Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: GryffindorTwins    21/09/2014    2 recensioni
La fine di questa storia è già stata raccontata, ma nessuno ha mai saputo come sono andate le cose all'inizio, nessuno ha mai saputo davvero come James Potter riuscì a conquistare il cuore di Lily Evans. Ed è per questo che vi offro la possibilità di scoprire gli eventi che hanno costretto i due giovani Grifondoro ad avvicinarsi, seppure sicuramente in modo molto diverso da come lo immaginate.
Un rincorrersi di situazioni comiche che includeranno il sottile sarcasmo di Sirius, la spavalderia di James, il coraggio di Lily e una promessa che salverà la pelle a Remus.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Adrenalina

Lampi e fulmini si accendevano sulla coltre cupa di nubi che si espandeva sul soffitto della Sala Grande, rilasciando pesanti e fitte gocce di pioggia che si dissolvevano prima di raggiungere le teste degli studenti riuniti attorno alle quattro tavolate.
Tra i banchetti delle casate aleggiava un entusiasmo generale causato dall'imminente gita ad Hogsmeade che si sarebbe tenuta il giorno seguente. 
Durante la cena Lily si sforzò di mandare giù tutto lo sfornato di zucca e di rilassarsi conversando con i compagni di casata. Assunse un atteggiamento più spensierato del solito, ritrovandosi persino a ridere di gusto, rischiando di strozzarsi con le verdure. Mentre tracannava il succo si accorse che tutti i suoi amici le erano mancati moltissimo, ed ebbe un'ulteriore conferma su quanto l'eccesiva preoccupazione per lo studio che aveva custodito fino a quel momento e che l'aveva portata ad estraniarsi dal resto del gruppo fosse effettivamente un'esagerazione insensata. 
Tuttavia con la coda dell'occhio tenne sotto controllo i movimenti di James per tutta la durata del pasto, chiedendosi, animata da una curiosità crescente, che cosa avrebbe avuto da fare di tanto importante quella sera. 
Era certa che le cariche ad Hogwarts non offrissero nessun vantaggio di quel genere, a dispetto delle giustificazioni di Potter, e inoltre non si era mai sentito parlare di punizioni posticipate. Era una questione inaudita che meritava attenzione da parte sua, ormai se ne era completamente convinta. 
Di conseguenza non si fece riguardi a puntare lo sguardo sul ragazzo, quando questo si alzò da tavola insieme alla sua comitiva. 
Con la scusa della punizione lei salutò i compagni con fare disinvolto, avviandosi verso l'uscita della sala.
Non lo avrebbe perso di vista. 
Una volta ritrovatasi sola nel Salone d'Ingresso si guardò intorno alla ricerca di Potter e dei suoi amici, ma la sontuosa scalinata in marmo era deserta e nel vasto ambiente non c'era anima viva, eccetto ovviamente qualche folletto vagabondo. Rimase ferma impalata, senza nemmeno sapere da che parte dirigersi.
Non era possibile che fossero scomparsi nel nulla, era certa di averli visti abbandonare la Sala Grande un minuto prima di lei. 
Una remota vocina nella sua testa le ricordò che avrebbe dovuto raggiungere l'ufficio di Lumacorno, mentre la parte più testarda e approfittatrice di lei si convinceva a saltare quella punizione. Lei era perfettamente consapevole di essere la studentessa prediletta del professore, sicuramente non avrebbe subìto gravi conseguenze, e senza dubbio non peggiori di quelle che sarebbero toccate anche a Potter.
Un rumore inaspettato la fece voltare verso l'entrata. 
La ragazza strabuzzò gli occhi alla vista del massiccio portone in legno di quercia che si apriva cigolando e si richiudeva subito dopo, lentamente.
Per quanto agitata fosse la tempesta che imperversava all'esterno la bufera non avrebbe mai potuto spostare nemmeno di un misero centimetro quell'immenso portone alto fino al soffitto. 
Senza rifletterci troppo afferrò la bacchetta e sussurrò con tono deciso "Accio impermeabile." avvicinandosi all'ingresso.
