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Autore: effe_95    02/10/2014    3 recensioni
[ STORIA IN FARE DI REVISIONE ]
Claudia Rossi è una ragazza di sedici anni, frequenta il terzo anno del liceo Classico insieme a Francesco, il suo migliore amico dall'infanzia, ha una madre non troppo presente, un fratello cresciuto troppo in fretta e un padre che sembra sparito.
Yulian Ivanov ha diciotto anni, un carattere ribelle e spensierato, un passato che non vuole essere ricordato, e un'altra nazione nel cuore, la Russia.
Le vite di questi due ragazzi si incontreranno quasi per caso, per raccontare una storia passata di due persone che hanno solo bisogno di essere salvati.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Salvami, ti salverò.

86. Falla ridere, perché ha pianto troppo insieme a me.
 
<< Hai preso i pomodori Yulian? E le uova? Guarda che senza uova non posso cucinare! E le mie fragole? Le fragole Yul?! >>
<< Fragole? Claudia! Prima non mi avevi assolutamente detto che volevi le fragole! E poi dove le trovo in questo periodo? Sono già uscito dal supermercato, comunque!>>
<< Ma io te l’ho detto specificatamente! >>
<< No, te lo sei inventata adesso perché ti è venuta la voglia, vero?! >>
<< Beh, se vuoi che tuo figlio nasca con una bella voglia di fragola sulla fronte sono fatti tuoi, brutto antipatico! >>
Yulian allontanò frettolosamente il cellulare dall’orecchio perché Claudia glielo stava letteralmente perforando, camminare per strada con delle buste tra le mani e la tua futura moglie che ti urlava nelle orecchie non era proprio ciò che Yulian desiderava.
Claudia l’aveva spedito a fare la spesa alle sette di sera.
<< Mi inventerò qualcosa >> Replicò Yulian alzando gli occhi al cielo.
<< Bravo, ah, hai preso lo zainetto ad Alješa? Tra qualche giorno comincia la scuola, non te lo sei dimenticato, vero? >> Yulian sbuffò infastidito, ma contemporaneamente non poté fare a meno di sorridere, quella sensazione di famiglia con Svetlana non l’aveva mai provata, e sebbene un po’ non ce ne fosse stata l’occasione, un po’ lei gli mancava, non stava provando rimorso o dolore, dopotutto lui era vivo, era ancora vivo.
<< Certo che no Clo! Mio figlio ha il suo primo giorno di scuola e io me lo dimentico?! Sarebbe assurdo, non credi? >> Claudia rimase per un po’ in silenzio, mentre Yulian attraversava attentamente la strada per non farsi mettere sotto e raggiungeva l’altro marciapiede. << Non sarebbe da te >> Rispose in fine, e Yulian aveva la sensazione che Claudia stesse sorridendo, si sarebbe giocato il cuore. << Torna presto a casa >>
<< Ti porto le tue fragole, va bene? >> Yulian si ritrovò a sorridere a sua volta, notando come anche il suo umore fosse cambiato insieme a quello di Claudia, con il desiderio improvviso di tornare a casa da lei e da Alješa.
Chiuse la comunicazione, si infilò il cellulare nella tasca dei pantaloni e cominciò la sua odissea. Percorse la metà della città ed entrò da tutti i fruttivendoli e in tutti i supermercati che trovò lungo la strada, ma delle fragole non vi era nemmeno l’ombra.
Fu verso le otto di sera, quando ormai tutti stavano chiudendo e la speranza di trovarle si faceva remota, sulla strada del ritorno a casa, Yulian intravide un piccolo negozio di alimentari, fermò velocemente la macchina, la parcheggiò alla bell’e meglio e si fiondò nel negozio. L’aria era fredda a causa dei frigoriferi, e il locale era deserto se non per la presenza di poche persone e alcuni commessi un po’ stanchi e annoiati.
Yulian si avvicinò con passo trascinato verso lo scompartimento delle verdure e della frutta, era stanco, e si era ormai rassegnato a tornare a casa per subire una sfuriata da parte di Claudia, ma improvvisamente i suoi occhi si posarono su una sola confezione di fragole abbandonata in una cassa ormai vuota.
Allungò frettolosamente la mano per afferrare la confezione, ma contemporaneamente lo fece anche qualcun altro, un’altra mano maschile ornata al pollice da un anello nero e al polso da un bell’orologio. Yulian seguì il profilo del braccio scoperto dalla pelle abbronzata, passò sulla maglietta nera a mezze maniche, al tatuaggio sulla spalla e s’incrociò con due occhi verdi profondi, un viso ricoperto dalla barda scura e dai capelli ribelli e sparati un po’ a caso.  L’altro ricambiò la sua occhiata senza staccare la mano dalla confezione, come se fosse rimasto ipnotizzato.
<< Oh, non è possibile >> Mormora lui scuotendo la testa e ridendo come un disperato, mentre alzava gli occhi al cielo, Yulian era ancora così sorpreso per la coincidenza che continuò a fissarlo senza trovare la sua battuta pronta.
<< Nathan?! >>
<< Già >> Yulian storse impercettibilmente le labbra, maledicendo il destino, era ridicolo che fosse lui ad incontrarlo, era ridicolo perché Yulian non sarebbe stato buono e gentile come Claudia, perché Yulian l’avrebbe anche ferito.
<< Non ti avevo riconosciuto con quella barba e quel tatuaggio >>
Yulian si ritrovò a pronunciare quelle parole come uno stupido, mentre lasciava anche lui la confezione di fragole.
<< Ah, ti piace? >> Commentò Nathan con fare sarcastico, alzando la manica della maglietta così che Yulian potesse vedere meglio il tatuaggio.
