegliata?- chiese l'energumeno che lavorava al negozio.
Domanda a dir poco idiota.
-No- mentii -Stavo per alzarmi....-.
Maledetto Tessai.
-Cos'è successo?- feci, iniziando a raccogliere gli oggetti da terra e a rimetterli in ordine.
-Il padrone aveva lasciato la roba in bilico, ho aperto lo sportello per prendere un pentolino ed è caduto tutto.... Comunque lasci fare a me, lei deve prepararsi per andare a scuola-.
-Eh? Che? Ah già.... Il liceo....- sbuffai -A proposito, abbiamo un costume che possa andarmi bene, in casa?-. 
-Ne abbiamo uno, ma è del signorino Jinta.... Se vuole posso consigliarle un buon negozio dove andarlo a comprare-.
Mi mostrò il punto preciso su una cartina che prese da un cassetto di una credenza.
Era nella parte nord ovest del quartiere di Karakura Honehou, quindi decisi che ci sarei passato durante il pomeriggio: dovevo assolutamente riuscire a superare  quella paura....
Presi il necessario e corsi fino a scuola.
Niente treno quella mattina: avevo già testato il funzionamento dei sistemi di mezzi pubblici giapponesi e, per quanto potessero essere efficienti e sempre precisi, non volevo rischiare un quasi ritardo come il giorno precedente.
Non si poteva mai sapere....
Come previsto, arrivai a scuola perfettamente in orario, ma senza fiato.
Il gigai mi stancava parecchio già normalmente, figurarsi utilizzando lo shunpo....
Le lezioni passarono stranamente molto, ma molto più velocemente rispetto al giorno prima.
Non so se perché non ne ascoltai nemmeno una, giocando a battaglia navale con Aki, o se perché erano meno pesanti.
Makoto non c'era e questo non fece altro che appesantire il mio senso di colpa.
Una volta fuori dall'edificio presi la strada per il centro città.
-Dove vai?- domandò il mio migliore amico.
-A comprare un costume da bagno- risposi.
-Fuyuko.... Non puoi farlo.... E sai anche il perché.... Vuoi entrare nel club di nuoto?-.
-No.... Io.... Voglio solo prendermi un costume....-.
-Capisco.... Ti accompagno o riesci a non perderti?-.
-Faccio da solo, tranquillo.... Tu non hai atletica?-.
-Posso anche saltarla per te.... Sono quattro anni che non ci sentiamo, dovremmo cercare di passare del tempo insieme-.
-Allora domani ci facciamo un giro in centro-.
-Promesso?-.
-Promesso-.
Sorrise.
-Bene, divertiti e soprattutto non fare cagate perché, essendo impegnato, non potrò tirarti fuori dai guai- ridacchiò, salutandomi con la mano e tornando a scuola.
Sapevo benissimo a cosa si stesse riferendo.... 
Mi incamminai verso la fermata più vicina e presi il bus, arrivando fino al quartiere della città che era dedicato allo shopping.
Lì, in una viuzza che si gettava sulla principale, vi era un enorme negozio dedicato al nuoto ed alle piscine.
Era inconfondibile, con la sua enorme insegna colorata raffigurante due delfini.
Entrai, dirigendomi subito nella sezione "costumi da bagno" ed iniziando a cercare un qualcosa che potesse piacermi.
Appena arrivai sentii come un nodo in gola.
Fiotti di ricordi mi riaffioravano alla mente, facendomi rabbrividire.
Scossi la testa e continuai a camminare, fino a quando non trovai un capo che mi arrivava a metà coscia, nero, con due strisce laterali arancioni per gamba.
Pareva piuttosto carino, così andai alle cabine di prova e lo indossai, per poi uscire e guardarmi allo specchio.
Poco dopo dall'altro spogliatoio saltò fuori l'ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento.
-Urahara san?- chiese proprio questa, battendomi un colpetto sulla spalla e costringendomi a voltarmi.
-Tachibana!- esclamai, diventando paonazzo -A....Anche tu qui....?-.
