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Autore: alessandroago_94    27/09/2014    4 recensioni
Un Impero in decadenza, una grande guerra tra popoli, un ordine secolare che traballa e che sta per sparire per sempre. La vita costringe i personaggi del racconto a combattere, ad incontrarsi e scontrarsi tra loro, ad amarsi e ad odiarsi, in un mondo dove ormai non ci sono più regole e la vita non è poi qualcosa di così scontato e facile. Di fronte alla distruzione del loro mondo, alcuni soggetti, che vogliano o no, costretti dalla fame o dalla voglia di rivincita e gloria, combatteranno e cercheranno un ultimo appiglio per ripristinare l’Impero e per salvarlo dalle orde dei Popoli del gran re Fermei.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

CAPITOLO 7

 

Per il Gran Re Fermei era stato veramente molto facile devastare tutta la parte nord dell’impero di Fortwar.

 Ora a separarlo dalla capitale e dalla sua ricca provincia c’era la grande provincia di Palok, situata al centro dell’impero, con città fortificate e sicuramente molti più soldati imperiali che avrebbero rallentato la conquista. Comunque, nessuno poteva più sconfiggere il Gran Re.

I suoi alleati, i demoni, seminavano panico e distruzione ovunque, e lui li spediva nelle avanguardie, così che potessero seminare il terrore ancor prima che giungesse l’esercito reale. La gente del nord non aveva neanche più la volontà di difendersi, visto la fine che aveva fatto Arus, Frampul, e ultimamente anche Swaden e una moltitudine di villaggi e piccole città.

Ora il nord era suo. Doveva solo scendere verso Palok. L’unica cosa che l’aveva reso inquieto era stata la storia di una profezia, di cui gliene aveva parlato la gente di Swaden. Molti di loro erano stati torturati per saperne di più sulla questione, che pareva essere talmente tanto importante da far vacillare tutti i suoi piani di invasione dell’impero. Tutti avevano parlato del maestro e del destinatario della profezia, a quanto pare un vecchio e un giovane.

 Dopo opportune ricerche, il vecchio era stato trovato morto vicino alla sua casa, situata sulla spiaggia dell’oceano, ma del giovane non ce n’era una minima traccia. In fondo, per Fermei e per i suoi generali si trattava solo di una sciocchezza, di una favola inventata per dare più forza di opporre resistenza agli invasori. Comunque, Fermei voleva essere rassicurato anche dai Demoni, che sicuramente erano i più esperti in materia. Li aveva fatti convocare, ma come al solito era un bel po’ che li attendeva e loro non si erano ancora presentati.

Se ne stava seduto su uno scranno di legno nella sua tenda, vicino ad un fuoco caldo, che riscaldava l’ambiente, rendendolo più gradevole, e pensava ai disagi del suo popolo. Ora che il suo esercito aveva messo a ferro e fuoco ogni città della zona, e visto che stava iniziando una stagione particolarmente fredda e umida nella provincia di Arus, i suoi soldati non riuscivano più a sistemarsi comodamente negli accampamenti.

Il terreno era impregnato d’acqua, quasi tutti i giorni pioveva e tutto era umido e malsano, mentre le temperature iniziavano gradualmente a diminuire. Il cibo era scarso, e ben presto sarebbero giunte le prime malattie, che sarebbero poi divenute pestilenze.

Ora il Gran Re non sapeva più se era conveniente continuare la conquista, poiché Palok era distante e molto ben difesa, ed inoltre non poteva invadere una provincia ben organizzata come quella senza neanche aver formulato un piano. Insomma, nella testa del re regnava l’indecisione. Da una parte, pensava che ormai l’Impero fosse ai suoi piedi, dall’altra sapeva che non sarebbe stato così facile conquistare tutti quei territori. A toglierlo dai suoi pensieri fu l’arrivo dei Demoni. Come al solito, con fare arrogante, entrarono nella tenda senza neanche farsi introdurre.