<< Che cavolo significa?! Sei proprio deficiente! >> Nathan gli scoppiò a ridere in faccia, mentre riabbassava la manica comprendo quel nome scritto in corsivo “ Claudia”.
<< Ma tu che diavolo ne sai, eh?! Cosa diavolo ne sai!>> Nathan cambiò improvvisamente tono di voce, facendosi glaciale e afferrandolo per la collottola della maglietta, Yulian rimase impassibile di fronte quella reazione, e dopotutto lui avrebbe reagito anche peggio.
<< Sei cambiato >> Si ritrovò a rispondere, reggendo il suo sguardo, Nathan rise nuovamente in modo sarcastico, continuando a trattenerlo per la collottola, ma poi tornò subito serio. << Oh, davvero? E saresti tu a dirmelo? Tu chi diavolo sei! Eh, chi diavolo sei?! Perché non te ne vai da lei, perché non mi lasciate in pace! >>
Nathan alzò leggermente la voce sulle ultime parole e le poche  persone che si affrettavano a prendere qualcosa per cena si voltarono a guardarli, ma poi proseguirono oltre.
<< No, non so niente di te, ma so che Claudia non avrebbe mai amato un uomo così >>
Tutta la rabbia dal volto di Nathan sparì improvvisamente, il ragazzo lo lasciò andare di botto, e Yulian si aggiustò la maglietta spiegazzata con un gesto automatico della mano, mentre sospirava un po’ avvilito.
<< Ma perché, mi ha mai amato davvero? >> Yulian lanciò a Nathan uno sguardo omicida.
<< Non vorrei essere io a dirti una cosa del genere, ma dopotutto te lo devo. Claudia me l’ha detto, mi ha detto chiaramente di averti amato, e io so che lei l’ha fatto >>
Nathan ricambiò lo sguardo arrabbiato di Yulian non uno molto simile, indurendo i pugni come se si stesse trattenendo dal colpirlo, come se il tatuaggio che si era fatto stampare sulla pelle per non dimenticare mai, stesse cominciando a bruciare intensamente.
<< Ma che belle parole! Dette da te poi, fanno davvero effetto, mi sento veramente redento, tornerò a vivere con la gioia nel cuore! Ma stai zitto! Perché non me le ha dette lei? Io e te cos’è che abbiamo in comune eh? Cosa? Non farmi prediche! >>
La voce tagliente di Nathan non scompose minimamente Yulian, che continuò a tenergli testa con lo sguardo, aveva sofferto troppo nella vita perché quegli occhi leggermente feriti potessero metterlo in soggezione, Yulian aveva sofferto abbastanza per tenergli testa.
<< Vuoi sapere cosa abbiamo in comune? Noi l’amiamo entrambi, o forse no? No, già, perché se tu l’avessi amata davvero, non avresti dubitato mai di lei, non l’avresti fatto mai >>
Nathan abbandonò nuovamente quell’espressione arrabbiata e si lasciò andare con la schiena sulle cassette della verdura, reggendosi con le mani sui brodi di plastica per non cadere e precipitare ancora di più nel buio che si era creato.
La barba sul viso gli pungeva, il tatuaggio scottava, quelle parole facevano male.
<< Ma io non lo più che cos’è l’amore, non so più lei chi sia >>
Yulian non ripose a quelle parole, ne aveva abbastanza di quella pagliacciata e non sarebbe stato certo lui a dargli consigli e a tirarlo su di morale, Yulian si sentiva già abbastanza ridicolo di trovarsi in quella situazione.
Si girò per afferrare il contenitore con le fragole e Nathan catturò il suo sguardo.
<< Ti servono così urgentemente? >> Domandò con voce stanca, accarezzandosi la barba ispida con una mano, e ammiccando leggermente alle fragole, Yulian si fermò a guardarlo.
<< Se non voglio che mio figlio nasca con una voglia di fragole sulla fronte … >>
Commentò replicando fedelmente le parole che Claudia gli aveva ripetuto poco prima, Nathan guardò distrattamente quel contenitore di plastica e Yulian riuscì a leggere nei suoi occhi tutti i rimpianti, il desiderio di trovarsi al suo posto, la voglia di una vita diversa, la possibilità di avere lui, quel bambino con Claudia, i suoi sogni infranti.
<< Va bene, allora prendile tu >> Si limitò Nathan a commentare, spostando lo sguardo altrove e lasciando finalmente andare le casse di plastica, che incisero sulla pelle candida due strisce rosse come il sangue.
<< Beh, a te a che servivano? >> Nathan chiuse gli occhi e scosse la testa.
<< Ho un’amica a cena stasera >> Yulian annuì impercettibilmente, guardò le fragole e le lasciò scivolare nel cestino di Nathan, lui avrebbe inventato qualcos’altro.
Nathan lo guardò allungo prima di aprire bocca.
<< Che significa?! >>
<< Buona cena >> Yulian si limitò a pronunciare quelle due parole per poi dargli le spalle e dimenticare quella patetica scenetta, incontrare Nathan forse era stato volere del destino, forse era stato un modo perché anche Yulian pagasse la sua metà di colpa, ma adesso aveva fatto la sua parte e voleva che finisse lì.
<< Ehi tu! >> Gridò Nathan quando Yulian si era allontanato un bel po’ << Non voglio vederti mai più, capito?! Andrò avanti, vi odierò, mi dimenticherà della tua faccia boriosa e della sua! Va bene?! >> Yulian sorrise mentre si avviava verso la porta.
Non poteva dirgli altro, dopotutto, si erano odiati abbastanza.
<< E poi falla ridere, falla ridere, chiaro?! Ha pianto troppo insieme a me >>
Yulian chiuse gli occhi e finalmente uscì da quel piccolo supermercato.
 
