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Autore: drawandwrite    20/09/2014    1 recensioni
Un racconto in prima persona di una ragazza ribelle e particolare che si trova ad affrontare il noioso "Bon Ton" della prestigiosa scuola Toussand. Ma, attenzione, perché sono passate solo quattro settimane dall'inizio dell'anno scolastico quando un evento particolare colpirà Kyla, stravolgendole la vita una volta per tutte e scaraventandola nella vita di sette ragazzi che nascondo un terribile segreto. Kyla non desidera problemi, ma presto due occhi magnetici la coinvolgeranno più di quanto lei non voglia.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Compiaciuta, ricontrollo i risultasti degli ultimi test assegnati. I miei voti sono tornati a decollare e finalmente ho riacquistato un minimo di serenità, nonostante ancora non abbia deciso cosa pensare di Elijah e i suoi compagni. Ma mi sono ripromessa di accantonare questa storia: ci penserò non appena avrò finito i test in programma per questa settimana, un altro calo a picco dei miei voti potrebbe rovinarmi la reputazione.
Mi infilo in tasca i risultati e faccio per imboccare il corridoio per i miei dormitori, ma un tonfo sordo e un gemito soffocato mi giungono alle orecchie.
Mi arresto, riduco il mio respiro al minimo.
Sul silenzio spiccano sussurri velenosi e scalpiccii. Strano, a quest’ora dovrebbero essere tutti alla sala studio o nei loro dormitori. È molto raro che qualcuno rimanga a vagare per i corridoi. Come sto facendo io ora, per esempio.  
Mi dirigo verso la fonte dei rumori sospetti.
Per un attimo, il pensiero che possa trattarsi di un Vampiro mi gela di orrore, ma poi ricordo che Elijah mi ha assicurato che la Toussand fosse una scuola sicura.
Non so se il fatto che credo alle sue parole significhi che mi fido di lui oppure è solo un attaccamento patetico a qualcosa a cui voglio credere disperatamente anch’io.
Ma poco importa, svolto l’angolo e nella penombra dei corridoi noto un piccolo gruppo di tre studenti schiacciati contro il muro. Confabulano fra loro e le loro voci sono rabbiose.
Inarco le sopracciglia: davvero non capisco che stiano facendo, probabilmente si staranno lamentando di un voto o di un rimprovero di un professore, in fondo non sono affari miei.
Sto per voltare le spalle all’intera faccenda quando un singhiozzo femminile mi inchioda sul posto.
No, non si stanno lamentando di un professore.
Mi avvicino, guardo meglio.
Come pensavo:  fra il muro e la cerchia di quei bastardi c’è una ragazza. È accucciata su sé stessa come una cartaccia, si copre il viso e la gola con le mani e trema di paura o di rabbia.
Uno dei ragazzi le assesta un calcio fra le costole –Forse questo ti convince a passarci i risultati, domani- le sussurra beffardo.
-E magari non solo quello- accresce un secondo ragazzo, un sorrisetto rivoltate dipinto in volto.
Il sangue mi monta alla testa.
Che razza di stronzi.
Mi avvicino senza alcuna esitazione, picchietto con fare spazientito sulla spalla del più vicino, che si volta con aria aggressiva.
-Oh, guarda chi c’è- ride –la Ward. Ti fermi a farci compagnia?-
I suoi due patetici scagnozzi ridono come imbecilli.
Per contro inclino il capo di lato e lo guardo con aria compassionevole –Sul serio, fate schifo-.
Cala un silenzio pesante.
I volti dei tre ragazzi si fanno neri e duri. Forse stanno tentando di farmi paura, con quell’aria minacciosa.
-Oh, allora vuoi gioc … - la fine della sua frase muore fra le mie nocche, il mio pugno va a segno e senza il minimo sforzo catapulto il ragazzo a terra, che nemmeno fa in tempo a reagire.
Di nuovo silenzio. Stavolta rotto solo dalle lagne dolenti del ragazzo che ho gettato a terra, che si stringe teatralmente una mano al labbro, aperto in una piccola ferita sanguinante.
I suoi due leccapiedi sono impietriti. All’improvviso non hanno più quell’aria spavalda in faccia, ma strabuzzano gli occhi, e io stessa posso fiutare la loro paura.
Uno dei due mi si lancia contro. È totalmente inesperto: lanciarsi con il gomito teso e il pungo chiuso a mo’ di Superman non può certo fare molto.
Scarto di lato e mi limito a dargli una spintarella con la suola della scarpa per farlo andare gambe all’aria.
Tutto sommato, sono stata generosa.
Il terzo sembra più intelligente, o forse solo più codardo, e se la dà subito a gambe, subito seguito dai suoi due caracollanti compagni.
-Bastardi- mormoro mentre li guardo sparire lentamente. Abbasso lo sguardo sulla ragazza accucciata a terra. Ha dei lunghi capelli castani che le ricadono scomposti in boccoli eleganti. È davvero graziosa.
