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Autore: Zomi    27/09/2014    3 recensioni
Inizia tutto con un appuntamento disastroso.
Per Sanji.
Un calcio in faccia.
Per Sanji.
Un epistassi nasale.
Per Sanji.
Ma sarà un incontro che cambierà la sua vita per sempre... per Violet.
*Fan Fiction partecipante al SaViolet’s Day*
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanji, Un po' tutti, Violet
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2: Dragoncello
 

Spiluccava con lentezza i piccoli spicchi di patate saporite, leccandosi i polpastrelli mentre lo fissava armeggiare con agilità ed eleganza dietro il bancone divisorio tra sala e cucina.
Sanji correva senza fatica tra i colleghi e i vari fuochi accesi, volteggiando con le pentole sui palmi delle mani e martellando, quasi fossero i pulsanti di una tastiera, i coltelli sul paniere, affettando ad opera d’arte le verdure, che poi rosolava in ampie padelle, che cozzavano ritmicamente sui fornelli.
Violet leccò, con la punta della lingua, l’indice e l’anulare della mano sinistra, tamburellando le dita dell’arto opposto sul bancone, accanto al piatto vuoto.
Non voleva interromperlo.
Era così bello vederlo cucinare.
Sembrava che da un momento all’altro potesse scottarsi, o tranciarsi un dito della mano, per la velocità con cui lavorava e preparava i piatti, ma in realtà aveva la totale padronanza delle padelle e dei coltelli che usava, facendo risultare ridicola l’affermazione “io non so cucinare”.
La mora storse le labbra, posando il viso sul palmo della mano pulita dalla salsa delle patate arrosto.
Lei non sapeva cucinare.
Al massimo affettare un pomodoro, ma da quando aveva visto Sanji tagliuzzarne uno, in modo perfetto, tagliando ogni singolo spicchio con lo stesso spessore e senza mai spezzarne uno soltanto, le sembrava vergognoso il modo in cui lei assassinava quelle povere verdurine.
Per fortuna, i suoi pasti ora li consumava rigorosamente al Baratie, il ristorante del su detto cuoco e del suo “vecchio”, come il biondo additava il padre.
Per fortuna.
Perché non avrebbe potuto sopravvivere un giorno in più, senza cibarsi dei manicaretti dell’amico.
Abbassò lo sguardo al suo piatto ormai vuoto, e lindo da ogni traccia di patate e salsa.
Kami, quelle non erano delle semplici patate arrosto: erano pezzi di luna conditi con le stelle.
Passò un polpastrello sul piatto, scricchiolando la pelle lievemente olivastra sulla ceramica, raccogliendo un baffo di salsa, che subito si portò alle labbra, gustandola.
Socchiuse gli occhi, mugugnando lievemente tra i crepitii della cucina in piena ebollizione per l’ora di pranzo.
Divino.
Come poteva tornare ai pasti frettolosi e sudici dei fast food, o dei take away, dopo aver assaggiato quella bontà?!?
-Ti annoi?-
Riaprì gli occhi dorati, sobbalzando nel ritrovarsi Sanji, sorridente e con la cicca accesa penzoloni sulle labbra, a pochi centimetri dal suo viso.
-Allora?- picchiettò la sigaretta sul posa cenere del bancone, non distogliendole gli occhi di dosso.
Violet abbozzò un sorriso, arrossendo sulle gote.
L’aveva visto fare la scarpetta con il dito?
Oh Dei che vergogna.
-Lo so- sospirò dispiaciuto il biondo, grattandosi la nuca –Ancora una mezz’oretta e poi possiamo andare al cinema… o al parco- sorrise, allargando le braccia verso l’amica.
-Ti va?-
La mora arricciò le labbra, trattenendo una risata, prima di posare i gomiti sul bancone e portare, quasi a sfiorarsi tra di loro, la fronte verso il volto di Sanji.
-No non mi annoio- sorrise, dondolando con le gambe contro la sedia –Anzi: è bello vederti cucinare-
Sanji sorrise leggermente, trattenendosi dal roteare di gioia.
Le piaceva?
Le piaceva vederlo cucinare?
Un leggero rivolo di sangue scivolò giù da una sua narice, arrivando a colorargli di cremisi i baffi dorati.
-I-io…-
-Oh andiamo Sanji- ridacchiò Violet –Avevi promesso che non avresti più sanguinato a un mio complimento- si sporse sul bancone, allungando il braccio a pizzicare il naso del cuoco –Lo avevi promesso vero?-
Strattonò le narici dell’amico, lievemente severa.
-Non avevi detto che, dato che siamo amici, non mi avresti visto come una donna da corteggiare, e non avresti avuto queste reazioni? Eh?-
Sanji boccheggiò, cercando di sostenere lo sguardo divertito e severo della mora, incapace di risponderle.
Che doveva dirle?
Che si, era un’amica, ma diamine con quelle sue curve e quel suo bel sorriso, gli era impossibile trattenere del tutto quel demone casanova che lo impossessava?
Sbatté le palpebre un paio di volte, sentendo l’emorragia nasale fermarsi per la pressione delle dita di Violet.
Roteò lo sguardo su di lei, fissandola ridacchiare, posando lo sguardo, dopo una rapida visione della scollatura della sua maglia gialla e sul prosperoso seno, al piatto vuoto e brillante che luccicava sul bancone.
-Ehi- sorrise, sottraendosi con gentilezza alla presa della mora –Hai mangiato tutte le patate arrosto-
Violet arrossì, sobbalzando nuovamente e fissando, in imbarazzo, il suo piatto lucidare vuoto e lindo.
-B-bhe io… io… e-erano buone- tornò altezzosa e sicura, sollevando al cielo il mento.
-Si?- rise Sanji, aspirando una boccata di tabacco –E hai capito l’ingrediente segreto?-
La mora sbatté sorpresa le palpebre.
-Ingrediente segreto?-
-Si- prese il patto, posandolo in un lavandino lì vicino –L’aroma che rende più dolci e dal retrogusto amarognolo le patate-
Si posò con i gomiti al bancone, arrivando a soffiare il tabacco sotto le narici della donna.
-Sai che spezia ho usato?-
Violet storse le labbra, concentrandosi.
Una spezia.
Una spezia che rendeva le pietanze più dolci, ma lasciava una retrogusto amarognolo sul palato quando il boccone scendeva in gola.
-Non saprei- continuò a riflettere sfiorando con le braccia, piegate sotto i seni, i gomiti tesi del cuoco –Origano? Coriandolo? Pepe?-
Sanji sorrise, spegnendo la sigaretta sul posa cenere e donando alla giovane mora un nuovo piatto, fumante e stracolmo di patate calde.
Si sporse verso di lei, arrivando ad accarezzarle le guance con il ciuffo lungo e scomposto, facendola arrossire d’imbarazzo come al loro primo incontro.
-Dragoncello- sussurrò piano, a un soffio dalle sue labbra –Ma non dirlo a nessuno: è un segreto-
Violet rimase in silenzio, fissandolo tornare dietro i fornelli a padellare e roteare con maestria tra gli acuminati e pericolosi coltelli.
Il dragoncello.
Un segreto, e lo aveva detto solo a lei.
Lo osservò riprendere a lavorare, lontano e non più solo per lei.
Una punta amara le impastò il palato.
-Sei sicuro?- urlò in direzione del biondo, ma era troppo lontano per poterla sentire.
Era troppo lontano per capire che la dolcezza di quel breve attimo di chiacchiere, era diventato amaro tutt’un tratto in bocca a Violet.
Come il dragoncello sulle patate.
Ma quello era un segreto.
Entrambi erano un segreto.
   
 
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