‘’Ci hai fatto convocare, re; dicci pure’’, disse la voce demoniaca. I Demoni infatti avevano un'unica voce che risuonava nell’ambiente circostante, ne potevano monitorare la potenza, e non usavano le proprie singole bocche.

Come sempre, il re si sentì in soggezione. Erano esseri orripilanti, che emanavano un aurea di dolore che poteva far intristire chiunque.

‘’Sì, ho una faccenda di cui discutere con voi. Non farò giri inutili di parole. A Swaden circolava voce di un prescelto, che avrebbe compiuto un viaggio e che sarebbe tornato per portare la salvezza all’impero. La leggenda sarebbe stata lasciata in tempi remoti da un elfo, e poi tramandata da un maestro a un giovane, che sarebbe poi divenuto esso stesso maestro. A quanto pare l’ora è giunta, e il prescelto sarebbe partito poco prima del nostro arrivo in città, ma noi non abbiamo certezze su ciò. E’ stato trovato un vecchio morto, che corrisponderebbe alla descrizione del maestro, ma del giovane non ci è chiara neanche la sua reale esistenza. Potrebbe essere un grave pericolo per noi. Voi che ne pensate?’’, interpellò Fermei, alla fine.

‘’Re, sono certamente sciocchezze di poveri contadini. Le voci girano, e tutti ci credono. Nulla può fermarci; solo questa è la verità. Non temere, tra non molto l’impero di fortwar sarà ai tuoi piedi’’, dissero sicuri i demoni.

‘’Voi mi rassicurate, vi ringrazio’’, disse Fermei, ora più tranquillo. Non vedeva l’ora di far uscire dalla sua tenda quei tipi disgustosi, e li congedò frettolosamente.

‘’Un attimo solo, re; per favore, concedici in pasto tutti quei contadini che ti hanno messo in testa quelle bugie. Loro ti odiano e ti han raccontato tutto ciò solo per farti desistere dai tuoi impegni. E noi abbiamo tanta fame’’, disse la voce disgustosa. Fermei aveva fretta, e non gliene importava più nulle dei cittadini bugiardi di Swaden. Tanto, di schiavi e prigionieri ne aveva fin troppi.

‘’Sì, certo, prendetene quanti ne volete e sfamatevi. Andate pure’’, concluse il re. Sapeva di aver consegnato altri umani a quegli esseri immondi, ma non poteva fare altrimenti, sennò quelli avrebbero iniziato a uccidere anche i suoi soldati. Ma ora non voleva pensarci più.

Tirò un sospiro di sollievo. Ora che sapeva che i suoi piani di conquista non sembravano in imminente pericolo, poteva crogiolarsi nei suoi pensieri. Basta tristezza, avrebbe passato quell’intera giornata a pensare alla sua bellissima schiava, Ilse. Era magnifica e lui l’amava, ma non appariva ricambiato. Ora che le azioni militari erano momentaneamente ferme, ne avrebbe approfittato per imparare meglio la lingua dell’impero e per fare doni alla ragazza.

 Aveva deciso così, e così fu.

 

 

Ilse era una schiava particolare.

Molto particolare.

Infatti, da quando era stata salvata dal Gran Re, non faceva altro che ricevere doni da lui. Ora lei non viveva più mischiata con gli altri schiavi, ma viveva in una lussuosa tenda ai margini dell’accampamento, ed aveva tre guardie a sorvegliarla e ad assecondare ogni suo desiderio.

Ilse non era una stupida; aveva ben compreso che il Gran Re si era preso una cotta per lei. E  lei aveva paura. In certi momenti pensava che quello era il suo riscatto, e che il destino gli stava dando un opportunità grandiosa per avere un futuro migliore.

D’altra parte, non aveva ben chiara l’idea di chi fosse quel re, e se fosse come tutti gli altri, che usavano le ragazze belle come lei a loro piacimento e poi le gettavano come oggetti usati, quando riuscivano a trovarne altre. Per questi motivi Ilse era titubante.

