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Autore: PaleMagnolia    10/10/2008    1 recensioni
Il giovane, benestante Keith Finnegan viene ritrovato, morto, nel garage di casa sua. Nè Richard, l'ex fidanzato, nè la sorella Nicole credono che si tratti di suicidio. Richard indaga in sordina, cercando al contempo di non perdere il posto di protagonista nell'opera Le Corsaire, ottenuto in parte grazie al suo talento e in parte alle raccomandazioni di Keith. Le cose si complicano quando Elizabeth, prima ballerina della compagnia, diventa una presenza troppo assidua nella vita di Richard...
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno del funerale il cielo era greve di nubi bianche, la luce stranamente intensa; l’erba del cimitero, quasi troppo verd

Il giorno del funerale il cielo era greve di nubi bianche, la luce stranamente intensa; l’erba del cimitero, quasi troppo verde per essere vera, era spazzata da un vento radente, si piegava in onde cangianti, in un liquido chiaroscuro.

La famiglia di Keith avrebbe voluto celebrare la funzione nella chiesa di St.Patrick, ma il vecchio pastore si era rifiutato: scuotendo insistentemente la testa, con fare pedante, li aveva invitati a uscire: non si celebravano funerali religiosi, per chi si toglieva la vita.

Così Richard si era trovato direttamente al cimitero, seduto su un’instabile sedia di plastica, a guardare la fossa rossastra, la bara di legno lucido sospesa su di essa.

Un officiante stava dicendo qualche generica parola di rito, leggendola da un libricino nero; il cappotto schiaffeggiato dal vento, i capelli scompigliati, non riusciva a tener ferme le pagine, che venivano sfogliate avanti e indietro.

L’intera scena sembrava a Richard surreale: lo scricchiolio delle sedie, il sibilo del vento, quella luce opprimente, terribile.

Mr.Finnegan e la figlia, vestiti a lutto, sedevano compostamente in prima fila; la bionda testa di lei arruffata, come una peonia, dal vento.

Ogni tanto, meccanicamente, lei alzava una mano a pettinarsi i capelli con le dita; invano.

Dietro di loro, una folla di uomini e donne in nero, per la maggior parte sconosciuti, atteggiavano il viso a un controllato dolore, cincischiavano con il libro di preghiere, si sussurravano l’un l’altro all’orecchio..

Richard aveva sperato che quel tale, Benjamin, si presentasse al funerale, risparmiandogli la fatica di cercarlo; ma a un suo sguardo interrogativo, Nicole si era guardata intorno con discrezione e aveva fatto un breve cenno di diniego.

Richard guardava di sottecchi i visi intorno a lui: qualcuno di loro sapeva qualcosa? Dietro uno di quei volti opportunamente tristi si nascondeva l’assassino di Keith? Chi, chi, chi: la domanda ronzava, fastidiosa, insistente, nella testa di Richard.

L’uomo con gli occhiali da sole? La ragazza bruna e nervosa seduta accanto a lui, che si mangiava le unghie e frugava nella borsetta? Mr.Finnegan stesso, che non aveva versato una lacrima per il figlio perduto?

Si riscosse, sentendosi stupido. Questi erano ragionamenti da film giallo, da poliziesco da quattro soldi.

Doveva stare calmo, svuotare la testa da quei pensieri inutili.

Sentì un suono fastidioso, ronzante, provenire da qualche parte. Si guardò intorno, per scoprirne l’origine, prima di rendersi conto che proveniva dalla sua tasca. Con disappunto, ricordò di non avere spento il telefono cellulare: che non suonava, grazie a Dio, ma vibrava nella tasca in modo ripetitivo.

Richard diede un’occhiata al nome sul display – Elizabeth – e spense il telefono con gesto stizzoso.

Cercò di concentrarsi sulle parole dell’officiante: “… E Dio asciugherà le lacrime dai loro volti, e la morte non esisterà più”, recitava con voce monotona, arrochita dall’aria fredda. Nessuno gli prestava molta attenzione. Richard si abbandonò di nuovo ai suoi pensieri. Si riscosse al suono di una musica: qualcuno aveva predisposto un impianto stereo che, nascosto fra vasi di fiori, suonava Nearer my God to Thee.

Lui l’aveva sempre trovata insopportabilmente triste, e Keith la odiava. Diceva che era quella, l’ultima canzone che avevano suonato sul Titanic, prima che affondasse.

Ricordò, con una strana sensazione di sorpresa, quando Keith gli aveva detto, scherzando, di volere Auld Lang Syne al suo funerale. Era ubriaco, quella sera, lo erano entrambi.

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne, avevano cantato, fuori tono, resi sentimentali dall’alcol. We’ll take a cup of kindness, yet, for auld lang syne.

Richard fu quindi sorpreso al massimo quando sentì una voce flebile, ma limpida, chiara, quasi infantile nel silenzio assoluto, iniziare a cantare.

Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?

L’ultima sillaba risuonò alta e cristallina.

Nikki si era alzata in piedi, e il vento le schiaffeggiava gli abiti, le scompigliava I capelli, ma lei cantava, le mani strette sulla borsetta. Guardava dritto davanti a sé.

Tutti erano ammutoliti dalla sorpresa.

Richard si unì a lei nel secondo verso, e le loro due voci risuonarono nitide e irreali.

Should auld acquaintance be forgot and days of auld lang syne?

Mr.Finnegan si alzò a sua volta, e li raggiunse con la sua bassa voce tenorile.

For auld lang syne, my dear, for auld lang syne

We’ll take a cup of kindness, yet, for auld lang syne.

La cantarono tutta, senza accompagnamento, voci e basta; qualcuno si unì a loro, timidamente, poi qualcun altro. L’ultima strofa fu cantata in coro da quasi tutti i partecipanti, un tremito nella voce di ognuno. Qualcuno ora piangeva, Richard sentiva singhiozzi soffocati provenire dalle ultime file.
We'll take a right guid-willie waught,
For auld lang syne

Fu il loro tributo a Keith.

Le immagini dei luminosi capelli di Nikki scossi dalla brezza, dei cappotti neri contro il cielo lattiginoso, avrebbero perseguitato Richard per anni a venire. Alcuni fogli bianchi rotolavano a terra, trascinati dal vento fra l’erba, e il suono irreale delle voci nel cimitero silenzioso si spense gradatamente: un’ultima vibrazione; un tremito, un sospiro, il silenzio.

La bara venne calata, e il suono spaventoso della terra che cadeva sul legno lucido turbò Richard più di quanto si sarebbe mai aspettato. Mentre gli uomini delle pompe funebri coprivano la bara, Nikki gettò un mazzo di gigli fra la terra smossa, e presto altra terra li insozzò, e coprì, e infine nascose per sempre.

 

 

  
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