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Autore: KokoroChuu    04/10/2014    3 recensioni

***
New York.
Diversi anni dopo la guerra contro Gea, la pace costruita con sacrifici e lacrime sta iniziando a vacillare.
Ma il nemico, questa volta, sono gli umani stessi.
I giovani e ormai reietti semidei dovranno attingere a tutta la forza che hanno per sopravvivere in un mondo in cui ormai non sono più i benvenuti.
E se ci sarà chi tradirà, chi combatterà e chi addirittura darà la propria vita, quanto tempo resta realmente ai figli degli dei per salvare le persone che amano e, magari, anche se stessi?
***
Benvenuti nella mia prima long ad OC. Vi prego di passare e magari anche di recensire, perchè se recensirete... ho la Nutella. La Nutella blu. *-*
Vi aspetto dentro,
K.C.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8
ACCETTIAMO PASSAGGI DA SCONOSCIUTI






Adrian


Sì, sì, potrebbe sembrare una figata, ma vi assicuro che non lo è.
Non lo è per niente.
Oh mio Zeus, stiamo andando alla ricerca del Campo Mezzosangue, che è molto lontano da qui, dovremo esplorare terre aride e disabitate e sconfiggere mostri orribili e...
No. Nulla di tutto questo.
La verità è che il Campo Mezzosangue si trovava a Long Island, che dista all'incirca un'ora di macchina, senza troppo traffico, dal Riverside Park, cioè dove ci troviamo adesso.
Il che significa che la nostra missione, se va come dovrebbe andare, dura ipoteticamente... una mattina.
Roba da macho, eh?
Siamo appena turbinati fuori dall'acqua sporca del piccolo molo della 79esima strada, nel bel mezzo del Riverside Park.
Non abbiamo idea di come arrivare al Campo Mezzosangue senza rischiare di essere intercettati da un gruppetto di fottuti mostri o da qualche pattuglia in ricognizione.
-Direi di evitare i mezzi pubblici - commenta Alex. -Di sicuro li controllano. Ci chiederanno i documenti e cose così.
-A piedi non se ne parla - Emma mi lancia uno sguardo truce, come se lo avessi proposto. O forse mi lancia uno sguardo truce perchè solitamente attiro gli sguardi truci, dato che sono figlio di Eris. Ma non è importante.
Io la ignoro.
-Proporrei intanto di uscire dal Parco - sospira Elyssa. -Mentre camminiamo ci faremo venire una qualche idea.
Schivammo un paio di donne di mezza età che facevano jogging in leggings.
Lion non riesce a trattenere una smorfia di disgusto.
Iniziamo a camminare a fianco della strada, avvolti dall'odore di smog e gas di scarico, in direzione di Long Island.
-Alla faccia del parco - borbotta Jack, tossendo, gli occhi che gli brillano di una luce omicida. Fissa le auto come il Minotauro fisserebbe Teseo.
-Mi rifiuto - se ne esce Emma, piantandosi al bordo della strada, con le mani sui fianchi. -Io non cammino in questo stato. Sono figlia di Ares. Un po' di dignità.
-Oh, sei figlia di Ares - la rimbecco. -Scusa, me ne ero scordato. Cosa preferisci, allora, un giavellotto a motore? Una spada con le ruote?
-Non ti azzardare a prendermi per il culo - mi fulmina.
-Oh, per gli dei, ragazzi, per favor...
-Oh un'idea! - esclama Elyssa.
Merda, penso. Le idee di Elyssa.
L'ultima volta che le avevo dato ascolto, in missione, mi sono ritrovato a rincorrere una semidea terrorizzata - Nali, per la cronaca - che scappava da un gruppo di Arpie, infuriate per i petardi che Elyssa aveva fatto scoppiare. Come esca, mi aveva detto.
-Facciamo l'autostop! - se ne uscì.
Santo Zeus, ci risiamo.
-Senti Elyssa, non è che mi sembra proprio un'ottima ide...
Lei piombò in mezzo alla strada, con un sorriso sicuro sul volto, i capelli castani che le svolazzavano attorno alla testa come in una pubblicità dello shampoo.
