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Autore: Nana_Hale    23/09/2014    3 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Strani Compagni di Letto
 
"Dai, svelte, svelte, fra poco arriva."
Dean si trovava al parco in compagnia di altre 3 tate, in un assolato primo pomeriggio. I jeans stretti e scuri e la camicia azzurra avevano ottenuto ottime critiche in quella specie di circolo per tate in cui il biondo era stato gradevolmente accolto come unico membro di sesso maschile.
Quel giorno si erano tutti riuniti per festeggiare il pensionamento di Jody Mills, una bella tata sui 40 anni, capelli corti neri e carattere energico che, dopo quasi 20 anni di servizio per un ricco imprenditore era stata congedata. Erano tutti seduti ad aspettare sulle panchine ai bordi del prato quando la donna apparve da dietro il muretto del parco, il suo viso era tetro, scuro e triste e subito le altre tate se ne accorsero.
"Come mai quella faccia, Jody? Finalmente sei in pensione!"
Le disse Dean andando verso di lei e accompagnandola gentilmente a sedersi.
"Oh, stai zitto. E' orribile."
Tutti la guardarono stupidi aspettanto di ricevere una qualche spiegazione per quell'affermazione.
"Ho iniziato a lavorare lì per sbaglio, non avevo mai fatto la tata, ma poi mi sono tremendamente affezionata a quei 3 bambini..."
"Hey, Dean! sembra quello che è successo a te!"
Fece presente una delle altre tate e, in effetti, la somigliaza di avvenimenti era inquietante, tanto che il biondo inizò a proiettare se stesso 20 anni nel futuro, senza più un lavoro, da solo, e tentò subito di esorcizzare quella visione.
"Nah! Non è vero. Io ho sempre un altro lavoro al quale posso affidarmi se mi va male come tata."
"Oh! Anche io la pensavo così!"

Lo interruppe subito Jody.
"Prima di fare la tata, lavoravo in un negozio di abbigliamento, ma alla fine ho preferito rimanere con i ragazzi perchè ero troppo legata a loro."
Dean ebbe un sussulto a quell'affermazione e, sentendosi innervosire, cercò di cambiare discorso.
"Stasera a che ora ci troviamo per la festa?"
"Già... la festa. Il mio capo me l'ha organizzata come unltimo regalo ma dopo quella, PUF, tutto finito, e dovrò andare a vivere con mio zio nel suo vecchio appartamento."

Subito una delle tate lanciò un'occhiata a Dean piena di stupore.
"Oh! Che coincidenza, anche Dean ha uno zi-"
"Si! Va bene, ho capito! HO CAPITO!"



"Oh! Dean! Non doveva disturbarsi! Quella è per il mio compleanno vero???"
Dean entò dalla porta della cucina reggendo in mano la confezione di apple pie che aveva comprato lungo la strada di casa per consolarsi della brutta sensazione che aveva avuto nel notare tutte le somiglianze fra lui e la neo disoccupata Jody; subito Crowley lo assalì con un enorme sorrsiso sulla faccia e lui non ebbe il coraggio di contraddirlo.
"Emh...si..."
Disse mentre si vedeva sfilare dalle mani la sua preziosissima apple pie che sparì insieme a Crowley oltre la porta.
"E' andata bene la festa al parco?"
Chiese subito Sam mentre puliva il ripiano della cucina, tentando di distrarlo dalla sua perdita.
"E' stato tremendo, Sam. Ho realizzato che io non sarò più necessario e mi ritroverò in mezzo alla strada non appena Kevin saprà radersi da solo."
"Suvvia, non essere così pessimista."

"E come si fa? Prima o poi si diplomeranno tutti e io sarò utile come un magnifico soprammobile."
In quel preciso istante, Kevin zampettò giù per le scale chiamando il suo nome a gran voce.
"Dean! Dean! Non trovo il mio libro di matematica! L'hai visto?"
"No, Kevin, mi dispiace... ma che importa! Non avere fretta di essere promosso! Su vai a guardare i cartoni animati."

Il biondo lo spinse verso il salotto incoraggiandolo alla nullafacenza ma, all'ultimo secondo lo prese per un braccio, e lo fece voltare verso di se.
"Aspetta un momento."
Lo scrutò attenatamente in viso e quando non vine nemmeno la minima traccia di un pelo, lo lasciò andare.
"Ottimo. Nemmeno un filo. C'è ancora tempo."


