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Autore: Matih Bobek    21/09/2014    1 recensioni
Brevi ma intensi spaccati di vita familiare ambientati nei giorni nostri. Simpatici, allegri e solari, questi piccoli racconti vertono su una voce narrante, il giovane figlio, nato e cresciuto nella periferia romana, e la protagonista indiscussa della casa, nonché della storia, la madre: personaggio stereotipato, a tratti assurdo, tanto da sembrare quasi... un alieno.
le storie affrontano, di volta in volta, momenti tipici della quotidianità familiare, prendendosi beffa, in modo ironico e sottile, dell'idea maschilista della donna casalinga.
Lo stile utilizzato è fresco, colloquiale, giovanile e numerosi sono i riferimenti alla cultura popolare, comunemente nota, al fine di rendere più partecipe il lettore.
All'interno del singolo episodio, i cambi di narrazione sono frequenti, pur mantenendo fissa la focalizzazione interna: ogni storia è costruita su uno schema fisso, che vede una breve premessa della situazione, in cui la voce narrante è direttamente coinvolta nel racconto, poi una dettagliata narrazione, da vicino, guidata da una seconda persona, per facilitare la personificazione, e infine il dialogo, in cui il narratore spesso interviene come voce fuori campo.
Spero che vi piacciano, o perlomeno che vi lascino un sorriso, e che lascerete consigli e opinioni, per me utili al fine di perfezionare stile, trama o personaggi.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando dico che mia madre non appartiene a questa galassia, non scherzo. Dopotutto, è l’unica spiegazione plausibile per tutte le sue stranezze, la cui quantità, dopo vent’anni di convivenza forzata, ha superato di gran lunga il numero delle dita dei miei arti, superiori e inferiori.
Nell’immaginario comune, gli alieni sono spesso dotati di particolari super poteri, gadget strafighissimi, astronavi tanto potenti quanto kitsch.Mia madre non ha gadget, se non la cucchiarella con cui mi minacciava quando ero un infante, non ha nessun mezzo di locomozione spaziale, se non una Matiz, comunque kitsch, che porta ancora i segni della sua guida MOLTO RASSICURANTE. Almeno però, ha una vasta gamma di superpoteri, inutili quanto un due di bastoni a briscola quando regna coppe, ma almeno li ha. Non solo, mamma ha anche degli ipopoteri, dove il suffiso ipo- sta a indicare che le capacità legate al suo potere non sono rafforzate, bensì indebolite. Per esempio, gli alieni, come Superman, hanno il super-udito. Credo. In realtà non lo so, mi è sempre stato sulle scatole Superman, come tutti gli altri supereroi, però, che ne so, mettiamo Superpippo, sicuramente aveva il superudito. Ecco, mia madre ha l’ipoudito: ciò vuol dire che se venite a casa mia, non so, mercoledì alle 21, è molto probabile che pensiate di essere finiti nello studio di ‘chi l’ha visto’.
Quando mamma sente la televisione, la sente tutta Roma nord. Potete immaginare come si dorma bene da me. Poi sai, dici, almeno ascolta programmi interessanti, di cultura, oppure film belli, i classici intramontabili; no, manco per niente: i suoi gusti televisivi comprendono il già citato ‘chi l’ha visto’ e tutte quelle pseudo trasmissioni che speculano sulle morti altrui, toccano sporadicamente qualche filmetto non troppo malvagio, fino ad arrivare a pomeriggio cinque, il punto più basso della mondezza televisiva.
Se una persona normale, ad esempio io, che comunque non sono troppo normale, ascolta il televisore a volume.. mettiamo 10, mia madre lo ascolta a volume 50, il che vuol dire che, ogni discorso, ogni frase, ogni parola, ogni dannatissima sillaba pronunciata dalla D’urso arriva dritta dritta al mio orecchio, manco stesse nel salotto a prendere tè e biscottini con mamma. Proprio non capisce che casa nostra non è un cinema e che quindi non può ascoltare la televisione a volumi impensabili. O forse fa finta di non capire. Infatti, secondo me e mio padre, questo è un modo per trasmettere informazioni riguardo la terra ai suoi veri parenti alieni, così almeno sapranno cosa aspettarsi una volta approdati qui. 
Perciò, immaginate di dormire, di pisolare beatamente cullati dalle braccia di Morfeo, nonostante sia già mezzogiorno passato: il sole è alto, regna nel cielo limpido come un specchio, il letto è caldo, morbido, le coperte ti avvolgono, ti fanno sembrare un saccottino della Mulino Bianco, i passerotti cinguettano e la signora Fletcher parla con mamma in cucina… Oddio oddio aspetta, cosa? Aaah no no, è solo il televisore. Solo. Turbato, infastidito e un po’ sconvolto ti alzi, costretto da forze maggiori e vai a chiedere “””gentilmente””” di abbassare il volume: 
” Mamma…” 
”BUONGIORNO TESORO DI MAMMA!” Buongiorno un cavolo! Ogni mattina mi sveglio con la Fletcher dentro le orecchie, porta pure sfiga.
 “Ti prego, non urlare… potresti abbassare un tantinello il volume?” 
”Ma sta appena a 46!” Ah beh, pensavo peggio. 
”Eh, se lo mettessi a 20, per esempio, non sarebbe male. Se spegnessi la televisione sarebbe anche meglio”.
“Non ci sento! Devo guardare la signora in giallo!” Be’ allora scusa, alzo le mani, la signora in giallo non si tocca. 
”Mamma non puoi ascoltare la televisione a 50! Ti sente tutta Cesano!” per non dire tutta Roma nord fino a Viterbo. Probabilmente anche le anguille di Bracciano saprebbero recitare a memoria tutti i palinsesti delle TV italiane.
 “Se tu dormi fino a mezzogiorno come un ghiro, mica è colpa mia!” Faccio notare che, manco cinque minuti fa, mi ha detto “Buongiorno tesoro di mamma”. Com’è umana lei. Tanto umana.
 “Ieri sono tornato tardi, avevo sonno, poi scusa, avrò pure il diritto di dormire fino a quando voglio!”
 “Be’ pure io ho diritto di sentire la tv a volume 40.”
La gente normale scala gli anni, lei scala il volume del televisore. 
”Mamma, sei la più grande fonte di inquinamento acustico di mezza Roma! Lo capisci?”
 Tanto non c’è niente da fare, manco ti guarda. Continua imperterrita a sferruzzare, senza accusare un colpo. Non ti resta che far finta di nulla e iniziare a studiare…
   
 
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