Quando Claudia sentì girare le chiavi nella toppa della porta, lei e Alješa era seduti sul divano uno tra le braccia dell’altro a leggere un bel libro delle favole.
Yulian li trovò esattamente in quella posizione, sorrise stanco e si affrettò a sistemare le cose che aveva comprato in frigo,  lanciò uno sguardo veloce alla tavola apparecchiata e li raggiunse sul divano reggendo tra le mani un pacchetto.
<< Sei tornato, amore!? Ci sei mancato >> Commentò Claudia sporgendosi per baciarlo, Yulian le regalò un bacio a timbro e poi si lasciò cadere sul divano.
<< Questo è per te >> Disse porgendole il pacchetto, Claudia lo prese sotto lo sguardo curioso di Aleksej e lo aprì, per trovare una confezione di gelato artigianale al gusto di fragola. << Le fragole vere non le ho trovate, così ho pensato a questo >>
 Claudia fissò per alcuni minuti il gelato, poi sollevò lo sguardo su Yulian e lo abbracciò stretto stretto.
<< Grazie mille >> Gli sussurrò a fior di labbra prima di baciarlo sotto lo sguardo curioso di Aleksej, Yulian le accarezzò affettuosamente i capelli e decise di non dirle niente.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che Nathan si intrometteva tra di loro, e con il cuore un po’ più leggero, si apprestarono a mangiare.


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Effe_95

Buongiorno a tutti :)
Ho deciso finalmente di postare questo capitolo, ho passato il test all'Università e siccome cominciano i corsi tra poco, ho pensato fosse meglio farlo adesso che mai ;)
Spero che la sorpresa di questo capitolo vi sia piaciuta, che il discorso tra Yul e Nath ve lo foste immaginato anche voi più o meno così o completamente diverso.
Mi piacerebbe saperlo.
Grazie mille e alla prossima.

 
  
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