Appena fu fuori un turbine di acqua e vento gelido la investì, costringendola a stringersi di più nel mantello che si era appena procurata. Il prato era immerso nell'oscurità e lo splendore della luna piena era nascosto dalle nubi. 
Aguzzando la vista riuscì ad intravedere una lanterna gialla spiccare nel buio che le si stagliava di fronte, non molto distante da lei. 
Nonostante il tempo sfavorevole fece ricorso a tutto il coraggio che sperava di possedere, da qualche parte remota dentro di lei, e s'incamminò verso quella flebile luce, l'unica scintilla capace di tener viva la sua curiosità e determinazione. 
Percorse un passo alla volta tutto il prato permettendo che la pioggia si abbattesse su di lei, fino a quando tutto d'un tratto il suo unico punto di riferimento si spense, lasciandola spaventosamente sola e sperduta nel bel mezzo del temporale. 
Il sangue cominciò a gelarsi nelle vene che trasportavano il panico in tutto il corpo.
Col fiato corto si rese conto di trovarsi al limitare della foresta, intravedendo le ombre alte degli alberi incomberle addosso. 
Strizzò gli occhi ricercando una respirazione normale, inspirando abbondanti boccate d'aria fredda. 
Non poteva lasciarsi prendere dal panico, perciò si costrinse a non pensare a tutte le creature notturne che popolavano la Foresta Proibita, distante pochi passi.
Dopo essersi lasciata prendere da una frettolosa riflessione decise di raggiungere il punto in cui la lanterna che seguiva, e probabilmente chi la reggeva, erano scomparsi pochi istanti prima. 
Si avvicinò dunque all'enorme platano che si stagliava davanti a lei, posizionandosi nel punto in cui aveva perso d'occhio la luce. 
La ragazza alzò lo sguardo sulla chioma spoglia e agitata, fermandosi sorpresa a contemplare quanto i rami si contorcessero tra i turbini di vento.
Prima che potesse giungere a qualsiasi conclusione si accucciò su se stessa appena in tempo per scansare un pesante ramo palesemente intenzionato ad abbattersi su di lei. 
Rabbrividendo di terrore realizzò l'identità della pianta: Il Platano Picchiatore. Nella foga del momento, sperduta nella tempesta non ci aveva fatto caso.
Non fece in tempo ad allontanarsi che un'altra fronda le si schiantò contro la schiena, spingendola in avanti. Atterrò nel fango, a carponi, prima di essere colpita ancora una volta alle spalle.
Si sentì cadere in profondità nel terreno, sbattendo la testa dappertutto. 
Ruzzolò per un paio di metri fino a ritrovarsi seduta e all'asciutto, lontana dalla bufera in cui era stata sballottata nei secondi precedenti. 
Le girava fortemente la testa, tanto che fu costretta a nascondere il viso tra le mani per il tempo necessario a riprendersi. 
Quando si sentì meglio, dopo una manciata di minuti, si abbassò il cappuccio infradiciato ritrovandosi in una cavità al di sotto del tronco del platano, con un tunnel scavato nel terreno che si apriva proprio davanti a lei.
Prese fiato. Il cuore non aveva smesso un attimo di sbattere rumorosamente contro la gabbia toracica, pulsando talmente forte da dolerle nel petto.  
Sentiva lo stomaco rivoltarsi al pensiero di tornare nel caos della tempesta, perciò si costrinse ad avanzare nel passaggio che aveva di fronte. Non ne aveva mai saputo nulla della sua esistenza, e non aveva idea di quanto fosse lungo, e tanto meno di dove portasse, ma senza avere altra scelta lo percorse tutto, evitando di voltarsi indietro. 
Camminò tra le pareti umide di terriccio per quella che le sembrò un'infinità di tempo, al punto che quando arrivò sentì cedere le ginocchia. 
Esausta sbucò in un'ambiente sudicio con le pareti scrostate e un forte odore di stantio. Quel luogo urlava abbandono in ogni angolo impolverato, a partire dallo scarso mobilio logorato dalle termiti alle crepe nel pavimento e nelle scale, che si diramavano un po' ovunque.
La ragazza restò ferma ed esitante vicino all'entrata, guardandosi preoccupata intorno, ma riuscendo a scorgere ben poco nell'oscurità che la circondava.
