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Autore: ricciocorno schiattoso    05/10/2014    2 recensioni
Dobbiamo ammettere che tutte noi, fin dall'infanzia, abbiamo sempre avuto una predilezione per i cattivi.
Chi guardando "Il Re Leone" non ha mai sperato in una vittoria di Scar? In fondo tifavamo tutti per lui.
Crescendo le cose non sono migliorate e i cattivi si sono fatti sempre più affascinanti. Loki, Khan, Draco Malfoy perfino Hannibal. E Molly Hooper è una di noi, solo che il suo villain per qualche oscura ragione remota la ricambia. Forse dovremmo fermarci a riflettere sui problemi che questo potrebbe comportare.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, Molly Hooper, Mycroft Holmes, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CHAPTER TWELVE.
 
Le palpebre erano tutte impastate e lei si sentiva la gola secca, chiaramente aveva dormito troppo e ora era arrivato il momento di alzarsi. La testa le pesava e l'idea di guardarsi allo specchio la terrorizzava fin troppo, sapeva di avere i capelli ridotti ad uno schifo e gli occhi gonfi come due palle da tennis, così si infilò sotto il getto bollente della doccia e lì rimase finché i crampi della fame e la necessità di caffè non iniziarono a farsi sentire.
Quando uscì dal bagno, felicemente confortata dalla sua tuta felpata, era ormai passata l'una e così pensò bene di andare a prepararsi qualcosa per pranzo, si meritava qualcosa di buono.
Dimentica però di essere rimasta via per un'intera settimana, rimase decisamente delusa quando trovò il suo frigorifero completamente svuotato. Tanto meglio, se Sebastian non si fosse riempito lo stomaco probabilmente sarebbe andato tutto a male, ma lei ora aveva fame.
Stressata e sull'orlo di una crisi di nervi si buttò sul divano, quasi tentata di rubare il cibo a Toby. Senza nemmeno pensarci controllò il telefono, non ci sperava troppo, però magari Jim le aveva scritto o l'aveva chiamata per scusarsi e dirle che l'amava profondamente. Ma ovviamente non c'erano né messaggi, né chiamate perse, così sconsolata decise di chiamare Sebastian, almeno per fargli sapere che non si era uccisa durante la notte.
Non era troppo sicura che a lui potesse importare qualcosa delle sue condizioni, ma era l'unico con cui poteva parlare in quel momento.
Come sperava, Sebastian rispose subito e la sua voce calda e gentile non poté che rassicurarla, quell'uomo sembrava nato per risollevare il morale al mondo.
“Molly, tesoro! Stavo per chiamarti io, volevo passare a fare un salto. Tutto bene?” Molly rimase pietrificata davanti a tanto entusiasmo e interesse nei suoi confronti, forse aveva trovato l'amico fidato che aveva sempre cercato.
“Ehi! Sì, tutto bene.” non era certa di essersi ripresa, anzi probabilmente era ancora sull’orlo delle lacrime, ma sapere di avere qualcuno vicino la faceva stare decisamente meglio “Vieni quando vuoi, tanto non penso di uscire oggi!”
Sebastian le assicurò di essere lì al massimo in un’ora e che avrebbe trovato il modo per farla divertire, poiché, a quanto pare la sua voce suonava ancora troppo triste per “una bella ragazza come lei”.
Molly non poté fare a meno di sorridere davanti a tanta galanteria e aggiungere che lo aspettava ansiosamente, lo conosceva da meno di ventiquattro ore, ma per qualche assurdo motivo sentiva che si sarebbero voluti bene per sempre.
Forse avrebbe dovuto smettere di fare la sognatrice con la testa sempre per aria, ma non le andava proprio, non stavolta.
Abbandonò il cellulare in carica e tornò in cucina alla ricerca di cibo, forse aveva ancora della pasta o magari una scatoletta di tonno.
Effettivamente negli scaffali erano rimasti dei sottaceti e addirittura un pacchetto di biscotti secchi, ma non era certo il pasto sostanzioso e ricco di carboidrati che serve ad un cuore spezzato come il suo.
Rimase seduta sul pavimento della cucina a scrutare il vasetto pieno di cetrioli chiedendosi se mangiarli o meno per quello che le sembrò un tempo infinito, quando qualcuno suonò al campanello.
