XXV
L'allievo
“Ci sono
sensazioni che non si possono spiegare,
fantasie che non si
possono raccontare,
e in tutto questo ci
siete voi.”
-Emily Brontë-
Non esisteva Mangiamorte poco sensibile ai voleri e alle condizioni del
proprio padrone.
Voldemort aveva costituito un legame con tutti loro, un legame poco
vantaggioso per i suoi adepti, sempre pronti a percepire con estrema
facilità ogni briciolo di disappunto e dolore in grado di
scuotere il Lord Oscuro abbastanza profondamente da poterli raggiungere.
E lo sentirono tutti, il dolore.
La paura e lo sconcerto di Voldemort nel sentirsi strappare,
letteralmente, un pezzo di anima volarono lontano e raggiunsero
chiunque avesse sul proprio corpo lo sfregio del teschio e del serpente.
Le battaglie in corso subirono un mutamento istantaneo, imprevedibile.
Hogwarts e Grimlore vennero inondate di urla di sconcerto e scie nere
di smaterializzazione, testimoni dei primi Mangiamorte che
abbandonavano il campo come semplice riflesso della scomparsa del
proprio padrone. Altri, completamente sotto shock, persero
semplicemente convinzione e ritmo di combattimento, conducendo brevi
duelli impacciati dagli esiti irrimediabilmente negativi.
Chi non era stato così veloce da fuggire veniva catturato in
breve tempo.
Volti smarriti e spaventati tentavano fughe improbabili, mentre Auror e
membri dell'Ordine della Fenice reagivano con esperta
velocità nell'imprigionare quanti più Mangiamorte
possibile.
Le domande si alzavano nell'aria una dopo l'altra, trovando solo urla
inarticolate o cenni della testa come risposte di quanto appena
accaduto, segno che nessuno aveva compreso l'evento che li aveva
portati rispettivamente alla sconfitta e alla vittoria.
Solo una cosa era chiara a tutti quelli che a Grmilore alzavano la
testa al cielo...
Voldemort se n'era andato.
Scomparso.
-Cos'è successo?-
Neville si guardava attorno confuso, non capendo esattamente come
fossero arrivati al punto in cui i Mangiamorte venivano messi a terra e
catturati.
-Ottima domanda.- sussurrò Ginny, i capelli sparsi sulle
spalle in modo disordinato, ansante e già troppo stanca per
porsi altre domande.
Lei e Neville erano sempre stati a fianco della professoressa Mc
Granitt, ora impegnata a scagliare incantesimi di incarcerazione contro
ogni Mangiamorte ferito o fermato dai colleghi professori.
-E' stato... è stato come se qualcuno avesse urlato un
ordine che solo loro hanno potuto sentire.- balbettò il
ragazzo, cercando con gli occhi tutti gli studenti che riusciva a
scorgere nel cortile scolastico.
Alcuni erano davvero mal messi, tanto da necessitare un trasporto
urgente al San Mungo.
-Bisogna portare i feriti all'interno della scuola, vado a vedere se ci
sono Rvenclaw non troppo mal messi, ci serve aiuto.-
Con un sorriso, Ginny notò l'istintivo movimento di Neville
verso una testa bionda, probabilmente l'unica, completamente a suo agio
in quella situazione di difficile comprensione per chiunque.
Luna Lovegood manteneva sempre la calma.
-Certo Neville...-
Il debole annuire di Ginny venne immediatamente interrotto da una serie
di urla famigliari.
Harry e Ron le si stavano avvicinando a grandi passi, abiti sporchi e
laceri, tipici di chi era appena uscito da una situazione difficile e
potenzialmente letale.
A ben pensare, il suo aspetto non doveva essere poi così
diverso.
-State bene...-
Quella constatazione arrivò in un sussurrò,
aprendo una serie di confini sentimentali che durante la battaglia si
era sforzata di chiudere e lasciare lontano.
-State bene.- ripeté, spingendosi verso di loro a braccia
tese, aperte e pronte a stringerli.
L'abbraccio arrivò forte e stretto, da entrambe le parti.
