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Autore: Nana_Hale    29/09/2014    1 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Salute e Benessere
 
"Buongiorno, Sam!"
Dean scese dalle scale della cucina con un gran sorriso sul volto. I ragazzi ancora dormivano mentre lui si era svegliato presto, stranamente, si era fatto una bella doccia ed era già vestito e pronto per affrontare la giornata.
"Buongiorno, Dean, c'è qui la signorina Lalla per te."
Solo quando Sam gliela indicò, il biondo si accorse della donna seduta al tavolo della cucina con le mani fra i capelli che, appena lo vide arrivare, si alzò di scatto andandogli incontro.
"Dean! E' terribile..."
Disse prendendogli le mani, gli occhi che parevano pieni di lacrime.
"Oh dio, cosa è successo, Baby? Cosa? E' morto qualcuno??"
"... Anna... la tua ex..."

Rispose Lalla con un filo di voce.
"Anna è morta?!"
Escalmò Dean prima che il suo tono cambiasse completamente diventando quasi gelido.
"Oh, beh sono cose che capitano."
"No, Dean! E' molto peggio!"

Lo rimproverò l'amica afferrandolo per le spalle sotto gli occhi attenti e curiosi di Sam.
Il biondo rimase immobile, con il respiro bloccato e gli occhi spalancati, ad attende la bomba che gli avrebbe ribaltato sottosopra la giornata.
"Anna si sposa!!!"
Uno squittio gli scappò dalla gola mentre il viso si piegava in una smorfia di stupore, dispiacere e rabbia.
Gettò le braccia al collo di Lalla, che per poco non scoppiò in un pianto lamentoso, e sollevando un pugno al cielo, imprecò ad alta voce.
"No! Oh, no!!! No!!! Perchè lei e non io!!!"


"Tenetevelo per voi, ma hanno detto che Anna si sposa..."
"COSA?!"
Charlie, Garth e Kevin erano seduti a fare colazione mentre Sam riferiva loro cosa era successo giusto pochi minuti prima nella cucina.
"Quella che gli ha spezzato il cuore?!"
Tutti e tre rimasero sconvolti da quella notizia e si guardarono stupiti, pensando a come potesse averla presa Dean.
"Esatto, lei."
"Smettila con i pettegolezzi, Sam!"

Castiel entrò in quel preciso momento con il giornale in mano e andò subito a sedersi al suo posto a capotavola; ma i ragazzi non smisero di fare domande.
"E chi si sposa?"
Chiese Charlie sporgendosi sul tavolo, la forchetta in pugno con ancora il boccone infilzato sopra.
"Michael."
A quel punto, fu Castiel a scattare quasi in piedi.
"COSA?! Quel poco di buono che ha tradito Dean portandogli via la donna?!"
Esclamò alzando la voce senza accorgersene e subito tutti quanti gli fecero segno di abbassare il volume per non farsi sentire.
"Esattamente. Ma tenetevelo per voi!"
Sam si voltò per tornare a servire il caffè a Castiel, rimasto a riflettere sulla notizia.
"E' terribile... avrà distrutto Dean la notizia...oh, zitti! Arriva! Non una parola!"
"Buongiorno a tutti! E' una giornata bellissima!"
Dean entrò dalla porta fresco come una rosa: un aspetto addirittura più radioso del solito e uno strano brio dello sguardo.
Si sedette al suo posto e fece cenno a Sam di fare un caffè anche per lui prima che sparisse verso la cucina.
Castiel lo guardò con uno sguardo comprensivo e dolce, chinandosi verso di lui col busto.
"Guardi, Dean, che lo sappiamo ciò che sta passando. Non le fa bene tenersi tutto dentro!"
"Cosa? Anna? Oh, no non preoccupatevi, io sto bene!"