"Wow... è magnifico questa sera, Dean."
Castiel stava scendendo le scale dell'ingresso per dirigersi in cucina e prendere la sua medicina contro il raffreddore, quando incrociò Dean mentre stava infilandosi la giacca di pelle nera sopra ad un maglione bianco a collo alto abbinato a degli eleganti pantalaoni blu scuro, pronto per andare alla festa di Jody. 
"Oh ma grazie! Come sta lei stasera?"
"Meglio di stamattina, grazie. Mi raccomando si diverta stasera e domani si prenda pure il giorno libero! Se lo merita con tutto quello che sta facendo."

Dean sgranò gli occhi, piacevolmente sorpreso da quella notizia.
"Grazie mille, Signor Sheffield..."
Il campanello della porta trillò appena Castiel si ritirò nella sua stanza e Sam, già pronto, aprì l'uscio e fece accomodare Jody all'interno.
"Indovina, Dean! Non devo più trasferirmi da mio zio!"
"Oh! E' meraviglioso! Il tuo capo ha capito solo dopo tutto questo tempo che non vuole perderti e che ti ama e quindi non ti lascerà andare via perchè sei troppo importante per lui e ha bisogno di te?"

Dean le prese le mani vomitando quel poema infinito mentre Jody rimase ad ascoltare confusa e perplessa.
"N-no... vado in California da un'amica..."
"Oh..."

Il biondo storse la bocca aggrottando le sopracciglia, riflettendo solo in quel momento sul significato della vomitata di parole appena uscite dalla sua bocca.
"Bene, dai, sei pronto? Andiamo?"
Gli domandò Jody cambiando discorso e portandolo verso la porta, tenendogli la mano.
"La macchina ci aspetta qui fuori e il frigobar è pieno..."
"Oh, no! L'ultima volta che ho bevuto una bottiglia di grappa mi sono messo a cantare 'Carry on my Wayward Son' in mutande sul cofano della macchina. E' meglio che non bevo."

"Anche io dicevo così. Fino a quando il mio capo non mi ha dato un giorno libero. E' allora che capisci di non essere più indispensabile."
Aggiunse Jody uscendo dalla porta senza voltarsi, lasciando Dean a fissare il vuoto sull'uscio per qualche secondo.
"Ok. Bevo."

"Carry on my Wayward soooooonnn!!!"
Dean entrò completamente ubriaco dalla porta di casa verso le 2 di notte, appoggiandosi a tutte le pareti che trovava per non cadere, e cantando con voce roca tentando di controllarsi e tenere il volume basso.
Arrancò su per le scale togliendosi la giacca e lasciandola a terra dove capitava; strisciò contro il muro del corridoio contantdo le porte per trovare la sua, la quinta.
"Uuuno...duuuue...cinque!"
Gridò soddisfatto entrando senza dubbio alcuno nella camera di Castiel. 
Il miliardario dormiva beatamente nel suo letto e non diede il minimo cenno di svegliarsi, nemmeno quando Dean ricominciò a cantare sottovoce.
"There'll be peace when you are dooooooooneeeeeeeee!!!"
Senza accendere la luce continuò a fischiettare, si levò le scarpe, lanciandole in un angolo della stanza e, afferrando il maglione per la vita tentò di sfilarselo dalla testa provando contemporaneamente a mantenere l'equilibrio, fallendo miseramente.
Con il golf ancora incastrato sulla testa cadde faccia a terra come un sacco di patate ma ebbe la prontezza di rialzarsi subito in piedi, ritrovandosi a petto nudo.
Si avvicinò alla parete per guardarsi allo specchio: solo che in quella stanza, al contrario della sua, al posto dello specchio stava un ritratto di famiglia di 200 anni di un vecchio soldato.
Si guardò cercando di riconoscere qualcosa del suo volto per poi fare una smorfia e mettersi le mani in testa
"Devo proprio tagliarmi i capelli..."
Disse voltandosi andando verso la cabina armadio per levarsi i pantaloni. Ne uscì appena 20 secondi dopo indossando solo i suoi stretti boxer neri e guardandosi alle spalle, sconvolto.
"Cavolo quanti trench! Meglio che li butti, cosa me ne faccio???"
Esclamò sedendosi sul letto e scostando le coperte.
"Lay your wearyyyyy.... heaaaaad to reeeeeeeeest...."
Entrò sotto le lenzuola e sgusciò fino a trovarsi attaccato alla schiena del miliardario, che ancora dormiva pacificamente su di un fianco. Mugugnò mentre si accomodava, trovando la posizione giusta e gettava il braccio sopra a Castiel, stingendosi contro di lui e infilando il viso nei suoi capelli neri.
"Don't you... cry... no... more..."