In quel momento il panico l'assalì violentemente, incontrastato. Fu come uno schiaffo in pieno volto, doloroso. 
Che diavolo ci faceva in quella casa abbandonata, nel bel mezzo della notte e di una tempesta pericolosa, lontana chissà quanto dalla sicurezza della scuola e dal tepore del suo letto? 
Senza potersi trattenere le venne un'inevitabile voglia di piangere. Il respiro si fece pesante, spezzato improvvisamente da un lungo singhiozzo. Molto più lungo di quello che credeva di essersi fatta sfuggire. Seguì un lento ululato, talmente acuto e agghiacciante da far drizzare i peli sulle braccia.
Lily sbiancò, gli occhi umidi spalancati con il terrore riflesso nelle iridi verdi. Un lungo brivido le attraversò tutta la spina dorsale, insieme a una gelida goccia di sudore. Le gambe le tremarono tanto da obbligarla ad accasciarsi sul pavimento, le ciocche dei capelli rossi scompigliate da fischianti spifferi che provenivano da ogni direzione. 
Sbattendo i denti capì di trovarsi ad Hogsmeade, dentro la Stramberga Strillante
Comprese immediatamente il motivo di tutte quelle chiacchiere su come la casa diroccata fosse probabilmente infestata dagli spiriti.
Troppo spaventata per muoversi nascose il viso tra le ginocchia, rannicchiandosi, e lasciandosi andare ad un pianto liberatorio. A pensarci bene non aveva mai pianto così disperatamente in tutti i suoi diciassette anni di vita. 
Lasciò che i lacrimoni le rigassero le guance, inzuppandole il mantello e l'uniforme, fino a quando un cupo ringhiare che faceva accapponare la pelle la costrinse ad alzare di scatto il capo. 
Ciò che vide, orribilmente vicino, le fece scappare un breve strillo acutissimo, per poi intrappolarle la voce nella gola.
Con ancora il viso bagnato di pianto, Lily Evans fu certa di trovarsi davanti alla morte, una morte terribilmente spaventosa catalogata sotto la definizione: lupo mannaro
Rimase impotente a fissare la bestia dalle vaghe sembianze umane accovacciarsi e avanzare lentamente verso lei, nel buio. I denti aguzzi luccicavano insieme allo sguardo assassino. Non si era mai sentita così inesorabilmente sola.
Le lacrime ricominciarono a sgorgarle dagli occhi sbarrati che non riuscivano a distogliere lo sguardo da quel mostro assetato di sangue.
Stava per morire, ne era certa, e in quell'istante una serie di rimpianti le attraversarono i pensieri, mentre un topolino le correva tra le gambe, squittendo. 
Senza che potesse nemmeno fare in tempo a rendersene conto un'altro ringhio si unì a quello della bestia. Credette di trovarsi di fronte a un'altro lupo, mentre invece ciò che era spuntato e si era improvvisamente posizionato in mezzo al suo corpo e a quello della belva mannara, era un grosso cane nero, che prese ad abbaiare furiosamente verso il lupo. Pareva proprio che la stesse difendendo, ma la ragazza non capiva più nulla di quello che stava accadendo. Le sembrava solo un terribile incubo, e pregò con tutta se stessa che finisse il prima possibile. 
I due animali si fronteggiavano, emettendo feroci ringhi che provocavano brividi di paura sulla pelle. Il cane era sul punto di attaccare nonostante l'altra bestia non sembrasse minimamente intenzionata ad indietreggiare. Spostava gli occhi neri da Lily al cane, con scatti nervosi del muso. 
Prima che la situazione potesse evolvere in qualche modo ancora un'altro animale si presentò sulla scena, sfrecciando agilmente tra le due bestie. Lei fece in tempo ad individuare con la coda dell'occhio un paio di grandi e intricate corna. Un cervo. 
Ma cosa ci facesse nella Stramberga Strillante Lily non si preoccupò lontanamente di chiederselo. Si limitò ad osservare con il cuore letteralmente impazzito nel petto il lupo mannaro che si allontanava, rincorrendo il cervo e sparendo giù per le scale. 
Ora lei era sola con quell'enorme cane nero che rivolgeva tutta la sua attenzione su di lei. 