Alzò un pollice e fece un sorrisone al primo automobilista di passaggio, un disgraziato nonnetto che guidava una vecchia Ford a quattro posti.
L'uomo sterzò all'ultimo secondo, sbattè il lungo naso contro il volante e, imprecando, abbassò il finestrino, agitando la mano con quel dito sollevato.
Pigiò sull'acceleratore, sbattè di nuovo il naso e sgommò via, in una nuvola di polvere, lasciandosi dietro odore di gomme bruciate.
Sull'aspalto erano disegnate due bellissime righe rette, perfettamente parallele, in corrispondenza di dove il vecchio aveva iniziato a frenare.
-Ma tu sei rincoglionita! - gli urlò Alex, agitando le braccia. -Siamo sopravvissuti fino adesso a mostri e esercito e ti fai quasi mettere sotto da un vecchietto con una macchina che presumibilmente va al massimo a 50 chilometri orari?
-Suvvia - disse lei, sventolandosi il viso con una mano. -Non è successo nulla.
-Non è successo nulla? Levita dalla strada, idiota! Sei un'imbecille, una...
-Serve un passaggio, ragazzi?
Un'elegante limousine nera si era appena fermata a bordo della strada.
Era lunga almeno -incredibile- sette metri, forse di più.
Era così tirata a lucido che ci si poteva specchiare. Aveva due sole portiere sul lato, con eleganti maniglie in bronzo...
-Quello è bronzo celeste - sussurrò Alex.
Emma sgranò gli occhioni azzurri.
-Non essere sciocco, fratellino. I mortali non conoscono il bronzo celeste.
Il finestrino scuro dalla parte del conducente si abbassò.
L'occupante si rivelò una donna, non più giovanissima, ma di una bellezza mozzafiato.
Sarà stata sulla trentina d'anni, una donna matura insomma.
Portava uno scialle a motivo floreale sulla testa, come el donne di altri tempi. Qualche ciocca color ebano sfuggiva tuttavia all'acconciatura, e i morbidi boccoli le ricadevano sul petto, dove l'ampia scollatura rivelava un seno prosperoso.
Aveva linemaenti dolci e gli occhi di una splendida sfumatura ametista, che scintillavano di una luce molto... accogliente? Invitante?
Quando riuscii a riscuotermi notai che tutti i ragazzi avevano una facciamo molto da ciclope. Tutti guardavano la stessa cosa.
Cioè, le stesse cose.
Emma e Elyssa ci lanciavano occhiate assassine.
-Ragazzi? - chiese ancora la donna, sventolando la mano e sorridendo in modo adorabile.
-Signora, staremmo cercando un passaggio per Long Island - balbettò Jack. Non era da lui. Balbettare, intendo. Beh, nemmeno guardare le bocce delle signore era da lui, però.
-Veramente non... -
-Oh, Long Island! Che coincidenza. Sto andando anche io lì. Salite pure - squittì la donna, interrompendo Emma.
La portiera si splancò.
Io salii, così fecero Alex, Jack e Lion, che era rimasto zitto fino ad adesso. Quando Elyssa, titubante, mise un piede dento l'auto, la donna scattò.
-Non avevo invitato voi - sibilò, fulminando le ragazze. I suoi occhi diventarono più scuri, si fecero color grigio piombo.
-Le ragazze devono venire con noi - sentenziò Lion, da dentro la macchina.
Gli occhi della donna tornarono viola.
-Ma certo, ma certo, che sciocca. Salite pure... bambine.
La portiera si richiuse dietro di loro.







| Kokoro's Cafè
Io: Erhm, erhm.
/silenzio imbarazzato
Sssssì, sono... cioè, è quasi un mese che non aggiorno. EMAH LA SCUOLA MI TIENE IMPEGNATA.
Balle, sono solo pigra.
In ogni caso, ve lo giusr, vi giuro che ho già tutto nella mia testolina, solo che non riesco. Non ce la faccio, non ho voglia di scrivere. Blocco artistico ç-ç
Sì, sì, è doloroso. Non potermi esprimere è così... frustrante. Bho...

Va bene, la smetto.
Per farmi perdonare
 Amatemi. Non potete non amarmi.

  
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