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Autore: Eylis    06/10/2008    1 recensioni
L’aveva osservata tutta la sera, senza che lei se ne accorgesse. Ad un primo sguardo sembrava come al solito, ma ormai la conosceva, quando si dimostrava così allegra senza un vero motivo stava nascondendo una sua preoccupazione. Non disse nulla, non era ancora il momento. Quando fu tardi e Valeria doveva prepararsi per andare a casa la fermò.
“Aspetta, ti porto a casa io questa sera, non scappare. Vieni qui…”
Valeria la guardò interrogativamente, ma lasciò che Giulia la attirasse a sé e la facesse sedere sulle sue gambe, sul divano.
“Tu sei il mio piccolo tesoro, lo sai? Voglio che tu sappia che qualsiasi preoccupazione tu possa avere ne puoi parlare con me, quando vuoi, e vedremo di risolverla assieme.” La baciò sulla fronte, cullandola come una bambina. Le fece appoggiare il capo sul suo petto e le sussurrò all’orecchio. “Anch’io ti voglio bene, ricordatelo sempre.”
[...]

Paola, Valeria, Siria, Giulia, Giada. Le vite di cinque ragazze si intrecciano in modo indissolubile per dare vita a delle storie dolci, romantiche, dolorose e divertenti. È una storia che ho iniziato tempo fa, pubblicarla dovrebbe servirmi da stimolo per continuarla... Dato che non è a capitoli ne pubblico un pezzo alla volta interrompendola dove più mi sembra approppriato!
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vite - Parte Nona

Primavera

Giulia
“Come sarebbe che non sono affari miei? Arrivi qui come una furia, mi scaraventi addosso una valanga di rabbia e quando cerco di capire cosa c’è che non va mi dici che non sono affari miei? Spiegati Vale, altrimenti come faccio ad aiutarti?”
“E chi ti dice che io voglia il tuo aiuto?!”
“Spiegami altrimenti perché saresti venuta qui, senza preavviso, tu che mi chiami sempre per assicurarti che ci sono e che puoi venire…”
“Forse ho deciso di iniziare ad ascoltarti ed a comportarmi come se fossi a casa mia, entrando quando mi pare e piace, non è forse questo quello che volevi?”
“Sai bene che puoi venire quando vuoi, ma non ti permetto di trattarmi in questo modo!” Si alzò di scatto e bloccò Valeria contro la parete, stupendola per quel gesto di forza.
“Lasciami!!”
Giulia scosse il capo in segno di diniego, ed a rafforzare quel gesto andò a prenderle i polsi stringendoli fermamente, cosciente di farle del male, mentre con le gambe le impediva di allontanarsi dalla parete.
“No, non ti lascio, non fino a che sei in questo stato. Guardami, Vale!”
Valeria non poté sfuggire a quell’ordine perentorio. Giulia rimaneva apparentemente calma, ma c’era una grande forza dietro questa tranquillità.
“Ora ti calmi, ti siedi sul divano e mi spieghi cosa sta succedendo. Siamo in chiaro?” Ebbe un leggero cenno del capo in risposta. Allora si scostò senza lasciare la presa su di un polso e la condusse al divano facendola sedere. Era finalmente arrivato il momento di tirar fuori ogni pensiero inespresso, di chiarire cosa negli ultimi quattro mesi si era lentamente infiltrato nel loro rapporto.

Valeria
Come poteva spiegarle? Come poteva dirle ciò che provava, quando nemmeno lei capiva cosa stava succedendo? Come poteva ferire in quel modo la persona che amava? Vide che Giulia ancora aspettava. Si massaggiò lievemente i polsi ora liberi, osservando distaccata i segni rossi che vi erano rimasti. Giulia aveva stretto forte, forse questo più che le sue parole l’avevano ricondotta alla ragione. Si sentì prendere nuovamente per mano, ebbe l’impulso di ritrarsi. Poi lasciò vincere il proprio egoismo e si lasciò carezzare lievemente, perché quel contatto aveva il potere di calmarla.