La testa incastrata tra le spalle di Harry e suo fratello, il respiro
veloce e le mani tremanti, Ginny aveva trovato il suo personale angolo
di pace nel mezzo di uno spettacolo che urlava desolazione.
-Stai bene?-
-Sei ferita?-
-Si e no.- sorrise lei, osservando i volti stanchi dei due ragazzi -Che
è successo? Voi siete feriti?-
Le mani della Gryffindor corsero a controllare spasmodicamente braccia
e torso dei due ragazzi, mentre gli occhi frugavano due espressioni
stanche ma vittoriose.
-Stiamo bene.- la rassicurò Ron.
-E per quanto tempo staremo... bene?-
Quanto a lungo sarebbe durata la tregua post battaglia?
Sarebbero potuti passare mesi senza che nulla di rilevante accadesse,
ma qualcosa diceva a Ginny che l'ultimo scontro appena conclusosi aveva
qualcosa di diverso.
-Non tanto quanto vorremmo, ma abbastanza per riprenderci.-
L'onestà di Harry non vacillava su nulla, meno che mai sulle
questioni importanti.
-Credo che Neville abbia bisogno di aiuto per radunare i ranghi.- si
scusò Ron, allontanandosi in direzione del compagno di casa
e lasciando a Harry e sua sorella un momento di preziosa quanto
sdolcinata intimità.
-Weasley e Paciock che radunano i feriti... Merlino, preferirei
rimanere steso in un fosso che affidarmi a quei due.-
-Draco!-
La protesta di Hermione non giunse perentoria come di consueto.
Gli occhi chiusi e il capo poggiato alla spalla di Draco, la strega
tentava di controllare il dolore pulsante che l'aveva colta alla testa.
Lo scoppio di energia alla distruzione del Horcrux era stato tale da
mettere a dura prova la tenuta della camera dei segreti e la loro
stessa resistenza fisica, costringendoli ad abbandonare
precipitosamente il posto.
Del medaglione di Salazar Slytherin non era rimasto nulla, se non un
alone nero contro la pietra sporca del pavimento.
-Mentre Potter e la Weasley potrebbero tranquillamente prendersi una
stanza.-
Hermione sorrise, aprendo gli occhi su un devastato cortile scolastico
colmo di feriti e prigionieri.
La parte centrale del castello che dava sul cortile ospitava i
meccanismi del grande orologio di Hogwarts, un immenso disco bianco che
ticchettava sopra le loro teste, mentre una serie di finestre
dall'aspetto piuttosto anonimo permettevano una perfetta visuale
dell'ampia entrata esterna.
-Dopo tutto quello che è successo, Ginny e Harry sono le
ultime persone che dovrebbero attirare la tua attenzione.-
-Mi preoccupo per i tuoi amici.- fu la candida risposta di Draco.
-Davvero? Generalmente tu ti preoccupi solo di te stesso.-
-Mi sembra ovvio, non ci sarebbe nessun altro a farlo al posto mio.-
Ne era profondamente convinto, Hermione poteva sentirlo nel suo tono.
-Non è la prima volta che lo dici.-
-Perché non è la prima volta che succede.-
Abbassando il capo verso di lei le sfiorò una tempia con le
labbra, respirando il profumo dei suoi capelli come se al momento non
ci fosse nulla di più importante da fare.
-Quindi... è la prima volta che qualcuno si preoccupa per
te?-
Le mani dello Slytherin scesero ad accarezzarle i fianchi, stringendo
le dita attorno alla stoffa morbida della gonna desiderando di poterla
far svanire con un semplice tocco. E a dire il vero avrebbe potuto...
ma sarebbe finita male, con uno schiantesimo in fronte, ad esempio.
-Si.-
-Non ci credo.-
-Sopravvaluti mia madre.-
-Eppure hai capito subito a chi mi riferissi.-
-Sei una Gryffindor, i tuoi pensieri sono prevedibili.-
Troppo stanca per mandarlo al diavolo, Hermione si limitò a
colpirlo svogliatamente sul braccio, con un movimento lento e goffo che
da solo spiegava quanto fosse provata dagli ultimi avvenimenti.
Grimlore, Hogwarts, Draco, le battaglie... i segreti.
Era stata messa alla prova su ogni fronte.
