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Autore: Sam_gnammy_    28/09/2014    0 recensioni
Mia è una ragazza di sedici anni, stanca del suo carattere, dei suoi compagni di classe e della sua vita piena di delusioni e sofferenze, tra cui la morte del padre, approfitta del trasferimento della madre per cambiare vita e farà amicizia con il ragazzo che presto diventerà il suo migliore amico... non sa però che non molto lontano da lei esiste un posto meraviglioso, tanto, troppo tranquillo. Una semplice pietra, così piccola da poterla racchiudere in una mano, che raffigura una serpe, disegnata così bene nei particolari… potrà svelare quello che nessuno mai era riuscito a raggiungere...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Vado?>> mi dice intravedendo la faccia di Austin nel corridoio
<< Aspetta!>> faccio io << Cosa ti ho detto? Non puoi mica dirglielo così, di punto in bianco, davanti a tutti… e poi non lo conosci nemmeno… fidati di me, facciamo come ho detto, una sera venite a casa mia tutti e due e tu glielo dici, tanto mamma non c’è e lì può urlare quanto vuole>>
<< D’accordo, ma quanto ci vuole? Dobbiamo fare questa cosa il più presto possibile…>> risponde lei impaziente mordendosi le unghie e guardandosi intorno
<< Devi dargli prima il tempo di conoscerti meglio, altrimenti non ci mette niente ad uscire dalla porta pensando che sei pazza. Se vogliamo fare le cose per bene dobbiamo agire con cautela…>>
<< Va bene >> risponde seccata, prende il libro dall’armadietto e va in classe e, mentre la seguo con lo sguardo mi appare davanti all’improvviso.
<< Devi aiutarmi con filosofia>>
<< Buongiorno anche a te!>> rispondo di rimando mentre prendo un libro dall’armadietto
<< Ti prego è urgente, domani ho una prova!>> colgo il suo sguardo supplicante e mi accorgo che prima d’ora non mi ha mai chiesto aiuto, poi penso che forse è l’occasione giusta per dirglielo
<< Alle cinque e mezza a casa mia, ci sarà anche Celine. Non tardare>> dico velocemente con sguardo assente, faccio per andare in classe e Austin mi blocca per un braccio
<< No, aspetta, io l’ho chiesto a te, perché ci deve essere anche quell’altra?>> lo guardo negli occhi ma distolgo subito lo sguardo per non farmi ipnotizzare
<< Ehm… viene a pranzo da me>> invento la scusa del momento
<< Beh, non puoi rimandare? Domani ho un test importante!>> sento la sua voce irritarsi ancora di più, poi raddrizza le spalle e mi osserva attentamente
<< Cos’hai?>>
<< Cosa?>> incrocio nuovamente il suo sguardo e mi accorgo che non lo stavo ascoltando
<< Niente, non ho niente>>
<< No, non è vero, perché non mi ascolti? Domani ho un test import…>>
<< BASTA! HO CAPITO!>> urlo io prima di rendermi conto di aver esagerato
<< Va bene, pensa pure solo a te stessa, mi farò aiutare da qualcun altro, grazie tante>> volta le spalle e si avvia verso l’aula. Qualche secondo dopo il mio cervello ritorna a funzionare correttamente. Sono stata un’egoista, non l’ho voluto aiutarlo e fin dall’inizio il mio scopo è stato quello di dirgli… beh… qualcosa che non so neanche io se è la verità. Come mi sento adesso? Male, terribilmente male. E la cosa peggiore di aver litigato con il mio solo ed unico amico è che adesso non so proprio come dirgli di “quella cosa”… ecco, ecco che ritorno a pensare di nuovo a me stessa, devo rimediare a tutto, subito. Appena suona l’ultima campanella mi precipito fuori dalla scuola e col cuore in gola cerco di trovare con lo sguardo il giubbotto verde scuro di Austin e i suoi capelli arruffati tra i molti ragazzi che in questo momento stanno uscendo dalla porta principale, mi guardo intorno, non lo vedo da nessuna parte, aspetto che tutti se ne vanno ma continuo a non vederlo. Mi rassegno e torno a casa, lo capisco se mi sta evitando, magari non si è fatto vedere di proposito. Mi accorgo di pensare a lui per parecchio tempo, così decido di farla finita. Prendo il cappotto, infilo i guanti e il cappello e, prima di chiudere la porta apro l’ombrello e mi avvio verso casa sua. Mi ritrovo bagnata fradicia davanti la porta di casa sua così suono il campanello. Ad aprirmi è una donna di mezz’età, capelli corti con dei boccoli grandi biondo platino che le scendono lungo il viso.