Le porgo la mano –Stai bene?- chiedo, un po’ imbarazzata. Non sono mai stata molto brava con le lacrime, e a consolare le persone sono una catastrofe.
Ma noto che non sta piangendo. Si sta stringendo la gola e il suo corpo ha dei piccoli spasmi, come se si stesse sforzando terribilmente.
Ora che la guardo meglio ha un’aria familiare e un atteggiarsi che ho già visto …
Non sarà …?
Un balenio rosso come il sangue avvampa nei suoi occhi castani, la ragazza si alza di scatto e corre via, urtandomi una spalla.
Mi cade la sacca e i libri si spargono sul pavimento. Ma io rimango imbambolata per qualche istante. Credo di essermelo immaginato. Quel scintillio vermiglio negli occhi della ragazza. O forse no?
 Non sono riuscita a vederla bene in viso, ma sono abbastanza sicura che si trattasse di una dei sette Voraci. Un piccolo brivido mi scala la schiena.
Improvvisamente dei passi.
Leggeri, felpati.
Mi volto rigidamente.
Ai miei piedi una ragazza dagli occhi grigi e dai capelli tagliati a caschetto sta raccogliendo i libri che mi sono caduti.
Questa volta ne sono più che certa: lei è una Vorace.
Quel pensiero mi mozza il respiro e io non riesco a far altro che rimanere impalata a guardarla mentre raccatta i miei libri. Ha un modo di fare elegante, grazioso e il suo corpo è così gracile che fatico a ricollegarla alla descrizione di ciò che un Vorace dovrebbe essere.
Ma la consapevolezza di essere di fronte ad un essere che si nutre di carne e sangue umano mi blocca lo stomaco.
Si rialza e mi porge i libri con un sorriso –Scusala, Marine è timida, non ci sa fare con gli estranei-
Come sospettavo. Anche la vittima dei tre ragazzi era una Vorace.
Una fitta mi attraversa il petto. Avrebbe potuto sbranarli se avesse voluto, e invece se ne stava in un angolo a tentare di controllarsi.
Chi è il vero mostro, ora?
Prendo i libri che mi sta’ porgendo la ragazza –Non c’è problema- riesco a dire, la mia voce ha un tremito velato.
Lei mi guarda con interesse –Sei Kyla Ward, vero? Complimenti per i tuoi risultai, in classifica generale sei seconda solo ad Elijah. Non è da tutti avere una media come la tua-
Sbatto le palpebre. Sbaglio o sto amabilmente disquisendo con una persona che potrebbe mangiarmi?
-Grazie- il mio tono è un po’ teso.
Lei mi porge la mano –Sono Hortense Byron, la terza in classifica-
Mi mordo un labbro. Vuole che le stringa la mano?
Ingoio e allungo il braccio a mia volta.
Non so cosa mi sarei aspettata di provare, ma la verità è che sento solo freddo. Le sue dita, il sui palmo, il dorso … sembrano fatti di ghiaccio. Ma per il resto, è una normalissima mano.
 Mi sorride. Lo fa spesso, ma si premura di tenere le labbra serrate. Credo che se sorridesse a pieni denti potrebbe mostrare qualcosa che nessuno dovrebbe vedere.
-Ehi, Hortense-
Una voce svogliata ci sorprende, mentre dall’angolo a destra sbuca un ragazzo, i capelli color paglia e gli occhi verdi.
-Ah, ciao Derek!- esclama lei, agitando una mano.
Oddio.
Probabilmente sono impallidita. Reggere una conversazione con Hortense tentando di non dar peso al fatto che potrei essere il suo potenziale pranzo è già impegnativo di per sé, non ho bisogno delle attenzioni di un secondo Vorace.
-Ho sentito odore di sangue e sono venuto a controllare- risponde con spigliatezza Derek, le mani in tasca e il passo strascicato.
Ingoio.
Grandioso.
Hortense caccia una risatina forzata giusto per stemperare la situazione. Mi presenta a Derek come se ci trovassimo in un normalissimo contesto in cui tre adolescenti si incontrano e fanno conoscenza.
Ma tutti e tre sappiamo che non è così. Una voragine profonda che non può essere colmata ci separa.
-Oh, Elijah ci ha parlato di te- dice Derek.
Il mio respiro si blocca per una frazione di secondo –Davvero?-
Lui annuisce –Certo. Sei quella che ha steso due Vampiri da sola, vero?-
Ecco fatto.
Quella lieve illusione che Hortense ha abilmente tenuto in piedi, quel fragile specchio di una realtà quotidiana va in frantumi. 
Cala un istante di silenzio.
-Ma sei imbecille?- sbotta Hortense, incrociando le braccia.