-Dove ti fa male?-
-Testa.- mugugnò Hermione, voltandosi nel suo abbraccio per
portare il capo contro la sua spalla.
-Solo?-
Salì a circondarle le spalle con le braccia, Draco, mentre
le labbra scendevano su quelle della strega in un bacio leggero.
-E qualche altro livido... ma nulla di serio.-
Con una mano piegata contro la sua testa, Hermione portò
Draco nuovamente sulle sue labbra, approfondendo un bacio che aveva
immaginato di dargli non appena lui si era alzato dal suo corpo steso a
terra, nella profondità della camera dei segreti.
Non lo aveva mai visto così preoccupato.
-E anche tu sei ferito.-
Non le era sfuggito il gemito di dolore che aveva inutilmente cercato
di trattenere quando aveva dovuto aiutarla ad alzarsi.
Cauta, gli sfiorò una spalla con tatto, osservandolo
attentamente in faccia.
Lo sforzo per non prodursi in una smorfia era lodevole, doveva
ammetterlo, ma comunque ben visibile ai suoi occhi.
-Ti sei fatto male quando ti sei gettato su di me.-
-Non sei poi così morbida come ricordavo.-
-Hai finito di scaricare la tensione facendo il cretino?-
In risposta, Draco le morse impertinente il labbro inferiore,
baciandola subito dopo in un modo che Hermione avrebbe solo potuto
definire come maliziosamente intenso.
Premendosi contro di lui, lasciò scivolare una gamba tra le
sue, ricevendone in cambio un gemito di roco piacere.
Fu facile dimenticare il dolore fisico e morale per immergersi in quel
torpore famigliare, lasciando che la mente vagasse verso pensieri che
con la guerra non avevano nulla a che fare.
-Draco...-
Una mano scese a racchiuderle un seno nel palmo, esercitando quella
giusta dose di pressione che la spinse ad inarcarsi verso di lui,
facendole desiderare di trovarsi altrove, in un posto dove nessuno
avrebbe potuto disturbarli.
Sentì le dita di Draco tra i capelli quando ancora le sue
labbra stavano accarezzandogli il collo, perdendosi in quel calore
sicuro che non avrebbe voluto mai e poi mai abbandonare... ma che il
suo ragazzo biondo interruppe in modo brusco, improvviso.
-Che succede?-
Lo sguardo serio di chi avrebbe voluto rimproverarla senza remore si
spostò dal suo volto alle punta delle dita che aveva appena
ritratto dai suoi capelli.
Strofinando i polpastrelli l'uno contro l'altro, Draco tastò
la viscida consistenza del sangue.
-Sei ferita.-
Ora il dolore alla testa aveva una causa più che concreta.
-Come dannazione hai fatto a non accorgertene prima?-
Il tono brusco della domanda aveva un sottinteso ben preciso: come
dannazione ho
fatto a non accorgermene prima?
Mani strette attorno alle spalle, la stava spingendo con forza
attraverso i corridoi non più deserti della scuola,
pilotandola senza troppi complimenti in infermeria.
-Draco, avranno spostato molti feriti più gravi di me in
infermeria...-
-Non m'importa.-
Hermione constatò con una notevole stretta allo stomaco che
più si addentravano all'interno del castello, più
le facce che li osservavano si facevano famigliari e ansiose,
totalmente stranite nel vedere i due Caposcuola agire ancora
più bizzarramente del solito.
-Hey, Malfoy, cosa diamine credi di fare?-
Gryffindor.
Gryffindor ovunque.
-Non preoccuparti, Seamus!- gridò Hermione, voltando la
testa in direzione del compagno ampiamente superato dalla falcata
decisa di Draco. -Va tutto bene!-
Nemmeno una disinfestazione sarebbe servita a ripulire il castello.
-Andrà bene quando ti avranno ricucito la testa.-
-Non è rotta.- protestò Hermione -Non molto.-
La zona dell'infermeria era più caotica di quanto previsto.
Una serie di medimaghi del San Mungo era riuscita a entrare nel
castello per occuparsi del trasferimento dei feriti, raggruppandoli su
barelle incantate che li avrebbero trasportati all'esterno del
perimetro del castello, dove sarebbe stato possibile smaterializzarsi.