<< Salve, sono Mia Evans>> accenno un sorriso
<< Mia! Austin mi ha parlato tanto di te! O santo cielo, come sei fradicia! Vieni, entra in casa cara, dammi il cappotto, ti preparo un thè?>> mi accoglie calorosamente, molto, troppo calorosamente
<< No, grazie signora Thompson, volevo solo parlare con suo figlio>>
<< Oh, santi numi, chiamami pure Arline! Austin è di sopra, vieni, ti porto da lui>>
La seguo e mi trovo davanti la porta della sua stanza bianca e con un adesivo a forma di “A” attaccato su di essa, sua madre scende ed io busso. << Si mamma, ho capito, dopo porto fuori la spazzatura, adesso sto studiando!>> grida lui dall’altra parte della porta, io entro, lui alza lo sguardo e a quel punto rimane a fissarmi sdraiato sul letto con la faccia sul cuscino, l’iPod in mano e le cuffie nell’orecchio.
<< Non mi sembra che tu stia studiando>> sì, lo so, non è così che devo iniziare a scusarmi, ma d’altronde noi ci stuzzichiamo sempre… ohh ma perché non chiudo mai quella bocca?
<< E tu che ci fai qui?>>
<< Non ti serviva una mano con filosofia?>>
 << Mmh..>> smette di fissarmi e guarda un punto fisso sul pavimento, allora io chiudo la porta, mi inginocchio sul pavimento e poggio la testa sul letto a due centimetri dalla sua, mi viene una sensazione strana nello stomaco ma cerco di non farci troppo caso.
<< Scusa… mi dispiace, è vero, penso solo a me stessa, il fatto è che in questi giorni ho avuto… beh, altro per la mente…>>
<< Tipo cosa?>>
<< Ti prometto che te ne parlerò, ora mi perdoni?>> supplico facendo il broncio, lui sorride a pochi centimetri dalla mia faccia e fa cenno di si con la testa, mi fissa negli occhi, ho la sensazione che stia per succedere qualcosa ma evidentemente mi sbaglio perché lui improvvisamente si ricorda, nel momento più sbagliato di tutti, che domani ha una prova di filosofia e che deve studiare, si alza e io faccio lo stesso. Studiamo tutto il pomeriggio e alla fine io torno a casa esausta dopo i mille ringraziamenti di Austin dicendo che senza di me non ce l’avrebbe mai fatta e mi addormento con un suo “Buonanotte, a domani”. La prima cosa che faccio la mattina seguente è guardare il cellulare, dieci messaggi non letti, li apro sorridente sperando siano di Austin ma la felicità mi sparisce non appena vedo di che messaggi si trattino.
<< Dobbiamo farlo oggi, non si può aspettare.>>
<< Mia, il tuo destino dipende da questo e più tardi aspettiamo, più le cose si fanno complicate>>
<< Ho cattive notizie da Exabia >>
Cosa? Exabia? E cosa sarebbe? Che lingua parla? Forse la sua…
<< Dobbiamo parlare, adesso.>>
E altri messaggi di questo tipo, così mi preparo velocemente e corro verso scuola anche se è ancora molto presto. Arrivo a scuola e la vedo sola seduta su una panchina ad aspettarmi, come se sapesse che sarei arrivata da un momento all’altro. Mi viene incontro preoccupata.