Le sembrò che il tempo si riavvolgesse di qualche minuto, tornando a quando il licantropo le ringhiava ferocemente contro. 
Il cane era talmente grosso e color dell'inchiostro che immerso nell'oscurità che li circondava poteva benissimo passare per un lupo. Le si avvicinava digrignando i denti, minaccioso, e lei ebbe di nuovo molta paura.
Fissò con gli occhi spalancati di orrore il muso di quella bestia arrivarle a pochi palmi dal naso.
"Adesso basta, Sirius! Stai esagerando. Non vedi com'è spaventata?" la voce inconfondibile di James le arrivò senza preavviso alle orecchie, il tono spazientito.
Ora ne era sicura, stava sognando. Un terribile incubo inconcepibilmente vivido e realistico, ma pur sempre un sogno. Era l'unica spiegazione logica che riusciva a spiegare quell'assurda situazione. 
Ma James Potter era in carne ed ossa proprio di fronte a lei, e zoppicava avanzando verso i due, con la scopa volante nella mano. Aveva la camicia bianca dell'uniforme tutta sporca e spiegazzata, la cravatta allentata sul colletto con il bavero alzato. Il viso era arrossato, i capelli più spettinati del solito,  e gli occhiali posizionati di traverso sul naso. 
La raggiunse mentre lei riportava lo sguardo sul cane. Aveva smesso di ringhiare e ora si leccava una zampa. Poi improvvisamente scomparve, e prese il suo posto un ragazzo snello e innegabilmente attraente, dai capelli neri e ricci, la pelle abbronzata e due pozzi grandi e scuri come occhi. Sirius Black. 
Lily si portò le mani alla bocca, totalmente disorientata e confusa come non lo era mai stata in vita sua, mentre il ragazzo che pochi attimi prima era trasfigurato in un cane, disse "Hai ragione, James. Ci mancava poco che se la facesse tutta addosso." 
"Piantala, che cosa credi avresti fatto al posto suo?" 
Lily era ancora rannicchiata su se stessa con le ginocchia al petto circondate dalle braccia, che guardava i due ragazzi parlare come se lei non fosse presente nella stanza. 
Lacrime salate erano bloccate sulle sue guance, ma non si preoccupò nemmeno di asciugarle. 
"Il punto è che lei..." riprese Sirius con un ringhio incredibilmente somigliante a quelli che emetteva quando era un cane "...Non dovrebbe essere qui!"
James si sistemò la montatura degli occhiali sul naso e si rivolse alla diretta interessata "Perché sei qui?" non voleva essere aggressivo, ma la voce gli uscì molto meno gentile di quanto fosse intenzionato. 
Lily incontrò il suo sguardo intenso per un lungo istante, indecisa su come rispondere. 
"Allora? Sei sotto l' incantesimo ammutolente, per caso? " la spronò Black. 
Alla fine non trovò niente di convincente da dire che non la facesse sembrare un'incosciente impicciona. Si limitò semplicemente a fissare i due ragazzi, ancora scossa dagli avvenimenti di poco prima. 
"Ci hai seguiti. Volevi scoprire il motivo della posticipazione della mia punizione, non è così?" James ora parlava in modo più pacato. La sua voce calda aveva qualcosa di rassicurante per la ragazza, che le fece venire voglia di buttarsi tra le sue braccia e sfogare le lacrime che le pizzicavano gli occhi. 
Era ovvio che avesse ragione, non c'era bisogno di rispondere a quella supposizione. 
"Ti sei fatto mettere in punizione anche oggi? Porca puttana!, James, lo sapevi di doverlo evitare. Silente non potrà pararci il culo per sempre." 
"Lo so, Sirius, va bene? Non c'è bisogno di farmi la predica. Adesso però dobbiamo cavarcela." 
L'altro ragazzo annuì sbuffando e passandosi una mano tra i ricci "Dove hai portato Remus?" 
Remus? Remus Lupin? Il ragazzo solare e simpatico che riusciva spesso a farla sorridere, anche quando era particolarmente giù di morale? Il fiero Grifondoro che era sempre stato Prefetto insieme a lei, e inseparabile amico dei due ragazzi? 