Derek la guarda, sbigottito –Che ho fatto?-
-Prima che arrivassi tu stavamo tentando un approccio civile-
-Io la ammiro, non è da tutti cavarsela in una situazione come quella-
Hortense esplode in un’ulteriore verso di frustrazione –Quella faccenda non andava tirata in ballo. Kyla è ancora confusa-
Derek corruga la fronte –Sei confusa?- mi chiede, diretto.
Vado in panico.
-Si- rispondo di getto.
 –No- mi correggo.
-Non lo so- mi arrendo in fine.
Derek si rivolge a Hortense –è confusa- conferma.
Mi passo una mano fra i capelli. Sul serio, questa è la conversazione più assurda e pericolosa che io abbia mai tenuto nella mia vita.
Hortense si volta verso di me –Dato che abbiamo aperto l’argomento ne approfitto per chiederti scusa, Kyla-
-Per cosa?- chiedo a mezza voce.
-Per  aver creduto che fossi un Vampiro- interviene Derek.
Le sue parole cadono pesanti nel silenzio.
Mi ci vuole un attimo perché arrivino al cervello, circa il tempo che serve a Hortense per scoccare al compagno uno sguardo di fuoco.
-Cosa?!- esclamo, senza fiato.
-non lo sapevi?- salta su Derek, cadendo dal pero.
-Io non … - sgrano gli occhi, inorridita –Non sono un Vampiro!-
-No, infatti- Tenta di rimediare Hortense.
-Già, Elijah l’aveva capito subito. Ma io ho dubitato fino alla fine- continua Derek con quel suo tono spigliato e leggero.
Hortense alza al cielo l’ennesima imprecazione.
-Scusa- reagisco, brusca –Ma in che cosa dovrei assomigliare ad un Vampiro?-
Sarcasmo. Giusto per far capire a Derek quanto i suoi dubbi fossero assurdi.
Ma lui ovviamente non lo coglie.
-Prima di tutto sei inquietante- comincia lui.
-Non sono inquietante. Sono inquietante?- mi rivolgo a Hortense in cerca di un appoggio.
-I tuoi vestiti lo sono- ribatte Derek, zittendo Hortense in procinto di rispondere.
Mi guardo i vestiti. D’accordo: sono neri. E con questo? Se mi mettessi a sospettare di chiunque vesta di nero non ne uscirei viva né sana di mente.
prendo fiato per negare ma lui mi anticipa.
-Non mangi praticamente nulla-
-Non mangio perché il cibo della mensa non mi piace-
-Hai steso due Vampiri-
-Pratico arti marziali-
-Sei pallida-
Apro la bocca in una smorfia sdegnata –Mai sentito parlare di carnagione chiara? Per tua informazione in passato la pelle candida indicava grande bellezza ed era simbolo di nobiltà-
Derek aggrotta la fronte e sembra prendere in seria considerazione la mia risposta –Mi stai dicendo di essere nobile?-
-Cos … No!- esclamò, totalmente frastornata.
-Bene, perché al giorno d’oggi la pelle pallida è ricollegata al Vampiro o allo spettro. A te la scelta-
Mi blocco un attimo –esistono anche gli spettri?- chiedo, angosciata.
-Che domande: è ovvio che non esistono- mi risponde con aria da saputello.
-E allora che …?- mi porto una mano alla tempia e mi impongo di ragionare con calma.
La situazione sta decisamente degenerando.
-E infine non fai altro che startene rintanata nella tua stanza buia- conclude Derek, soddisfatto.
-Come sai che la mia camera è buia?- chiedo, sospettosa.
Lui scrolla le spalle con indifferenza -Non lo sapevo. Ho tirato ad indovinare-
Inarco le sopracciglia e rimango in silenzio per qualche istante.
-La prossima volta ricordami di non coinvolgerti in qualsiasi discorso necessiti un minimo di delicatezza- lo redarguisce Hortense a denti stretti.
Non resisto.
La situazione è paradossale tanto quanto assurda.
Scoppio a ridere. Forse solo per sfogare la tensione e la confusione di quei giorni, ma subito dopo mi sento meglio.
-D’accordo sospetti giustificati, te li condendo- ammetto –Ma non sono inquietante- preciso, alzando l’indice.
Derek prende fiato, probabilmente per contraddirmi nuovamente, ma Hortense gli ricaccia una gomitata che lo zittisce.
-Sei davvero una persona interessante, Kyla- mi dice lei con un sorriso dolce –mi piacerebbe conoscerti meglio.-
E, così dicendo, mi salutano e spariscono nei loro dormitori. 




NOTE: ecco, cercate di non odiarmi od organizzare una congiura nei miei confronti, mi rendo cono del ritardo e chiedo scusa XD è stato un attimo di sbando, cercherò di farmi perdonare ma specifico che gli aggiornamenti non saranno frequenti, ora che la scuola è cominciata scriverò quando avrò tempo :) 
A presto! 
  
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