Aveva una benda che gli fasciava l'intero capo.
-Eh già, la mia sorellina ed il mio fratellino hanno deciso di farmi uno scherzo tagliuzzando il mio costume in tanti piccoli pezzetti, quindi devo assolutamente prenderne uno nuovo....-.
Abbozzai una risata.
-Co....Come va con.... Insomma.... La botta?-.
-Meglio, anche se fa ancora un po' male.... Sai, non capita tutti i giorni di essere colpito in pieno da un lottatore di sumo! Lo hai visto anche tu, no?-.
-Eh.... Sì.... Certo!- balbettai -Come dimenticarlo!-.
Sorrise.
-Ti sta bene quello- disse poi, alludendo al costume che stavo indossando al momento.
-Oh.... Grazie....-.
Abbassai lo sguardo, evitando di incrociare il suo.
-Stavi pensando di entrare nel club?-
-Beh.... In realtà no, mi serviva solo un costume nuovo....-.
-Che peccato-.
Ridacchiò, nascondendo la sua tristezza.
-Mi dispiace-.
-Oh tranquillo! Hai voglia di fermarti a prendere un tè con me lungo la via di casa o hai da fare?-.
-Beh.... Non credo ci siano problemi, quindi.... Va bene?-.
Sorridemmo all'unisono, prima di tornare nelle rispettive cabine e rivestirci.
Comprai il costume nuovo ed uscimmo dal negozio, incamminandoci verso il bar più vicino.
-Dimmi di te, Urahara san-.
-Chiamami Fuyuko....-.
-Beh.... Grazie! Allora anche tu d'ora in poi chiamami per nome-.
-Certamente-.
Altro sorriso.
Ci sedemmo al tavolino di un locale, ordinando una tazza di tè ed una coca cola.
Iniziai a raccontargli della mia vita, occultando tutti i dettagli che riguardavano il mio essere shinigami e sostituendoli con menzogne inventate al momento.
-Fuyuko san....- borbottò -Io mi ricordo di ieri mattina-.
Sbiancai.
-Il lottatore di sumo.... Ti ha colpito e tu....- balbettai, ma venni interrotto da lui.
-Ti ho visto, tutt'ad un tratto ti sei come sdoppiato: indossavi la divisa con un corpo, mentre con l'altro avevi degli hakama neri ed un keikogi.... Avevi una katana nel fodero, con la quale mi hai colpito, sotto insistente suggerimento di Granz....-.
Sapevo che quel dannato congegno non avrebbe funzionato....
-Io non metterei mai roba del genere- ridacchiai, cercando di fargli cambiare idea, nonostante non riuscissi a convincere nemmeno me stesso.
-Ma io ti ho visto! Ti ricordo benissimo! Perché mi hai colpito?! Parlavate di hollao!-.
Abbassai lo sguardo, mordendomi il labbro inferiore e cercando di inventarmi il prima possibile una scusa plausibile.
-Hollao? Non.... Non so cosa siano.... Devi aver preso una bella botta, eh? Io invece sono sicurissimo di aver visto un lottatore di sumo sul tetto! So che può sembrare impossibile, ma è così....-.
Lui ci rimuginò un po' su.
-Probabile.... E poi non vedo la motivazione per cui avresti dovuto colpirmi....-.
-Esatto!- e sfoderai un sorrisone.
Scampato pericolo....
Iniziammo a chiacchierare e lì mi accorsi di quanto fosse gentile, ma soprattutto di quanto potesse tenere al suo migliore amico, Haruka.
Lo descriveva come fosse la persona migliore a questo mondo.
Sospirai.
-Scusa, ti sto annoiando.... Ma quando parlo di Haru non finisco più....- mormorò, abbozzando un sorriso.
-Tranquillo- risposi -Anch'io faccio la solita identica cosa, solo che il protagonista dei miei discorsi è Aki-.
-Sembrate molto legati-.