"Buongiorno, signore..."
Sam entrò nella stanza di Castiel per svegliarlo, come al solito facendo pochissimo rumore; si diresse subito alla tenda dietro alla testata del letto e la tirò con uno strattone, aprendola e illuminando la stanza.
"Oh, mio..."
Non appena gli occhi del maggiordomo si posarono sul letto, un gran sorriso pieno di malizia si manifestò sul suo volto: Castiel era sdraiato supino con le braccia lungo i fianchi e Dean, seminudo, addormentato lì accanto, con la testa accoccolata nell'incavo del suo collo.
Richiuse la tenda e fischiettando andò verso la porta, afferrò una manciata di petali dalla ciotola del potpourri, li sparse a terra e uscì, richudendosi l'uscio alle spalle.
Scese di corsa le scale canticchiando, andando verso la cucina per finire di preparare il vassoio della colazione di Castiel e, non appena mise piede sulle piastrelle, Crowley si palesò entrando dalla porta.
"Oh, salve! Va in giro anche se oramai è giorno?"
Lo accolse Sam poggiando una tazzina vuota sul vassoio.
"Mi lasci in pace, Sam. Oggi è il mio compleanno, niente mi può infastidire! Come sta Castiel? Meglio?"
Domandò avvicinandosi al ripiano della cucina.
"Credo proprio di si. Ha preso un ottimo rimedio del Kansas ieri sera..."
Rispose con un compiaciuto sorriso ancora stampato in viso.
"Ora mi scusi ma il signore mi aspetta e lei sa quanto è felice di fare colazione a letto...e che qualcuno gliela porti..."
"La porto io!"

Gridò subito Crowley afferrando il vassorio dal ripiano."
"Oh, no! Non posso!"
"Faccio io!"

Insistette l'uomo strappando il piatto di portata dalle mani di Sam che non oppose quasi nessuna resistenza.
"Non sta bene che entri in camera sua!"
"Perchè? Ohhh il mio regalo di compleanno dev'essere lì! Vero, Sam???"

"Accidenti... Non posso proprio nasconderle niente..."


"Castiel...?"
Crowley aprì la porta della camera di Castiel in punta di piedi, poggiò la colazione sulla scrivania e andò dietro al letto per aprire la tenda.
"Oh, Cast-AAAAAHHHHHH!"
Urlò terrorizzato non appena la luce illuminò il letto e Castiel si sveglò di soprassalto portandosi seduto, mentre la testa di Dean cadeva da parte sul cuscino.
"MA CHE C'E? Crowley!! Che diavolo ci fai qui!!!"
"IO che ci faccio qui!?? Che ci fa LUI qui?!?"
"Chi??"

Castiel si voltò verso il punto accanto a se che il dito di Crowley indicava e quello che vide lo lasciò paralizzato e sconvolto per una manciata di secondi prima che il suo cervello reagisse.
"DEAN!!!"
Il biondo aprì gli occhi miagolando dei versi da tigre mentre fa le fusa e si sollevò, poggiandosi ai gomiti. Aveva i capelli completamente spettivati tutti in aria e il segno del cuscino, o forse del pigiama di Castiel, ancora stampato sulla guancia. Guardò il miliardario negli occhi per qualche secondo sbattendo le palpebre più e più volte, finchè un sorriso divertito gli distese le labbra.
"Oh, è il solito sogno. Lei non mi frega."
Disse con voce roca allungando la mano ferso la faccia di Castiel e, quando le sue dita la toccarono, finalemnte il suo cervello si collegò, realizzando la verità.
"AAAH! Signor Sheffield! Perchè sono nudo!? E cosa ci fa lei nella... sua stanza?!?"
Dean si lanciò fuori dal letto accorgendosi di essere solo in boxer e si tirò dietro il lenzuolo per coprirsi mettendoselo intorno alle vita.
In quel momento, senza che nessuno lo avesse notato entrare o avvicinarsi, Sam comparve alle spalle di Crowley, si abbasso e si mise a sussurrargli nell'orecchio.
"Tanti auguri a lei! Tanti auguri a lei!"
"Sam! Andate tutti fuori!!!"