Rispose prontamente afferrando al volo un salutare frutto dalla cesta in mezzo alla tavola. A quel gesto, tutti lo fissarono in silenzio.
"Avanti! Mi conoscete bene oramai! Quando mi arrabbio di solito cosa faccio sempre?"
Immediatamente, tutti i presenti partirono a parlare quasi contemporaneamente.
"Ribalti una sedia!"
Disse Kevin.
"Ascolti i Led Zeppelin sotto la doccia!"
Continuò Charlie.
"Riguardi 'The Notebook'!"
 Esclamò Garth.
"Si incolpa di tutto e si strafoga di Apple Pie."
Concluse Castiel con un mezzo sorriso sulla faccia.
"Ecco, visto? Non sono arrabbiato! Non ho fatto niente che fosse fuori dal normale!"
In quell'istante, Sam rientrò dalla porta con sotto al braccio una grossa scatola di cartone imballata.
"Chi ha ordinato i pesi da palestra?"
"Oh! Io! Fammi vedere se vanno bene!"

Sam posò il pacco a terra, accanto al biondo, sotto agli occhi stupiti di tutti i presenti.
Dean lo aprì senza fare una piega e ne estrasse i due piccoli bilanceri contenuti all'interno.
"Perfetti! Ora devo solo trovare i pesi per le caviglie da abbinarci!"
Esclamò soddisfatto mentre Kevin, seduto al suo fianco, gli si avvicinò col viso per sussurrargli all'orecchio.
"Dean, guarda che se sei depresso, comprare tanto per comprare non ti aiuta!"
Disse poggiandogli una mano sul braccio con cui aveva iniziato a sollevare uno dei bilanceri su e giù.
"Oh, kevin, lo so bene!"
Gli rispose fermandosi e guardando il ragazzino negli occhi.
"Ti compro un regalo."
Un grosso sorriso apparve sulla faccia di Kevin mentre tutti gli altri lo fissarono con sguardo giudice.
"A lui non lo aiuta ma a me si!"


"Ok, abbiamo comprato: la cyclette, le barrette dietetiche, il tapis roulant. Che altre cose utili ci mancano?"
Dean continuava a camminare lungo la strada mentre parlava, le braccia piene di borse stracolme di roba. Kevin lo seguiva a passo svelto anch'egli con le mani impegnate a portare pacchi di ogni genere.
Svoltarono l'angolo ed entrarono in un negozio di abbigliamento sportivo.
"Oh! Perfetto!"
"Dean... sono stanco, basta!"

Esclamò il ragazzino poggiando le borse a terra e afferrando il biondo per la manica della giacca.
"E tutto quello che ci serve ancora? Le scarpe chiodate e i rampini nel caso dovessimo scalare una montagna? Dai, monta sulle mie spalle, ti porto io!"
"No! Adesso mi spaventi..."
Kevin strinse la presa sul suo braccio per costringerlo a restare lì ad ascoltarlo.
"Compri qualcosa ogni volta che senti il suo nome!"
"Quale nome?"
"Anna!"

A quella parola, subito Dean si voltò, afferrò il bonsai che stava sul banco della commessa e glielo mise davanti al registratore di cassa.
"Compro questo. Me lo incarti."
"Dean! Sei soconvolto perchè Anna si sposa!!!"
Ulrò Kevin sollevandosi sulle punte e colpendolo con una manata sulla spalla.
"Ma, no! Ma cosa dici! Oh, guarda! Che bell'appendiabiti!"
"E' un manichino!!!"

Kevin lo starttonò per tentare di farlo rinsavire, ma senza successo.
"Oh, fa lo stesso!"
"Dean, hai grossi problemi..."

"Si, e il più grosso adesso è quel tizio che si è messo davanti all'ultimo paio di pantaloncini da ginnastica stretch!"
Il biondo improvvisamente si abbassò, poggiando un ginocchio a terra e afferrando Kevin per le spalle.
"Kevin, mi raccomando, prendili subito appena si sposta."
Disse senza dare ulteriori spiegazioni poi, si buttò all'indietro, schiena a terra, portandosi le mani al ventre.
"Oddio! Ho mangiato frutti di mare e sono allergico! Aiuto!"
Immediatamente la commessa e il gentiluomo davanti ai calzoncini accorsero in suo aiuto e Dean gesticolando alla rifusa fece segno al ragazzino di acchiappare i pantaloncini rimasti incustoditi.
"Si sente bene, signore???"
Il biondo mugugnò per qualche altro secondo tenendo un occhio aperto per aspettare il momento giusto e non appena Kevin afferrò i calzoncini, si rialzò in piedi con uno scatto da atleta, lo prese per mano e si lanciò verso la cassa con già il portafogli alla mano.
"Si sto benissimo mai stato meglio posso pagare? Grazie! Arrivederci!"