Risvegliata da quel suono provvidenziale si alzò e corse ad aprire la porta, ansiosa di riabbracciare il suo nuovo salvatore.
Ma appoggiato allo stipite della porta non trovò solo un belloccio dal sorriso ammaliante, bensì un belloccio dal sorriso ammiccante che reggeva due grosse buste cariche di cibo e un pranzo cinese takeaway.
Molly non poteva crederci, stava per rimettersi a piangere dalla felicità, avrebbe voluto abbracciarlo di slancio, ma decise che forse era meglio aiutarlo con la spesa.
Quando finalmente i due grossi sacchetti furono sistemati sul pavimento della cucina in attesa di essere svuotati, Molly poté ricevere l’abbraccio che tanto desiderava.
“Scusa se ci ho messo tanto, ma ho trovato una coda infinita!” disse Sebastian iniziando a tirare fuori da una busta una barretta di cioccolato e delle carote.
“Allora hai dormito bene? Spero ti piaccia il cinese sai-“
“Grazie.” Molly lo ringraziò con gli occhi pieni di lacrime e ancora una volta andò a rifugiarsi tra le sue forti braccia e subito dopo aggiunse “Ora ho solo bisogno di cibo, ti prego andiamo a mangiare!”
Sebastian rise davanti a tanta disperata sincerità e così subito dopo aver sistemato il filetto di pesce nel congelatore, si sedette vicino a lei al tavolo della cucina e insieme iniziarono a mangiare.
Il cibo cinese era sempre stata una delle passioni di Molly, insieme a praticamente tutto il buon cibo, i libri e i bei ragazzi, e ad un agente del crimine esperto come il nostro non c’era voluto molto per capirlo. Si può capire fin troppo dall’appartamento di una persona, ma ancora di più dalla sua spazzatura.
Molly non se la sentiva molto di parlare di Jim, voleva evitarlo il più possibile soprattutto perché temeva un nuovo cedimento e in ogni caso pensare ad altro per un po’ le avrebbe fatto bene.
Così decise di chiedere a Sebastian qualcosa sulla sua vita, era curiosa di sapere quale fosse esattamente il suo lavoro, cosa gli piacesse, come fosse stata la sua infanzia e cose simili. Ma ovviamente con domande simili il discorso non poté che ricadere subito sull’unico uomo che avevano in comune.
Sebastian non aveva molti ricordi prima di conoscere James Moriarty, e così i racconti della sua giovinezza in Irlanda non potevano che riguardarlo.
“Era un ragazzino strano già ai tempi. Adorabile certo, ma strano.” aveva detto con un triste sorriso sulle labbra, ripensare ad un James ancora così innocente faceva sempre un po’ male. “Avevamo quattro anni quando ci siamo conosciuti, eravamo ancora così piccoli! Non ricordo nemmeno come ma so che siamo diventati subito amici.”
“È strano, insomma Jim” non riusciva ancora a non chiamarlo per nome, a non dargli confidenza “sembra una di quelle persone che non sono mai stati bambini.”
“Sì, lo è stato per poco.” farfugliò Sebastian senza rivolgersi a qualcuno in particolare “O forse non ha mai smesso di esserlo.”
“Che intendi dire?” chiese lei, aveva capito che qualcosa nella vita di Jim era andato storto e che probabilmente questo aveva avuto ripercussioni anche sull’amico.
Sebastian si risvegliò al suono della voce di Molly e sembrò come tornare in vita, le sorrise e dopo un profondo respiro le raccontò tutto.
“Quando aveva sette anni sua madre morì.” a queste parole la ragazza ebbe una stretta al cuore, non si aspettava una cosa simile “Non so bene di cosa, sai ero solo un bambino e non avrei comunque potuto capire. So solo che fu una malattia molto lunga, quando ci siamo conosciuti lei era già malata. Una donna fantastica, davvero, ricordo ancora quando il pomeriggio mi ospitava da loro e ricordo anche quanto Jim le fosse affezionato.”
Molly non sapeva che dire, era una storia troppo triste per essere commentata e l’unica cosa che poteva fare era annuire in silenzio.
“Fu un brutto colpo per lui, ovviamente. Dal giorno del funerale smise di parlare con chiunque se necessario e con me il distacco fu ancora più drastico. Eravamo diventati due estranei e io nella mia ingenuità non sapevo che fare.”