Ripensai ai momenti passati assieme al quincy, non riuscendo a fare a meno di lasciarmi sfuggire una risata.
-Già.... Ci conosciamo sin da quando eravamo ancora neonati.... E lui cercava di rubarmi i trenini di legno....-.
Rise anche lui.
Continuammo a parlare, fino a quando non dovetti scappare al negozio, per fare i compiti ed aiutare Tessai con le pulizie.
-Grazie Fuyu chan, mi ha fatto piacere incontrarti.... Ci vediamo lunedì a scuola allora- mi salutò, prendendo la strada inversa a quella dove andavo io.
-Makoto aspetta!-.
Si voltò.
-Sì....?-.
Mi morsi il labbro, abbassando lo sguardo prima di rialzarlo e guardarlo dritto in faccia.
-Erm.... Domani esco con Aki, ci facciamo un giro in centro.... Ecco.... Pensavo che stavo.... No cioè.... Stavo pensando che potrebbe venire anche Tessai, no cioè Rei, no Jushiro.... Okay.... Ce la posso fare.... Potrebbe venire anche Aki!- balbettai, senza riuscire a completare una frase sensata.
-Verrò volentieri- mi interruppe lui, ridacchiando.
Grazie a Dio aveva capito cosa stessi cercando di dirgli....
-Fantastico!- esclamai -Beh.... Ci vediamo domani allora!-.
-Va bene- e sorrise -A che ora?-.
-....boh-.
-Dammi il tuo numero di cellulare, così possiamo sentirci alla mattina per metterci d'accordo-.
Mi avvicinai a lui, scrivendogli il famigerato numero su un fazzoletto di carta che era riuscito a trovare nelle tasche dei pantaloni, prima di salutarlo nuovamente e prendere la strada di casa.
-Makoto!- mi voltai ancora una volta, chiamandolo per nome -Aspetta!-.
Lui si girò verso di me, mettendosi a ridere.
-Dimmi, Fuyu chan-.
-Se.... Se vuoi.... Puoi portare anche....-.
-Haruka- concluse la frase -Chiederò.... Grazie mille-.
-Beh.... Di nulla.... Grazie a te-.
Se ne andò sorridendo.
Rimasi imbambolato per un po', ripensando al fatto che lo avevo invitato ad uscire con me dicendogli una frase degna di un bimbo di un anno e mezzo, ovvero completamente priva di senso.
Avevo fatto una figura di merda e, nel peggiore dei casi, mi aveva preso per gay che ci stava provando.
Sospirai, dandomi una manata sulla fronte e scuotendo la testa.
Tornai in negozio ed aiutai Tessai, il quale finì col proporre gentilmente di insegnarmi ad usare il kido nei miei giorni liberi.
Dopo cena mi rifugiai in camera, slacciai la camicia e tolsi i pantaloni, rimanendo in boxer e cravatta.
-Signorino, mi dispiace disturbarla.... Ma il signor Granz junior è alla porta e chiede di lei- disse l'energumeno che viveva nell'emporio con me, interrompendo il mio momento di relax.
-Arrivo subito- risposi, alzandomi dal futon ed andando all'entrata.
Vidi Aki e lo salutai con un cenno del capo, accompagnato da un "cosa ci fai qui?".
Lui si mise a ridere.
-Ho capito che vuoi fare colpo su di me.... Ma almeno la prossima volta presentati nudo, così vai più sul sicuro- scherzò, alludendo al fatto che ero in mutande.
-Sei un idiota- borbottai, tirandogli la cravatta.
-Ohhh! Inizia lo spogliarello! Forza, su.... Adesso togliti i boxer! Stiamo tutti aspettando di vedere cosa nascondi là sotto-.
Lo guardai malissimo, mentre lui non la smetteva di ridere.
-A parte gli scherzi.... Hai voglia di uscire? Tanto domani è domenica e non dobbiamo alzarci presto- propose.
-Uscire anche stasera....?-.