-Forse dovremmo tornare da Mirie.-
-Per cosa?-
Uscita con fatica dalle porte dell'infermeria, la strega li aveva
individuati facilmente, fermandosi a un passo dal travolgerli.
-Che ci fate qui?-
Il grembiule da medimaga sporco di sangue e i capelli biondi meno
lucidi e vaporosi del solito, sembrava esausta.
A giudicare dalle occhiaie scure sotto gli occhi e l'espressione tirata
del volto, non doveva essersi fermata un solo secondo per riposare.
-Qualunque cosa ci facciano, non è affar tuo.-
Christopher la raggiunse subito dopo, poggiandole le mani sulle spalle
in un gesto di possessiva protezione talmente evidente da non poter
essere ignorato.
-Devi riposare.-
-Devo lavorare.-
-Devi ricucirle la testa.-
Hermione, dal canto suo, avrebbe solo voluto dormire.
Che ore erano? Aveva completamente perso la cognizione del tempo.
-Io sto...-
-Sanguinando.-
Le dita di Draco, ancora sporche di sangue secco, saettarono sotto gli
occhi della medimaga come spiegazione sufficiente.
-Entra.-
Liberatasi con facilità dalle mani di Christopher,
più gentili di quanto apparissero in apparenza, Mirie
rientrò in infermeria con passo sicuro, richiamando a
sé il necessario per un medicamento all'apparenza non troppo
impegnativo.
Dietro di lei, Christopher precedette i ragazzi in un inseguimento
fatto di petulante preoccupazione.
In modo del tutto istintivo, Hermione si ritrovò ad
osservare il mago e poi Draco, considerando quanto quei due potessero
essere simili.
-Le ferite alla testa sanguinano sempre più delle altre, ma
il taglio non è grave.-
-Sapevo che Draco si stava agitando troppo.-
Chiuse nell'ufficio di Madama Chips, Hermione e Mirie avevano bandito
dalla stanza le due figure più ingombranti di cui avessero
conoscenza.
-Lui ne sembrava sconcertato quanto te, credimi.-
Seduta sul piccolo letto a una piazza che Madama Chips teneva sempre
pronto per le inaspettate notti di veglia, la Gryffindor teneva il capo
ben chino verso le mani delicate di Mirie, intenta a spalmarle un
unguento dall'odore poco piacevole sulla ferita.
-Lo credo bene.- sorrise Hermione -La nostra situazione è
piuttosto... inusuale.-
-Ne so qualcosa.-
Alzando nuovamente il capo e scostandosi i capelli dal volto, la
Gryffindor non poté fare a meno di osservare la strega con
aperta curiosità.
Voleva porle delle domande, ma non voleva sembrare indiscreta.
Voleva sapere, ma non con il rischio di sembrare invadente.
-Christopher sembra piuttosto affezionato a te.-
Prendere un argomento alla larga non era mai stata la
specialità di un Gryffindor e, oltretutto, la vicinanza
totalmente indelicata di Draco stava peggiorando le sue doti
diplomatiche.
-A volte vorrei che sembrasse discreto, ma non mi farà mai
tanta grazia.-
Ancora una volta, Hermione si ritrovò a osservare con
attenzione quel volto dai tratti quasi troppo giovani per appartenere
ad una persona così pratica dei fatti della vita.
Era come se qualcosa l'avesse fatta crescere troppo in fretta. Oppure...
-Lui è particolare.- si sforzò di minimizzare,
Hermione -E piuttosto misterioso. Ci ha detto di avere alle spalle
esperienze di qualche secolo, cosa che ci ha piuttosto incuriositi.-
-Ma davvero?-
Si stava ripulendo le mani, Mirie, osservando la giovane strega con
sguardo calcolatore e al tempo stesso cristallino.
-Davvero.-
-Sei molto sveglia, Hermione.- sorrise la bionda -Sarei curiosa di
sapere cosa ne pensi di questa storia.-
Riflettendo su quanto sincera potesse essere, la Gryffindor decise di
rischiare.