"Vi ho portato dei regali!"
Dean entrò dalla porta della cucina pieno di sacchetti appesi lungo tutto il braccio. 
Sam e Castiel si voltarono sgranando gli occhi nel vedere quell'ammasso di borse posate sul tavolo all rinfusa.
"D-davvero...? Grazie...!"
Balbettò Castiel un po' insicuro sul come comportarsi.
"Di che? Ero in giro e ho preso qualche stupidata!"
Rispose Dean dandogli una pacca sul braccio.
"Dean! Il ragazzo di là chiede dove vanno messi gli attrezzi per il body building."
Kevin entrò dalla porta reggendo in mano una cartelletta per le firme delle consegne e si accostò al biondo.
"E' quello carino che stava nella palestra?"
Domandò Dean chinandosi verso di lui.
"Si."
"Dai qui. Ci vado io."

Prontamente afferrò la cartelletta dalle sue mani e uscì di corsa dalla cucina.
Allora, Kevin si avvicinò a Castiel e gli afferrò la manica della giacca per attirare la sua attenzione.
"Che c'è, piccolo?"
"Papà...credo che Dean stia compensando il suo senso di abbandono con uno pseudo delirio di potenza..."

Il miliardario e il maggiordomo rimasero in totale silenzio, scambiandosi un rapido sguardo.
"Kevin... traduci."
"E' matto, papà!"



Quando Castiel entrò in camera di Dean lo trovò impegnato nel fare trazioni alla sbarra, che si era montanto in mezzo alla stanza, mentre guardava la TV. Portava un paio di calzoncini stretti e scuri da ciclista e una t-shirt aderente blu, di quelle appositamente fatte per l'esercizio fisico.
La camera era piena di cianfrusaglie di ogni genere, tanto che non c'era quasi spazio per camminare.
"Si può?"
Chiese gentilmente il miliardario mentre apriva la porta.
"Oh! Signor Sheffield! Quel coso prepara dei frullati di verdura magnifici, ne voglio comprare uno per qui in casa!"
Dean si staccò subito dalla sbarra e si lanciò ad afferrare il telefono dal comò accanto alla TV, ma Castiel lo intercettò bloccandogli il braccio.
"Dean! No!"
Cercò il telecomano in mezzo a quel disordine e spense la TV per poi tornare a parlare col biondo prendendo un profondo respiro.
"Siamo tutti preoccupati che le sue compere siano... fuori controllo, Dean."
"Ma no! Ho comperato cose di cui ho bisogno! Non inciampi nella sella."
Si affrettò a rispondere il biondo facendo un passo indietro per allungare le distanze fra lui e Castiel.
"Avanti, Dean! Guardi tutta questa roba! Macchina per fare il pane senza glutine, set di pentole per cucinare senza grassi!"
Ma il miliardario lo raggiunse in men che non si dica e lo afferrò saldamente per le spalle.
"Lei ha uno serio problema!"
Esclamò guardandolo dritto negli occhi.
"No... no si sbaglia. E' vero ho un po' esagerato stavolta ma quando voglio posso smettere!"
Dean si liberò dalla presa con uno strattone e si diresse dalla parte opposta della stanza, verso il letto, scappando.
Castiel lo seguì con passo lento e discreto guardandosi intorno; afferrò un cuscino ancora impacchettato del cellophane e se lo mise sotto al braccio.
"Ok... quindi non è un problema se prendiamo questo e lo riportiamo al negozio?"
"NO!"