Ma ora aveva preso una decisione; sarebbe stata al gioco, e si sarebbe offerta ella stessa al re, nel qual caso ce ne fosse stata l’occasione. Era la sua grande opportunità e non doveva sprecarla.

Intanto che pensava, si pettinava. Poi si intrecciò i suoi bei capelli, che ora erano lisci e puliti come un tempo, grazie alle benevolenze del re. Poi, improvvisamente, un uomo entrò nella tenda.

 Ilse si girò bruscamente; le guardie di solito chiedevano il permesso prima di entrare. Nella penombra vide una bella figura lievemente scura, e non troppo alta. Era Fermei, il Gran Re. Il suo cuore ebbe un sussulto, come ne aveva quando, in passato, vedeva Tim di fronte all’ingresso di casa sua, per chiedere di vederla.

Ma ora era tutto diverso; Tim non era nessuno, e probabilmente, anzi, sicuramente, era già morto, mentre colui che aveva di fronte in quel momento era uno dei più grandi re della storia, e un grande combattente. Capì che lo amava follemente. Anche se era un po’ un amore condizionato, lei lo amava, punto.

‘’Mio signore’’, disse Ilse, facendosi coraggio ed alzandosi in piedi.

‘’Tranquilla Ilse; ti vedo turbata. Ti ho forse spaventato?’’, chiese in tono benevolo il re.

‘’Certo che no, mio signore, lei qui è padrone di tutto e può venire quando vuole’’, concluse Ilse, anche per elogiarlo.

 ‘’Per tutto il pomeriggio non ho fatto altro che pensare a te’’, disse Fermei, fissandola, e Ilse non poté non notare come la fissava. Anche lui la amava.

‘’Spero di essere tenuta in buona considerazione da lei, mio re. Ma come mai il signore questa sera ha deciso di far visita ad un umile schiava, quale io sono?’’, disse Ilse.

‘’Oh, tu non sei solo un umile schiava. Vedo bene che hai i tratti di una nobile, poi hai un portamento perfetto. Sono venuto qui di nascosto, l’intera corte pensa che io mi sia ritirato per riposare. Invece eccomi qui, solo per te’’, disse il re. Poi non fece altri preamboli.’’Ilse, io ti amo. Non ho mai visto una ragazza più bella di te, ed ho viaggiato per quasi tutto il mondo conosciuto. Ti amo e basta. Raccontami un po’ di te, e della tua vita’’.

 Ilse si risedette, e incominciò dall’inizio. la sua famiglia e la sua brutta fine, poi la povertà, la ricerca di un lavoro, il periodo di servitù.. e poi il suo destino da schiava. Erano passate molte ore, e il re l’aveva ascoltata interessato, senza mai interromperla, e lei gli aveva sussurrato la sua storia molto piano, in modo che nessuna guardia potesse sentirla.

Aveva concluso il suo racconto.

Allora Fermei iniziò il suo, e raccontò della sua vita difficile al dì la del deserto. Quando concluse, era notte fonda. I due erano vicinissimi, illuminati da una candela. Ci fu qualche attimo di imbarazzato silenzio, interrotto poi dal re.

‘’Io ti amo veramente, Ilse. Ora che poi so la tua storia, e che sei di origine nobile, mi son reso conto che potrei addirittura sposarti. Sì, una volta che avrò conquistato Fortwar ti sposerò, e sarai l’imperatrice. Ti piace come idea?’’, chiese il re, sorridendo.

‘’Certo, signore’’, disse Ilse.

‘’Ti prego, non chiamarmi più signore in privato; ora qui per te sono solo Fermei, e dammi del tu’’, disse il re.

 Poi successe l’imprevedibile. Fermei prese una mano di Ilse tra le sue, in segno di profondo rispetto ed amore, poi la baciò. Fu un lungo bacio pieno di passione. Ben presto fu ben chiaro che il re avrebbe passato le ultime ore di buio lì con lei, e si sentì lusingata. Allungò un braccio, spense la candela e si abbandonò tra le robuste braccia del Gran Re.