-Penso che le voci su una possibile amicizia tra Christopher e Nicholas
Flamel siano vere.- iniziò -E credo che, nonostante la
longevità di un mago possa raggiungere picchi molto alti,
sia stato aiutato dalle scoperte dell'alchimista per cose che vanno ben
oltre le sue abilità magiche. Credo anche che Silente lo
abbia conosciuto grazie alla loro amicizia comune e sia rimasto colpito
dalle sue abilità, tanto da ritenerlo un potenziale alleato
di cui potersi fidare.-
Albus Silente non concedeva la sua fiducia alla cieca, doveva conoscere
Christopher molto bene.
-Vorresti sapere se anche Christopher ha potuto godere dei benefici
della pietra filosofale?-
-La mia è semplice curiosità.- scosse le spalle,
Hermione -E, a dire il vero, vi ho sentiti parlare...-
-Quando lo stavo medicando?-
-Si.- ammise Hermione, con un pizzico di vergogna.
-Vedi, Christopher fa parte di una famiglia importante che tramanda il
suo tipo di mestiere
da generazioni.- spiegò Mirie,
sedendosi accanto a lei -Lui non è mai stato contrario a
portare avanti questo tipo di tradizione, come puoi vedere si diverte
molto a fare ciò che fa... anche quando rischia di perdere
la sua stupida testa. Eppure non si è mai mostrato incline
alla fuga.-
Fermandosi ad osservare per un attimo il legno della porta, Mirie
sembrò propensa ad aprirla... ma si trattenne stringendo a
pugno le mani.
-La sua bravura e la sua innegabile voglia di vivere lo hanno sempre
spinto a superare i limiti, tanto da diventare amico di Nicholas Flamel
e qualsiasi altro personaggio illustre fosse abbastanza degno di stima
e di sapienza da poter essere avvicinato. Ha imparato molto da loro, da
chiunque potesse insegnargli qualcosa, rimanendo un amico fedele e
contraccambiando con il suo tipo di conoscenza magica.-
-Un incontro di cervelli...- sussurrò Hermione, segretamente
attratta dalla prospettiva di partecipare ad un incontro simile, ben
più interessante delle piccole riunioni segrete di Slughorn.
-Già.- rise Mirie -Seppure quello di Christopher sia
evidentemente danneggiato. Lui e Flamel erano riusciti a ricavare un
distillato della giovinezza, un surrogato perfetto della pietra
filosofale. Ne erano entusiasti, a sentire Christopher, e non fatico a
crederlo.-
-Ed ecco spiegato il mistero di Christopher.-
-Quasi.- annuì Mirie -Iniziò ad assumerlo a
intervalli regolari, testandone gli effetti ad ogni assunzione. Per
secoli ha trangugiato quella pozione come se fosse acquaviola,
custodendone gelosamente la ricetta. Quando lo conobbi, non avevo idea
del tipo di persona che mi trovavo di fronte.-
Lo sguardo della strega era perso, fisso contro il muro spoglio di
fronte a lei, immersa in un ricordo che Hermione poteva solo tentare di
mettere a fuoco con la sua immaginazione.
-Io ero un'apprendista medimaga, nelle Highlands, a servizio di un
accampamento allestito a fronte di una faida familiare tra due clan
confinanti. Christopher era stato chiamato per aiutare a vincere la
disputa... è così che ci incontrammo.
Entrò nel campo con una ferita alla testa piuttosto
profonda, si muoveva solo perché aveva abbastanza adrenalina
in circolo per farlo. Dovetti atterrarlo personalmente per farlo
stendere. Ero molto giovane, e lui diffidava della mia poca
esperienza... ma avevo ragione e lo rimisi in sesto in un paio d'ore.-
-Un modo interessante di conoscersi.- sorrise Hermione, scaldata in
qualche modo dall'espressione serena della medimaga.
-Indubbiamente.- concordò la strega -E' la stessa cosa che
pensai anche io. Faceva tutto parte del suo strano fascino,
così quando iniziò a corteggiarmi in modo
totalmente inopportuno e insistente non lo lasciai aspettare molto,
anche se forse avrei dovuto... ma che importava, sapevamo entrambi che
era solo questione di tempo. Qualsiasi forma di ritrosia prolungata
sarebbe stata una pietosa bugia.-
-Conosco la sensazione.- si ritrovò ad annuire Hermione,
sorpresa nel vedere espresso così bene a parole un
sentimento a cui ancora non aveva dato voce.
