Note dell’autore: Un ritardo
talmente enorme da non avere scuse, perdonatemi, ma ho iniziato a lavorare e
non ho molto tempo per scrivere, solo un giorno a settimana. Comunque eccovi la
parte finale di Midnight, storia che in fin dei conti
serviva solo da passaggio verso quello che sarà il finale, che spero di postare
il prima possibile nonostante il lavoro.
Buona lettura.
Beta: Paolettazza e Feyilin
Midnight
Capitolo
3
Ancora
legati
Eccola seduta in
silenzio, con una tazza di tè, nella calda e illuminata cucina di Sarah Jane.
Non riusciva a
smettere di pensare al sogno della notte precedente, anche se era sicura che
non si trattasse di un sogno. Non poteva essere un sogno, era troppo reale e
poi, lei e il Dottore non avevano mai vissuto nulla del genere. Questo
significava solo una cosa, il collegamento con lui era ancora attivo,
nonostante lui le avesse garantito che, una volta lasciato il Tardis, si sarebbe spezzato.
Sbuffò,
passandosi una mano sulla fronte e portando indietro le poche ciocche che aveva
davanti agli occhi, scappate dalla coda disordinata che aveva. Doveva trovare
una soluzione a quello, se doveva rimettere i pezzi che era lei, doveva darsi
da fare, e sapeva che stando lì non avrebbe concluso nulla.
“Tutto bene?”
chiese Sarah Jane entrando nella stanza in quel momento. Rose le sorrise
sperando di tranquillizzarla.
“Sai, anche a me
capitava quando ho smesso di viaggiare” disse mettendosi seduta accanto a lei.
“Credo che sia
normale con quello che abbiamo visto, sapendo cosa si può nascondere
nell’oscurità” continuò lei.
Rose non voleva
dirle che quello della notte precedente non era un semplice incubo, ma qualcosa
di più.
“Credo che domani
andrò via” disse al bionda guardando il liquido dorato nella sua tazza.
“Tornerai a casa
quindi?” chiese con calma.
“No, andrò a
trovare un amico a Cardiff, ho bisogno di alcune risposte” disse con calma e
decisa nella sua decisione.
Sarah sembrò
voler indagare ulteriormente, ma non lo fece, anzi, cambiò argomento, facendo
concentrare anche lei sulla cena che dovevano preparare.
La sua nave ronzava tranquilla, Donna era andata nella
sua camera a riposare un po’, lui invece non riusciva a togliersi dalla testa
quello che era successo a Midnight. Tra la paura di
morire e l’impotenza di non riuscire a reagire, l’aveva sentita, aveva sentito
la presenza di Rose nella sua mente. Era stato confortante in quel momento, ma
adesso un po’ ne aveva paura. Il loro collegamento doveva spezzarsi una volta
che lei fosse scesa dal Tardis, ma sembrava che
invece continuasse a rafforzarsi, e lui non sapeva come fare. Come avrebbe
impedito nuovamente una cosa del genere? Sapeva che sarebbe successa ancora.
Non aveva il
coraggio di andare da lei, non riusciva a vederla sapendo che lei sarebbe
voluta rimanere a casa, lontana da lui.
Scosse la testa,
avrebbe trovato un altro modo per spezzare quell’ultimo contatto che gli
ricordava che lei non era più con lui, ma per farlo doveva andare in un posto
prima. Con una lunga falcata uscì dalla stanza della console, diretto da Donna.
Aveva dormito per un'ora, quindi lui poteva svegliarla e portarla in un bel
posto che avrebbe amato, pieno di colori e di quei ninnoli che le piacevano
tanto, e lui si sarebbe messo il cuore in pace una volta per tutte.
Fine