Si era sentito in colpa per molti anni poi, ripensandoci forse avrebbe dovuto stargli più vicino e insistere perché si lasciasse aiutare, ma col senno di poi l’unica cosa che poteva fare era pentirsene e tentare di farsi perdonare il più possibile ora. Si era tormentato per anni e forse era anche per questo che i suoi sentimenti per Jim erano rimasti immutati, per non dire aumentati.
“Due anni dopo lui e la sua famiglia si trasferirono. Credo che suo padre non riuscisse più a vivere in quella casa e così vennero qui a Londra.”
“Quindi vi siete tenuti in contatto, insomma ora tu lavori per lui.” disse Molly spaesata, era certa di essersi persa una parte del racconto o perlomeno di non aver capito qualcosa.
“No, affatto. Ci siamo incontrati per caso dopo l’Università e quando lui ha scoperto della mia laurea in chimica e della specializzazione che avevo seguito sulle sostanze esplosive … beh mi ha voluto nella squadra.” si vergognava un po’ della sua scelta, ma quello ormai era il suo posto nel mondo “All’inizio era strano, cioè non è proprio un lavoro normale.”
“No, no direi proprio di no!” aggiunse Molly che si ritrovò a riderne.
Era bello parlare con lui, non solo perché capiva i suoi sentimenti nei confronti di Jim, ma anche perché capiva quanto fosse facile lasciarsi prendere dalla tentazione dell’illegalità.
Non si era ancora del tutto pentita di quello che aveva chiesto a James, del lavoro che gli aveva affidato – soprattutto perché non era ancora successo nulla di grave a Sherlock – ma si rendeva conto che sarebbe potuta finire malissimo, e in fondo sapeva che non la storia non era ancora finita lì.
Meglio non pensare ai risvolti negativi a cui la sua impulsività avrebbe potuto portare, ora doveva pensare solo a se stessa e stare meglio. No, ora non doveva pensare solo a se stessa, ora doveva pensare a far stare bene anche Sebastian, dovevano affrontare tutto insieme perché solo così ne sarebbero usciti incolumi.
Sebastian la guardò preoccupato, lo sguardo concentrato di Molly non era difficile da interpretare e sapeva che in quelle condizioni la cosa migliore da fare fosse sfogarsi e parlarne.
“Tutto bene tesoro?” le chiese allungando una mano sul tavolo verso le sue.
Il tocco caldo dell’uomo era più rassicurante di qualsiasi discorso d’incoraggiamento e lei sentiva di non volerlo far preoccupare troppo, era passato solo un giorno ma lei aveva già pianto abbastanza.
Molly si limitò ad un cenno d’assenso, non aveva troppa voglia di parlarne – temeva forse una ricaduta, un unico singhiozzo che avrebbe dato il via ad una valle di lacrime – inoltre in quel momento si sentiva apposto con se stessa, era delusa dalla piega che avevano preso gli eventi, ma dopo anni ormai era abituata a quella strana razza che sono gli uomini. Non le restava che sorridere a quello che aveva e sperare nel futuro.
“Come vuoi, allora cosa vuoi fare per tirarti su di morale? Un giro in palestra? Shopping?” le chiese Sebastian ritrovando il tono energico che usava ogni volta che doveva proporre qualcosa.
“Oh no, niente shopping! Jim mi ha riempito di vestiti, anche se forse …” Molly si bloccò un attimo, si era scordata di tutti i magnifici abiti che erano ancora nella sua valigia, ma soprattutto si era dimenticata chi glieli aveva regalati.
“Non starai mica pensando di buttarli via!? No, signorina! Li indosserai alla faccia sua, anzi andiamo subito a fare la lavatrice. Avrai bisogno di qualcosa di bello da mettere al lavoro domani.”
Risoluto Sebastian si alzò dalla sedia e prendendola per un polso la guidò fino alla camera da letto, dove era certo la valigia stracolma di vestiti giacesse ancora ai piedi dell’armadio.
Per Molly fu uno shock aprirla, in cima alla pila di vestiti c’era ancora il pacchetto che aveva preso per Jim e che non era riuscita a dargli. Velocemente lo nascose in un cassetto insieme alla trousse dei trucchi, gesto che Sebastian fece solo finta di non vedere.