Con un balzo felino, Dean si scaraventò contro Castiel, gli rubò il cuscino dalle mani e si buttò sul letto stringendolo contro di sè.
"Il mio cuscino memory form, no! NO MAI!"
Il miliardario gli si avvicinò pian piano, si sedette accanto a lui sul materasso e gli posò una mano sul braccio.
"Dean... le serve aiuto..."
"Ma no... no, io sto bene..."
"Ah, davvero?"

Senza aggiungere altro, Castiel allungò la mano e prese, da sopra il comodino di Dean, un libro ancora incartato. Lo voltò e lo avvicinò al viso del biondo per permettergli di leggerne molto chiaramente il titolo.
-Come diventare vegetariano in pochi giorni-
"Lei sta diventando un salutista!!!"
Gridò mentre gli occhi di Dean si spalancavano e la sua mandibola sembrava staccarsi dal volto.
"OH MIO DIO, SONO MALATO!"
Lanciò il cuscino a terra e si buttò contro Castiel afferrandolo per la camicia e tirandolo contro di se tanto da far sfiorare i loro nasi.
"MI AIUTI! LA PREGO! MI SALVI DA QUESTA PERDIZIONE!!!"


Dean era seduto sul divano del salotto da almeno un'ora, con stretto fra le braccia il suo cuscino memory form e le gambe rannicchiate contro al petto, quando Castiel arrivò dalla cucina reggendo un bicchiere di succo in mano.
"Coraggio Dean, vedrà che andrà tutto bene."
Disse posando il succo sul tavolino accanto al divano e sedendosi accanto a lui.
"Quella stronza si sposa."
"Oh, sù avanti..."

Gli prese la mano stringendola delicatamente per rincuorarlo.
"Passerà vedrà, questa notte staremo insieme."
A quelle parole, Dean voltò la testa di scatto con gli occhi sbarrati e Castiel, accorgendosi solo in quel momento delle parole che aveva combinato, cercò di fare ammenda.
"No, cioè volevo dire... che starò con lei e le farò compagnia... non...non che..."
Balbettò  distogliendo lo sguardo dagli occhi del biondo che piegò la bocca in un sorrisetto divertito.
"Calmo. Ho afferrato il concetto. Grazie..."
Rispose per poi allungarsi verso di lui lasciando cadere da parte il cuscino e stringendolo in un tenero abbraccio.
"Ma sto meglio ora, stia tranquillo. Può andare a fare quello che deve."
Disse staccandosi da lui e dandogli una leggera pacca sulla spalla.
"Davvero sta meglio?"
Domandò il miliardario ancora preoccupato.
"Si, non si preoccupi."
"Bene..."

Ottenuta la corferma che voleva, si alzò e si diresse di nuovo verso il suo uffico ma, proprio in quel momento, Sam lo intercettò e se lo tirò vicino per parlargli a bassa voce..
"Signore non si fidi. Diventano molto scaltri in astinenza."
"Oh, avanti Sam, parliamo di Dea... un momento..."

Nel parlare si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, trovandole desolatamente vuote.
"Mi ha preso il portafogli! DEAN!"
Urlò voltandosi di scatto e vedendo il biondo di spalle camminare verso la porta in punta di piedi.
"FERMO!"
Gli intimò ,andando verso di lui con le braccia pronte ad acchiapparlo e fermarlo, e subito lo vide bloccarsi sul posto e pian piano girare la testa; il portafogli di pelle marrone infilato in bocca come l'osso do un cane. 
"Su me lo dia!"
"Grrrrr"
"Da bravo...sù, dia qui..."

Castiel si avvicinò molto lentamente allungando le dita verso il suo portafogli e afferrandolo con cautela dalla bocca del biondo che mollò appena appena la presa.
"Bravo... così, bravo..."
Quando il portafogli fu di nuovo nelle tasche del miliardario, Dean si mise ad uggiolare come un cucciolo piegando la bocca come se stesse per piangere e avvicinandosi a lui.
"E' stato bravissimo..."
Continuando a guaire poggiò la testa sulla spalla di Castiel che con dolcezza si mise a fargli delle piccole carezze sulla nuca.
"Bravo cucciolo..."