-Uff, potresti dire semplicemente "sì, grazie" una volta ogni tanto.... Già ho fatto la fatica di venirti a chiamare....-.
-Abitiamo a duecento metri l'uno dall'altro....-.
-Per me è faticoso anche alzarmi dal letto per sdraiarmi sul divano-.
Risi.
-Va bene.... Dammi il tempo di infilarmi qualcosa addosso-.
-Non preoccuparti, sei bello anche così.... Anzi, in queste condizioni potresti anche rimorchiare qualcuno-.
-....ti ammazzo- conclusi, tornando in camera e frugando nell'armadio.
Misi un paio di jeans, una maglietta maniche lunghe ed una felpa.
Acchiappai una giacca al volo, cacciandovi nella tasca il ginkogan ed il macchinario per cambiare i ricordi, prima di tornare dal mio migliore amico.
-Ti confesso che ti preferivo com'eri prima....- sbuffò, facendo una faccia demoralizzata.
-AKI BASTA- sbottai, tirandogli un pattone secco in testa e facendolo scoppiare a ridere.
Camminammo per un po', arrivando alla stazione più vicina e prendendo il tram per arrivare in centro.
Una volta nel quartiere principale e più frequentato dell'intera Karakura, entrammo in un locale con una grossa insegna rossa luminosa che recitava "Cube".
Era una sorta di pub all'irlandese, come uno di quelli che avevo visto durante una vacanza coi miei, da piccolo.
Ci sedemmo al bancone, ordinando due bicchieri di Coca-Cola.
-E così.... Per domani.... Hai invitato anche Tachibana.... E, a quanto pare, viene anche Nanase....- borbottò, sorridendo -Non è che mi nascondi qualcosa? Ti piace il signorino occhi verdi?-.
-Eh?! Casomai sei tu che mi nascondi qualcosa! Come fai a sapere che ho chiamato Makoto?!-.
-Me l'ha detto lui.... E comunque.... Lo chiami anche per nome....-.
-....smettila. Dannazione.... Ed io che speravo di farti una sorpresa presentandoti su un piatto d'argento il ragazzo occhi azzurri che ti sembra carino....- sbuffai.
-Grazie Fuyu-.
-Di nulla.... Mi dispiace solo che tu lo abbia scoperto prima del previsto....-.
-Pazienza.... È comunque un pensiero gentile da parte tua-.
Aspettai qualche secondo, prima di parlare di nuovo.
-Perché tu passi da momenti in cui sei la persona più gentile e dolce sulla faccia della terra, ad altri in cui sei uno psicopatico cinico ed estremamente pervertito?- chiesi -È una domanda che mi faccio da tempo....-.
-Sei veramente stupido- constatò, ridendo all'unisono con me.
Rimanemmo in quel locale per ancora circa un'ora, prima di tornare ognuno nelle rispettive abitazioni.
Mi lanciai ancora una volta sul futon, questa volta però ricordandomi di impostare la sveglia, uscendo dal gigai e rinchiudendolo nell'armadio.
Tolsi la Zanpakuto dall'obi e la posai a terra, guardandola con tristezza.
-Perché non mi parli?- le chiesi -Neanche un minimo sussurro in questi sedici anni....-.
-Perché dovrei?- rispose una voce maschile che non avevo mai sentito.
-Sei tu?!- esclamai -Ce ne hai messo di tempo! Io mi sono allenato costantemente con te per tutto questo tempo e tu mi parli mentre sono mezzo in stato comatoso per via del sonno?! Sei qui per dirmi come ti chiami?-.
-No, solo perché mi stavo annoiando-. 
Mi sedetti a gambe incrociate, squadrando male la katana.
-A star zitti per sedici anni ci si rompe le scatole- continuò.
-Allora, già che ci sei.... Potresti rivelarmi il tuo nome....- proposi.
-Ma anche no-.
-Almeno un indizio....?-.
-Noooo- ridacchiò.
-La lettera iniziale?-.
-Va bene.... Ma solo perché sei tu.... Avvicinati-.