Delicatamente tirò fuori un indumento alla volta, ognuno le ricordava una giornata diversa, un luogo diverso, un ricordo diverso, ma in qualche modo la riportavano sempre allo stesso uomo.
Era difficile, più difficile del previsto, soprattutto perché erano tutti momenti felici, probabilmente i più felici di tutta la sua vita, e l’idea che tutto fosse svanito in una bolla di sapone era troppo da accettare.
Il momento peggiore arrivò quando alla fine dovette riprendere in mano il lungo vestito verde, quello che avrebbe dovuto coronare la sua vacanza, quello che avrebbe dovuto far sbocciare il suo sentimento per James e che avrebbe dovuto renderla la donna più felice dell’intero pianeta. E per un po’ quel fantastico abito ce l’aveva fatta, aveva lavorato bene ed era riuscito nell’intento di renderla bellissima e sicura di sé, ma poco può un vestito quando nella fazione opposta gioca un uomo scaltro e malvagio come Jim Moriarty.
Moran se ne accorse subito, aveva ascoltato con attenzione il racconto della vacanza ed era certo che quello fosse l’abito della notte incriminata, così si alzò dal letto su cui era bellamente sdraiato e glielo prese dalle mani con un gesto gentile e col solito sorriso rassicurante in volto.
“Questo lo prendo io. Non puoi metterlo in lavatrice, tesoro.”
Molly fissava vacua la stoffa verde che teneva tra le mani, e le parole dell’uomo arrivarono in ritardo alla sua mente, cosicché non le fu possibile obbiettare niente.
Insieme andarono nello scantinato, nella grande lavanderia comune del condominio. Era una stanza calda e spoglia, vi erano solo sei grandi lavatrici e tre asciugatrici. In un angolo, quasi timoroso del confronto con i macchinari, qualcuno aveva sistemato un ampio stendibiancheria che veniva utilizzato soprattutto per stendere lenzuoli e federe ancora un poco umidi dopo l’asciugatura.
Sebastian si sedette sul tavolo adibito alla piegatura dei vestiti, mentre Molly riempiva una lavatrice con vestiti e detersivo, avere qualcosa da fare la stava rendendo più reattiva e meno depressa.
“Sai, ora che ci penso non è stato un gesto così gentile regalarmi tutti questi vestiti.”  non ricevendo risposta, lo sguardo sconcertato di Sebastian non poteva essere udito, Molly decise di proseguire nella sua spiegazione “ Insomma è un po’ come dire che così come sono non gli andavo bene, che sono imbarazzante. Ha voluto impormi il suo modo di essere così chic e sofisticato.” concluse con tono stizzito, voltandosi a fronteggiare il giovane delinquente.
“Sciocchezze.” fu il commento rilassato di Sebastian “Quello è solo il modo di James per farti sapere che non gli sei indifferente. Insomma quei vestiti ti piacciono?”
“Beh sì.” ammise Molly.
“E potendo, li avresti scelti anche tu?”
“Sì, potendomeli permettere, sì.”
“Allora vedi che James non ti ha imposto nulla. Ti ha solo fatta sbocciare, sei più bella che mai Molly Hooper.”
E così dicendo si alzò dal tavolo e andò a posare un leggero bacio sull’incavo del labbro di Molly, lì dove le si formava una buffa fossetta ogni volta che sorrideva.
La ragazza lo abbracciò e insieme si sedettero sul tavolo della lavanderia, aspettando che il bucato fosse pronto e conversando del più e del meno. Avevano due vite da conoscere profondamente e un sacco di tempo da passare insieme. 




L'estate è finita, le giornate si accorciano, io sono riuscita a rimanere bloccata a Londra e finalmente un nuovo capitolo è pronto! A quanto pare la perdita di tempo libero e lo stress causato dalla scuola mi istigano a scrivere, e poichè le cose non potranno che peggiorare immagino tornerò a pubblicare regolarmente. Io non sono pienamente soddisfatta di questo capitolo, sappiatelo, però visto che è una sorta di ritorno sul campo di battaglia penso sia accettabile. As usual aspetto con ansia il vostro parere, soprattutto su quel tesoro irlandese di Sebastian. 
Un grazie di cuore e un enoorme abbraccio, Cecilia. 
  
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