"Di sotto, l'ho rinchiuso in una stanza e gli ho dato la Pozione Antilupo che ci ha prestato Silente. Ora dovrebbe rimettersi..." fece una pausa arruffandosi ancora di più i capelli scuri e poi aggiunse, rivolgendosi ad un punto indefinito dell'ambiente "Peter, dove sei?" 
Uno squittio seguì le sue parole, e poi un topolino sbucò vicino alla ragazza.
Lily lo guardò incredula trasfigurarsi in un esile ragazzino coi capelli grigi. Peter Minus, quarto membro della cerchia ristretta di Potter.
"Sono qui." la sua voce era stridula e sottile, perfettamente compatibile con quella di un topo. Minus rivolse gli occhietti acquosi e incerti sulla ragazza "Che cosa ne facciamo di lei?" 
"Non usare quel tono, Peter. Non è uno gnomo da giardino di cui dobbiamo disfarci." nonostante l'aria seria di James, Sirius non trattenne una risatina.
Lily era colpita dal modo in cui il ragazzo era pronto a prendere le sue difese.
"Scusa ma... Se scopre tutto poi..."
"La riporto al castello. Voi restate con Remus." sbottò James, allungando la Pozione Licantropa ai due compagni.
Poi si avvicinò alla ragazza, che non aveva ancora emesso suono da quando si era trovata in quella situazione, e le porse la mano.
"Andiamo o preferisci restare qui?" 
Lei si scostò una ciocca di capelli infradiciati e senza pensarci due volte afferrò la mano del ragazzo. Si tirò su in piedi, sgranchendosi le gambe ancora tremanti; strinse forte le dita intrecciate alle proprie, avvertendo uno scombussolamento nello stomaco. 
James le rivolse un'occhiata sorpresa causata da quel gesto inaspettato, e poi afferrò la sua Nimbus Milleuno.
"Le dirai tutto, vero?" la voce sprezzante di Sirius fece sussultare Lily.
James si voltò verso l'amico, riservandogli un'occhiataccia "Le farò un incantesimo di memoria, soddisfatto?" 
"È per il nostro bene, James." 
Il ragazzo non si scomodò nemmeno a rispondere e montò sulla scopa. Poi si rivolse a Lily "Sali, se non vuoi fartela tutta a piedi." lei non se lo fece ripetere e si sistemò dietro alla sua schiena.
La Nimbus partì a razzo scaraventandola repentinamente all'indietro, costringendola ad aggrapparsi ai fianchi del ragazzo.
Schizzavano nel tunnel ad una velocità indubbiamente pericolosa dato il ristretto spazio a disposizione. 
Lily constatò che lo spostamento sulla scopa in quel canale angusto richiedeva incredibili doti d'abilità, e si sorprese perciò del talento di James. Non a caso però, lui aveva il ruolo di Cercatore e di capitano nella squadra di Quidditch. 
Per combattere l'aria che le sferzava le guance nascose il volto nell'incavo del collo di lui, stringendogli con più forza i fianchi. Le parve di avvertire la sua schiena irrigidirsi di colpo, e poi rilassarsi subito dopo.
Forse farsi cancellare la memoria sarebbe stata una geniale soluzione per scordare definitivamente la paura che l'aveva assalita nella Stramberga, ma si accorse di non essere intenzionata a dimenticare quella piacevole sensazione che le attanagliava lo stomaco, e l'adrenalina che s'insediava nelle vene mentre inspirava il profumo della camicia del ragazzo. 
Premette le gambe contro le sue per acquisire stabilità e poi si godette quella sensazione di sicurezza ed euforia che non aveva mai provato così intensamente. 
Una parte di lei quasi si rattristò quando il breve volo terminò, mentre un'altra era sollevata di non essersi schiantata.
I due ragazzi sbucarono fuori dal passaggio a cavallo della scopa e volarono più avanti, vicino al Lago Nero, lontano dalle grinfie del Platano Picchiatore. 
James atterrò perfettamente accanto alle sponde del lago, al riparo di un grande frassino. La pioggia si era calmata e ora poche gocce leggere scendevano dal cielo nero notturno. Un venticello freddo s'infiltrava sotto il mantello. 