Urlò Castiel uscendo anch'egli dal letto, vergognandosi di ritrovarsi in pigiama, t-shirt nera e pantaloni uguali, davanti a tutte quelle persone. davanti a Dean.
"Tanti auguri signor Crowley, tanti auguri a lei..."
Continuò a cantare Sam fino a quando sia lui che Crowley non uscirono dalla porta, richiudendosela alle spalle.
Allora Castiel si rivolse a Dean, facendo molta fatica a staccare gli occhi dal suo petto nudo.
"Emh... Dean. C'è una spiegazione razionale a tutto questo, ma non so come mai dubito che lei sappia darmela!!! Com'è entrato in camera mia?!?"
Gridò avvicinandosi al biondo che continuò a giocare con i lembi del lenzuolo ce teneva all'altezza dell'ombelico.
"Forse... mi sono un po' sbronzato."
"Sbronzato?!"

Disse subito il miliardario, scioccato.
"Oh, senta! Sto attraversando un periodo difficile per colpa sua! Le sto dedicando gli anni migliori della mia vita e finirò a vivere da mio zio solo come un cane! E' questo il suo ringraziamento?!"
Sbraitò Dean andandogli vicino a muso duro.
"Io non le ho fatto proprio niente!"
Rispose Castiel bloccandosi subito dopo a riflettere mentre i suoi occhi davano un rapido sguardo al letto e al corpo nudo di Dean.
"...vero? Insomma non abbiamo...no, no, è assurdo. Se l'avessimo fatto me lo ricorderei!"
"Su questo ci può scommettere."

Sussurrò il biondo gongolando con  la testa.
"DEAN!!!"
"Tranquillo! Non abbiamo fatto niente! Lo so perchè non ho voglia di cantare Imaginary Lover."

Disse facendogli cenno di calmarsi e incamminandosi verso la porta, reggendo il lenzuolo come fosse un ingombrante abito settecentesco.
"Cosa centra Imaginary Lover???"
"Il giorno dopo io ho sempre questa strana voglia di cantare Imaginary Lover."
"Che assurdità!"

Rispose Castiel scuotendo la testa un po' imbarazzato.
"Oh, su, non mi dica che a lei non capita niente!"
Lo incalzò Dean poggiandosi alla porta con la spalla e la mano sulla maniglia.
"Beh... io... ho voglia di cheeseburger"
"Sempre lo stesso tipo?"
"Doppio cheeseburger."

Il biondo alzò gli occhi al cielo, pensieroso, prima di aprire la porta facendo spallucce.
"Sa, lavoro qui da parecchio e non gliene ho mai visto mangiare uno..."


"E' stato così imbarazzante!"
Castiel si alzò dalla sua scrivania nell'ufficio andando verso la finestra per aprirla e far entrare un po' d'aria. Sam stava versando il thè nella tazza appena portata sul vassoio e ascoltava divertito.
"Con Crowley che mi entra in camera di prima mattina!"
"Ha ragione, avrei dovuto essere lì a fermarla..."

Ridacchiò sotto i baffi il maggiordomo.
"Però sai... avevo dimenticato cosa si prova svegliarsi la mattina con qualcuno vicino."
Per un attimo, Castiel si perse a guardare il panorama fuori dalla finestra prima che le parole di Dean gli tornassero alla mente.
"Mi domando cosa turbi Dean..."
E subito i suoi occhi si spostarono andando alla ricerca di quelli di Sam.
"Per chi mi ha preso, signore? Io non sono una pettegola!"
"Sam..."
"Però, secondo le mie fonti... Dean si sente molto insicuro riguardo... al futuro."

Disse sollevando le sopracciglia e accennando con un movimento della testa ad indicare la casa attorno a loro. 
"Non sapevo che Dean fosse così filosofico..."
"Signore, andiamo si sforzi un po'." 

Lo rimproverò Sam per poi continuare a parlare.
"Cosa ne sarà di Dean quando i suoi servizi non saranno più necessari qui?"
"Oh! Intendi quando i ragazzi saranno grandi!"
"Lei è sempre un passo avanti a me, signore."



Il campanello della casa suonò per più volte e Sam andò subito ad aprire avvertendo una certa urgenza in quel trillo ripetuto.
"Dean!!!"
Jody, vestita con un elegantissimo abito azzurro pastello e in testa un velo dello stesso colore, si palesò sulla porta chiamando a gran voce la tata che subito accorse a passo svelto..
"Jody! Dove vai in quest'abito così bello?"
"Sto per sposarmi!!"
"Oh mio dio ma è fantastico!"