-Ma con il passare del tempo, degli anni a dire il vero, mi resi conto
che qualcosa non andava.- contemplando in modo quasi ossessivo la
trapunta del letto, Mirie sospirò pesantemente -Stando con
lui, avevo smesso di invecchiare.-
Presa in contropiede, Hermione la fissò confusa.
-Cosa...? Come...? Oh Merlino.-
-Il distillato.- annuì Mirie, capendo a quale conclusione
era giunta Hermione -Era solito mischiarlo ad innocue tazze di
tè senza che io sospettassi nulla.-
-Sapevi quanto spesso lo utilizzava su se stesso?-
-Lo capii solo dopo, a seguito di una sua candita confessione.- rise
Mirie, ancora incredula al ricordo di quel discorso incredibilmente
idiota. -Merlino, provai a ucciderlo sul posto, mi trattenne solo la
consapevolezza che lui lo aveva fatto per non dovermi perdere mai.-
E invece l'aveva persa lo stesso.
-Non lo hai più perdonato?-
-No.-
-Nemmeno ora?-
-Non lo so.-
Ma i suoi occhi parlavano chiaro. Se solo Christopher avesse potuto
vederla in quel momento, sarebbe stato un uomo felice. Forse proprio
per quello lei continuava a tenerlo a distanza.
-Lui ti voleva a ogni costo.-
-Ma volere qualcosa a ogni costo comporta sempre un prezzo, Hermione.
Sta a te decidere se pagarlo o meno.-
-Ti avevo detto che non era nulla di grave.-
Draco non le rispose nemmeno, limitandosi a controllarle la testa come
se il medimago fosse stato lui.
-Christopher se n'è andato piuttosto in fretta, deduco che
abbia origliato una conversazione poco piacevole.-
Lo Slytherin l'aveva raggiunta nell'ufficio di Madama Chips non appena
Mirie ne era uscita, notando immediatamente le espressioni poco allegre
delle ragazze.
Lasciar parlare due donne interessanti, a volte, era pericoloso.
-Come ti è sembrato?-
-Oserei dire... turbato.-
Più che normale.
-Allora? Devo somministrarti una dose di vertiaserum o vuoi dirmi da
sola di che si tratta?-
-Un giorno deciderò io di somministrarti del veritaserum e
allora dovrai rispondere a domande parecchio interessanti.-
Baciandole delicatamente il collo, Draco annuì sorridendo,
mentre Hermione si lanciava in un racconto piuttosto sconcertante sulle
origini di Christopher, non tralasciando nessun dettaglio.
-Era piuttosto ovvio, lui la segue come un cagnolino.-
Sdraiatosi sul letto, le braccia piegate dietro la testa, Draco aveva
ascoltato con attenzione quanto scoperto su Christopher.
-Lui la ama.-
-E' quello che ho detto.-
-Non proprio.- rise Hermione, perfettamente consapevole delle
difficoltà di Draco in campo affettivo.
-Punti di vista.-
Silenzioso, lo Slytherin si ostinava a tenere gli occhi chiusi, dando
l'illusione di essere sprofondato in un intenso stato meditativo.
Rendendosi conto che quella era la sua reazione tipo di fronte a un
qualcosa in grado di turbarlo, Hermione si chinò piano verso
di lui, accarezzandogli delicatamente una guancia con la punta del naso.
Erano soli, il ticchettio dell'orologio a muro ben udibile,
così la Gryffindor giudicò il momento
sufficientemente opportuno per avvicinarsi a lui come non avrebbe mai
potuto fare in pubblico.
-Sei teso.-
Lo Slytherin aprì gli occhi di scatto, guardandola divertito.
-E non sei così difficile da leggere.-
-Sono anche shockato.- aprì la bocca lui, spalancando gli
occhi in un finto moto d'orrore.
-Io ti ho detto cosa non andava, ora tocca a te.-
-Hai l'imbarazzo della scelta.-
Mordendosi il labbro, Hermione si sdraiò accanto a lui,
osservando con preoccupazione la porta.