"Grazie." mormorò Lily, una volta scesa. Si strizzò i lunghi capelli bagnati, appoggiandosi con la schiena al tronco dell'albero.
"Lily... Mi dispiace per tutto quello che è successo prima, avrei dovuto immaginare che mi avresti seguita." il ragazzo si rassettò la camicia, rabbrividendo. Non c'era la temperatura adatta per uscire conciato in quel modo.
"Non dire sciocchezze. Lo sai anche tu che è solo colpa mia... Sono stata un'idiota a seguirti, non avrei dovuto... Tutto per quella ridicola storia della punizione. Mi dispiace sul serio." 
Un sorrisetto accattivante fece capolino sul viso di James "Allora non hai perso la voce." 
"Ci è mancato poco, credimi." rise lei, ma fu una risatina isterica, esasperata, un camuffamento della voglia di piangere che l'assaliva al ricordo di tutto ciò che era appena successo la dentro. 
"Adesso stai bene, però? Ti sei ripresa?" con un gesto disinvolto le accarezzò una guancia arrossata con le dita gelate.
Lily indietreggiò automaticamente, ma lui non ritrasse la mano. Le asciugò i segni delle lacrime che le avevano rigato il viso.
"Credo di sì." 
I loro sguardi si allacciarono per quello che parve essere un momento interminabile.  
Gli occhi color nocciola di James erano improvvisamente vicini, e lei s'incantò a fissarli. Le labbra rosse e screpolate erano all'altezza delle sue iridi, verdi e brillanti in mezzo a quel paesaggio nascosto dall'oscurità.
"Non, non hai freddo solo con quella camicia? Hai le mani ghiacciate." farfugliò con un filo di voce, deglutendo sonoramente. 
"Sì, infatti ho portato questo." rispose lui avvicinandosi alla scopa. Afferrò quello che era uno strano tessuto argenteo, e Lily allungò la mano sulla stoffa calda e pesante, incuriosita.
"Che roba è?" chiese sbigottita per l'ennesima volta quella notte.
"È un mantello dell'Invisibilità. Me l'ha regalato mio padre." 
"Wow, non ne ho mai visto uno." la ragazza analizzava con gli occhi spalancati quel grande mantello che reggeva tra le braccia. James lo prese avvolgendoselo addosso e scomparendo alla vista.
Lily ridacchiò "È sorprendente! Chissà quante volte ti sarà stato utile." la sua voce sprizzava spensieratezza, ad un tratto l'avventura subita ad Hogsmeade le sembrò lontana anni luce. 
"Non immagini quanto." James parlò rivelando solo il volto, che rimase sospeso a mezz'aria. A quel punto lei scoppiò a ridere.
"Che c'è? Sono ridicolo senza il corpo, eh? Non dovresti divertirti con le disgrazie altrui." anche lui rideva, godendosi la vista della ragazza che doveva reggersi al tronco, scossa dai singulti. Le faceva male la pancia. 
Quando finalmente si calmò lui era sparito nuovamente. Esitante si allontanò di poco dall'albero, guardandosi intorno e tentando di individuare qualche strano spostamento d'aria, ma di James nessuna traccia. 
Anche quella scena le sembrò degna di uno dei suoi sogni, eppure troppo vivida per non essere la realtà.
Il vento freddo le investiva il volto, scompigliandole le ciocche rosse ancora bagnate, e poi inaspettatamente venne avvolta alle spalle dal mantello che la ricoprì completamente. 
Si lasciò sfuggire un gridolino euforico mentre una bocca si accostò al suo orecchio "Eccomi. Ora siamo entrambi invisibili." la voce calda che sussurrò quelle parole la ricoprì di brividi. 
Sorrise, poi girò su se stessa, sapendo di trovarsi di fronte al ragazzo anche se non riusciva a vederlo a causa dell'oscurità. Poteva però percepire il calore del suo corpo e il profumo di menta piperita del suo respiro, distante pochi centimetri. 
Avvertì le gambe farsi molli, e si aggrappò alle spalle di James. Lui la circondò in un abbraccio appoggiando la fronte alla sua. 