Poche ore prima era distante da lì, era in un’altra casa. Poche ore prima aveva rischiato di rovinare ogni cosa. Mentre aspettava il bicchiere di the freddo promesso aveva visto delle foto in un cassetto lasciato aperto, le aveva guardate. Si era vista sorridente, abbracciata alla proprietaria delle foto. Aveva ricordato momenti che aveva dimenticato. Aveva richiamato sensazioni che erano state messe da parte. Poi la sua ospite era tornata, si era avvicinata a lei inconsapevole. Un profumo. Immediato, non le aveva lasciato via di scampo. Un mondo passato era tornato presente, in un attimo di lucida follia. D’improvviso l’aveva abbracciata e, se non si fosse fermata all’ultimo momento nel vedere quegli occhi istintivamente spaventati, l’avrebbe baciata.

Era corsa via, senza una parola di spiegazione, e si era ritrovata davanti alla porta dell’appartamento di Giulia senza nemmeno ricordare come aveva fatto ad arrivarci. Appena entrata aveva sfogato quei sentimenti così assurdi sulla sua ragazza, gettando ogni cosa a terra ed inveendo contro di lei fino a che Giulia le aveva chiesto spiegazioni. Ora, dopo che lei l’aveva costretta a sedersi, iniziò finalmente a piangere.
“Aiutami…” Si sentì stringere in un abbraccio.
“Piccola mia, ti aiuterei più che volentieri, ma prima devo capire che ti sta succedendo!”
Era così facile, era una sola parola. Lei avrebbe capito. Ma impiegò molto tempo prima di racimolare il coraggio per pronunciarla.
“Paola.”

Siria
Entrò nella camera di Paola e si accorse subito che qualcosa non andava. Lei era seduta sul letto, ed impiegò qualche secondo prima di rendersi conto della sua presenza, alzare il capo e salutarla con un triste sorriso. Corse da lei.
“Cos’è successo?”
“Prima è venuta Valeria…”
“Lo so, mi avevi detto che vi sareste viste oggi.”
“Ha tentato di baciarmi.”
Silenzio. Tanti pensieri le attraversavano la mente, così veloci che non aveva neppure il tempo di afferrarli. E forse era meglio così. Poi, timidamente, prese una mano di Paola fra le sue.
“È ancora innamorata di te?” chiese piano, sbirciando fra le ciglia di Paola per intravedere il colore dei suoi occhi socchiusi. Paola scosse il capo.
“Non lo so, non so perché l’ha fatto… È capitato all’improvviso, non me l’aspettavo, ed è subito corsa via senza una parola…” Un sussulto scosse il suo corpo. Siria le carezzò i capelli, e non parlò a lungo. Pensava, pensava a tutto ciò che sapeva della loro storia, a Paola, a Valeria.
“Credo che dovresti parlarle, per capire cos’è successo, non puoi lasciare le cose in sospeso…” Mentre pronunciava queste parole ebbe paura, paura che qualunque cosa fosse successa potesse cambiare Paola, o addirittura portargliela via. La abbracciò forte, sentendo un nodo alla gola. Ma poi si riscosse. Prese il telefono, glielo porse. Paola compose il numero.
“Sì, sono Paola. Cercavo Valeria… Non è ancora tornata? Allora richiamerò più tardi, la ringrazio… Arrivederci.”
“Da quanto tempo è partita da qui?”
“Da un paio d’ore…”
“E se fosse andata da Giulia?”
Paola rifletté, poi annuì. Per come conosceva Valeria era possibile, Siria aveva probabilmente ragione.
“Richiamala domani, vedrai che la troverai e chiarirete ogni cosa!”
Nuovamente, Paola annuì, trovando sensata la proposta. Poi mormorò qualcosa a Siria.
“Scusami…”
“Ehi, non hai niente di cui scusarti… Vieni, stringimi un po’, ho bisogno di coccole…” Paola l’accontentò e Siria ne approfittò per immergere il naso nei suoi capelli scuri. Le sussurrò all’orecchio. “Non preoccuparti, presto sarà tutto a posto. Ti voglio bene!”

  
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