<< MIA! Devi venire con me, adesso, i Doscar mi hanno informata che sta per esserci una guerra tra i quattro mondi, una guerra che non vedevamo da anni, la regina del regno del fuoco ha insultato quella del regno dell’aria ed ora tutta Exabia è in pericolo, un enorme pericolo!>>
<< Ah, e quindi “Exa…cosa” è il nome del vostro mondo presumo>>
<< Si, Exabia, ora, devi prendere la chiave, dobbiamo andare nel mio mondo, salvarlo >>
<< Come so che stai dicendo la verità? Come so che questa non è una trappola per farvi ridare questa stupida chiave e dopo di che non ti rivedrò mai più?>>
<< Perché? Per te non sarebbe meglio non avermi più fra i piedi? Cosa ti costa ridarmi la chiave? La tua vita ritornerà alla normalità e basta >>
<< Allora ho ragione! Mi stai imbrogliando, vuoi solo quella chiave e non ti importa nient’altro!>>
<< Cosa dovrebbe importarmi? Il mio regno si sta distruggendo ed io non posso stare qui troppo a lungo, hanno bisogno di me!>>
<< Manterrai il nostro accordo?>>
<< Non c’è tempo per dirglielo, devi venire con me ora e se vuoi puoi anche portare il tuo amichetto con noi, basta che ci sbrighiamo, sappi che c’è una cosa che non ti ho detto, in realtà ci sono troppe cose che non ti ho detto ma un giorno solo è poco per dirti tutto, la cosa più importante che devi sapere è che molti anni fa Exabia viveva nella pace e nella tranquillità, un posto meraviglioso in cui tutti avrebbero voluto vivere, il regno aveva appena vinto una guerra contro Casyro, il regno opposto ad Exabia, e dico opposto proprio per una ragione: Casyro era triste, buia e malridotta, proprio come i suoi cittadini, divisa in quattro parti governati da quattro re, mariti delle regine del regno di Exabia che avevano i loro stessi poteri e di conseguenza sia i re che i cittadini di ognuna di queste parti avevano uno dei poteri dei quattro elementi (acqua, fuoco, aria e terra), anche se non felicemente, i due regni vivevano in pace per assicurare la felicità di ogni persona, ma i cittadini del regno di Casyro non vivevano in buone condizioni, così approfittando di ciò, i re del regno progettarono segretamente di invadere Exabia e per poco ci riuscirono se non fu per una spia, una bambina, la figlia del re dell’ acqua che all’epoca non sapeva ciò che aveva fatto, ma spifferò tutto alla madre, regina dell’acqua del regno di Exabia, che si preparò insieme alle altre per la battaglia che vinsero gloriosamente. Non si seppe più nulla del regno di Casyro, nessuno sa se i re sono ancora vivi perché alla fine abbandonarono la battaglia e lasciarono combattere i loro cittadini, ma, prima di scomparire del tutto, il re dell’acqua uccise sua figlia che l’aveva tradita e questo è tutto. Da quel giorno in avanti però, forse per una maledizione gettata dai re, le regine dei quattro regni non andarono più d’accordo e iniziarono sempre di più a distaccarsi fra di loro, e così fecero anche i loro cittadini.>>
<< Quindi, per quanto ne sappiamo i re possono essere ancora vivi?>>
<< Esatto, forse sono loro, anche se indirettamente, la causa della guerra che sta per scoppiare, ma gira voce che la bambina traditrice sia ancora viva, che il padre non sia riuscita ad ucciderla ed ora non si sa dove sia questa bambina, ormai diventata sicuramente ragazza, sempre se sia sopravvissuta, ma ripeto, sono solo voci…>>
<< Capisco…>>
<< So che tutto questo non ti sembrerà ancora reale, ma credimi se ti dico che lo è…>>
<< Si, ti credo>>
<< Bene, ora ti chiedo di mostrarmi dove hai la chiave così potrò tornare nel mio mondo e tu e Austin verrete con me >>
<< Ehm… si, certo… andiamo a casa.>>
  
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