-E'...-
-L'ho chiusa non appena sono entrato.-
-Non me ne sono accorta.-
Il ghigno di Draco si perse contro le sue labbra, confondendola
più di quanto non fosse già.
Poggiando una mano contro la sua guancia, Hermione lo scostò
da sé quel tanto che bastava per poter parlare.
-Nessuno di noi si è ripreso da quanto accaduto, tu non
più degli altri, ma ora sei persino più
preoccupato di prima.-
Gli aveva afferrato il mento tra le dita, guardandolo attentamente
negli occhi nel tentativo di spronarlo a parlare.
Non voleva farlo sentire in trappola... solo vagamente braccato.
-Non mi piace essere tenuto d'occhio.-
-Be' è quello che faccio con le persone a cui tengo, quindi
farai meglio ad abituartici.-
Scostandosi da lei con un gesto deciso, lo Slytherin si sedette sul
letto con un movimento fluido, poggiando la schiena contro il muro alle
sue spalle.
-Quando ho acconsentito ad aiutarvi a entrare nel manor ho
implicitamente voltato le spalle al mondo in cui sono cresciuto e a cui
sono sempre appartenuto, con l'unica alternativa di dover cambiare
fazione e lavorare... con voi.-
Solo esprimere quell'ultimo concetto era stato per lui uno sforzo
sovrumano.
-Lo avevo immaginato.- annuì Hermione, alzandosi a sua volta
e sedendosi al suo fianco, le gambe piegate contro il petto -Non ci
sono alternative.-
Tuttavia, il silenzio di Draco fu in grado di metterla in allarme.
-Non è vero?- gli chiese di nuovo.
-Ho chiesto a Christopher di insegnarmi tutto quello che sa, e lui ha
accettato.-
Se avesse ricevuto un colpo in testa in quell'esatto momento, sarebbe
stata meno sorpresa.
Rimase immobile, Hermione, fissandolo come se all'improvviso si
ritrovasse di fronte ad una persona con due teste.
-Quando?-
-Mezzosangue...-
-Quando?-
-Prima.-
-Oh, prima. Vuoi dire quando mi ha spinto in infermeria per poter
rimanere sola con lui?-
-Non è stato...-
-Stavamo cercando Mirie perché sapevi che così
avremmo trovato anche Christopher, vero? D'altronde lui la segue come
un cagnolino.-
-Ero davvero preoccupato per...-
-Per uno stupido taglio! E mentre mi facevo inutilmente ricucire la
testa tu decidevi di diventare un fuorilegge!-
Si era scaldata come era solita fare con Ron, quando pretendeva di non
farla arrabbiare dicendo qualcosa di immensamente stupido.
-Cosa credi che fossi, prima?-
Alzandosi rudemente la manica della camicia fino al gomito, Draco
scoprì il marchio nero in tutto il suo orrore.
-Avresti potuto essere uno di...-
-Voi? Per questo sei arrabbiata?-
La guardava con freddezza, ora, come se in un colpo solo avesse appena
distrutto tutta la stima che aveva potuto avere per lei.
-Mi sarebbe piaciuto.-
-Io non sono un Gryffindor.-
-Non è necessario...-
-E non sono amico di Potter, Weasley o, che Merlino me ne scampi,
Paciock.- chiarì -A diciassette anni posso già
vantare il titolo di ex-mangiamorte fuggitivo, non ho intenzione di
aggiungere anche il titolo di martire.-
Accaldata e nervosa, Hermione si rese conto di esserglisi seduta di
fronte per potersi indignare meglio.
-Non sono martiri e spero non lo diventino mai.-
Harry, Ron, Silente... l'intero Ordine della Fenice...
Scuotendo la testa, Draco si piegò su di lei, afferrandole
le mani con forza.
-So benissimo di cosa si occupano. E capisco che tu voglia farne parte,
non mi sono mai fatto illusioni sulle tue inclinazioni altruiste da
quando ti sei messa in testa di liberare tutti gli elfi del mondo, ma
quella strada non fa per me.-
-E' pericoloso.-
Gli strinse le mani così forte da vederlo muovere
impercettibilmente le labbra in segno di sorpresa.