"Adesso dovrai farmi l'incantesimo di memoria di cui aveva parlato Sirius?" si azzardò a chiedere.
Lui rispose positivamente, e allora lei si scaldò un poco, scostando il proprio capo dal suo "Beh, prima direi che mi devi un bel po' di spiegazioni. Ne ho il diritto." 
"Nei sei sicura?" il tono del ragazzo era divertito.
"Certo." sorrise Lily, trattenendo il fiato. 
Senza preavviso le labbra di James si scontrarono bruscamente sulle sue, cogliendola di sorpresa.
Lei s'irrigidì di colpo, impreparata, senza saper bene cosa fare. 
Restò immobile, lasciandosi abbracciare, finché la sua bocca non iniziò a muoversi lentamente, incerta, assecondando quel bacio, inconsciamente desiderato.
Quando James si fece sfuggire un sospiro caldo lei affondò le dita nei suoi capelli, attirandolo più stretto a sé, e facendo combaciare i loro corpi come due metà destinate ad unirsi ma separate fino a quel momento. Qualcosa di inaspettato era scattato dentro di lei quando le loro labbra si erano sfiorate, e ora non voleva più lasciarlo andare. 
Si abbandonò ai suoi baci e alle sue carezze, lasciando che le mani corressero sul suo corpo, avvolgendola, stringendola fino a mozzarle il fiato in quella meravigliosa intimità che possedevano solo loro. 
Il suo cuore si gonfiò di felicità, fin quasi a scoppiare. Era una felicità spaventosa, che la fece d'un tratto ripiombare dolorosamente nella realtà. 
Appena prese coscienza di quello che stava succedendo Lily spalancò gli occhi, staccandosi di colpo.
James restò senza fiato nel vederla sgusciare fuori dal mantello e correre verso il castello, senza poter fare nulla per fermarla. Era pietrificato anche lui, incapace di realizzare l'accaduto. Il calore del corpo che stringeva pochi istanti prima ora gli lasciava un brivido freddo addosso che non riusciva a riscaldare nonostante si avvolgesse nella stoffa fino a scomparire nella notte.









 
*ANGOLO DELL'AUTRICE*
Sono di nuovo qui e sta volta merito un applauso perché sono stata veloce ad aggiornare! u.u Scherzo, era il minimo per ricambiare le attenzioni che date a questo racconto, e ci tengo come sempre a ringraziarvi col cuore anche solo perché la leggete, la seguite o la recensite. Vi voglio bene :)
Duuuunque..... Le cose si sono un pochino evolute in questo penultimo capitolo, vero? Lily è quasi morta d'infarto nella Stramberga, avete scoperto il motivo del titolo della storia, sono entrati in scena i Malandrini e alla fine c'è stato quel bacio! *-* Non uccidetemi, sono consapevole di essere imperdonabile per come ho fatto scappare lei e lasciato da solo il povero James, ma si rifaranno nel prossimo E ULTIMO capitolo. 
Lo so, questa ff è schifosamente corta, ma non amo molto allungare le vicende all'infinito rischiando di diventare noiosa, preferisco pochi capitoli ma ricchi di eventi, senza perdere tempo.
Cari lettori babbani (sono babbana pure io, ahimé) vi assicuro che io ci tengo MOLTISSIMO a conoscere i vostri pareri e commenti, tutto ciò che ne pensate, cosa avete provato, vorrei davvero sapere se sono riuscita a trasmettervi una minima parte di ciò che avevo in mente; perciò sul serio, se avete qualcosa da dirmi o da farmi notare, o anche qualche consiglio o critica costruttiva fatemelo sapere! 
Sono qui apposta ad attendere pazientemente che qualche gufo si spiaccichi contro la mia finestra con la lettera di una vostra recensione nel becco (Ok, forse mi sto facendo trascinare troppo dall'atmosfera di Hogwarts!).
E che razza di poema infinito e illeggibile ho partorito per questo "angolo dell'autrice"??! Perdonatemi.
Ally

Ps: vi lascio il mio indirizzo Twitter per contattarmi e se volete potete anche usare l'ashtag #InvisibiliInsieme :
 
https://twitter.com/_allydreamer?lang=it
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: GryffindorTwins