Il biondo la abbracciò subito, stringendola con forza poi, un dubbio gli attraversò il cervello ed egli si staccò immediatamente reggendo la donna per le spalle.
"Non è il cameriere di ieri sera, vero? Perchè mi guardava in modo strano..."
Jody rise dandogli un colpetto sul braccio.
"No! E' il mio capo..."
Disse arrossendo leggermente mentre il sorriso sul suo viso si allargava ancora di più, illuminandole il viso.
Dean rimase immobile, con la bocca dischiusa e gli occhi sbarrati ad aspettare che lei continuasse a parlare.
"Ieri sera ci stavamo salutando... mi ha chiesto di rientrare un attimo a casa e... mi ha dato questo!"
Jody allungò la mano verso il viso del biondo mostrando uno scintillante anello che ornava il suo anulare sinistro.
"E' magnifico, Jody!"
Esclamò Dean, ma una strana nota di tristezza intaccò la sua voce sinceramente felice per l'amica. Una tristezza legata a se stesso, ai suoi sentimenti.
"Ora devo andare! Ci sentiamo presto, Dean! Stammi bene!"
E sparì di nuovo dietro la porta da cui era venuta portandosi dietro tutta la sua incontenibile gioia.
Dopo pochi secondi, Castiel scese dalle scale dell'ingresso.
"Dean!"
Chiamò fermando l'uomo che stava già andando in cucina a cercare qualcosa con cui strafogarsi per il dispiacere.
"Che c'è?"
Rispose un po' sgarbatamente ma, Castiel sembrò non farci caso: una luce stranamente allegra illuminava i suoi grandi occhi blu.
"La prengo venga a sedersi."
Gli disse prenendolo delicatamente per un polso e accompagnandolo verso il divano, dove si sedettero entrambi, guardandosi in viso.
"Quando l'ho assunta, io pensavo sarebbe stato solo una tata per i miei figli e niete di più ma... invece lei è diventato molto... molto importante per tutti in questa casa... anche per me."
All'improvviso, Sam entrò nel salone reggendo un vassoio con sopra una bottiglia di champagne e une calici vuoti, canticchiando quella che somigliava sorprendentemente ad una marcia nuziale. Posò tutto sul tavolino accanto al divano sotto gli occhi dei due uomini, fece l'occhiolino a Castiel e se ne tornò da dov'era venuto.
"Dean..."
Continuò il miliardario come se nulla fosse successo.
"... io non voglio che si preoccupi del suo futuro perchè io sarò qui a prendermi cura di lei per sempre, per questo vorrei..."
"Oh, signor Sheffield la risposta è assolutamente s-"
"Vorrei regalarle un appartamento."

"sssspese incluse?"
Recuperò il biondo all'ultimo secondo prima di fare una tremenda figuraccia.
"Certamente."
Sorrise Castiel poggiandogli una mano sul ginocchio.
"Animali? Perchè è probabile che finirò per fare il gattaro pazzo."
"Tutto quello che vuole!"

Entrambi si alzarono dal divano rimanendo uno di fronte all'altro a guardarsi negli occhi.
"Allora? Va meglio?"
Domandò con gentilezza il miliardario.
"Si! Non male!"
Rispose Dean pensando che in fondo il gesto che Castiel aveva appena fatto era molto premuroso e dolce anche se non era quello che, in cuor suo, si accorse di desiderare.
Da dietro la colonna del salotto, Sam sbucò con la testa, senza farsi notare, un'espressione irritata sul volto. Roteò gli occhi voltandosi per tornare in cucina
"Qua mi ci vorrà ancora molto tempo e tanto lavoro..."
"Senta, Signor Sheffield..."

Continuò Dean allontanandosi da lui per andare verso le scale.
"Mi dispiace ancora per l'incidente di stanotte."
"Non fa nulla, Dean. Gettiamoci questa cosa alle spalle dopotutto... non è successo niente!"
"Giusto, ha ragione!"

Si sorrisero e si diressero uno verso il piano superiore, l'altro verso il corridoio. E proprio in quel momento, entrambi, contemporaneamente si misero a fare qualcosa di decisamente inaspettato.
"Imaginary lovers never disagree, they always care, they're always there when you need!"
Canticchiò Dean salendo le scale mentre Castiel gridava qualcosa verso la cucina.
"Sam! Fammi un doppio cheesburger per fav-"
Entrambi si bloccarono all'istante e si voltarono di scatto, incrociando l'uno gli occhi dell'altro.
"Oh, cavolo..."

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Buonsalve a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ecco un  nuovo fresco capitolo!!!!!!!!!!
Abbiate pazienza ma con lo studio e il lavoro mi mi sarà più difficile aggiornare rapidamente, ma PROMETTO che continuerò!!! Non preoccupatevi!!!!! Arriverò fino alla fine costi quel che costi!!!! *___________*
Bacio!!!!!!!
Nana


 
  
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