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Autore: mychemicalromance96    03/10/2014    1 recensioni
Valentina ha smesso di vivere nei sogni e nelle sue dolci fantasie, quando le delusioni e le varie sofferenze subite l'hanno spinta a guardare con i suoi occhi ancora da ragazzina il vero aspetto del mondo, per lei dominato da meschinità e cattiveria.
Le ingiustizie l'hanno cambiata fino ad avere un cuore di ghiaccio, a chiudersi in se, e ad essere fredda con la realtà circostante, ma dando se stessa solo ai suoi veri amici, mostrando loro il suo vero io interiore.
Sarà poi un incontro inaspettato a non farle avere più paura della vita e ad imparare ad amarla.
Sopratutto mostrando la vera se e a lottare contro le ingiustizie.
Uscire finalmente dalla sua gabbia e capire cosa raggiungere nella propria vita.
Un'anima diversa dalla sua le cambierà profondamente la vita, riprescando tutti i suoi sogni nei quali aveva smesso di credere.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Erano giorni che non vedevo Stefano nel corridoio della scuola, questo da una parte mi fece sentire tranquilla, ma dall'altra mi irritava. Il fatto che mi avesse voluto dare una lezione tempo addietro per me all'inizio fu quasi un gesto positivo, ma con il passare dei giorni mi irritava sempre più. In poco tempo senza neppure conoscerci bene, avevamo finito per ''odiarci.'' E se quell'odio poteva definirsi tale, tutto mi appariva strano, per quale motivo? Perché, c'era qualcosa in me che non smetteva di farmi pensare a lui. Il suo modo di guardarmi negli occhi era così intenso. Nessuno mi aveva mai guardata con tanta intensità come lui faceva. Sembrava quasi in grado di leggere dentro me.. Già! Leggere dentro me. Qualche giorno addietro mi aveva detto che il mio modo di essere fredda era solo una maschera. Da una parte aveva colto la verità. Certo la mia era una maschera, ma solo in parte, perché essere fredda era ormai parte di me. Di questo ero convinta, sebbene il calore che dominava nel fondo del mio essere a volte voleva sciogliere tutto quel ghiaccio. Ma in tutti i momenti durante i quali avevo potuto parlare con lui, mi ero sentita dentro me nel profondo tranquilla. Non mi aveva trasmesso paura, non mi aveva mai criticata per la mia aurea cupa, non mi aveva preso in giro. Forse aveva provato a voler diventare mio amico, ma io con il mio far brusco e come lui stesso aveva definito ''strafottente'', lo avevo allontanato da me, fino a sentirmi dire ''ti odio.'' Io poi, gli avevo risposto alla stessa maniera, ma in fondo odiavo davvero lui, oppure semplicemente odiavo me stessa? Tutto questo mi faceva star male dentro ancor di più di come già mi sentivo. Quando poi mi aveva parlato di Aurora, della sua storia conosciuta solo da pochi, fu per me un momento particolare. Aveva voluto confidarmi quasi un segreto. In fondo proprio perché era conosciuto a pochi il passato di quella ragazza, per di più agli amici di classe più stretti, io non dovevo saperne nulla. Ma ciò mi spinse a pensare da un altra parte ,che lui me ne avesse parlato perché aveva sentito dopo i suoi vari e intensi sguardi che in me qualcosa non andava, o meglio che anche io ero stata segnata da qualcosa di brutto nel mio passato. Ma era impossibile. Decisi dunque di lasciar perdere tutte quelle riflessioni continue, nonostante dentro me speravo di poterlo rivedere. La sua domanda:''Allora ci rivediamo?" stava dando significato anche me. Da una parte desideravo rivederlo, ma era già troppo tardi, lui mi odiava per mia colpa. Ma a tutto ciò non volli restare indifferente, ma decisi di reagire per la prima volta. Per la prima volta decisi di cambiare il corso delle cose. Mi primisi che non appena l'avrei rivisto gli avrei chiesto scusa. Dovevo cambiare, dovevo reagire, dovevo affrontare quella situazione, dovevo aprirmi con lui, almeno con lui. Non dovevo aver paura di nulla. Fu proprio quando un giorno dopo la solita giornata scolastica che, vedendolo nel cortile, decisi di riparare il tutto. Con il cuore stranamente calmo e una determinazione in me innaturale, mi diressi verso lui, il quale si stava avviando verso il marciapiede che conduceva a casa. ''Stefano!" Gridai alle sue spalle. Egli si voltò di scatto e rimase a guardarmi sempre con la sua solita intensità. "Valent...'' Disse a bassa voce ma io lo interruppi di scatto. ''Volevo semplicemente scusarmi per tutto quanto accaduto tra noi per colpa mia. Sono stata molto indelicata nei tuoi riguardi molte volte.'' Non smettevo di guardarlo negli occhi. Ero strana, ero sicura di ciò che dicevo, ero determinata davvero. ''Certo che tu sei davvero strana..'' La sua espressione era seria e ciò mi fece subito pensare che non aveva accettato le mie scuse. Avevo fatto davvero schifo. Ma stranamente e con mio grande stupore, sulle sue labbra poco dopo si disegnò il solito radioso sorriso. ''Stai tranquilla non devi scusarti con me, ma con te stessa, perché sono certo che tu nascondi dentro te il tuo vero essere.'' Nel dire quelle parole mi stupì ancor più di lui. Come faceva a leggere dentro di me e coglierne le verità? ''Come fai?" Gli chiesi stupita. ''A fare cosa?" Mi chiese incerto. ''A leggere nelle persone.'' Dissi tutto d'un fiato senza voler aggiungere altro. ''Studio psicologia, la nostra sezione fa parte delle scienze umane, sono infatti appassionato di questa disciplina.'' Il suo sorriso mi fece intuire che amava davvero la psicologia. ''La prima cosa che ho notato di te, è tanta tristezza nei tuoi occhi. Ti ho detto questo non perchè voglio che te me ne parli, ma semplicemente sono riuscito a leggere ciò dentro te fino a ora.'' Il suo sguardo mi fece capire che davvero se ne intendeva. Già ero triste. Triste. Arrivammo sotto casa mia. Con molta gentilezza aveva deciso di accompagnarmi, nonostante il mio essere stata fredda con lui. Ma in fondo aveva ragione, io avevo sbagliato con me stessa. Me ne stavo andando su per le scale, quando lui mi venne dietro e afferrandomi per il polso mi costrinse a guardarlo. ''Ti va se ci scambiamo i numeri di cellulare, così da sentirci più spesso?" Sorrideva e dentro me sorridevo anche io. ''D'accordo.'' Dissi e dopo essserceli scambiati, restò a guardarmi ancora per un istante. ''Ti registrerò freezer, d'accordo?" Scoppiò a ridere, e quella risata fu così contagiosa da scigliermi per un' istante. Dopodiché rientrata in casa e stesami sul letto di camera mia, mi lasciai andare ad un pianto liberatorio.
  
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