"Mmh... me lo dia..."
Cas aprì gli occhi molto lentamente, svegliandosi per quella voce roca che gli parlava accanto, non capendo subito dove si trovasse.
Sbattè le palpebre un paio di volte e si accorse di essere seduto sul divano, accasciato, con Dean abbracciato a lui come un cucciolo di koala e la faccia poggiata al suo petto.
"Me lo dia..."
Sbiascicò di nuovo il biondo stringendo ancora di più la presa sul busto del miliardario.
"Lo voglio adesso..."
A quelle parole Castiel sgranò gli occhi e si irrigidì, spaventato da quello che il sogno del biondo potesse significare.
"Si, adesso... proprio qui... e voglio anche le patatine in omaggio."
Ma bastò poco perchè le sue paure venissero dissipate e una risata rilassata gli sfuggisse dalle labbra.
"Dean, si svegli..."
Disse scuotendolo leggermente per farlo svegliare, e ci riuscì senza troppa fatica.
"Cosa...? Chi? Oh! Signor Sheffield!"
Notando la sua posizione equivoca, abbracciata al miliardario, Dean scattò indietro e aprì le braccia per lasciarlo libero.
"Come si sente stamattina?"
Domandò semplicemente Castiel guardandolo negli occhi.
"Meglio... molto meglio! Non ho più voglia di mangiare verdure!"
In quel preciso istante, Sam entrò dalla porta del salotto con in braccio due buste della spesa stracolme di ortaggi di ogni genere.
"Sono andato al mercato, sul giornale c'erano dei buoni sconto sulla verdura."
Dean si tuffò immediatamente dov'era prima, con le braccia avvinghiate al corpo di Castiel e la faccia nascosta nel suo collo.
"AH! SIGNOR SHEFFIELD MI ABBRACCI! MI TENGA FERMO!"


"Sam, non trovo Dean, sai dov'è?"
Domandò Castiel entrando in cucina mentre il maggiordomo finiva di asciugare i piatti della cena.
"Credo sia uscito signore, voleva restare da solo."
"Perchè? Che è successo?

"Beh...mentre lei era fuori, Anna è passata a fargli un salutino.
"Oh, no..."

Subito Castiel si appoggiò al bancone della cucina, portandosi una mano alla bocca.
"Con tanto di brillante al dito."
"Oh. No."

Ripetè sempre più preoccupato in viso.
"E di pancione incluso."
"OH NO!"

Si lasciò sfuggire un grido picchiando involontariamente un pugno sul tavolo.
"E Dean... come l'ha presa?"
"Oh, molto da gentiluomo. Ha resistito finchè la signorina Anna non è andata via, poi mi ha abbracciato stretto e ha detto di voler stare da solo."
Il miliardario sollevò le sopracciglia, fingendosi stupito.
"Ti ha abbracciato?"
"Già."
"Che carino..."

Disse prendendo subito le chiavi della macchina dalla credenza mentre Sam si infilava distrattamente le mani in tasca..
"E' stato molto car-OH, CAVOLO! Mi ha preso il portafogli!!!"


"La pasticceria chiuderà fra 10 minuti signore."
Una signora sui 50 anni, bella robusta e con un grembiule bianco, passò accanto all'unico tavolo rimasto occupato del locale  alquale Dean stava seduto con 4 piatti vuoti disposti uno sopra l'altro.
"No, la prego ancora un pezzo!"
"Non ne ha mangiata abbastanza?"
"Solo un pezzetto!!!"
"Dean!"