 

 

Era notte fonda, ed i nove demoni avevano appena finito di nutrirsi. Quel giorno si erano sfamati a dovere. Si sentivano finalmente sazi, anche se per poco tempo.

 Sapevano per certo che quello stupido re ora si trovava nella tenda della schiava, ne percepivano l’essenza. Era orribile stare alle dipendenze di un umano come quello.

Quello che sarebbe dovuto diventare, entro breve, il più grande imperatore della storia umana, si stava mostrando ai loro occhi come un essere indegno. Tutto il giorno pensava all’amore, a quella schiava, e in fondo non odiava i nemici.

Secondo i demoni, i soldati erano più degni di rispetto del loro re, poiché combattevano e commettevano qualche atrocità, mentre quello stupido amoreggiava solo. Fortunatamente, ben presto i demoni sarebbero stati liberi di agire. Dentro di loro c’era spazio solo per il male e per la sofferenza, e avrebbero voluto eliminare fin da subito quel re, ma per ora serviva ancora. Tra non molto si sarebbero presi la loro rivincita, e questo pensiero li aiutava a sopportare Fermei.

Sì, in fondo quel re era l’ultimo dei loro problemi, era come una bambola di pezza in mano a dei bambini. Ciò che aveva lievemente scosso i demoni era la storia della profezia. Avevano strappato le anime  e le vita dei cittadini di Swaden, per vedere se risultava vera o no, e lo era. A quanto pare, il ragazzo che svolgeva il compito di salvare Fortwar, era scomparso dalla città.

I demoni improvvisamente avevano capito tutto; il ragazzo era andato a cercare l’appoggio delle creature magiche. Ovviamente i demoni non avevano paura di loro, poiché le avevano già sconfitte più volte , ma dovevano ricordare che l’ultima volta che si erano riunite tutte sotto lo scettro del Grande Drago i demoni erano stati sconfitti e rintanati per secoli nella caverna dei monti Akras. Dovevano quindi stare molto attenti.

Ovviamente, i demoni non avevano idea di dove si fossero nascoste le creature magiche. E, naturalmente, potevano succedere imprevisti al ragazzo, che comunque difficilmente sarebbe riuscito a convincere il Grande Drago a intervenire nei conflitti umani. Non dovevano dire assolutamente nulla a Fermei, sennò si sarebbe preoccupato ed avrebbe messo a repentaglio l’invasione, che tra l’altro in quel momento gli interessava solo marginalmente.

 Ma ora basta pensare; la notte era giunta al suo apice, ed era il momento di scatenarsi. Come passatempo, i demoni si divertivano a provocare orribili incubi ai soldati, e se ne compiacevano, poiché i guerrieri si terrorizzavano, e il terrore e la paura erano cose molto gradite a loro. Bene, li aspettava un'altra breve notte per sfogarsi nelle menti dei soldati, giusto per intrattenersi un po’ e passare meglio il tempo. Il loro momento di gloria si avvicinava a grandi passi.

 

 

 

 

 

Il mattino seguente, una figura tutta infagottata uscì di buon ora dalla tenda di Ilse. Le tre sentinelle sussultarono, poi si misero sull’attenti. Quella figura che se ne andava a passi svelti era sicuramente il Gran Re.

I tre si guardarono, e sorrisero.

Ben presto, nell’accampamento, i soldati avrebbero sparlato dietro al loro re per la sua debolezza, e il fatto sarebbe stato sulla bocca di tutti.

 

 

NOTA DELL’AUTORE.

Grazie per la lettura. Vorrei ringraziare pubblicamente Steph808 per aver supportato la mia storia, per aver letto attentamente ogni capitolo, per i suoi preziosi consigli ed anche per le recensioni. Grazie di tutto. Grazie anche a tutti gli altri lettori. Alla prossima.

 

   
 
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