Feci come aveva detto, accostandomi a lui ed aspettando con ansia.
-Il mio nome.... Il mio nome.... Inizia con una lettera dell'alfabeto!- concluse, con voce gioiosa.
Rimasi in silenzio, prima di prenderlo e cacciarlo nell'armadio assieme al gigai.
-Vai al diavolo-.
Mi addormentai e, la mattina dopo, nuovamente, non riuscii ad avere l'onore di essere tirato giù dal letto dalla sveglia, in quanto fu il telefono che mi aveva regalato mio nonno una settimana prima, col suo rumore a dir poco assordante, a farmi spalancare gli occhi alle nove e mezza del mattino.
-Perto....? No.... Parto....?- dissi.
-Pronto?- chiese la voce dall'atro capo della cornetta.
-Sì.... Solita cosa.... Pronto....?-
-Fuyuko? Sono io, Tachibana-
-Tachibana....?-
-Makoto-
-ODDIO!-
-Ti.... Ho svegliato?-
-No, assolutamente! Tranquillo!-
Sospirò.
-Meno male! Volevo sapere i dettagli per oggi pomeriggio-
-Erm.... Oggi pomeriggio....-
"Che dettagli?" mi domandai fra me e me.
Mi venne un lampo di genio.
-Giusto! I dettagli!- esclamai -Beh, potemmo vederci magari tra un'oretta al parco pubblico e pranzare poi assieme-
-Perché no? Comunque Haruka è felice di unirsi a noi-
-Fantastico! Allora ci vediamo tra un'ora-
-Grazie ancora.... A dopo!-
-Figurati! Grazie a voi.... A dopo-.
Cercai un modo di chiudere quell'aggeggio strano che avevo in mano e che odiavo, essendo incapace ad usarlo dal momento che i miei messaggi e le mie chiamate erano recapitate con le farfalle infernali o con i messaggeri.
-'sta diavoleria- sbuffai, in preda ad una crisi isteria.
-Cosa staresti cercando di fare?- chiese una voce di cui conoscevo benissimo il possessore.
-AKI! DANNAZIONE! SMETTILA DI SPUNTARE MENTRE SONO MEZZO NUDO!- urlai, alludendo al fatto che, ancora una volta, ero in boxer -E POI SI PUÒ SAPERE DA DOVE SEI ENTRATO?!-.
-Dalla porta- rispose lui, come se fosse una cosa a dir poco ovvia.
-Hai un sesto senso per riuscire costantemente a saltar fuori nei momenti meno opportuni-.
-Allora.... Parlavi al telefono con Tachibana??-.
E mi diede due gomitatine nel fianco, assumendo un'aria interessata.
-Cos'è, mi spii ora?-.
Rise.
-Lo sai che ti voglio bene, Fuyu chan.... E soprattutto che non smetterò mai di dirti quanto mi facciano sbavare i tuoi pettorali-.
Gli lanciai un cuscino in faccia, prima di aprire l'armadio ed infilarmi nel gigai, inciampando sulla Zanpakuto, imprecando.
-Perché hai rinchiuso la tua spada nel mobile, manco fosse agli arresti domiciliari?-.
-La è.... Il suo spirito mi fa dannare-.
Altra risata, prima che mi squadrasse dal basso all'alto e viceversa, facendomi segno di no con l'indice della mano sinistra.
-Così non va bene, caro Fuyu.... Hai gli stessi vestiti di ieri sera-.
-E....?-.
Sbuffò.
-Voi shinigami non ci capite nulla di moda e di abbigliamento.... Avete sempre addosso quel coso nero inguardabile....-.
-Cos'hai contro gli shihakusho? Sono fantastici-.
-Tutti uguali.... Fortunatamente avevo previsto questa situazione, quindi, prima di passare di qua, sono andato a comprarti qualcosina-.
Mi passò due sacchetti appartenenti a negozi differenti.
Li aprii e vi trovai una camicia bianca, un golfino rosa ed una cappa panna.
