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Autore: gattinanera5    23/09/2014    1 recensioni
Non si può fuggire al destino nemmeno se pensiamo che non esista. E' quando si prende gioco di noi che ci accorgiamo che forse era meglio non sfidarlo. E sfiderà Lisa, una ragazza come tante altre.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ALEX

Il parcheggio non era molto distante, ma non volevo andare subito alla macchina. Dovevo disorientarla un pò altrimenti avrebbe capito tutto, anche  se ero fermamente convinto che avesse poco di cervello.

Lisa camminava a qualche passo dietro di me e con la coda dell'occhio vedevo che faceva fatica a starmi al passo ma non me ne importava. 

Dovevo sbrigarmi.

Svoltai in un sentiero che era dalla parte opposta del parcheggio e mi inoltrai tra gli alberi, sicuro di essere seguito da quella ragazza che sembrava fosse un cagnolino che segue il suo padrone.

Confermai le mie ipotesi riguardo le mie idee: Se fosse stata furba e intelligente avrebbe capito che non la stavo portando alla macchina bensì in un posto appartato dove avrei potuto farle di tutto.

Risi tra me e me; che ragazza ingenua. Mi diressi verso una siepe alta che circondava il cimitero che stava dall'altra parte e mi fermai davanti a essa, rimanendo girato di spalle.

Sentii che anche Lisa si fermò così mi voltai per vedere la sua espressione. 

"D-dove siamo.." balbettò timidamente l'ingenua guardandosi intorno spaesata.

"In un bel posticino... soli soletti..io e te" le risposi avvicinandomi pericolosamente al suo viso.

Si era fatta molto carina, ma questo, ero sicuro che fosse stata una genialata di Katrine. Metterla bene a lustro per la serata. E aveva fatto un buon lavoro, altrimenti non avrei sopportato baciare una racchia come lei.

Gli sentivo il respiro irregolare salire, le sue pipille dilattarsi dalla paura ma le afferai subito il braccio e l'avvicinai a me quasi violentemente.

"Che c-cosa.." cercava di dire lei, ma le parole gli morivano in gola. Era troppo impaurita per formulare una frase decente.

"Io ti voglio" le dissi in un sussurro leggero e mi avvicinai al suo collo. Aveva un leggero profumo di fragola e a quanto pare Katrine aveva provveduto anche a questo.

Con mia sorpresa lei non si ribellò. Se ne stave ferma immobile come una statua di marmo. Era pietrificata. Avrebbe potuto almeno urlare, chiedere aiuto. Niente.

Una ragazza troppo facile per i miei gusti.

Decisi di fare in fretta, tanto era come avere una bambola tra le mani. Presi il viso tra le mie mani, ma non in modo dolce, e la fissai dritto negli occhi.

Aveva una paura folle questo era ben visibile nei suoi occhi. Premetti le mie labbra contro le sue con forza, con violenza come se volessi abusarne. A questo punto lei cercò di respingermi ma troppo poco, per cui io continuai in questo bacio senza amore, senza emozione. Le infilai la lingua in bocca avidamente senza lascirle un momento di respiro. Lei si contorceva come un serpente per liberarsi ma io la tenevo troppo stretta.

Dopo un pò la staccai da me spingendola e lei andò a sbattere contro un albero che le si trovava dietro, e cadde svenuta.

Non avevo previsto questa mossa, ma era meglio che fosse successo, così non sarei dovuto ricorrere all'altro metodo per farla addormentare. 

Bene, la prima parte del piano era riuscita.

  
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