-Non più che essere un Mangiamorte o uno degli uomini di
Silente.-
-Si ma tu e Christopher diventerete preziosi per chiunque combatta
questa guerra.-
-Per tua fortuna ho già deciso da che parte stare.- rise
lui, scuotendo la testa incredulo.
-Tutte queste urla per dirmi che sei preoccupata? E' la prima volta che
non arrivi dritta al punto.-
-Be' scusa se ci sono ancora notizie in grado di destabilizzarmi.-
Gli occhi lucidi le creavano qualche problema, così si
poggiò prudentemente a lui, nascondendo il volto contro la
sua spalla.
-Merlino, è andata anche peggio di quanto mi aspettassi.-
bofonchiò lui, le labbra immerse nei suoi capelli.
-Bene, ricordalo per la prossima volta.-
Il cuore le batteva forte, mosso da una preoccupazione che da quel
momento in poi sarebbe svanita solo alla fine della guerra.
-Adesso, però, vorrei ricordare qualcos'altro.-
Lasciando vagare una mano sotto la gonna, Draco le accarezzò
delicatamente una gamba, salendo fino all'interno coscia.
Iniziò ad accarezzarla lentamente, spostando l'altra mano
sotto le natiche, facendola sollevare lentamente su di lui fino a
stringerla sempre più vicino.
-Questo non è leale...-
I sospiri di Hermione s'infrangevano contro il suo collo già
umido di baci, mentre con le mani era impegnata a slacciargli la
cintura.
Non si muovevano in modo frenetico, non c'era fretta nei loro
spostamenti, ma solo un'inesorabile eccitazione da appagare al
più presto.
Hermione iniziò a dondolare su di lui non appena la cintura
finì a terra, gemendo piano contro il suo orecchio e
sentendo chiaramente la soddisfazione che lui ne provava.
Si, quel contatto le era mancato più di quanto avesse
realizzato sino a quel momento.
-Baciami...-
Impossibile capire chi lo avesse detto per primo, e poco importava.
Le loro labbra si incontrarono a metà strada, voraci e
impazienti come i movimenti dei loro corpi, ormai capaci di muoversi in
totale sintonia.
Occhi chiusi e nasi che si sfioravano ad ogni movimento dei loro volti,
Hermione poggiò una mano contro la parete fredda dietro le
spalle di Draco, grattandone con le unghie la superficie irregolare.
Stava perdendo coscienza del reale.
Di lì a poco sarebbe crollata su di lui senza ricordare
nemmeno il proprio nome.
-Questo Madama Chips potrebbe non perdonarcelo mai.-
Allarmata, Hermione prese a chiudersi freneticamente i primi bottoni
della camicia, quelli che Draco era riuscito a slacciarle per poter
più comodamente...
-Spero che Madama Chips non lo venga mai a sapere.-
Con calma, lo Slytherin si riallacciava la cravatta.
-Nessuno deve venirlo mai a sapere.- precisò la Gryffindor,
intenta a ricontrollare la stanza in modo ossessivo.
-Fai finta di nulla quando usciamo.-
-Perché, che altro dovrei fare?- rise Draco.
Hermione lo avrebbe insultato, tanto per mantenersi sul sicuro, ma non
ebbe la possibilità.
Un deciso colpo alla porta spense qualsiasi tipo di ilarità,
mentre la voce di Christopher giungeva ovattata alle loro orecchie.
-Non vorrei disturbare il vostro idillio, ma credo vogliate sapere che
Silente è tornato.-
NdA:
Lo so, Settembre è praticamente finito e le vacanze sono
finite da un mese buono, ma con settembre sono anche finite parecchie
delle mie ansie personali, quindi sono potuta tornare alla scrittura
decisamente più leggera. E direi che, se i conti non sono
sbagliati, posso ufficialmente annunciare che il prossimo capitolo
sarà anche l'ultimo.
Ebbene si, la conclusione è giunta. I nodi stanno venendo al
pettine e i nostri ragazzi stanno trovando la loro strada, ci sentiremo
meglio al prossimo giro per tirare le somme finali e dei saluti degni
di questo nome!
Un abbraccio ragazze!