Tirai su proprio quest'ultima, come fosse stata un gatto morto.
-Ti sembro un quincy?- chiesi, socchiudendo gli occhi e fissandolo male -Comunque grazie.... Credo metterò solo la camicia-.
-Anche il pullover è carino-.
-Aki.... È rosa-.
-Il rosa va su tutto!- protestò -....in tutti i sensi-.
E rise da solo.
Sospirai, era un caso perso....
-Va bene, è durata a sufficienza.... Quelli sono miei.... Mentre compravo qualcosa per te li ho trovati e non ho saputo resistere- mi passò l'altro sacchetto -Invece questi sono tuoi-.
Lo aprii, sperando di non trovare altra roba rosa, di pessimo gusto.
Jeans blu scuro e maglione nero.
Mi si illuminarono gli occhi.
-Grazie Aki-.
Sorrise.
-Di nulla, è sempre un piacere insegnare qualcosa ad un incapace che non è buono manco ad accostare due colori-.
-Come sei noioso.... Comunque ora, se non ti dispiace, esci perché devo vestirmi-.
Feci per spingerlo fuori dalla camera, ma lui puntò i piedi a terra.
-Certo che mi dispiace! Mi perdo tutta la parte migliore!-.
Lo cacciai, chiudendo la porta a chiave ed assicurandomi che non spiasse, prima di indossare le cose che mi aveva comprato.
Uscii e lo trovai appoggiato alla parete, che pigiava lo schermo del suo cellulare.
Tastai la tasca sinistra davanti e trovai il mio.
-Devi insegnarmi ad usarlo- dissi, prendendo e guardando quell'aggeggio demoniaco.
-È facilissimo-.
-Per te.... Io invece credo sia più incomprensibile di certe invenzioni di mio padre....-.
-Suvvia.... Nulla può essere peggio delle cose sfornate dall'Istituto di Ricerca e Sviluppo-.
Alzai il congegno elettronico.
-Questo può-.
Uscimmo dal negozio e raggiungemmo il centro grazie al bus.
Camminammo fino al parco, raccontandoci un po' quello che avevamo fatto negli ultimi 4 anni, periodo nel quale non ci eravamo visti.
-Fuyu chan! Aki chan!- ci salutò una voce maschile.
-Makoto!- esclamai, camminando in direzione di due ragazzi di cui, uno era seduto sulla panchina e l'altro era in piedi, che si sbracciava per attirare la nostra attenzione.
Eravamo tutti in perfetto orario.
-Come state?- chiese il nuotatore con gli occhi verdi.
-Bene, voi?- risposi.
-Bene dai!-.
-La testa?-.
-Decisamente meglio! È impressionante come sia riuscita a guarire in un tempo così breve!-.
Aki sospirò.
Doveva essere merito delle pastiglie che gli aveva dato di nascosto.
Fantastico Dottor Granz....
Aki ed Haruka iniziarono a parlare.
Erano uno l'opposto dell'altro: il primo parlava troppo, mentre il secondo troppo poco.
In qualche modo si completavano a vicenda.
Origliai un pezzo della loro conversazione, discutevano di pesci e cucina.
Makoto nel frattempo continuava a spiegarmi entusiasta del club di nuoto.
Lo ascoltavo a tratti, perdendomi frasi intere e risalendo al senso del tutto attraverso poche parole.
Da quando ero arrivato mi sentivo strano, scombussolato, ma soprattutto avevo come un velo di preoccupazione addosso.
-Quindi, in quale stile sei specializzato?- domandò dopo un po' l'umano, sorridendo.
Prima di rispondere, rimasi in silenzio qualche secondo, recuperando il suo filo del discorso grazie alla parola "stile".
-Nessuno in particolare- buttai lì, omettendo il fatto che l'acqua mi terrorizzava.
-Prima o poi nuoteremo insieme!! Sarebbe bellissimo!- esultò, continuando a parlare.
Mi concentrai sulle sue labbra rosee, dimenticandomi completamente di ascoltare il resto della frase.