La voce di Castiel proveniente dall'ingresso del negozio lo fece sobbalzare e staccare dal braccio della signora.
"Sono ore che la cerco! Ma... pensavo fosse andato in qualche negozio di verdura..."
Disse il miliardario avvicinandosi al tavolo e accortgendosi di tutti i piatti vuoti.
"Signor Sheffield se ne vada via, non voglio che mi veda in questo stato."
Ma Castiel non ascoltò nemmeno quella richiesta e afferrò una sedia dal tavolo vicino, sedendosi accanto al biondo.
"Dean...questa sua tristezza, il desiderio di rimettersi in forma, anche se non ne ha alcun bisogno, e ora il tentativo di andare in coma da zuccheri, non è un bene... sta solo tentando di riempire il vuoto che le ha lasciato la perdita di Anna."
"Ma, no... io non sto così per la perdita di Anna."
Confessò Dean gettando la forchettina del cibo insieme ai piatti sporchi.
"E' per quello che rappresenta. Lei avrà la sua famiglia, la sua vita e io...
Abbassò lo sguardo mordendosi il labbro. Non c'era autocommiserazione nella sua voce, solo una strana preoccupazione alla quale Castiel non trovava spiegazione.
"Ma, Dean, lei è un uomo stupendo! Qualsiasi persona al mondo vorrebbe averla!"
Il biondo risollevò gli occhi, piantandoli in quelli del miliardario con un'espressione di sfida sul viso e, per la seconda volta in 24 ore, Castiel si accorse del modo orribile in cui le parole gli erano uscite dalla bocca.
"No...volevo dire... cioè averla nel senso..."
"Si, si ho capito! Tranquillo! Lei e la sua fobia delle parole!"

Rise, scuotendo la testa, appena prima che un pesante silenzio calasse fra di loro. Dean si passò una mano fra i capelli sovrapensiero, spettinandoseli come mai aveva fatto in presenza di Castiel e quest'ultimo lo osservò con attenzione vedendo davvero, per la prima volta, una scintilla di paura nel suo sguardo, perso nel vuoto.
"Dean... lo so che vorrebbe una vita e magari una famiglia sua e le assicuro che arriverà... però... che ne dice se intanto che aspetta non si accontenta di avere questi 3 ragazzi che la adorano e..."
Si bloccò, accorgendosi di avere anch'egli paura delle parole che stava per pronunciare. Ma, nonostante questo, non si fermò.
"...e anche quest'uomo la cui vita sarebbe... vuota senza di lei."
Dean sorrise tristemente e prese un profondo respiro, sollevando la testa e guardando finalmente Castiel dritto negli occhi.
"Lo sa, la verità è che ho solo paura che non ci sia nessuno là fuori per me e che resterò solo."
E nel vedere quelle sue pietre talmente blu da poterci annegare dentro sentì il profondo desiderio di essere capito da quell'uomo tanto dolce e gentile che lo aveva accolto in casa.
"Lei non ha mai questa paura?"
Domandò, e subito il miliardario sentì il suo stesso repiro farsi più pesante.
"Beh io..."
Guardò Dean per un lungo istante, notando una luce strana, diversa nei suoi occhi smeraldi; una luce che non aveva mai notato prima, piena di vita, di bisogno di amare.
"Io..."
Involontariamente si avvicinarono l'uno all'altro con i volti, come se una forza magnetica li stesse unendo.
"Dean, io..."
Un'occhiata fulminea sfuggì ad entrambi verso le reciproche labbra delicatamente socchiuse oramai quasi ad un respiro di distanza le une dalle altre.
"Si... Cas...?"
"Stiamo chiudendo!!!"
L'ulro della proprietaria del locale li fece sobbalzare, allontanadoli all'improvviso. Castiel tossì passandosi una mano sulla faccia sperando di nascondere l'imbarazzo che stava provando, ma senza molto successo.
"Mi dispiace, io..."
Tentò di dire, ma Dean lo interruppe immediatamente
"No! No, no, non si preoccupi, non è niente. Voleva solo aiutarmi e consolarmi."
Disse in tono gentile e comprensivo e Castiel subito annuì con la testa prendendo un bel respiro.
"E poi... è meglio non complicare le cose."
Concluse il biondo mentre un bel sorriso si disegnava sul suo viso. 
Si alzarono dopo aver lasciato delle banconote sul tavolo e si diressero all'uscita, scambiandosi degli sguardi furtivi.
"Ehi, lo sa? Mi è passata la spesomania!"
Esclamò Dean mettendo una mano attorno alle spalle di Castiel.
"Davvero?"
"Si! Ma in compenso ora ho una gran voglia di fumarmi una sigaretta..."

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