Si girò, guardandosi alle spalle.
-Carina, no?- mormorò Makoto.
-Eh....? Chi?-.
-Quella ragazza che mi è appena passata dietro!-.
-Eh sì.... Molto carina....- dissi, nonostante non mi fossi nemmeno accorto della sua presenza.
-La stavi divorando con gli occhi-.
Grazie a dio era passata quella tipa.
Sorrisi e sviai il discorso, puntando lo sguardo avanti e giurandomi mentalmente che non mi sarei più voltato per guardarlo.
Passeggiamo fino all'una, quando ci fermammo in un ristorante per pranzare.
Il pomeriggio lo passammo fermandoci davanti a parecchie vetrine di negozi sportivi e di tecnologia.
Verso le sei decidemmo di tornare tutti alle rispettive abitazioni e, dal momento che le case di Makoto e Haruka erano sulla strada, io ed Aki li accompagnammo.
Quest'ultimo pareva entusiasta di ciò, a giudicare dal sorriso a 360º che fece.
Continuai a camminare fianco a fianco con il ragazzo dai capelli oliva, ascoltandolo parlare di computer e facendo finta di capirci qualcosa.
Ad un certo punto mi voltai per controllare che i due ci fossero ancora, visto che non sentivo più la voce del mio migliore amico.
Non c'erano.
Il nuotatore che avevo affianco sussultò.
-Dove saranno finiti?- borbottò, incrociando le braccia al petto ed assumendo un'aria crucciata.
-Non lo so.... Prima o poi spunteranno di nuovo....-.
Rise.
-Speriamo.... Fuyu chan! Una domanda.... Ma tu hai la ragazza?-.
-No....-.
-Ah.... Pensavo il contrario-.
-Perché?-.
-Boh, così....-.
Arrivammo fino ad una lunga scalinata dove lui, dal basso, mi indicò casa sua.
-Abito là.... Vuoi salire? Ti offro qualcosa da bere-.
-No, ti ringrazio.... Io.... Credo andrò a casa....-.
-E Aki?-.
-Sa badare a sé.... E poi, più tardi, me lo ritroverò sicuramente davanti all'uscio, che mi chiederà di andare in giro per la città vestito da gabbiano....-.
-Una volta Haru mi ha costretto a travestirmi da pesce per vincere una scorta di sgombro per un anno-.
Ridemmo.
-Sei fidanzato, Fuyuko?-.
-Me lo hai già chiesto- ridacchiai -Comunque no-.
-Lo so, ma avrei detto di sì.... Con Mizu: vi vedo spesso insieme e sembrate andare d'accordo-.
Mi lasciai sfuggire una risata sguaiata.
-Con quella pazza sclerotica che non sa fare altro che lamentarsi?! Ma manco tra mille anni!!-.
Rise anche lui.
-Pensavo andaste d'accordo-.
-Ci conosciamo fin da quando eravamo molto piccoli.... Era una rompiscatole anche da bambina.... Tirava i calci a tutti.... Diciamo che l'uno rispetta l'altra, ma non perdiamo occasione per mostrare quanto non ci sopportiamo.... Esattamente come mia madre e suo padre.... Un battibecco continuo-.
-I tuoi genitori come sono? Ora che ci penso non me ne hai parlato molto- borbottò.
-Bah.... Persone normali, come tutti gli altri....-.
Normali.... Proprio l'ultimo aggettivo che li definirebbe....
-Abitano con te?- chiese -I miei ad esempio no, se ne sono andati qualche mese fa: trasferiti a Osaka! Mi hanno lasciato qui per finire gli studi in questa scuola-.
-I miei abitano a Kyoto- risposi -Mi hanno mandato da un parente per fare la solita scuola di mio padre, visto che in famiglia viene reputata molto buona e preparatoria....-.
-Fantastico!-.
Scampato pericolo.
-Va bene, io vado.... A domani, Fuyu chan!-.
-A domani.... Makoto-.
  
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